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Autore: MandyCri    19/08/2015    17 recensioni
Ellen Mayer è la regina del liceo, l’idolo di tutte le ragazze della scuola.
Bionda con gli occhi azzurri e un fisico da pin up.
Tom Gore è invece il nerd della scuola.
Moro con gli occhi neri.
Grasso, brufoloso, occhialuto e con un vistoso apparecchio ai denti.
È ovviamente il bersaglio preferito della splendida, ma crudele Ellen.
Ma si sa, la vita riserva molte sorprese.
Cosa succederà quando i due si incontreranno, dopo sette lunghi anni dalla fine del liceo, per un colloquio di lavoro?
Scopritelo insieme a Ellen e a Tom, ma ricordatevi: non fate agli altri quello che non vorreste fosse fatto a voi!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ciao a tutti.
Siamo giunti quasi alla fine di questa storia, mancano solo due o tre capitoli, escluso questo, prevedo due per l'esattezza.
Vi ringrazio davvero per la vostra pazienza, ormai i miei tempi sono diventati lunghissimi, ma il tempo è quello che è, anche se mi dispiace, perché scrivere mi piace davvero.
Spero che il capitolo vi piaccia.
Un bacio e grazie ancora a chi segue ancora con interesse questa storia.
Per chi volesse il gruppo è sempre lo stesso L'amore non è bello se non è litigarello.
Buona lettura.
MandyCri

 
TRAILER

 



CAPITOLO 29

 

Tre mesi dopo.

 

Ellen si accasciò letteralmente sul divanetto del bar.

- Oh! - esclamò soddisfatta, con il fiatone ancora persistente.

Cindy la imitò dopo qualche secondo – Ti odio, Ellen! - borbottò – Non capisco perché ogni mattina dobbiamo alzarci prestissimo, farci tutte queste miglia di corsa, se poi dobbiamo abbuffarci con briosches e cappuccini con la panna!

Ellen la guardò contrariata, le sembrava impossibile che non ci arrivasse da sola – Per non ingrassare, sciocca! - la redarguì, con l'aria di chi sapeva una pagina più del libro.

Cindy sollevò un sopracciglio e la fissò attonita – Lelly! Non dimagrirai mai se, dopo la corsa, mangi come un bufalo!

- E chi ha parlato di dimagrire? Ho detto che così non ingrassiamo. Lo sport ci serve per mantenere perfetta la nostra linea. - rispose, con la bocca piena.

Il sopracciglio di Cindy si elevò ancora di più. Le si avvicinò con fare cospiratorio – Noi non abbiamo una linea perfetta... - sussurrò, amicando e percorrendo tutto il suo corpo con gli occhi.

Ellen scacciò un insetto immaginario con la mano – Dettagli... - ma la frase le morì sul nascere.

- Ellen cara...

S'immobilizzò all'istante.

Avvertì il sangue defluire precipitosamente sul viso.

Riuscì a malapena a guardare Cindy che, a sua volta, era impallidita.

Prese coraggio e si girò verso la donna – Eleanor... sussurrò.

La madre di Tom le sorrise tristemente.

Era la stessa donna che aveva conosciuto tre mesi prima, ma c'era qualcosa di diverso in lei.

Le curve erano ancora abbondanti, ma il viso era scarno, sciupato.

Lo sguardo teso, gli occhi malinconici.

- Posso sedermi? - le chiese.

Ellen deglutì, le segnò la poltroncina rosa vicina, con la mano – Prego...

- Io vado Lelly, devo farmi una doccia e preparare i tre marmocchi, ci vediamo più tardi in ufficio. - Cindy si alzò repentina dal suo posto e sorrise mestamente – Signora Gore... - fece un cenno del capo ad entrambe e sparì.

Ellen l'avrebbe voluta ammazzare all'istante, ma sapeva che l'amica aveva fatto la scelta giusta.

Da quando era tornata aveva sempre evitato la zona in cui abitava la famiglia Gore.

Qualche volta aveva incrociato i due, moglie e marito, ma vigliaccamente, aveva cambiato strada.

Adesso era stata Eleanor a trovarla e, a quanto pareva, quella donna aveva più coraggio di lei, non che ci volesse molto, ne era consapevole.

- Come stai, Ellen cara? - domandò la donna.

Ellen sorrise forzatamente – Bene... -mormorò sempre più a disagio.

In verità non stava affatto bene, anche se faceva di tutto per nasconderlo a chiunque le stesse vicino, soprattutto ai suoi genitori e a Cindy.

Era stata dura tornare sconfitta a casa, ma ancora più pesante, era stato capire che a Tom non interessava nulla di lei.

Si era aspettata scioccamente che lui sarebbe partito per riprenderla, il giorno stesso, invece dal lunedì in cui era andato a lavoro e, presumibilmente, aveva trovato la sua lettera, non l'aveva più sentito.

Non una chiamata, non un messaggio.

In compenso l'aveva cercata Sophie e lei, da codarda qual era, aveva sempre evitato di rispondere alle telefonate e, così la ragazza l'aveva insultata per giorni, via sms.

Dapprima, Ellen li aveva letti, sbigottita. In seguito, li aveva cancellati, senza nemmeno aprirli, infine, aveva bloccato il numero, perché l'ex coinquilina era diventata accanita e pesante, il suo cellulare squillava ogni minuto.

L'unica cosa che aveva capito, era che Sophie e Mr. Gore si erano lasciati, almeno per qualche tempo, poiché, dopo meno di un mese, erano tornati insieme, infrangendo definitivamente i sogni ad occhi aperti di Ellen.

Così almeno le aveva detto Cindy, cosa riferitole da George con il quale aveva cominciato una specie di relazione.

Al rientro di Ellen in città e dopo l'offerta lavorativa che le aveva fato, l'amica aveva cacciato, a sonori calci in culo, il marito da casa e, dopo nemmeno un mese, aveva cominciato a frequentare proprio lo scrittore.

Al momento, erano immersi in una specie di amicizia intima. Ellen non aveva ancora capito sei quei due si erano o meno rotolati tra le lenzuola.

Cindy non aveva accennato minimamente alla cosa e lei non le aveva fatto domande, anche se aveva qualche sospetto, dato che, dopo la separazione e in concomitanza con l'arrivo dello scrittore, l'amica era rifiorita.

Sembrava la donna d'acciaio. Accudiva i suoi tre figli con un amore senza pari, la sua semplice casa era sempre pulita e dignitosa e lavorava sodo come sua segreteria personale, ma nel contempo, riusciva a trovare anche il tempo per George Morris.

Con lei, George non parlava mai di Tom.

Era un tacito accordo tra loro.

Lei non chiedeva, lui non interferiva, ma era diventato un amico indispensabile per andare avanti e non perdersi nell'enorme casino che era diventato il suo cuore.

Non contava nemmeno più le volte in cui aveva chiamato Tom e poi messo giù, poi, da quando aveva saputo che aveva riallacciato i rapporti con Sophie, si era fatta forza e aveva cancellato il suo numero. Non era stato semplice.

Però, dimenticare Mr. Gore, non era un'impresa tanto facile, visto che, dopo tre mesi, lo pensava ogni secondo e la sera, quando tornava a casa, stanca e sfinita, aveva ancora la forza di piangere per lui.

Ormai era diventata anche quella un'abitudine.

Si coricava a letto, felice della sua giornata e, con una veemenza incredibile, i ricordi prendevano il sopravvento e, tutto ciò che aveva fatto in quella camera con lui, ritornava a vivere.

Sesso, risate e felicità.

Tutto quello che cercava di scordare, si ricomponeva nella sua testa, ogni singolo tassello si ricreava, riportandola a vivere tutti quei momenti che, scioccamente, aveva creduto fossero parte della sua futura vita.

Così, Ellen pagava ogni giorno il prezzo della sua decisione.

Piangeva, si disperava e moriva lentamente nella tristezza più assoluta, ma non si era pentita della sua scelta.

Prima o poi sarebbe tutto finito.

Che vita avrebbe avuto, amando un uomo che non la ricambiava?

Avrebbe dovuto sostituire il mobilio o stanza o, meglio ancora, trovarsi una sistemazione per conto proprio, magari un piccolo appartamento tutto suo.

Non poteva più vivere in quella casa, se ne rese conto, in quell'esatto istante.

E adesso, come se non bastasse, aveva Eleanor, proprio di fronte a lei, più cupa che mai.

- Lei come sta Eleanor? - chiese, quindi a sua volta, per non essere maleducata.

La donna alzò le spalle – Si tira avanti. Tom è a casa...

Ellen la fissò terrorizzata, non riuscì a dire una parola.

- È da una settimana che non ci parliamo. Non riesco a perdonarlo. Perché non mi hai detto subito la verità? - continuò.

Ellen distolse lo sguardo, colpevole.

Ci mancava solo questo. Adesso Eleanor sapeva della stupida recita che avevano intrapreso lei e Tom. Si sentiva meschina e bugiarda. L'unica cosa che poteva dire a sua difesa era che lei era davvero innamorata di Mr. Gore, ma sua madre ci avrebbe mai creduto?

- Eleanor, io...

- Non dire niente Ellen, posso capire. Era una cosa imbarazzante e ammetto che, anch'io al tuo posto, non so se mi sarei fidata di una persona appena conosciuta. Non me la sono presa con te, anzi ti ammiro tanto per la forza d'animo che hai avuto a venire a conoscere i tuoi futuri suoceri in quelle condizioni. Sei stata incredibilmente coraggiosa.

Ellen la fissò stupita: ecco lei era tante cose, ma non coraggiosa...

C'era qualcosa che non quadrava.

- Io...

La donna la bloccò con la mano – Sono qui per chiederti scusa. Non avevo capito... mi sembravate così innamorati, ma sto rimediando. Come ti dicevo, è una settimana che non parlo a Tom. Non posso credere che mio figlio sia una persona così stupida e sbagliata. Non gli ho insegnato ad agire così, te lo giuro Ellen, credimi, ho sempre cercato di insegnargli la strada del Signore e guarda come mi ha ripagato!

Eleanor si prese il viso tra le mani e cominciò a piangere sommessamente.

- Sono imperdonabile... - si lamentò.

Ellen sgranò gli occhi stupefatta.

C'era davvero qualcosa che le sfuggiva – Io non capisco... - riuscì finalmente a dire, timidamente – Cosa avrebbe sbagliato? E perché ha litigato con Tom?

- Ha portato a casa quella Sophie... - singhiozzò – Ma come ha potuto farmi una cosa del genere?

Ellen si irrigidì all'istante.

- Voleva dormire con lui, capisci? Nella stessa stanza, a casa mia!

Eleanor si batté forte le mani sul petto – Una cosa inconcepibile! Quella è venuta a casa mia a dettare legge, senza portare alcun rispetto per le nostre regole, per il nostro credo. Sai cosa mi ha risposto, quando le ho detto che era una cosa inaccettabile? Lo sai?

Ellen arricciò un po' il naso e allargò leggermente gli occhi, in un'espressione che racchiudeva sorpresa e terrore – Cosa? - le chiese, quasi spaventata.

- Che siamo nel 2015 e che sono mesi che fanno tutto quello che una coppia deve fare! Mesi... capisci? È stato lì che ho capito che ti tradiva... mi potrai mai perdonare, Ellen cara?

Ellen si passò una mano tra i capelli, scomposti e umidicci, dopo la corsa e non seppe far altro che tirare un lungo sospiro di sollievo: era salva!

Allungò una mano verso quella di Eleanor e le diede qualche colpetto delicato – Su, su... non faccia così, la carne è debole. - disse, espirando lentamente.

- Sei una grande donna Ellen. L'avevo capito prima, ma adesso ne ho la conferma.

- Grazie, Eleanor, ma non credo di meritare tutta questa fiducia.

Stava morendo dalla curiosità.

Mr. Gore era in città da una settimana e c'era anche Sophie e nessuno le aveva detto nulla: begli amici che aveva! L'unica con cui poteva parlare e carpire informazioni era, fatalità, Eleanor e, guarda caso, ce l'aveva proprio davanti.

Guardò l'orologio un po' preoccupata: avrebbe fatto tardi a lavoro, però... lei era il capo, giusto? Quindi per una volta avrebbe anche potuto non essere puntuale.

- Non sapevo fossero in città. - disse, giocando con il suo cappuccino, poi si girò verso il cameriere e lo chiamò – Vorrei un caffè lungo, per favore. Eleanor vuole qualcosa? - aggiunse poi, rivolgendosi alla donna.

- Anche per me un caffè lungo e anche una fetta di torta alle mele.

Il ragazzo annuì, poi sorrise ad Ellen – Ne vuoi una fetta anche tu Ellen? È fresca e sono sicuro ti piacerà molto.

Ellen arrossì – Grazie Robert, sei sempre così gentile. - mormorò.

Eleanor la fissò stupefatta – Quel ragazzo ha un debole per te, Ellen cara? - le chiese, tradendo nella cadenza una vena di fastidio.

Ellen alzò le spalle – Robert è solo premuroso. - si difese.

- Uhmm... sarà, ma ti guarda in modo strano. - si fece il segno della croce, sussurrò una specie di preghiera incomprensibile, si rifece il segno della croce e alzò gli occhi al cielo - Comunque sono arrivati la settimana scorsa. La peccatrice se ne è già andata. - continuò soddisfatta, tant'è che non riuscì a non trattenere un sorriso trionfante.

Ellen la guardò stupita – Chi, Sophie?

- Sarò anche vecchia, ma a casa mia si fa quello che dico io e certe volte quello che dice mio marito. Voleva dormire con Tom! Ellen cara dovevi vedere che scenata ha fatto, quando le ho risposto che non era possibile. Ha urlato in casa mia! Non potevo certo permettere una cosa del genere... quindi... bè, mi vergogno un po' a dirlo, ma sono sicura che tu mi capirai... almeno lo spero, Ellen cara.

Ellen non riuscì a nasconder la sua preoccupazione – Cosa ha fatto, Eleanor?

- Bè sai, ero proprio infastidita e... e...

- E...?

- Le ho detto che a casa sua può peccare quanto vuole, ma a casa mia, si seguono le mie regole e, visto che non la finiva, le ho ordinato di andarsene e visto che non capiva, ho buttato fuori dalla finestra la sua valigia, ma era pesante, Ellen cara, così mio marito mi ha dato una mano... - alzò gli occhi verso di lei, e la guardò mortificata – Mi sono comportata proprio...

Ellen si portò le mani davanti alla bocca, per coprire il suo sgomento – E Tom? Come ha reagito? - la interruppe.

- Ecco, questo è il punto! Lei, dopo la mia scenata, lo ha insultato in tutti i modi possibili e immaginabili... - sospese la frase, si fece il segno della croce - …e lui si è messo a ridere! Non ha fatto nulla, nemmeno quando lo ha minacciato di andarsene, anzi... lui le ha girato le spalle e l'ha lasciata da sola, ha sbattuto la porta della sua camera dietro di sé e si è rinchiuso lì. Sophie è andata via con un taxi, ho sentito il cellulare di Tom squillare all'impazzata per diversi minuti, poi basta, deve averlo spento. Si è presentato all'ora di cena, come se nulla fosse. Felice e contento come un bambino ed è stato in quel momento che abbiamo litigato... - Eleanor bevve un sorso di caffè, mangiò un bocconcino di torta e si coprì nuovamente gli occhi e riprese a piangere.

- Per via di Sophie? - le chiese con premura, accarezzandole la mano.

- Oh no... Tom non ama quella donnaccia. Abbiamo litigato per te...

- Per me? - Ellen la fissò stupita – Perché?

- Gliel'ho cantate Ellen cara! Non potevo certo soprassedere su come ti ha trattata! Gli ho detto, a muso duro, ciò che pensavo di lui, tradirti con quella sgualdrina, quella è venuta in casa mia a dire che faceva sesso con mio figlio da mesi e mesi! Come ha potuto? Lei l'ho cacciata, ma lui è carne della mia carne, Ellen cara e per quanto io sia dalla tua parte, non posso completamente voltargli le spalle.

- E Mr. Gore?

Eleanor alzò un sopracciglio dubbiosa – Non ho ancora capito perché vi chiamate per cognome voi due, anche se ammetto che è una cosa simpatica...

Ellen si morse la lingua – Ehm... un'abitudine... - si giustificò - Mr. Gore? - insistette, mordendosi subito la lingua, nel momento in cui si rese conto di esserci caduta un'altra volta, nominandolo in quel modo.

Mr. Gore... - Eleanor emise una risatina divertita – Mi ha detto: pensa agli affaracci tuoi, madre!

- Scusi? - Ellen batté i pugni sul tavolino, indispettita – E lei non ha reagito?

La donna le sorrise con dolcezza, piegò leggermente il viso di lato e sospirò, sembrava avesse ritrovato tutta la serenità perduta, in quel quarto d'ora, il suo viso sembrava quasi essere ritornato paffuto come lei ricordava – In un certo senso...

- Cioè? - insistette.

- Gli ho detto che gli sta bene che tu l'abbia mollato!

Ellen sgranò gli occhi sorpresa – Non mi sembra proprio una reazione degna di nota, mi scusi se glielo dico Eleanor, tra l'altro, ho lasciato suo figlio, perché ha scelto un'altra.

La madre di Tom la guardò sbalordita – Ma Ellen cara, dovresti sapere che gli uomini non sono in grado di fare scelte!

Ellen scosse la testa – L'ha presa eccome una decisione e ha preferito Sophie. Eleanor, mi creda, è stato devastante per me, io già mi vedevo moglie e madre e invece sono sola e disperata e non tornerò indietro, se è per questo che è venuta a cercarmi. Io sono innamorata di Mr. Gore, è inutile mentire, però, so quando è il momento di mollare la spugna. Non voglio essere una seconda scelta. Non credo di chiedere tanto. Voglio solo un po' di amore esclusivo, quello che suo figlio non è in grado di darmi.

Ellen trattenne un singhiozzo.

Perché non riusciva ancora a farsene una fottuta ragione? Tom aveva preferito Sophie: la questione era chiusa e lei non avrebbe più sprecato energie per capire il perché e il per come.

Aveva perso, questo era il punto. Il solo e l'unico.

Aveva perso Mr. Gore e faceva molto male, visto che quel nome era legato alla sua felicità.

- È innamorato di te, Ellen cara, come fai a non capirlo?

- Davvero? E perché si è presentato dalla sua famiglia con lei? Non le sembra evidente?

- Voleva farti un dispetto! Non gliene importa nulla di quella!

- Ah sì? Non mi ha mai chiamata!

- È un uomo Ellen cara! Orgoglioso e stupido.

- No, se fosse stato innamorato di me, avrebbe agito in un altro modo. Tra l'altro lei non può capire. Devo dirle la verità, tutta la verità, così potrà comprendere. Penso sia arrivato il momento... è difficile per me, ma...

Eleanor la zittì – La so già la verità, tu e Tom vi amate e questa è l'unica cosa che vedo e voglio vedere. Non sono stupida, Ellen cara, so che mi avete nascosto qualcosa, se è per il sesso...

Ellen divenne rossa fino alle radici dei capelli – No, ecco... io... lui... noi...

- Lascia stare, so che siete giovani e, come si dice? Arrapati?

Ellen si lasciò sfuggire un lamento, Ok, ne aveva passate tante, ma parlare con Eleanor di sesso, sarebbe stata la cosa peggiore che le sarebbe potuta capitare in vita sua.

- Comunque... - continuò la donna – Magari vi siete spinti più in là di quanto mi abbiate detto, ma non voglio venirne a conoscenza. Tutti abbiamo dei piccoli segreti e io rispetto i vostri. Quindi non voglio sapere niente. L'unica cosa che desidero, è vedere mio figlio felice e può esserlo solo con te. Io sono sua madre e so quello che è meglio per lui.

Ellen respirò profondamente – Grazie per la fiducia, Eleanor, però non tornerò indietro. Tom ha fatto la sua scelta ed io la mia. Sono stata bene con lei e suo marito, mi avete fatto sentire una di famiglia, ma non posso basare il mio futuro su questo. Bisogna avere fiducia nel proprio partner ed io, purtroppo, non ne ho in Tom e, in ogni caso, tutto questo discorso è solo un'ipotesi. Tom non ha mai detto di amarmi e non l'ha confidato nemmeno a lei. È solo una sua supposizione. Mi dispiace... davvero...

Ellen si alzò, lanciò un'occhiata sfuggente alla donna – Mi dispiace... - ripeté, ma non aggiunse altro, perché il nodo alla gola, le bloccò la parola.

- È dimagrito tanto, Ellen cara... sono preoccupata...

Le lacrime cominciarono a scendere contro la sua volontà, insieme a quelle di Eleanor il cui sguardo divenne ancora più cupo di quando era entrata in quel bar.

La felicità che aveva scorto negli occhi della madre di Tom, era stato solo un momento, un attimo che era già passato e svanito nel nulla.

E scappò, perché era l'unica cosa che sapeva fare ultimamente e, soprattutto, non poteva reggere ancora quel confronto.

 

***

 

Tom vide sua madre rientrare.

Sembrava ancora più triste del solito.

Si guardò allo specchio e non riconobbe il volto che lo stava fissando di rimando.

Era ora di finirla con tutta quella malinconia e nostalgia.

Quella tristezza infinita che non aveva senso di esistere, visto che era una cosa a cui si poteva rimediare.

Rivoleva la sua Ellen e se la sarebbe andata a riprendere quel giorno stesso.

 

 

 

 

 

 
 
 
   
 
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