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Autore: Chia_084    20/08/2015    3 recensioni
un principe e un mago, due facce della stessa medaglia, con un destino in comune, riportare la magia nel regno di Camelot.
[dal testo]
“sapete Artù Pendragon, voi siete un gran egoista! Pensate che vi sia tutto dovuto!” il moro si alzò in piedi e continuò “ Ma è normale, siete cresciuto nella comodità, sempre servito e riverito, non sapete com’è doversi guadagnare qualcosa! Mi dispiace dirvelo sire, voi non sapete nulla sulla gratitudine!” Merlino prese la sua roba e si diresse verso la porta
ArtùMerlino MerlinoGalvano ArtùGinevra
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Gwen, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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Il mago intanto era ancora a penzoloni, i polsi gli facevano male a causa delle corde che premevano sulle scottature, quando improvvisamente da dietro un gruppo di rocce apparvero un branco di Serkets, giganteschi scorpioni dal veleno letale Abrecap benda” disse il moro con tutte le forze che riuscì a trovare, le catene vibrarono poi si infiammarono nuovamente ferendolo.
Le creature si avvicinarono a Merlino fendendo l’aria con i loro pungiglioni “hate pe tospringan” tentò nuovamente, ma il risultato fu lo stesso della volta precedente.
Un Serkets alzò il suo aculeo e colpì ripetutamente la schiena del giovane provocandogli un dolore lancinante “Awendap eft wansaeliga neatu!Forletap me a!” disse qualcuno alle sue spalle, il mago si contorse per riuscire a girarsi “ uspanne thas maegth”, il moro si ritrovò a terra, davanti a lui apparve Morgana “ho avuto pietà per te, per i bei momenti passati insieme, ma la prossima volta non sarò così tenera, vattene, se sarai fortunato il veleno farà effetto tra poco” disse la maga “ Grazie Morgana” disse il moro.
Merlino si alzò traballante, riuscì a camminare per qualche kilometro poi , allo stremo delle forze, arrivò vicino ad un ruscello, dove si accasciò contro una roccia ormai in preda agli spasmi del veleno “Fromum feohgiftum on faeder bearme” disse senza quasi più voce e una sfera di luce si alzò dalla sua mano inoltrandosi nel bosco. Improvvisamente intorno al mago spuntò una coltre di rovi, il ruscello si illuminò “per proteggerti amore mio” disse una voce “Freya… resta con me…” supplicò il moro “sono qui, non ti abbandono…”
“grazie Freya”.
“Merlino! Merlino dove sei! “ urlò Galvano cercando disperatamente il suo amico “non posso perdere un’altra persona importante per colpa di un nobile spocchioso e arrogante” si disse attraversando l’ennesimo tratto di bosco.
Improvvisamente una sfera di luce gli apparve davanti “Merlino sei tu!?” la palla luminosa gli girò intorno “dove sei amico!?” la lucetta partì davanti a lui, rallentando di tanto in tanto per farsi seguire.
“ dove mi stai portando!?” chiese il castano ritrovandosi davanti ad un muro di rovi, la sfera si inoltrò in mezzo a quei rami intricati e il castano estrasse la spada per farsi largo tra le spine.
Una volta abbattuto anche l’ultimo ostacolo Galvano lo vide, era là, riverso a terra, più bianco e indifeso del solito “oddio Merl!” esclamò il castano fiondandosi sull’amico.
Il ragazzo lo sollevò e lo appoggiò sulle sue gambe “dimmi che non sei morto ti prego, sei l’unico amico che ho, non mi puoi abbandonare” supplicò Galvano accarezzandogli i capelli
“non ti libererai tanto facilmente di me” disse il moro con un filo di voce “oh Merlino, come fai a scherzare anche in un momento simile” disse il castano con un sorriso ebete su volto e tirò a se il mago dandogli un bacio sulla fronte.
Il corpo di Merlino ebbe un fremito poi si accasciò nuovamente tra le braccia dell’amico che lo sollevò e lo portò fino a Camelot.
“Gaius! Gaius ho bisogno di aiuto! “ urlò il ragazzo passando per la piazza ancora deserta a quell’ora del mattino.
Artù si sveglio e allarmato da quelle urla si affacciò alla finestra, ciò che vide lo fece crollare, le gambe cominciarono a mancargli e dovette attaccarsi al muro per non cadere; la sua testa cominciò a pulsare e il respiro si fece affannoso e irregolare mentre nel piazzale sottostante il castano si accasciò stremato ed adagiò il  corpo del mago, ancora privo di sensi, a terra.
Il biondo scattò improvvisamente e cominciò a correre in direzione della città, nella sua corsa folle urtò un paio di servitori e scendendo le scale inciampò in un secchio facendo cadere tutta l’acqua al suo interno.
Normalmente si sarebbe scusato ma in quel momento aveva troppa fretta, il suo cuore pulsava talmente tanto per la fatica che al principe sembrò che dovesse uscirgli dal petto da un momento all’altro.
Affannato arrivò in piazza dove Gaius stava prestando le prime cure a Merlino.
“cosa gli è successo” chiese avvicinandosi, Galvano estrasse la spada e gliela puntò al petto “allontanatevi, è tutta colpa vostra se sta così, lo avete bandito, costretto ad addentrarsi nel bosco da solo, indifeso” il biondo lo guardò malissimo “ non sono affari tuoi, tu non sei nessuno per parlarmi in questo modo!” disse spingendo via la spada che cadde a terra “sono quel nessuno che ti rompe la faccia, razza di spocchioso principino!” disse il castano lanciandosi sul principe.
I due se le diedero di santa ragione, rotolandosi a terra e prendendosi a pugni, fino a quando il moro con un filo di voce non gli intimò di fermarsi “smettetela voi due… Galvano portami a casa…” detto ciò il suo respiro tornò affannoso e i suoi occhi si chiusero nuovamente “avete sentito!? Toglietevi dai piedi sire” disse il castano facendo una riverenza, poi si diresse verso il mago, lo caricò sulle spalle e lo portò fino alle stanze del medico.
Gaius si avvicinò al principe che era rimasto imbambolato con un rivolo di sangue che gli scendeva dal labbro “perdonatelo sire, è solo preoccupato” il biondo abbassò lo sguardo leccandosi il sangue al lato della bocca “ si riprenderà?” chiese “si, deve solo combattere il veleno, poi sarà salvo” rispose il medico andandosene.
“Gaius, non ho mai detto a mio padre dell’esilio di Merlino, quindi è libero di restare e, se mai accetterà quando si sarà ripreso potrà riprendere il suo vecchio lavoro…” disse Artù fermando il vecchio “ penso ne sarà felice… e sire?...”
“non ho detto nulla neanche sulla magia… e non penso lo farò” rispose il principe rientrando nel castello.
“voglio vederlo!” disse il biondo a Ginevra “Galvano non te lo permetterà…” rispose la ragazza “al diavolo quella sottospecie di cavallo ammaestrato! Io voglio vederlo!” il principe si lasciò cadere sulla sedia con le braccia incrociate “potrei presentarmi lì con le guardie e se lui non me lo lasciasse vedere potrei ordinare loro di prenderlo e metterlo alla gogna, o ancora meglio… in prigione!”
“sapete sire, mi sorprendete ogni giorno di più, prima lo bandite, poi lo rivolete al vostro fianco… decidetevi, insomma!” disse la serva scocciata “si, ma io voglio vederlo!” rispose Artù come un bambino che fa i capricci “e va bene, va bene, vi aiuterò” disse Gwen facendo un sorrisino, Artù la prese per i fianchi facendola girare a mezz’aria “forza andiamo!” disse il principe.
I due si diressero verso le stanze del medico “voi state nascosto qui dietro, appena usciamo voi entrate, non avrete molto tempo quindi fate in fretta” disse la ragazza
“grazie Gwen” il biondo le diede un bacio sulla guancia e si nascose dietro l’angolo, la serva si portò la mano sul volto accarezzando il punto in cui le labbra di Artù l’avevano sfiorata e sorrise.
Ginevra bussò alla porta “ avanti” sentì rispondere dall’interno “Galvano! Avrei bisogno di te, sono arrivati dei sacchi di farina dal mulino, da sola non riesco a spostarli, potresti aiutarmi!?”
il castano aprì la porta “ buon pomeriggio Ginevra, mi metto la giacca e arrivo” detto ciò afferrò un giubbotto e uscì dalla casa.
Artù si precipitò velocemente all’interno “salve Gaius… vorrei vederlo se è possibile…” disse “è di là con sua madre” rispose il medico.
Il biondo bussò alla porta “sire !” esclamò Hunith vedendolo entrare “potrei rimanere qualche minuto da solo con lui?” chiese Artù “non penso sia una buina idea…” rispose la donna guardandolo negli occhi con rimprovero.
Il principe abbassò lo sguardo “vi prego…” disse con voce rotta “solo 2 minuti sta dormendo e deve continuare a riposare” disse Hunith uscendo.
Il biondo si avvicinò al letto, appoggiò la sua mano sulla guancia del moro e lo baciò teneramente, le labbra del mago, calde per via della febbre ebbero un fremito, il principe si staccò e gli accarezzò lo zigomo “oh Merlino… è colpa mia, non dovevo bandirti, sono stato così orgoglioso, ero ferito, mi sono sentito tradito, ma non puoi morire, la mia vita senza di te è orribile. Svegliarmi alla mattina e non vedere la tua faccia sorridente, sempre allegra” Artù fece una pausa e accarezzò i capelli di Merlino “ non voglio vivere una vita senza di te idiota… tu sei mio amico, un consigliere, un servitore, sei l’altra parte della medaglia, sei tutto il mio mondo…” disse “ti devi riprendere hai capito? Ho bisogno di te, non so neanche vestirmi da solo! Poi per quanto riguarda il tuo segreto, lo custodiremo insieme, così come qualsiasi cosa che abbiamo fatto, il coraggio e la magia contro tutto e tutti…”.
Da fuori arrivarono le voci di Gwen e Galvano “ora devo andare, riprenditi, per me “ detto ciò il biondo lo baciò nuovamente e uscì dalla casa.
“aspettate sire” disse Hunith fermando il principe a metà del corridoio “ho sentito quello che avete detto a mio figlio, spero veramente che si riprenda perché il vostro rapporto è qualcosa di unico, si vede che vi volete bene” Artù sorrise e la donna lo guardò con amore posandogli una mano sulla guancia “ vi parlo da madre e sono sicura che anche la vostra da lassù vi direbbe le stesse cose…siete una bella persona e, se non vi lascerete guidare più dall’orgoglio, sarete anche un grande re un giorno…” detto ciò fece un inchino e tornò da suo figlio, lasciando il biondo impietrito nel corridoio che si asciugò una lacrima prima di ritornare ai suoi appartamenti.




e rieccomi qua con questo nuovo capitolo!! finalmente sono riuscita a trovare un po' di tempo per aggiornare, ma credetemi quando vi dico che ho già scritto manualmente almeno altri 3 capitoli...
chiedo clemenza per la lunga attesa ma in questi giorni mi sono dedicata alla creaziondi di un filmato molto Merthur che ha come base la canzone di Marco Mengoni "la neve prima che cada", vorrei un attimo la vostra attenzione per parlare di questa canzone; quando l'ho sentita per la prima volta non potevo crederci... sembrava la descrizione della morte di Artù vista dalla sua prospettiva... mi ha distrutta... adesso non so se riuscirò a mettere il video da qualche parte, ma se qualcuno di voi fosse curioso di vederlo mi puo scrivere una mail qui--->
chia_084efp@libero.it
un grazie anche a chi recensisce e alla prossima 

   
  
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