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Autore: ReaRyuugu    19/08/2015    1 recensioni
23 prompt. Cose dette, sussurrate, lasciate sfuggire, o mai dette del tutto. 23 situazioni differenti, applicate a coppie, amici, amanti, o singoli personaggi. 23 modi di costringermi a tornare a scrivere un po’ ogni giorno.
Coppie affrontate: ImaHana {1#, 2#, 8#, 9#, 18#}, TakaMido {3#, 17#, 20#}, AoKaga {4#}, HaiKise {5#, 12#}, AoKise {6#}, MuraAka {7#, 21#}, AoKagaKuro {11#}, SilverGold {13#}, KagaKuro & AoKuro {14#}, KiyoHyuu {#15}, HimuNiji {16#}, MitoKoga {19#}, KiyoHyuuRiko {22#}, AoMomo {23#}
Character-centric: Mibuchi Reo {#10).
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Genere: Commedia

Tipo di coppia: OT3

Personaggi: Hyuuga Junpei, Kiyoshi Teppei, Aida Riko

Rating: Verde

Parole: 680+

Note: … perché più si avvicina la fine più procrastino per postare le ultime storie?

Comunque, non ho resistito a chiamare in causa un’altra delle mie OT3, anche se in realtà la storia è tutta incentrata su Hyuuga. Che è orribilmente difficile, come al solito, da scrivere.

Di nuovo il prompt suggeriva angst da tutti i pori, ma l’ho plasmato a mio volere.

(… comunque, la sindrome della covata esiste davvero.)

Scritta il: 14/07/2015

 

22# • Things you said after it was over

 

 

Quando gli avevano detto che esisteva una cosa come la sindrome della covata non ci aveva voluto credere. Una cosa così stupida, con un nome così imbecille, non poteva essere una condizione reale, no? Non importava se appena avevano scoperto che Riko era incinta era stato lui quello a sentire tutti i dolori, dal mal di schiena al mal di reni alle nausee mattutine, non importava se, sebbene lui desse la colpa a qualche virus stagionale, sia lei che Kiyoshi erano sani come pesci. Hyuuga Junpei non si era preso niente che avesse un nome come quello.

E sì che la gente non faceva altro che dirgli che era una cosa positiva, che dimostrava quanto fosse attaccato alla madre e al nascituro. No che non era una cosa positiva! In nessun pianeta essere paragonato ad una gallina era una cosa positiva; in nessuna dimensione esistente essere riverso su un lettino di un ospedale mentre la propria moglie partoriva nella stanza accanto era una cosa positiva!

Si accoccolò su se stesso, le mani premute sul ventre dilaniato dai peggiori dolori che avesse memoria di aver mai provato. Lì per lì credeva che fosse solo suggestione, o al limite ansia - le contrazioni, la rottura delle acque, la corsa verso l’ospedale si erano susseguite con una velocità tale da sembrare surreali, ed era normalissimo sentirsi un po’ tesi, no?

Evidentemente no, perché mentre persino Riko si era tranquillizzata alla svelta nonostante i dolori e la situazione e Kiyoshi era rimasto fedelmente al suo fianco, tenendole stretta la mano e beccandosi diligentemente gli insulti che volavano nell’aria quando la suddetta tranquillità barcollava e veniva comprensibilmente meno, lui era passato da ‘dolorino trascurabile’ a ‘penso di stare per morire’, con tanto di infermiera che lo sorreggeva mentre lo portava fino al giaciglio su cui era rimasto a soffrire fino a quel momento.

Non era una scenetta patetica? A volte aveva quasi idea di essere lui la donna di casa, quando la sua stupida emotività di fondo faceva a spintoni col suo desiderio di mantenere la sua solita facciata seriosa e ne emergeva inevitabilmente vincitrice. Chissà quanto se la stavano ridendo i dottori alle sue spalle? Chissà quanto avrebbe riso la sua prole, quando questo aneddoto sarebbe sbucato fuori?

Era tanto immerso in quel vortice di autobiasimo e vergogna che perse tanto la cognizione del tempo quando quella del dolore, che si riacutizzò solo quando sentì qualcuno scrollarlo leggermente da quel pietoso torpore. Alzò lo sguardo, solo per mettere a fuoco il viso sorridente di Kiyoshi rivolto verso di lui.

- … è finita? -

- Sì, è andato tutto bene. Vuoi venire di là, ti senti meglio? -

Non gli rispose nemmeno, mentre aggrappandosi a lui lo istigava a muoversi e a trascinarlo via da quel buco. Sentiva il cuore battergli così forte che qualsiasi altra percezione divenne inutile e insignificante, totalmente incentrato sull’idea di poter finalmente vedere quella creaturina che avevano atteso per così tanto e a cui potevano finalmente regalare tutto l’amore di cui erano dotati. Davvero tutti quei dolori idioti che aveva passato erano segno di un legame che era destinato a instaurarsi fin da subito? Sarebbe riuscito ad essere un buon padre, sarebbe stato adatto a ricoprire un ruolo come quello? Ormai non c’era più tempo per prepararsi, l’attesa era finita; doveva prepararsi a fare i conti con la realtà.

Deglutì quando Kiyoshi spinse la porta della stanza dove si trovava Riko, che subito si voltò stanca ma sorridente verso di loro. Un fagottino riposava tranquillo tra le sue braccia, così piccolo che quasi non sembrava reale.

- Non è bellissima? La nostra bimba… -

Junpei barcollò verso di loro, totalmente estasiato. Era sì bellissima, di più, era un miracolo. Era così perfetta che la sua mente si svuotò completamente di ogni pensiero e preoccupazione, lasciandolo finalmente libero da quell’angoscia insopportabile che l’aveva angustiato nei mesi passati. Era pronto ad intraprendere quella nuova vita, già immerso in una felicità che lo faceva sentire leggero come una piuma.

 

Così tanto, che l’ultima cosa che sentì furono le due persone che tanto amava che gli urlavano impanicate di non svenire.

   
 
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