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Autore: Elisir86    19/08/2015    2 recensioni
"C'è una strada piccola, affannosa e ripida che mi porta fino a te io vorrei percorrerla e senza rischi inutili, arrivare fino a te fino all'amore"
FINO ALL'AMORE - BIAGIO ANTONACCI
[No incesto]
[Coppie: Francia x Canada – Molte altre]
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Threesome, Triangolo
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Gennaio





 

4

Notte





 

Il film horror che Francis aveva scelto non stava dando i risultati sperati, Matthew non si era spaventato, non aveva gridato e non si era messo al riparo tra le sue braccia.

Cose che di solito capitavano.

In quel momento il canadese se ne stava con lo sguardo fisso sulla televisione senza nemmeno notare la scena, lo si capiva dalla fronte appena aggrottata.

In tre anni di frequentazione, Francis non aveva mai visto Matthew in quello stato. Era di cattivo umore e nemmeno la sua presenza sembrava fargli effetto.

Allungò un braccio dietro la schiena del ragazzo avvicinandosi leggermente a lui, la mano destra sfiorò il collo in un tentativo di carezza ma fu malamente allontanato. Alzò un sopracciglio, “È successo qualcosa con i tuoi ospiti?” la voce modulata come sempre per rassicurare quel giovane insicuro “No, cosa vuoi che sia capitato?” e quei occhi blu si posarono nei suoi.

Francis odiava il colore di quelle iridi più di quanto avesse mai pensato ma probabilmente Matthew lo aveva capito, dal fatto che nei loro amplessi non le volesse vedere. Ora però lo stava guardando con uno sguardo limpido, tranquillo…

Sorrise portandogli una ciocca di capelli dietro l'orecchio, “Sei strano...” mormorò ignorando completamente le urla del film e scivolando con le dita sul collo del canadese, lo sentì tremare leggermente, “...Sembri nervoso...” e si sporse con il viso gli occhi ancora fissi in quelli blu -che facevano invidia all'oceano- lo baciò lievemente sulle labbra e non riuscì trattenere un tremito: non lo aveva mai baciato guardandolo.

Matthew sospirò di disappunto quando con una lieve spinta al petto Francis lo fece sdraiare sul divano, “...Mi vuoi forse lasciare?” gattonò su di lui bloccandogli i polsi “NO!” l'esclamazione fece ridacchiare il francese.

Era ovvio che non lo volesse lasciare -nessuno lo aveva mai lasciato- lui era troppo bello per essere scaricato da uno qualsiasi come Matthew.

Al massimo lo lascio io.

Lo baciò di nuovo sulle labbra leccandogliele con la punta della lingua, chiudendo questa volta gli occhi, immaginandosi di essere altrove, con qualcun altro.

Con lui.

Le labbra si schiusero trasformando quel bacio in qualcosa di più umido, di più profondo...più sensuale.

Una musica molto più fastidiosa delle urla di terrore s'intromise tra loro, il canadese si svincolò dal bacio “È il cellulare...” mormorò come scusarsi. Si mosse leggermente facendo solo aumentare la pressione delle mani del francese “Chiameranno domani...” lo sentì soffiare sull'orecchio prima di avvertire la lingua sapiente di lui percorrerglielo, represse un sospiro.

Avrebbe voluto davvero ignorare quel suono prolungato e continuare a riceve certe attenzioni da parte di quello che lui definiva il suo ragazzo, ma aveva aspettato tutta la giornata quella chiamata…

“Non posso...” sussurrò mentre la mano di Francis si era insinuata nel suo maglioncino, “...È importante...” ormai sembrava privo di capacità di formare una frase, il bacino del francese si era messo a strusciare sul suo aumentando l'eccitazione di entrambi.

Oddio! Si divincolò rosso in viso e con gli occhi colmi d'eccitazione, “Devo rispondere!” esclamò cercando di darsi contegno. Francis si bloccò alzando quel che bastava il busto per poterlo osservare, Matthew in quello stato era bellissimo e ogni volta che poteva vederlo così avrebbe voluto che tutto non finisse mai.

“Puoi chiamare dopo...” ma con uno strattone l'altro si divincolò del tutto e buttandosi praticamente sul tavolino prese il cellulare.

Prese fiato, aveva sbattuto con troppa forza sul pavimento “Non riattaccare!” la voce piena d'ansia “Ero in doccia...scusa….” e alzandosi s'avviò verso la camera da letto.

Francis lanciò uno sguardo al pendolo antico -possibile che quasi tutti i mobili lì fossero vecchi?- le 23.50, chi poteva chiamare a quell'ora?

E perché tanta agitazione nel rispondere?

 

E che ne sai se lui è a casa davvero da solo?”

 

La voce di Antonio lo colpì di punto in bianco. Lui aveva liquidato con una sventolata di mano quell'ipotesi il giorno prima era pressoché assurda, ma in quel momento con Matthew rinchiuso in camera a parlare con uno sconosciuto -o sconosciuta- non gli sembrava illogico.

Eppure prima quel no urlato con preoccupazione come se temesse davvero di perderlo gli era sembrato sincero.

E poi chi poteva solo accorgersi Matthew? Era banale, una persona che si nascondeva in vestiti larghi ed era talmente timido che tendeva a stare fermo e zitto in qualsiasi situazione, era impossibile notarlo!

Tu l'hai fatto!

Scosse la testa, lui era una eccezione e lo aveva visto solo perché assomigliava a quel cretino. Gli era venuto naturale dirigersi verso di lui con rabbia urlandogli di ritornarsene in America.

Perciò lui aveva un motivo più che valido per averlo visto!

 

°°°°°°°°°°

 

 

 

 

 

Feliks era solitamente una persona timida. Non amava i contatti con gli altri e soprattutto non era solito fare certe cose con degli sconosciuti, in realtà per lui era stata la sua prima volta. Non si vergognava certo di essere vergine alla sua età e il motivo che aveva fatto ciò era solo perché lì con lui c'era Toris -il suo migliore amico!-

E poi, sinceramente, non gli era dispiaciuto Toris in quel modo, il suo ansimare nelle sue orecchie, i baci e le carezze. I suoi movimenti erano così sensuali ed era erotico vedere come accettasse d'essere toccato e baciato da Eduard e quel biondino – come, tipo, si chiamava? -.

Ma soprattutto Toris gli aveva dato tante di quelle attenzioni, quei sorrisi angelici e quel sussurrargli parole dolci che si frangevano sulla sua pelle...si era sentito amato.

A quanto pare per Toris non era stato lo stesso.

Era da quando Eduard se ne era andato che aveva iniziato a mandare messaggi di scuse e in quel momento -mezzanotte- aveva iniziato a dubitare di ricevere risposte.

Sono, tipo, il peggiore amico del mondo. Totalmente orribile!

 

 

 

 

 

Eduard guardava una precisa finestra del secondo piano di un condominio da venti minuti buoni. Toris non si era affacciato nemmeno una volta e lui iniziava a sentire freddo, si portò una mano tra i capelli, nell'altra aveva il cellulare pronto a inviare altri messaggi per convincerlo a scendere.

Dovevano chiarire quella situazione, lui doveva parargli!

Era stato geloso di Feliks a cui Toris aveva dato molte più attenzioni e se durante quella pazza notte non aveva riflettuto sul perché, durante quella giornata era arrivato a un solo motivo: gli piaceva Toris.

Non era sicuro che lo amasse, nei sui diciassette anni non aveva provato nulla che superasse l'amicizia.

Ma il fastidio che aveva provato nel vedere l'amico baciare -con così tanta passione- quel polacco era ancora lì nel suo petto e gli veniva voglia di grattare quel punto fino a far sparire quella sensazione.

Sospirò portando lo sguardo sul marciapiede, se ritardava ancora un po' sua madre avrebbe chiamato i carabinieri.

“Oh!” l'esclamazione lo fece scattare sull'attenti, alla sua sinistra comparve una sagoma parecchio più bassa di lui, “Stai...provando a fare una serenata?” si voltò ad osservare l'intruso della situazione.

Sgranò gli occhi nel constatare che era solo un ragazzino, molto più giovane di lui che teneva lo sguardo sulla facciata del palazzo. “Dov'è la principessa?” la voce un po' tremante come quando hai bevuto più del dovuto ma non sei ancora ubriaco.

Eduard alzò un sopracciglio ritornando ad osservare la finestra della stanza di Toris, lo sconosciuto ridacchiò “Oh, allora è un lui!” l'esclamazione era alta e questa volta il più grande arrossì. “Se permetti certe informazioni sono personali.” iniziò sistemandosi gli occhiali “Non so nemmeno chi sei!” e lanciò uno sguardo a quella finestra che rimaneva chiusa.

L'altro sorrise mestamente e con una camminata incerta s'avviò verso il portone di quel condominio, “Ciao!” salutò alzando una mano e incurvando le spalle.

Eduard si sentì morire, probabilmente quel ragazzino aveva capito chi stava attendendo…

Il cellulare vibrò nella sua mano facendolo sobbalzare, guardò il mittente e per un attimo il suo cuore smise di battere.

 

 

 

 

 

Entrò in casa cercando di fare meno rumore possibile. Lanciò uno sguardo sulla poltrona, suo padre si era addormentato con una bottiglia ancora mezza piena in mano.

La televisione accesa su un programma erotico, lo guardò disgustato, aveva il cazzo moscio e sporco di sperma ancora fuori dai pantaloni.

Spense l'apparecchio e si diresse in camera, si spogliò e rimase per un attimo nudo con l'aria fredda che entrava dalla finestra.

La spalla gli faceva ancora male, ma almeno con un po' d'alcool in corpo riusciva a sopportare il dolore.

Chiuse la finestra senza degnarsi di vestirsi, con la coda dell'occhio vide che il ragazzo di prima se ne stava andando.

La serenata non è andata a buon fine.

 

°°°°°°°°°°

 

Matthew tornò in sala trovandola vuota, “Francis?” chiamò allungando il collo verso l'entrata, il capotto rosso del francese era ancora appeso.

Entrò in cucina, trovandolo seduto nell'ombra a mangiucchiare i biscotti di quel pomeriggio, sembrava arrabbiato.

Si sedette difronte.

La luce del lampione esterno illuminava a malapena i loro volti, “È stata una telefonata lunga...” Francis ingoiò la sua vera domanda: “Chi era?” , cercando di camuffare la voce scontrosa con il masticare lento. “Eh si, mio fratello ha avuto un po' di problemi...” fu la risposta limpida e per un attimo si sentì in colpa di aver creduto che quel mite ragazzo avesse un amante.

Aspetta, fratello?

Matthew non gli aveva mai parlato di un fratello. E se non si nominava nemmeno una volta un parente di tale portata le soluzioni erano tre:

Poteva essere morto, ma visto che quella sera aveva chiamato era impossibile.

O avevano litigato, ma Matthew non sapeva nemmeno come s'iniziava a litigare.

Oppure non esisteva e quel ragazzino lo stava prendendo per il culo.

“Tutto bene?” la voce del canadese lo riportò alla realtà, aveva portato una mano sulla sua, con la poca luce poteva vedere il sorriso dolce che gli dipingeva il volto. Annuì distrattamente, poteva una tale visione mentire?

Matthew accarezzò lento il palmo pallido del francese, sapeva che l'altro si stava facendo mille dubbi sul perché lo aveva lasciato proprio in un momento del genere, sospirò “Ti ricordi che ti ho parlato di lui, vero?” dallo sguardo sorpreso dell'altro capì che no, non aveva la più pallida idea di quando si fosse affrontato l'argomento fratello.

Francis socchiuse gli occhi e annuì, sapeva di mentire e probabilmente lo sapeva anche Matthew ma voleva chiudere quel discorso al più presto.

S'alzò seguito dall'altro, si diresse verso l'uscita e con la coda dell'occhio vide il canadese andare a spegnere la televisione. Da lì non lo poteva vedere ma sentiva chiaramente che stava sistemando il dvd nel cassetto.

Aspettò almeno cinque minuti nei quali aveva aperto e chiuso il capotto almeno una decina di volte, poi, non vedendolo arrivare andò a salutarlo lui.

Si bloccò nel trovarlo sdraiato sul divano, il maglioncino leggermente alzato in modo da vedere quei addominali che adorava tanto, le mani che si muovevano languide sul petto e sul viso, i pantaloni slacciati dai quali si intravedevano i boxer neri. Sarebbe bastato quello per farlo restare lì per tutta la notte, ma Matthew si era anche bendato, aveva nascosto quei occhi tanto odiosi e gli lasciava il permesso di fargli ciò che voleva.

Francis si leccò le labbra estasiato, non era nemmeno quello uno spettacolo di tutti i giorni e si domandò perché il canadese lo avesse fatto. Scacciò il pensiero quando lo vide portarsi una mano sotto il maglione alzandolo di più e andando a stuzzicarsi i capezzoli da solo. Si avvicinò piano, togliendosi il capotto e abbandonandolo sul pavimento. Ad ogni passo si slacciava un bottone o della camicia o dei pantaloni.

Matthew intanto aveva sposta una mano in mezzo alle proprie gambe, muovendola leggera in una danza che era tutto fuorché casta, sospirò più forte del solito quando diede una strusciata più forte sul pene semi eretto.

Francis deglutì togliendosi anche le scarpe e lanciandole da qualche parte del salotto. Dio era già eccitato!

Lo raggiunse e intrufolò la sua mano sui boxer, il canadese emise un mugolio e alzò il bacino, a quanto vedeva il cucciolo ne aveva voglia almeno quanto lui. Lo baciò sulle labbra e da quel momento annullò ogni pensiero.

 

 

Il corpo sotto di lui gemeva di piacere sempre più forte ad ogni spinta. “Arthur...” ansimò baciandolo di nuovo sulle labbra che lo accolsero senza esitazione, impazienti quanto lui.

Spostò una mano dal fianco del ragazzo per afferrare deciso l'erezione, “Arthur...” mormorò stringendo e muovendo con forza, seguendo le spinte. Un gemito da parte del compagno, le unghie che gli graffiavano la schiena e le gambe, forti, che si serravano sul suo bacino e la voce smorzata dal piacere “Francis, io...”. Non lo fece proseguire, non voleva sentire il suo tono: gli rubava l'illusione, lo baciò con foga, mordendogli il labbro inferiore per rimproverarlo.

L'altro mugugnò dal dolore improvviso, il francese decise d'aumentare le spinte e scese con la bocca sul collo mordicchiandolo lievemente.

Le gambe sui suoi fianchi si strinsero con molta più forza, le mani affondarono tra i suoi capelli tirandoli, “Francis...” un sussurro lasciato scappare.

Una spinta ancora e anche lui venne nel corpo caldo e accogliente, socchiuse gli occhi inarcandosi lievemente verso l'alto “Artur!”

Si lasciò cadere esausto sul corpo dell'altro per prendere fiato, sospirò alzando lo sguardo sul viso dell'amante trovandolo bendato. Per un attimo aveva sperato di vedere per davvero quelle iridi verde piene d'amore e trovando invece il nulla, quel pezzo di stoffa scuro che risaltava sulla pallida pelle, si ritrovò di nuovo nella realtà.

Sospirò abbassando il capo sul petto, ascoltando il battito cardiaco del canadese socchiuse gli occhi.

Quando faceva sesso con gli altri rimaneva a fissarli per molto tempo negli occhi -soprattutto se erano verdi come quelli di Antonio- e si lasciava avvolgere dalle loro braccia forti mentre magari lui lasciava dei nuovi baci a stampo sulle loro labbra. Ridacchiava e perfino fumava una sigaretta a letto.

Con Matthew faceva l'amore pensando che il suo corpo fosse di un altro e la sensazione che provava quando capiva che la commedia era terminata era talmente devastante che non riusciva far altro che ignorarlo.

Si girava dall'altra parte e si stendeva a dormire sperando che quel vuoto nel petto sparisse presto. Anche quella sera avrebbe fatto la stessa cosa, si stava solo ricaricando. Spostò la mano che ancora teneva il pene del canadese sul petto.

Il cuore di Matthew batte forte…

Con un moto d'irritazione si alzò e con passo veloce entrò nel bagno.

Matthew rimase fermo in silenzio per interminabili minuti, tremante si portò le mani al volto, le dita sfiorarono la benda, nella mente solo quel maledetto nome Artur e faceva male.

 



 

 

Angolo dell'autrice:

Ok, abbiate pazienza, so che i capitoli sono corti e forse mi sto dilungando un po' troppo ma non posso farne almeno per me bisogna dare i giusti spazi ai momenti e non andare troppo in fretta.

So che probabilmente perderò molti lettori per questo mio rilento ma non ho intenzione di saltare delle situazioni solo per arrivare più velocemente al sodo.

Per chi lo avesse notato ho modificato la frase d'introduzione sottolineando che non è un incesto (perciò se lo speravi mi dispiace) e ho messo anche l'unica coppia presente fin'ora: Francis x Matthew, man mano che verranno create le coppie le inserirò.

Ora passiamo al capitolo, ho introdotto un altro personaggio che per ora non avrà un gran ruolo ma mai perdere la speranza.

Potrete pensare che non sia successo molto, ma in realtà in ogni capitolo c'è qualcosa che si ricollegherà con capitoli futuri. Come ho detto prima, abbiate pazienza e vedrete.

Spero che sia di vostro gradimento, -se è si fatemelo sapere!-

A presto
Elisir

  
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