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Autore: Letizia25    20/08/2015    1 recensioni
«Com’è la vita?»
«La vita è bellissima già per il semplice fatto di esistere, per il fatto di poter dire: “Sono parte di qualcosa di meraviglioso”. Perché la vita è bellissima, nonostante tutti i problemi che possano presentarsi durante il cammino. La vita è un continuo cadere e rialzarsi, a volte da soli, a volte grazie agli altri. La vita è colore, è quell’unico arcobaleno che, qualche volta, comprende anche il nero. La vita è scoprire, emozionarsi, piangere, ridere, soffrire. La vita è originalità, è unica. La vita è pazzia pura.»
*
«Ti prego Ashton, insegnami a vivere!»
«Ma non so come si fa.»
«Allora lo capiremo insieme.»
*
Il destino si divertirà a far incontrare due mondi apparentemente diversi, ma accomunati da tante, troppe cose. Due ragazzi si si ritroveranno a lottare insieme contro qualcosa che all’apparenza sembra impossibile da affrontare. Ma poi l'amore si mette in mette in mezzo.
E sarà proprio l’amore ad aiutarli a superare qualsiasi cosa, insieme.
*
Una storia che parla di quanto sia importante vivere al massimo ogni singolo giorno che ci è dato da vivere, perché la vita è una sola e non va sprecata, mai.
*
Trailer: http://youtu.be/1rNyxp_yUAI
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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24.
Emozioni
 
 

Erano passate tre settimane da quando i ragazzi avevano iniziato ad imbiancare in casa di Grace. Le stanze prefissate le avevano finite velocemente, anche con l'aiuto della stessa signora White, che dava una mano quelle  volte che aveva un po' di tempo libero. Ma nessuno di loro aveva la benché minima intenzione di smettere, perché a tutti piaceva ritrovarsi lì e passare del tempo insieme in modo diverso dal solito. Certo, le prove per la band a casa Hood e Clifford non mancavano mancavano, ma i ragazzi si trovavano molto più spesso a casa White anche solo per far compagnia a Grace. 
Grace, che lentamente stava riprendendo in mano la sua vita e la stava facendo tornare quella di un tempo, anche se con parecchie difficoltà. Stava tornando ad essere la madre di cui Kay aveva bisogno. E nessuno di loro avrebbe potuto chiedere niente di meglio. 
E intanto avevano decido di comune accordo di continuare a lavorare su altre stanze, durante i fine settimana che i ragazzi avevano liberi. Tutto era sempre piena di allegria, e spesso anche di un po' di musica, dato che i ragazzi qualche volta portavano pure le chitarre e improvvisavano per le prove in qualche modo. 
Erano passate tre settimane. E le stanze man mano venivano portate a termine, bellissime e colorate, ognuna diversa dall'altra; i rapporti tra genitori e figli lentamente crescevano e si facevano sempre più forti. Tutto andava bene, grazie al cielo. E sia a Kay che ad Ashton sembrava quasi impossibile quel che stava accadendo, quel che stavano vivendo. Era il loro sogno che si stava avverando, in un modo così perfetto e così semplice da lasciarli completamente senza parole. Perché la vita sorprende sempre, all'improvviso, senza dar la possibilità di prevedere niente.
 
Quella sera, il 3 di luglio, Ashton e Kay erano stesi sul letto di lei, abbracciati sotto le coperte per farsi un po' più caldo l'un l'altra e per stare un po' più comodi in quella notte di pieno inverno; la luce della camera spenta del tutto. Erano tornati da poco dalla loro uscita; Ashton aveva portato fuori a cena la mora per festeggiare con lei i sette mesi, i più belli di tutta la loro vita. Perché non riuscivano a stancarsi l'uno dell'altra, mai, ed ogni giorno si sentivano sempre più veri, sempre più vivi, con il cuore che batteva forte, alimentato da quella piccola fiaccola che stava diventando un fuoco tiepido e meraviglioso, ormai impossibile da spegnere. 
E quella serata insieme era stata davvero piacevole. Avevano mangiato una pizza e poi si erano rintanati in un pub a causa del freddo pungente dell’inverno. E lì, con una cioccolata calda per lei ed una birra per lui, si erano goduti pure la band che stava suonando, con cui poi Ashton aveva scambiato quattro chiacchiere. Kay si era sentita davvero bene, tranquilla, senza nessun pensiero di troppo in testa e con il cuore riscaldato da una gioia infinita, nel vedere il riccio perso e felice nel suo mondo fatto di musica. Un mondo in cui lei era entrata in pieno, anche se ancora non riusciva a rendersene conto sul serio.
«A cosa stai pensando, Ash?» chiese Kay, un po' preoccupata, notando lo sguardo dell'altro perso ad osservare un punto indefinito di quella stanza che in quei mesi aveva visitato molto spesso. 
«A niente, tranquilla.» rispose sincero, posando gli occhi dorati sul viso della mora e sorridendole, prima di darle un lieve bacio sulla fronte per tranquillizzarla.
Lei mugugnò un po’ per protestare, ma poi si rilassò e lasciò che le braccia di Ashton la stringessero un po’ più forte, con quel modo così delicato che la faceva sentire amata più di ogni altra cosa al mondo. Un modo che lui utilizzava involontariamente solo con lei; lei che era il suo tesoro più grande e prezioso, che mai avrebbe voluto ferire o vedere andare in pezzi; quel tesoro unico che mai avrebbe voluto perdere. Perché ci teneva, davvero tanto, forse troppo. E la stessa cosa valeva per la mora, senza una virgola in più o in meno.
«Non devi tenerti tutto dentro…» iniziò allora lei, perché ancora non credeva che Ashton fosse stato del tutto sincero con lei con quella risposta, e perché si preoccupava sempre troppo per lui, a prescindere. «Sai che puoi sfogarti con me.»
A quelle parole – che gli provocarono un piacere immenso e che gli scaldarono il cuore nella frazione di un istante – Ashton rise di cuore.
«Proprio tu vieni a dirmi una cosa simile? Proprio tu, che mi ci vogliono anni per cavarti qualcosa fuori dalla bocca perché non parli neppure sotto tortura?!» esclamò divertito, mentre iniziava a farle il solletico da tutte le parti, scatenando le risate della mora che cercò a tutti i costi di liberarsi da quella piccola dolce tortura che il riccio le stava lentamente infliggendo.
«Amore, amore ti prego, basta!» rise lei, gli occhi lucidi dalle lacrime e le mani del riccio ancora su di lei che non avevano la benché minima intenzione di smettere. Perché vedere Kay ridere in quel modo – senza più alcuna tristezza negli occhi, senza più ombre che dal passato a volte tornavano ad infrangere quel poco di felicità che lei era riuscita a raggiungere con fatica – per Ashton era la cosa più bella di tutte.
Perché, sì, Kay era bella in ogni caso, ma quando rideva era come se tutto il mondo ridesse e tornasse alla vita con lei, era come se un raggio di luce tiepida si insinuasse timido anche nei punti delle anime delle persone dove il buio era quasi completo. Kay era luce pura, una luce che finalmente stava tornando a brillare, dopo anni passati dietro all’ombra di quella prigione che finalmente era stata spazzata via.
E Ashton, di quella luce, si innamorava ogni giorno, sempre più intensamente, sempre più profondamente, permettendole sempre di entrargli nel cuore e di riempirglielo di una felicità mai provata prima di allora, con quel calore che riusciva a farlo sentire a casa, ogni volta che loro due erano insieme. Perché, alla fine, era di quello che il riccio aveva sempre avuto bisogno: sentirsi a casa, sentirsi accettato e amato da qualcuno, senza che quel qualcuno gli chiedesse di cambiare proprio perché la amava semplicemente per quello che era. E quel qualcuno, lui l’aveva trovato in Kay, in quella ragazza che adesso era sotto di lui e che lo stava osservando con gli occhi così pieni d’amore che riuscivano a farlo rabbrividire, ogni volta.
«Ehi, con il solletico però non vale!» si lamentò lei, divertita, mentre con le dita iniziava a giocare un po’ con le punte dei capelli del riccio, quelli sulla nuca, passandoci attraverso e sentendone la morbidezza, mentre l’altro adesso si limitava semplicemente ad accarezzarle i fianchi magri.
Le piaceva da morire coccolarlo in quel modo e, se avesse potuto, sarebbe voluta rimanere in quella posizione – con Ashton sopra di lei che si sorreggeva con le ginocchia e con i gomiti per non pesarle; con le loro labbra così vicine da potersi toccare se solo i due ragazzi avessero voluto; con il cuore che non accennava a smetterle di battere così forte nel petto – per sempre. Perché si sentiva protetta, con il suo ragazzo così vicino, protetta da tutto e da tutti; soprattutto, protetta da quei ricordi che ormai non le procuravano più alcun dolore ma che comunque portavano sempre un po’ di quella nostalgia che la ragazza aveva imparato ad apprezzare.
«Oh sì che vale, piccoletta.» scherzò lui, baciandole la guancia ed insinuandosi allo stesso tempo con la mano sotto la felpa grigia che la mora aveva indosso.
Perché in quegli ultimi tempi il loro rapporto era cambiato, si stava facendo sempre più profondo e sempre più intimo. Al passo più importante non ci erano ancora arrivati, anche se l’idea li aveva sfiorati tante, ma tante di quelle volte da convincerli che il momento giusto sarebbe arrivato da solo, presto, molto più presto di quanto si sarebbero aspettati. Intanto, le loro carezze avevano iniziato ad indugiare più a lungo sui loro visi; gli abbracci duravano di più; i baci si erano fatti più intensi, sempre più pieni di quell’amore che nessuno dei due riusciva a fermare. E, ad entrambi, andava davvero bene così, per adesso.
Kay sbuffò piano, facendo ridere il riccio. «Ma uffa, non è gius–!» iniziò, ma le labbra del riccio che corsero immediatamente sulle sue non le permisero di continuare a lamentarsi, anche se entrambi sapevano che era solo un gioco.
 
Si baciarono, a lungo, in un modo totalmente diverso dai precedenti, un modo che li fece fremere, tremare, li rese preda di un calore nuovo, che mai prima di allora avevano provato.
Si mordicchiarono le labbra, lentamente, dolcemente, mentre il loro respiro iniziava a farsi più pesante e si infrangeva delicatamente sul viso dell’altro, tiepido, facendolo rabbrividire ancora più di prima e facendo battere i loro cuori così velocemente che quasi sembrava volessero uscire dai loro petti.
Intanto, le mani di Ashton scorrevano delicatamente sotto la felpa di Kay, accarezzandole i fianchi, la pancia, la schiena, arrivando addirittura a sfiorare il gancetto del reggiseno senza però aprirlo. Perché il riccio, se avesse potuto, avrebbe fatto subito sua la ragazza che giaceva sotto di lui; ma si stava trattenendo; non voleva metterle ansia o – peggio ancora – spaventarla. Voleva amarla nel modo migliore possibile. Perché sarebbe stata la prima volta, per entrambi, e voleva essere sicuro che fosse perfetta. Perché Kay, si meritava tutto il meglio che lui aveva da offrirle, quel meglio che lui le avrebbe sempre donato, ogni giorno. Per questo motivo si stava trattenendo – anche se di poco – e cercava di imprimersi nella mente almeno quei pochi attimi un poco più intimi degli altri. Gli bastavano, per adesso.
Kay – sotto quelle mani che l’accarezzavano delicate; con il respiro del riccio che le sfiorava timidamente il viso; con le labbra intrappolate in quel bacio di cui mai avrebbe voluto vedere la fine; con il cuore che sembrava un tamburo da quanto batteva forte – non riusciva più a pensare in modo lucido. La mente era tutta annebbiata, gli occhi chiusi. Si limitava a percepire con le mani il corpo di Ashton, adesso a pieno contatto con il suo. Ne accarezzava la pelle dei fianchi da sotto la maglietta a maniche corte – perché la felpa era finita sul pavimento già prima che si mettessero sotto le coperte. Riusciva addirittura a percepire il cuore del riccio battere all’impazzata sopra il suo.
E – entrambi potevano esserne certi – non c’era sensazione migliore di quella. Perché si sentivano completi, sul serio, pieni di un qualcosa che non riuscivano a spiegare con precisione; un qualcosa che li lasciava senza parole da quanto era intenso, forte, vivo dentro di loro.
Le loro lingue, poi, iniziarono a cercarsi, a danzare, ad accarezzarsi con sempre più insistenza, quasi non riuscissero e non potessero farne a meno. E i brividi su di loro aumentavano, si facevano più lunghi, più profondi, più intensi, così frequenti da lasciarli spesso senza respiro.
E intanto emozioni nuove, più forti, più potenti, si facevano strada dentro di loro, arrivando dritte al cuore facendolo battere forte, riuscendo a far scuotere ogni loro cellula, rendendoli più felici di quanto già non fossero, unendoli ancora più di prima, rendendoli ancora di più una cosa sola, indivisibile.
Presto le labbra di Ashton, da quelle di Kay, si spostarono sul collo della ragazza, accarezzandoglielo piano e facendola sospirare, facendole chiudere gli occhi, rendendola preda di tutta quella situazione che, con calma, stava prendendo il sopravvento su entrambi. E mentre lui continuava ad infliggerle quella dolcissima tortura, lei si permetteva semplicemente di accarezzargli il viso, le braccia scoperte, il collo, ritrovandosi a giocare spesso con quei ricci che tanto amava sentire tra le dita.
E a quel punto, fu lui quello che sospirò forte sulla pelle tiepida di lei, facendola rabbrividire, mentre con le mani continuava ad accarezzarle i fianchi, la schiena, facendo sì che i loro corpi si trovassero sempre più a contatto, come a voler annullare ogni spazio che li stava dividendo.
E continuarono in quel modo a lungo; fin quando ne ebbero voglia; fin quando i brividi non smisero di correre su di loro; fin quando le labbra non divennero rosse a forza di baci; fin quando le loro mani non caddero tranquille ai lati dei loro corpi; fin quando riuscirono a resistere prima di cadere preda del sonno. Un sonno caratterizzato dal sorriso sulle loro labbra, dai loro cuori che battevano davvero forte, dalle loro mani unite, da lei stretta nelle braccia di lui.
Perché si amavano, Ashton e Kay. Si amavano davvero tanto. E non si sarebbero mai lasciati andare. Non si sarebbero mai divisi per nessuna al mondo.






Letizia
Tesori miei bellissimi! Vi scrivo ancora dall'Elba, con la pancia che borbotta perchè ha fame e con il sole che splende ed è una meraviglia! <3
Vi lascio questo capitolo che, mentre lo scrivevo, mi ha fatta esplodere il cuore per i feels. E preparatevi, perchè il prossimo capitolo sarà akjfbakjfbakl.
Detto questo, scappo che vado ad aggiornare Inatteso ;).
Grazie per ogni cosa, sul serio, non avete idea di quanto mi facciate felice! <3
A presto! Un bacione, Letizia <3

 
   
 
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