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Autore: bisy    20/08/2015    3 recensioni
Una telefonata tra amici.
Ci sono gli amici di una serata, che incontri nei pub quando vuoi ubriacarti;
gli amici di un'intera infanzia, con i quali hai giocato ogni giorno, al parco, da bambino;
gli amici di un minuto, con cui hai scambiato poche parole, per esempio in coda alle poste;
gli amici di una vita, che non basta una vita per parlarne;
e, infine, gli amici di un giorno.
Io ho conosciuto un amico di un giorno che è diventato amico di una vita, al quale dedico questa sciocchezza che ho scritto col cuore.
[Spero ti piaccia, D.]
Genere: Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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*il telefono squilla con insistenza*
-PizzaMania-qualità e cortesia, cosa vuole ordinare?
-...
-Mi scusi, non ho tutto il giorno, la prego di darmi la sua ordinazione.
-P-pronto? …
-Signore, questa è una pizzeria, ha chiamato per una pizza da asporto o le serve prenotare una in particolare per consumarla qui? Abbiamo la Margherita ad un prezzo speciale oggi, a soli € 5,00!
-Io... non...
-Signore, si sente bene?
-La chiave... non parte...
-Cosa non parte? Non capisco!
-La macchina... la chiave è... sbagliata... è tutto sbagliato...
-Senta, mi dica dove si trova e le mando un'ambulanza, è sotto shock.
-No! Non voglio nessuno qui, mi ha capito?
-La prego, si calmi. Sto solo cercando di aiutarla. Dov'è lei di preciso? Se si trova qui vicino posso venire a prenderla in macchina, ho una Panda bianca, mi riconoscerà subito, ho i capelli ricc-...
-No! Voglio restare da solo! In pace!
-E allora perchè ha chiamato?
-Io... devo capire...
-Cosa deve capire?
-Mi ascolti, signorina, ...dalla voce intuisco che lei sia molto giovane, dico bene?
-Sono felice che si sia ripreso dallo shock. Dica pure, sono tutt'orecchie.
-Quanti anni ha?
-Come?
-Quanti anni ha?
-Oh, io... 27, perchè me lo chiede?
-Anche la mia Giudith ne ha 27.
-Oh, che carini, siete fidanzati?
-Eravamo.
-Cos'è successo?
-Ho combinato un disastro. E' solo colpa mia...
-Suvvia, avanti! Non dica così, vedrà che si sistemerà tutto.
-Per questo sono qui, ora.
-Dove, se posso sapere?
-Davanti a un burrone. Con la macchina.
-SIGNORE! NON VORRA' FARE UNA PAZZIA DEL GENERE?!
-Si. Solo che... la chiave... ho preso quella sbagliata e non si mette in moto. Non posso porre fine alla mia disperazione, capisce, signorina?
-Ascolti. Scenda dall'auto e si metta lontano dalla strada, al sicuro. Mi ha capito?
-Si... *singhiozza*
-Bene, benissimo. Adesso mi dica cosa è successo. Si fidi di me, non abbia paura a confidarsi.
-Lei, Giudith, mi ama. E' il mo angelo. Io però non la amo...
-Ed è per questo che voleva suicidarsi? Perchè non ricambia i suoi sentimenti?
-Mi lasci spiegare. Io non la amo, la vivo, capisce?
-No, non capisco.
-I miei sogni, i miei pensieri,... tutto è lei. Ha dato un senso alla mia vita. E' la mia metà, combaciamo perfettamente, ma il processo... io la perderò...
-Mi ascolti bene. Sono una tipa testarda, quindi seguo i miei princìpi fino in fondo. Nessuno può dare un senso alla sua vita, come dice lei. Tutti noi viviamo e respiriamo perchè... siamo, ecco. Ognuno è quel che è perchè è diverso da ogni altro sputo d'uomo su questo pianeta di merda. Mi segue fin qui?
-Non mi faccia la predica. In questo momento non mi serve la consulenza di un filosofo.
-Le serve quella di un bravo psicologo, infatti.
-Vada al diavolo, lei e tutti quegli strizzacervelli mangiasoldi.
-E' qui che si sbaglia. Non immagina quanto possa aiutare farsi una bella chiacchierata da uno psicologo. Sono persone che hanno studiato e che si sono laureate, non è affatto giusto denigrarle per il loro lavoro, che è rispettabile esattamente come quello di tutti gli altri. Anzi, forse qualcosina in più.
-Ma che ci mette lei in quelle pizze che vende? E' suonata come una campana a festa.
-...ottima idea! Senta, mi venga a trovare qui, in pizzeria. E' sulla Friedrich Strasse numero 3. Le offro una bella Capricciosa, le si addice.
-Ci sono anche le birre?
-Oh, sì, metto da parte anche una bella birretta.
-Non una. Tre.
-... d'accordo... ma così mi farà sgridare dal capo.
-Ci ho ripensato, sa? Andrò da uno psicologo.
-Bravo. Si capisce subito che lei è una persona giudiziosa e dall'animo gentile.
-E' un peccato che lei sia così dannatamente logorroica, perchè è proprio bella, di carattere.
-Come mi immagina fisicamente?
-Prima mi ha detto che ha i capelli ricci. Lei ha una folta chioma di ricci gonfissimi e vaporosi.
-Ci ha azzeccato. Spesso mi scambiano per un'afro e mi regalano delle coroncine di fiori. Io negli anni settanta non ero neanche nata...
-Ha un fisico normale... non è né grassa né magra. Normale.
-Sbagliato. Sembro un ippopotamo spiaggiato quando sono sul letto e lo specchio mi chiede pietà quando gli sto davanti. Sa, a volte mi viene come l'impulso di allungare una mano verso il mio riflesso. E' come se di là ci fosse un mondo parallelo, dove tutto è difetto ma tutto è lo stesso di sempre. Quando ti specchi, ti vedi come tutti i santi giorni, eppure noti sempre un nuovo difetto. Ma lì secondo me è come quando conosci una persona. Inizialmente ti dici: ma quanto è brutta?, ma come si veste?... e poi non ci fai più caso. Ti basta che sia lei, non ti lasci condizionare dal pregiudizio. Non noti nemmeno più i difetti, ...non sai se è bella o brutta. E' lei. Ti basta.
-Lei dovrebbe vendere i suoi film mentali a un regista che li metta in scena. Farebbe un sacco di incassi, e io sarei il primo a mettere i soldi nel cinema dove lo proiettano.
-Ci farò un pensierino. Lei, piuttosto, quando si decide a venire? La sto aspettando.
-Come ha detto, prego?
-Quando viene da me?
-Io?
-Sì.
-Io... mai...
-Ha cambiato idea?
-Sì.
-E perchè?
-Perchè sì.
-D'accordo, d'accordo! Non faccia lo scorbutico.
-Non sono scorbutico. E' lei che mi rompe i cogl-...
-Ho capito! Adesso devo lavorare, ho un cliente. Mi promette una cosa?
-Che?
-Mi promette una cosa?
-Avevo afferrato la domanda, mi dica che vuole.
-Vorrei che lei tornasse a casa sua, si facesse un bel bagno caldo e una bella dormita.
-Non potrei mai dormire con questo dolore che mi porto dentro. Non pretendo che mi capisca.
-Invece la capisco perfettamente. Vedrà che andrà tutto bene, tutto si sistemerà presto. Dico davvero, non sto cercando di illuderla.
-Sì, certo, come no...
-Può parlarmi della chiave?
-Cosa?
-Mi racconti della chiave, quella della macchina. Poco fa mi ha detto che era sbagliata e non la faceva partire.
-Oh, quella. E' la chiave del suo cuore, me l'ha regalata Giudith. Deve vedere quanto è bella...
-Immagino, deve essere una chiave speciale, molto bella e luccicante.
-Non la chiave, lei. E' una creatura che non fa parte di questo mondo. E' perfetta.
-Che romantico. Ora devo andare a servire il cliente, sembra imbestialito.
-Va bene. Grazie.
-Può ripetere? C'è troppo rumore.
-E' il motore. L'ho messa in moto.
-NON LO FACCIA!
-Ma no, che ha capito? Sto soltanto tornando a casa in macchina...
-Me lo giuri. Mi giuri che non ci penserà nemmeno, a fare quella cosa.
-Glielo giuro.
-Si giura con la mano destra sul cuore.
-E come sa che non l'ho messa, se siamo al telefono?
-Ha già capito che non sono dotata di chissà quanta intelligenza, ma significherebbe molto per me se lo facesse davvero.
-...
-E' ancora in linea?
-L'ho messa. Mi scusi, non riesco a non piangere. Che uomo che sono...
-Io credo che un vero uomo debba saper piangere.
-Lo dice solo per consolarmi.
-Ha presente “Chi ha incastrato Roger Rabbit”?
-Adoro quel film!
-Ecco, a un certo punto dice: per morire d'infarto ci vuole un cuore, o qualcosa del genere.
-E cosa c'entra?
-Lei, visto che piange, ha un cuore.
-Morirò d'infarto per questo? Meglio non averlo, allora.
-Non dica così neanche per scherzo. Non alludevo certo all'infarto!
-Parla da intellettuale.
-Perchè mi offende?
-Non mi sembrava un'offesa... chiedo scusa.
-Dare dell'intellettuale equivale a dare dello stupido. Intellettuale ed intelligente non vanno insieme. Si può fingere di essere intellettuali, ma mai di essere intelligenti.
-Mi piace questa teoria. Sa, per me lei è più intelligente di quanto pensi.
-La ringrazio. Accetto volentieri il complimento, nessuno me ne fa da anni.
-Che cosa triste. I complimenti sono i regali più graditi: non costano nulla a chi li dona e chi ne riceve guadagna la stima della persona più importante, sé stesso.
-Lei ha una visione egocentrica. Io no, per me il “noi stessi” è il nostro peggior nemico.
-Adesso la lascio, o il suo cliente le tirerà addosso le pizze.
-Non mi abbandoni così! Mi faceva così piacere parlare con lei...
-C'est la vie, madame.
-Vada al diavolo, lei e il francese.
-Ci andremo. Au revoir.
-Meno male che non mi ha detto adieu, altimenti avrei riattaccato e sarei corsa a strangolarla, anche se non ho la minima idea di dove sia.
-Non so in che modo potermi sdebitare. Lei è stata la luce in fondo al tunnell. Non ho nessuno, né amici, né una famiglia che mi sostenga, …nessuno. Ero solo contro il mondo, finchè non ho composto un numero a caso sulla tastiera del cellulare e non mi ha risposto lei. Forse è un segno del destino.
-Non credo nel destino e non ha niente di cui sdebitarsi. Grazie per la pausa indimenticabile, adesso per me è ora di tornare al lavoro.
-Grazie, signorina.
-Arrivederci, mi chiami quando vuole.
*riaggancia il telefono e rimane ferma davanti al cliente, pensierosa ed assente. Il cliente le sbraita contro ma lei non reagisce, così se ne va sbattendo la porta, furibondo.*
   
 
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