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Autore: Anna2    19/08/2015    2 recensioni
Non avrei mai immaginato tutto questo.
Non avrei mai pensato tutto questo.
E, sono sicura sia solo un sogno, queste cose non esistono.
Non esiste che un mostro di non-so-quanti-metri ti rincorra presso delle collinette vicino a una delle spiagge di Long Island, per di più con una ragazzina alta quanto un puffo a tuo fianco.
Il petto mi faceva male, e il cuore batteva così forte che credevo che stesse per scappare dalla cassa toracica, e giuro su tutto quello che c’è di bello nel mondo che i polmoni bruciavano tantissimo – come cazzo ci sono finita, fra parentesi?
Ah, sì, giusto.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Gli Dèi, Nuova generazione di Semidei
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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-Chapter Five.
«In vacanza all’isola di Delo»
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{anna stygeros; P.O.V.

 
Mi sveglio ansimando con il sole che filtra dalla finestra, dandomi fastidio agli miei occhi. Ho avuto un incubo:
Lì nel sogno ero dietro a un divano in fondo a una stanza poco illuminata. Cercando di non fare rumori mi ero sporsa per vedere cosa c’era lì dentro: notai una ragazza bionda e alta, in piedi davanti ad un trono in penombra, dove vi era, seduta una donna con abito greco alta più o meno 2 metri.
«Quindi la figlia di Zeus andrà con i figli di Ade a Delo! Perfetto biondina, stai facendo il tuo lavoro, ma ricordati di non tradirmi e si più puntuale a riferire le faccende importanti come quell’altro», disse la donna sul trono con una voce dolce ma allo stesso tempo tagliente, facendo indietreggiare la ragazza.
«Si, mia Signora. Ma le mie sorelle e i miei fratelli devono addormentarsi altrimenti non posso venire da lei e lo sa bene», rispose la ragazza con una voce che avevo già sentito al Campo ma non ricordo di chi.
«Taci. Sento che c’è qualcuno qui oltre a noi. Stupidi Mezzosangue impiccioni! CHI SI CREDONO DI ESSERE?» ringhiò la donna alzandosi e venendo verso di me, ma il sogno si sfumò con  l’inconfondibile voce amorevole di Nicholas: «ANNA, ALZA IL CULO E VIENI QUI! Dobbiamo andare a fare colazione, oggi c’è la tua prima impresa».
E’ stato solo uno stupido incubo, non mi devo preoccupare per questo, ho cose più importanti di cui occuparmi.
Ieri sera la prima caccia alla bandiera mia e di Anna è stata un fiasco, Flame ha esagerato ma sono sicura che non l’ha fatto a posta a bruciare viva Anna. Per fortuna i figli di Apollo l’hanno guarita subito.
Mentre Anna stava riposando in infermeria Chirone ha parlato a me e a Nich di una Profezia che ha ricevuto la figlia di Zeus. La mattina seguente (cioè oggi) dovremmo partire per l’isola di Delo a salvare la dea Artemide, con noi dovrà venire un ragazzo sopravissuto ad un massacro che ha forza per smuovere quell’isola, così almeno dice la profezia. Nich ha deciso che andremo con Christian e ora dovrei prepararmi, ma sono stanca. Lo sento salire le scale e avvicinarsi alla porta, poi lo vedo sbucare da dietro, senza neanche chiedere il permesso di aprire.
«Anna se non ti alzi ora ti butto giù dal letto!» Sapevo che l’avrebbe detto e ho anche la risposta pronta.
«Nich, tu stesso hai detto che per fare un Viaggio nell’ombra del genere devo essere piena di energia quindi dammi 5 minuti»
Sbuffa sonoramente «Okay, io vado da John e vi raggiungo tra un po’».
Mi metto seduta sul letto e lo guardo allontanarsi «Perché vai da lui?»
Si ferma ma non mi guarda «Ehmm… devo dargli gli orari per gli allenamenti, starà lui al mio posto fino alla fine della missione» gesticola balbettando qual cos’altro che mi arriva come un: «E poi non sono affari tuoi quello che faccio con il mio miglior amico».
E suppongo che sia uscito bestemmiandomi dietro. Mi alzo e vado verso l’armadio.
“Specchio”, dico, ed esso si apre mostrandomi uno specchio abbastanza largo e alto. Mi guardo i capelli lunghi, lisci e neri, non sono molto in disordine, prendo il pettine e mi faccio una treccia laterale come sempre. Guardo il viso, tutto è in ordine, tranne che per gli occhi: da quando uso i poteri, sono di un verde più scuro, ma niente di che. Mi vesto con la maglia del campo, jeans e scarpe da ginnastica, mi lavo i denti ed esco. La mensa non è lontana ma è raro che il campo sia così silenzioso, eccetto per i mostri del bosco che fanno strani versi. Mi viene in mente di vedere se Anna è ancora nella sua Cabina, arrivo vicino a quella porta immensa e busso. Dopo un paio di secondi mi apre la porta la dolce figlia di Zeus.
«Giorno, ti vedo in forma! I figli di Apollo sono stati bravissimi» E le faccio l’occhiolino.
«Giorno Sis, guarda che mi devi ancora spiegare come e quando hai conosciuto Flame» dice lei scrutandomi sospettosa.
«Te lo racconto mentre andiamo a fare colazione!» Le afferro un braccio e la trascino verso la mensa.
«Anna ho le scarpe sciolte e non mi sono nemmeno pettinata! Insomma guardami!» interviene cercando di staccarsi da me, di sottecchi la vedo sistemarsi i capelli con il braccio libero.
«Lo fai dopo, e comunque ho conosciuto Flame apparendo per sbaglio sul suo letto» esclamo.
«Cosa!? Come ci sei arrivata nella Cabina 9?» Si libera dalla mia presa e mi guarda negli occhi.
«Calmati, ho viaggiato nell’ombra e mi sono trovata là tesoro» dico l’ultima parola in italiano senza nemmeno accorgemene.
«Che significa tesoro? Lascia perdere, andiamo a fare colazione» E ci incamminiamo senza dire una parola.
Arriviamo dopo 3 minuti, appena entrate c’è Christian, ma Anna sbianca e mi tira dietro una colonna più vicina «Perché lui è qui?» Mi chiede allarmata mentre io con tutta calma le sistemo i capelli.
«Ieri Nich ha detto che ci serve per l’impresa, ma non preoccuparti, visto che non c’è nessuno siediti con me».
Annuisce e poi le afferro la mano mentre andiamo verso il Buffet mattutino, come sempre c’è di tutto. Prendiamo le stesse cose: Cornetti e caffè latte. Mentre ci sediamo, Chris ci nota, ci saluta con un gesto della mano e si alza, fa l’offerta con il resto del cibo e si avvicina.
«Ciao Anne. Dov’è Nicholas?» dice guardando me. «E andato un attimo da John, ha detto che deve riferire delle cose al suo miglior amico»
Chris scuote la testa e dice «Oh povero John... comunque ci vediamo alla Casa Grande» Ed esce con tutta la tranquillità del mondo.
Guardo Anna che fa spallucce mentre infila in bocca l’ultimo pezzo del cornetto, è proprio veloce a mangiare, io non sto nemmeno a metà.
 
 o 0 O 0 o
 
Arrivate alla Casa Grande, Chirone ci spiega un po’ cosa dobbiamo fare in questa missione: Andare a Delo, cercare Artemide e salvarla. In breve è questo il piano, ma ho qualche dubbio che sia così facile. E per di più stiamo aspettando Nich da mezz’ora! Vorrei sapere che sta facendo con John!
Chris è seduto al tavolino da Ping pong, con i piedi accavallati sopra. Chirone e il Signor D sono fuori a discutere, mentre io e Anna siamo sedute vicine e le pettino i capelli. Quando Nich entra all’improvviso con i capelli in disordine e mettendosi la maglia, io e Anna ci guardiamo con gli occhi sgranati e Chris si rivolge a lui sistemandosi e schiarendosi la voce «Ehi capo, grazie per averci degnati della tua presenza. Vorrei sapere cosa hai fatto, ma non sono psicologicamente, emotivamente e fisicamente pronto». Dice lui con sarcasmo e un sorriso malizioso sul volto.
Nich scuote la testa «Non posso avere della Privacy!?» lo rimprovera, Chris fa segno di resa e poi Nich ci chiede di seguirlo.
Chris si alza brontolando e mette una mano sulla spalla di Nich, inseguito lui si rivolge a me «Ti ricordi come devi viaggiare fino a Delo?»
Annuisco e sorrido «Devo pensare a te», dico convinta.
«Ci vediamo lì… Almeno spero» e scompare nell’ombra con Chris.
Guardo Anna e le spiego velocemente cos’è il Viaggio nell’ombra. «Quindi, mi stai dicendo che potremmo perderci in un posto a caso nel mondo?» mi chiede in modo insicuro e mi afferra la mano.
«Fidati di me, Chiudi gli occhi e non lasciarmi la mano» E le ombre ci coprono in un attimo.
Il bisbigliare delle ombre non mi da fastidio ma le sento dire che devo stare molto in guardia, è una mia impressione o mi stanno minacciando?  Lascio perdere e penso a mio fratello… mi viene da pensare ai sui allenamenti, sono molto pesanti e mi chiedo ogni volta il perché siano così. Sento che le ombre mi spingono, devo pensare solo a Nich!
E poi ad un tratto ci fermiamo all’improvviso. Mi trovo affianco a lui, mentre Anna si mantiene lo stomaco con gli occhi lucidi e la faccia, da prima bianca, sembra assumere un colorito verde. Mi sa che soffre i Viaggi nell’ombra. Nich mi afferra il braccio e mi trascina verso sinistra «Chris e Anna, cercate Artemide a Nord-Est, io e Anna invece andiamo a Ovest. Christian! In caso di emergenza sai cosa fare, e NON lasciare Anna da sola».
E ci incamminiamo a passo veloce nella selva oscura, anche se da lontano sento la mia amica lamentarsi.
Dopo mezz’ora arriviamo vicino ad una piazza enorme, dove vi è un Tempio molto alto. Senza perdere tempo Nich ci va vicino, trascinandomi come farebbe con un peso morto. 
«Nich di chi è questo Tempio?» gli chiedo, presa dalla curiosità.
Si gira per ammirare il tutto non appena arriviamo vicino a tre gradini, anche io alzo lo sguardo per vedere il tempio: Colonne Altissime di un bianco sporco, sui muri ci sono decorazioni soli e lune. Ma Nich richiama la mia attenzione su di lui.
«Questo è il tempio sacro a Leto, la madre di Apollo e Artemide». Dice mentre si siede sulle scale.
«Perché siamo qui?» Lo guardo negli occhi e appena li incontro abbassa lo sguardo, sembra demoralizzato.
«Ho contattato un amico dall’oltretomba e dice che il nostro nemico è Leto. Non so perché ma mi fido, prendimi per pazzo ma secondo me qui c’è Artemide. Grazie alla Foschia le persone vedono solo pietre ammassate, ma noi riusciamo a vedere il tempio come nell’antichità. Sei con me?»
Lo guardo un po’ dubbiosa, e penso a quello che ho sognato la notte scorsa. Senza pensarci gli racconto l’incubo, lui annuisce per poi guardarmi finalmente negli occhi.
«Dobbiamo trovare Artemide il prima possibile e dobbiamo raccontare subito tutto a Chirone. Muoviamoci!»
Si alza con uno scatto e (come ormai da abitudine) mi trascina per il braccio fin dentro il Tempio di Leto «Hai un piano, se troviamo Artemide?» Continua a camminare e con voce piatta dice un semplice: No. Sbuffo, mi guardo un po’ intorno, anche se non vedo molto visto che devo stare a passo con Nich, ha una andatura troppo veloce per me.
Appena entrati c’è una stanza non molto grande con al centro un tavolo o altare tutto illuminato, con dei bracieri accesi che superiamo subito andando verso un portone chiuso con catenacci.
Mentre controllo i 5 lucchetti insieme a Nich, sentiamo un urlo femminile dal lato opposto della porta. Allora Nich mi sposta indietro e sfodera la spada colpendo i lucchetti che si rompono cadendo per terra. Perché non ci ha pensato prima? Fodera la spada e spalanca
«Divina Artemide siamo venuti in suo aiuto!»
Guardo dentro la stanza e da dietro Nicholas ma non credo ai miei occhi: Una ragazzina di circa tredici anni con capelli biondi e splendidi occhi argentei è seduta su una poltroncina mentre accarezza un cervo.
Ci degna solo di uno sguardo «Dove sono le mie cacciatrici? Chi siete voi? Quell’imbecille di mio fratello ha mandato un maschio ad aiutarmi?!» sbotta Artemide simulando alla parola “maschio” un conato di vomito, con molto disprezzo.
«Artemide, ci hanno dato un’impresa, non abbiamo scelto noi di venire». Gli rispondo cercando di mantenere la calma. Sì, lei è una divinità ma si lamenta anche quando qualcuno la sta salvando?
«Non ci sono trappole né celle, niente che continui a rinchiuderla, divina Artemide. La dobbiamo scortare insieme agli altri fino al carro». Mi dice Nich dopo aver controllato la stanza e non curando gli insulti della dea.
Annuisco seguendo Nich verso la porta. Quando Artemide si alza di scatto il cervo che accarezzava corre fuori come se non toccasse il pavimento buttando me e Nicholas contro le pareti. La dea ci supera facendo con un gesto con la testa di seguirla. Ho battuto molto forte la testa ma non sanguino, cerco di alzarmi quando Nich mi aiuta alzandomi di peso. «Prima arriviamo dagli altri, prima ce la togliamo di mezzo». Dice sussurandomi il tutto all’orecchio, mi stiracchio e imbocco l’uscita seguendo la dea delle lamentele, sperando di arrivare viva al campo. 
 
 
 
{anna soter; P.O.V.}
 
Viaggiare nell’ombra è orribile.
Non fatelo. Per nessuna ragione al mondo. Ora ho mal di testa e sento i conati di vomito. Fantastico, non è stata una buona idea mangiare quei cornetti, me li sento tutti in gola. La cosa che mi fa arrabbiare di più è che Christian sembra stare bene, tiene  le mani in tasca e cammina davanti a me mantenendosi a debita distanza. Non capisco come possa fingere – se finge! – indifferenza davanti al viaggio nell’ombra, forse Nich è un guidatore migliore della mia amica? Non so. Ma comunque, mi guardo intorno, non c’è altro se non tanta flora, insomma alberi altissimi e niente più. Mi tengo lo stomaco come se dovesse cadermi da un momento all’altro, lo seguo, senza dire una parola, mi guardo in giro a volte, giusto per capire da che parte dell’isola siamo. Guardo di nuovo Christian, che si è allontanato davvero tanto da me.
«Ehi! Potresti aspettarmi!?» gli grido contro.
Lui si gira, «Scusa! Ma dai, sbrigati!»
Davvero non capisco come faccia a camminare così veloce, io a mala pena riesco a tenergli il passo.
Ammetto che avrei preferito stare con Anna, non ho nulla contro di Christian ma... no non c’è nessun ma. Sì, sono ancora arrabbiata con lui.
E poi quando ho saputo che doveva venire con noi ci sono rimasta male, per poco non mi sono messa in un angolino a tagliarmi le vene. Sapevo che doveva venire qualcuno assieme a noi – Rachel nella profezia ha specificato che si tratta di un ragazzo: “Porterai un ragazzo sopravvissuto ad un massacro, con la forza di smuovere quel luogo sacroNon capisco come queste parole possano avere a che fare in qualche modo con Chris.
Christian mi ferma mettendo una delle sue braccia davanti, stavo per chiedergli il perché ma poi lo vedo tendere le orecchie, come se avesse udito qualcosa.
«Cosa succede?» gli chiedo. Lui si mette un dito sulle labbra facendomi segno di star in silenzio.
Ha sentito qualcosa? Io in giro non vedo niente, anzi oltre al rumore delle foglie che per colpa del vento vengono mosse, e di alcuni uccelli selvatici – mai visti prima d’ora – che svolazzano e si sente il loro cinguettare, il luogo è deserto.
«Ti sarai sbagliato» dico guardandolo, ma lui continua a guardare silenziosamente il luogo.
«No, c’è qualcosa ne sono sicuro».
Alzo gli occhi al cielo. E’ sicuro che ha avuto un miraggio.
«Resta qui, vado a vedere se mi sono sbagliato davvero» replica, poi tira fuori una penna a stilo con la punta d’argento e tutta rossa dalla tasca, gli leva il cappuccio e tra la sua mano si allunga finché non si ritrova la sua lancia in mano, il cappuccio lo ripone di nuovo dov’era. Si guarda con cautela in giro. Non so il perché, ma sento una strana sensazione di tensione. Giuro, sto per gridargli: “Idiota torna qui!”, ma non lo faccio, se c’è davvero qualcosa lì lo metterei in pericolo. Non ce la faccio a starmene ferma, almeno brandisco l’arco e una freccia, voglio coprigli le spalle.
Si muove in modo cauto verso un cespuglio, avverto poi un brivido percorrere la mia schiena. In questo momento ho paura – non ho idea del perché, ma ho paura: un tremendo fastidio allo stomaco mi fa mancare il respiro, e mi ritrovo a boccheggiare. Cerco di vedere cosa combina il figlio di Ares. All’improvviso mi viene voglia di gridargli di non avvicinarsi di più, ma prima che possa solo aprire la bocca, dal cespuglio sbuca fuori un essere che assomiglia ad un drago: è tutto nero con aculei sulla schiena, è grande quanto un cucciolo di cane razza Labrador, ma più brutto e sopratutto aggressivo. Le sue zampe anteriori sono girate all’indietro e ha lunghi baffi che sembrano quelli di un pesce gatto, assomiglia a una lucertola nata male. Si scaraventa su Christian, facendolo cadere, gli sta sopra ma lui riesce a tenerlo a distanza con la lancia. Con forza lo spinge fuori e prima che potessi dargli una mano lui affonda la lancia nel “coso”, il sangue schizza sulla lancia e sul terreno. Lo guardo con occhi sgranati mentre estrae la lancia dal corpo ormai privo di vita, noto però che mentre si avvicina a me ha un po’ di sangue della bestia sotto l’occhio destro, si ripulisce in fretta con il polso, poi afferra il mia mano e iniziamo a camminare – o meglio correre.
«Aspetta! Dove stai correndo? Cos’era quel coso?»
Lo sento sospirare e affrettare il passo «Era un Jabberwocky, o meglio il cucciolo di Jabberwocky, e credimi se c’è il cucciolo c’è anche la mamma, e non ti piacerebbe incontrarla!»
Jabberwocky. Non mi era nuovo questo nome.
Inizia a correre, ma cerco di fargli delle domande «Cos’è un Jabberwocky?» chiedo comunque col fiatone, lui mi stringe la mano, la sta stritolando. Sembra non voler parlare  riesco a proposito di quel coso. «E come hai fatto ad accorgerti di quella bestia?» continuo.
Riesco a vederlo mentre corriamo, non voglio dire che ha una espressione preoccupata, ma si puo’ vedere che è angosciato, mi ricorda me prima.
Sento un enorme boato dietro di me, e mi rendo conto che quel coso ci sta seguendo – di nuovo quella sensazione di angoscia e tensione mi assale.
Siamo lontani, ma potrebbe raggiungerci, e lui continua a non volermi rispondere. Ci ritroviamo davanti a delle statue: rappresentano gli animali sacri ad Apollo, e poi poco più lontano c’è un Tempio enorme, probabilmente è proprio il suo. Chris si guarda intorno, sembra terrorizzato, impugna la lancia in posizione di attacco.
«Non vorrai combatterlo?»
«Hai altre scelte?»
Mi giro intorno, e poi come un lampo di genio mi viene in mente di nasconderci dentro quel Tempio di Apollo.
«Lì dentro» e lo indico con la mano «è l’unica via di scampo».
E cerco di trascinarlo con me al Tempio, «Non se ne parla», dice «quello è un tempio sacro, se pur abbandonato»
Alzo gli occhi al cielo «Andiamo! Io non ci entro senza di te!» e detto questo lui si arrende, Chris apre l’enorme porta e noi due ci catapultiamo dentro.
E’ buio, ma da fuori riesco a sentire il Jabberwocky gridare, penso che in quel momento abbia fatto fuori molti alberi: lo sento sradicarli – buttarli in aria e sento i loro boati quando toccano il terreno.
Poi rifletto. Possibile che Chris ha tanta paura di quel coso? Non sembra diverso da ogni altro mostro che potremmo incontrare in giro, non sembra nemmeno tanto intelligente per non essersi accorto che ci siamo nascosti proprio sotto i suoi occhi.
Non appena mi giro, il corridoio si illumina grazie a delle fiaccole. Chris non si cura di quello che è successo, continua a origliare fuori. Gli tiro il lembo della maglia per catturare la sua attenzione.
«Non ora», mi dice allontanandomi, lo guardo stupita, continua a ignorarmi pensando solo a quella bestia fuori.
«Andiamo in avanscoperta» suggerisco, poi lui si allontana dalla enorme porta.
«D’accordo, potrebbe stare lì per molto, almeno impegniamo il nostro tempo». Dice.
«Magari troviamo qualche indizio per salvare Artemide» aggiungo io, non proprio convinta, dubito che troveremo qualcosa. Lui annuisce, poi inizia camminare per in corridoio senza di me, lo raggiungo, tenendo lo sguardo basso, ma stando attenta a dove metto i piedi.
Chris è davanti a me, sembra la scena di prima: io che lo seguo a distanza un po’ impaurita e lui intrepido mi cammina davanti. Sono decisa a non mollare – e chiedergli di più su quella bestia. Non so il perché, ma devo dirlo: quel coso mette angoscia, ma non angoscia normale, immaginate di averla ma ancora più forte, triplicata. Ecco è così che mi sono sentita.
«Chris...?» bisbiglio piano. Questo posto non è rassicurante.
«Mh?» mugugna disinteressato continuando a camminare. Cerco di affiancarlo, non so come faccia ad andare così veloce con il corpo che si ritrova. Non fraintendete – non sto dicendo che è grasso, ma non è la persona più magra del mondo, ecco.
«Mi spieghi cos’era quel coso?»
«...andiamo, possibile che non lo hai mai incontrato in vita tua?»
All’inizio sembrava non volermi rispondere esitando, ma poi le parole seguenti mi hanno messo ancora di più in confusione. Mi fermo e lui dopo aver compiuto qualche passo si accorge che non lo sto seguendo, ritorna indietro e mi squadra, siamo illuminati a mala pena dalle luci delle fiaccole attaccate alle pareti, ma riesco lo stesso a fissare la sua espressione arrabbiata, intuisco che è a disagio.
Sospira e alza gli occhi al soffitto, mi guarda severo «Il mostro è un’entità che è presente nei sogni di ogni bambino, un noto scrittore ci scrisse una poesia nonsense—»
«Ma certo! Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò di Lewis Carroll, è lì che compare! Lo portai all’esame di terza media», okay lo avevo interrotto in malo modo, ma non riesco a credere che sia quel Jabberwocky. Lui fa un mezzo sorriso, poi annuisce.
«Devi sapere che Lewis Carn... Carl—quello! Era un mezzosangue, figlio di Apollo, lui lo vide nei suoi sogni e ci scrisse sopra una poesia nonsense, fu’ il primo a dare testimonianza».
«Per confondere chi leggeva ha inventato parole giusto?»
Lui annuisce «Perspicace, vedi era come se volesse dare avvertimenti ai bambini, non solo mezzosangue ma anche quelli mortali – camuffando però il tutto».
Già la poesia di Carroll è generalmente considerata il più illustre esempio di nonsense scritto in lingua inglese. Io, essendo dislessica, alla prima lettura non ci capii niente, ma nemmeno la seconda, la terza, la quarta ecc... insomma le  parole inventate che non aiutavano a capire nulla del contenuto. Il che mi sembrava una accozzaglia di robe a caso – ma mi perseguitava la sensazione di angoscia.
«Tu invece come sai della sua esistenza?»
«Possiamo evitare questo argomento? Per Ares, andiamo».
Anche se mi sono sentita leggermente offesa dal suo tono, faccio come mi ha chiesto. Continuiamo a camminare quel corridoio infinito, sto cominciando a pensare che sarebbe meglio tornarsene indietro. Ma non riesco a dirgli niente, sinceramente, penso che tra poco mi strozzerà, se non faccio ciò che dice, il che non mi garba per niente.
Arrivati al capo linea: c’è un’enorme stanza anch’essa illuminata da molte fiaccole – in mezzo alla stanza c’è una statua di Apollo circondata da quelle che credo siano offerte al dio. Però la statua con attorno le offerte è separata da un pavimento che sembra crollato, ma almeno buona parte di esso è intatto. Entra Chris, e io lo seguo a ruota – ma con riluttanza, non essendo sicura di quello che potrebbe esserci.
Arrivata più o meno in mezzo alla stanza mi sento afferrare i polsi da delle catene, grido attirando l’attenzione di Christian, vengo sbattuta contro la parete che avanza esattamente in mezzo alla stanza. Mi ha fatto ancora più male per colpa della faretra che ho dietro la schiena, la quale mi si irrigidisce dal dolore.
Inizio a imprecare in greco antico dimenandomi.
«Come hai fatto!?» mi chiede con tono di rimprovero mentre brandisce la lancia.
«E io che cazzo ne so!» mi dimeno cercando di liberarmi, ma tutto inutile. Mi giro e vedo Chris studiare come fare a liberarmi: mette le dita sulla catena e cerca “scioglierle”, ovvio che non ci riesce, non è così forte. Ma mentre guardo oltre lui, vedo la parete cominciare a muoversi e a venire verso di noi a una velocità pazzesca.
«ATTENTO SPOSTATI!»
Ma nel mentre in cui si gira per vedere cosa mi allarmava – la parete ci schiaccia l’una contro l’altro.
Mi ha fatto male... tanto anche, il suo corpo spinge contro il mio, mi sento soffocare, come se una balena si fosse sdraiata su di me, okay esempio estremo, ma è stato abbastanza violento come la parete ci ha schiacciato.
Un respiro profondo – inizio a sentire un enorme fastidio allo stomaco. Sussulto e provo a muovermi: riesco a sentire spingere il corpo di Chris su di me e fa davvero male, ho la testa annebbiata, e riesco a vedere nella penombra il volto colorito di rosso di Chris, mette le mani ai lati della mia testa, sembra che volesse cercare di spigere in dietro il muro. Batto le palpebre con chiarezza, realizzo che il corridoio è ancora libero e illuminato, almeno da quello che riesco a vedere dallo spigolo che è rimasto.
Mi sento così confusa che faccio fatica a ragionare, non ho idea di come si senta Chris in questo momento.
«Stai bene?» mi chiede a fatica «Ti sto schiacciando troppo?»
La posizione è così scomoda che mi gira la testa, ma non mi va di dirglielo tanto non potrebbe fare niente.
«Tranquillo, mi gira giusto un po’ la testa».
«Merda!» poi tossisce girando la testa «Come faranno a trovarci?»
Vorrei chiedergli cosa ha toccato – insomma io no di sicuro. Ma non mi va di litigare, non in questa circostanza almeno.
«Ci sono tanti templi in questa isola!» continua, ma io non lo ascolto più. Il suo pessimismo non aiuta per niente, in più spinge ancora contro di me tanto che vorrei tiragli un pugno in faccia. Che schifo di situazione è mai questa?
La catena ai polsi inizia a graffiarmeli, sono stanca – inizio a dimenarmi sperando che quelle catene inizino almeno ad allentare la presa.
«Anna, ti prego smettila», dice piano Chris, nella sua voce si sente imbarazzo.
«Scusa, è che non riesco a stare ferma...»
«Ti capisco, ma dobbiamo vedere come liberarci».
«Mi sorprendo del fatto che tu sia così riflessivo in ciò che fai, sei il figlio di Ares, lui è tutto tranne che quello».
Lo sento ridere leggermente «Già, io e papà non siamo simili in alcune cose», poi lo vedo guardarmi, almeno ci prova, noto che oggi non indossa gli occhiali.
«Io sono molto più gentiluomo – se si può dire così».
Roteo gli occhi, ma devo ammetterlo, lui è senz’altro uno dei pochi, se non l’unico, ad essere tranquillo nella Cabina 5.
Non so il perchè ma ne sono contenta.
Un colpo di tosse seguito da un: «Ehm...» ci fa solbazzare.
Io e Chris distogliamo gli sguardi l’uno dall’altra per poi fissare oltre allo spigolo un ragazzo, dimostra forse la stessa età di Christian. Emana una luce come se avesse dei raggi di luminosi da dietro, riesco a mala pena a vedere che indossa un paio di occhiali da sole. Poi sorride.
«Divino Apollo!» esclama Chris sbigottito, e in istinto cerca di abbassarsi, come per inchinarsi, ovvio che non ci riesce. Faccio un gridolino sbigottita continuando a fissare quello che dovrebbe essere il dio Apollo – probabilmente se non ci fosse stato lui lo avrei scambiato per un tipico adolescente della California.
«Quello è Apollo?» do come al solito aria alla bocca senza accorgermene.
«Ma se sembra più giovane di te!» continuo riferendomi a Chris – che intanto prende a guardarmi male.
«Oh mi piace come parli, tu devi essere la figlia di Zeus eh?».
Ormai le persone e dei mi chiamano solo figlia di Zeus, non Anna. Fantastico.
Ma rimango comunque impressionata dal dio.
«Come va’ Chris? Non te la spassi male, eh? Vedo che le diete che ti ho consigliato stanno funzionando, ti vedo in forma», poi gli fa l
’occhiolino.
Aggrotto la fronte, poi lo guardo: è imbarazzato, e anche tanto, tiene lo sguardo basso e annuisce.
«Sì ehm, ho perso tre kili», ammette, poi il suo viso si fa ancora più rosso. Mi viene voglia di ridere – ma mi trattengo, sembra che Chris sia sul punto di scoppiare.
«Ecco vedi, i miei rimedi sono fantastici. Comunque ho sentito un po’ di movimento dentro uno dei miei tempi sacri, sulla mia isola sacra, ma ad ogni modo, vi serve una mano?»
«Se ne ha voglia», dico con un sorriso che sembra implorare pietà. Pregando Zeus che ce l’abbia la voglia.
Apollo annuisce e poi schiocca le dita, la parete che mi schiaccia contro Chris inizia ad allontanarsi.
Vedo Christian inchinarsi davanti al dio, ma io sono ancora incatenata alla parete. Apollo entra e fa segno al mio amico di alzarsi.
«Wow, forse avevo esagerato a quei tempi di voler anche mettere le catene, ti libero subito tesoro».
Il dio schiocca le dita di nuovo, e le catene che mi stringono lasciano la presa. Non appena libera mi massaggio i polsi doloranti «La ringrazio» dico per poi inchinarmi.
Mi rialzo non appena il dio me lo concede.
«Comunque la prossima volta, trovate un altro posto per—»
«Non è come crede!» esclamiamo in coro io e Christian, lui si leva gli occhiali da sole e ci guarda con le sopracciglia alzate – sembra non volerci credere guardandoci in modo sarcastico.
«Ci perdoni» dico io abbassando gli occhi, insomma, abbiamo pur sempre interrotto un dio.
«Vi risparmierò la vita stavolta. Ora fanciulli, vogliamo andare?»
Annuiamo e poi Apollo ci fa strada.
 
o 0 O 0 o
 
Una volta fuori, Apollo continua a blaterare cose. Davvero sono cose: un po’ parla di quanto sia preoccupato per sua sorella Artemide, un po’ da’ dritte a Christian sulla dieta. Ma ora siamo in giro da un bel po’ e non abbiamo ancora trovato né i miei compagni né Artemide. Sto cominciando a credere che ci siamo persi.
Ti ho detto che non ho bisogno dellaiuto di uno sciocco maschio!”
Sentiamo gridare non molto lontano una ragazza. Ben presto dalla folta foschia della vegetazione, spunta fuori una ragazzina che sembra aver poco più di tredici anni, con capelli lunghi e biondi – i suoi occhi argentei sembrano brillare nella penombra del bosco, e immediatamente dietro di lei sbucano fuori altre due persone e li riconosco: sono Nicholas e Anna, quasi mi si illuminano gli occhi alla vista della mia amica.
«Oh, Apollo tu qui». Dice la tipa. Credo sia la dea che tanto stavamo cercando.
«Vi abbiamo trovati!» esclama felice Apollo e va vicino alla sorella a braccia aperte, come se volesse abbracciarla – ma lei lo scansa in malo modo emettendo un grugnito di esasperazione.
Raggiungo i due, e sembrano davvero stanchi, come se avessero badato a un bambino per tutto il tempo.
«Ehi state bene?» chiedo. Anna si limita ad annuire prendendomi un braccio.
«E’ stato esasperante» biascica Nich asciugandosi la fronte dal sudore. «Non me la ricordavo così» continua poi.
«Come l’avete trovata?» interviene poi Chris.
«Lunga storia» si limita a dire Nicholas.
«Come ho già detto potevo benissimo liberarmi da sola!» grida Artemide al fratello – lui alza le mani in segno di resa.
«Andiamo sorellina, non puoi negare che queste persone siano state fantas»
«Non chiamarmi sorellina Apollo! Sono nata prima io! Io ne ho abbastanza di tutti quanti! Me ne vado!».
In quell’istante compare un carro d’argento, trainato da un cervo, Artemide vi sale sopra sotto lo sguardo atterrito di tutti, e senza salutare nemmeno suo fratello si allontana nel cielo.
La dea non me la sarei mai immaginata così. Insomma! Quello è il mio tipico comportamento di quando ho il ciclo.
«Wow, deve averla abbastanza scossa questo rapimento», biascica Apollo «ma ecco ha qualcosa di strano, non ha chiesto a nessuna delle due di diventare delle sue cacciatrici».
Alzo le sopracciglia «Cacciatrici?»
«Artemide non può avere figli. Ha fatto voto di castità. Ma in compenso ha delle cacciatrici che giurano fedeltà a lei» mi spiega poi Chris. Oh devo ammettere che non lo avrei ma detto – contenta lei.
«Condurrò delle ricerche!» esclama Apollo tutto contento.
Chris e Nich si irrigidiscono di colpo, mentre io e Anna li guardiamo stranite.
«La prego divino Apollo non ce ne è bisogno!» interviene Nicholas.
«Invece sì! Qualunque cosa per capire cosa è successo alla mia dolce sorellina! Per Zeus, non era di certo il massimo della dolcezza anche prima ma... insomma avete capito!»
E dette quelle parole il dio fa un grande sorriso a tutti quanti, mentre Christian e Nicholas si mettono una mano sulla faccia facendo “No” con la testa.
Non vedo il perché debbano preoccuparsi di Apollo – sembra una persona competente... più o meno. E’ pur sempre un dio santo Olimpo!
Apollo se ne va dicendo che la sua Maserati ha bisogno di lui, come abbia fatto a parcheggiare una macchina in un isola rimane un mistero irrisolto, ma comunque – dice anche che se avrebbe capito qualcosa sarebbe venuto al campo a darci le buone – si spera buone – novelle, e che avrebbe composto un haiku per noi.
Siamo rimasti di nuovo in quattro.
«Almeno è andata bene. Credevo che sarebbe morto qualcuno» dice Nich con una breve risata, non saprei dire se ironica. Quanto ottimismo da parte sua tra l’altro. «Ci aspetta onore e gloria al capo, vogliamo andare?» continua poi – ma io faccio un verso di preoccupazione. Che gli altri molto gentilmente ignorato.
Avrei concordato con lui, ma sento che ancora non è finita. Sì abbiamo trovato Artemide, che ci ha mandato in poche parole al Tartaro un altro po’. Ma ci siamo scordati un verso molto importate della profezia: “I nemici si preparano a combattere.”
«Voi cosa avete fatto per trovare Apollo?» chiede Anna.
Io mi irrigidisco abbassando gli occhi, probalbilmente rossa come un peperone.
«Oh beh è lui che ha trovato noi...» dice lui.
«Noi...»
«Ci siamo trovati in vicinanza di un mostro».
«E quindi...»
«Insomma sì noi...»
«Okay Okay ho capito. Ce lo spiegate dopo» taglia corto Nich fissando entrambi come se fossimo sotto un interrogazione.
Mi stacco un attimo da Anna per andare vicino a Chris.
«Nessuno lo deve sapere» dico ovviamente riferendomi a quel fattaccio.
Lui mi guarda come se avessi detto la cosa più ovvia del mondo «Certo, e poi a chi lo dovrei raccontare?»
«Ma di cosa parlate?» interviene Anna alle mie spalle. Prima che potessi ribattere ciò che aveva detto Chris. Mi giro e le afferro la mano. Le sorrido – cercando di farmi passare il rossore alle guance.
«Niente, sul serio niente».
Sembra non volermi credere, ma forse sa che non avrei vuotato il sacco, così sospira e alza le spalle.

o 0 O 0 o
 
Siamo tornati con il viaggio nell’ombra – vane le mie preteste – e di nuovo quell’orribile voltastomaco. Come se non ne avessi già avuti abbastanza da questa mattina.
Siamo atterrati proprio davanti alla Casa Grande, non capisco il perché.
E poi come se si fossero messi d’accordo Anna e Nicholas iniziano a parlare fra di loro – non riesco a capire cosa si stanno dicendo.
«Ehi! Perché state andando lì dentro?!» li chiamo correndogli dietro.
Loro due si voltano «Dobbiamo dire una cosa importante a Chirone e il Signor D» dice Nich, «Torneremo presto! Voi aspettateci qui» continua Anna.
E poi, senza aspettare una mia risposta, corrono verso la porta della Casa Grande e si ficcano dentro.
Guardo male la porta in cui sono entrati e stringo i pugni lungo i fianchi. Vado a sedermi su uno dei tre gradini del portico – seguita da Christian che si siede proprio accanto a me.
«Tranquilla faranno presto».
Carino il tentativo di tirarmi su il morale, ma sai una cosa? Non funziona.
Sì avrei voluto rispondergli così, ma mi sono limitata ad annuire e a portarmi le ginocchia al petto.
Giro il collo verso di lui, che intanto scruta un po’ il territorio.
«Comunque è colpa tua».
Credo di averlo preso alla sprovvista. Mi inizia a fissare con occhi furiosi.
«Colpa tua», ripete facendo il verso «e in che modo è stata colpa mia? Non sono io quello che è rimasto attaccato alla parete con delle catene! Oramocciosa di chi è la colpa?!»
Mocciosa. Ha osato chiamarmi mocciosa!?
Mi sta facendo arrabbiare, e anche tanto.
Stringo i denti «E’ ancora colpa tua!»
«No, tua!»
E iniziamo a litigare, non so bene, ma credo che entrambi abbiamo iniziato a gridare l’uno contro l’altra in greco antico – imprecando parole che nemmeno conosco. E proprio nel momento in cui ero decisa di saltargli addosso e pestarlo a sangue sento cantare in spagnolo da lontano.
Ora saltellando allegro Flame (oh dei no! Vi prego!) compare dinanzi a noi. Noto che ha un cestino di color rosa coperto da una tela bianca attaccata al braccio – quel cestino emana una puzza di bruciato che non vi dico. Ha l’espressione del volto sognante, ma poi ci guarda e la cambia in una interrogativa.
«Ehi Chris!» lo saluta con un bel sorriso, poi guarda me come se avesse appena visto la regina cattiva di Biancaneve «Figlia di Zeus, come va’? Vedo che ti sei ripresa». So che non gli importa di niente. Dovrebbe smetterla di fingere.
«Già» esordisco irritata incrociando le braccia.
E non ho ancora sentito le tue scuse. Avrei voluto aggiungere – ma mi mordo la lingua facendo finta di niente.
«Mi spieghi un po’ come fai ad andare e venire dal Campo Giove che si trova a San Francisco fino a qui?» chiedo invece aggrottando la fronte.
«Come fai a sapere che il campo Giove si trova a San Francisco?» dice Chris.
«Mi sono acculturata dall’ultima volta».
Di certo non mi sarei mai più permessa di fare la figura dell’ignorante su queste cose.
«E’ un segreto Figlia di Zeus, e di certo non vengo a dirlo a te, piuttosto... dove si trova Anna?»
Alzo un sopracciglio infastidita dal suo comportamento. Il perché mi odi è un mistero – non rispondo guardando verso tutt’altra parte.
«Si trova dentro la Casa Grande» dice Chris per poi indicarsi dietro «Perché?» continua.
«Devo darle questi cupcakes!» esclama allegro mostrando il cestino rosa a Chris. Ho voglia di ridere – fa tanto il duro e poi regala cupcakes alla mia amica. Guarda un po’ tu gli strani casi.
Poi scoperchia il cestino, mostrando il perché quei cosi emanano quell’odore di bruciato: non assomigliano nemmeno lontanamente a dei cupcakes. Sono neri – orribili da vedere e figuriamoci da mangiare.
«Flame, non hai esagerato troppo con la cottura?» incalza Chris con la mia stessa faccia disgustata.
«Ma che, scherzi? Guarda che bruciato è meglio!».
 
{anna stygeros; P.O.V.}
 
 Nich spalanca la porta della Casa Grande e avanziamo verso Chirone e il Signor D. che come al solito stanno giocando a carte.
«Scusate il disturbo, ma io e Anna, soprattutto io ovviamente, abbiamo scoperto che la “Persona” che ha rapito quella psicopatica di Artemide vuole anche colpire quella mezza cosa che chiamate Olimpo!!!» dice Nich con entusiasmo.
Il Signor D. senza staccare gli occhi dalle carte da gioco annuisce, mentre Chirone posa le sue carte girandosi verso di noi con uno sguardo interrogativo «Avete delle prove?»
Guardo Nich per sapere cosa dire, ma lui guarda per terra «Anna ha avuto un sogno e io, forse, ho contattato di nascosto Octavian».
Chirone prende con delicatezza le carte del Signor D. e le posa, facendogli segno di parlare.
Sbuffa in modo rumoroso e con molta noia nella sua voce ci chiede «Nich, Alma» lo interrompo dicendo «Io mi chiamerei Anna» e continua senza nemmeno calcolarmi «noi divinità ci dovremmo fidare del sogno di una nanetta e delle parole di un oracolo morto?»
MI HA CHIAMATO NANETTA?! «Signor D. noi sappiamo che Leto, madre di Apollo e Artemide, vuole controllare tutti per riavere Zeus e uccidere i suoi figli, e lei non si fida!?» Gli dico, cercando di stare calma con un bel sorriso.
Chirone annuisce accarezzandosi la barba «Raccontateci quello che sapete»
Inizia Nich raccontando che con un messaggio Iride ha parlato con questo suo amico che vede il futuro, poi io ho raccontato il mio sogno. Chirone e il Signor D. non ci hanno mai interrotto mentre raccontavamo. Quando ho finito Chirone ci dice «Quindi sappiamo che Leto ha due spie nel campo e le interessano molto Anna, Anna e un altro semidio che solo Octavian ha visto in faccia»
«Si» diciamo all’unisono io e Nicholas. «Vedremo cosa fare, voi state tranquilli e andate». ci dice il Signor D. nel modo meno rassicurante possibile per poi indicarci la porta.
Ringraziamo e usciamo, ma fuori troviamo Christian seduto affianco ad Anna che parla con Flame.
Li saluto con un sorriso a trentadue denti. «Ciao cucciola, senti ti ho preparato questi dolcetti per dimostrarti il mio amore» mi dice Flame avvicinandosi.
Mi avvicino a Nich piano piano e lo guardo sperando che capisca cosa voglio fare.
«Wow grazie» poi faccio finta di sentirmi male e Nich mi prende in tempo. Flame corre verso di me e allarmato cerca di capire mentre io faccio finta di essere svenuta.
«È normale che sia svenuta ha viaggiato molto nell’ombra, la porto in cabina per farla riposare. Ciao a tutti». Dice Nich con calma.
E mi porta fin dentro la cabina 13, mi metto in piedi e ci battiamo il cinque.
«Sei una brava attrice» mi dice lui.
«Meglio svenire per finta, anziché per quelle cose bruciate che mi aveva preparato» concludo facendo spalucce.



 
:.:..angolo delle due A..:.:
 
Allora… udite udite! Siamo tornate!
Lo so, quelle poche persone che ci seguono penseranno che siamo morte, ma non è così per vostra sfortuna. Semplicemente è successo che abbiamo avuto cosini con la lunghezza del capitolo, ma ora tutto è okay, spero, sì lo so, qualcuno potrebbe pensare che sia troppo lungo e di ciò mi dispiace.
E niente, non pensiate che siamo rimaste per tutti questi giorni a scrivere solo questo capitolo, ci stiamo occupando anche degli altri, siamo arrivate fino all’ottavo, se Gigi si sbriga a scrivere magari riusciamo a postare senza far passare mesi.
Grazie alle persone che ci seguono, che leggono in silenzio. Grazie a chi recensirà e se non lo farà grazie lo stesso.
Grazie alla mamma di Gigi che ha corretto il capitolo.
Grazie a Gigi, perché lui è Gigi.
Grazie a i cinque coglionazzi.
I ringraziamenti sono finiti andate in pace.
Caldi abbracci, torte nere e carine a tutti.

Anna
   
 
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