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Autore: ValeryJackson    20/08/2015    6 recensioni
[ Snowbarry l friendship!centric l Au/What if ]
"Ci sono persone a questo mondo che non puoi far altro che amare, non importa cosa tu voglia o quale sia il rapporto che vi lega. [...]
Per Barry, Caitlin era una di quelle persone."


E se fosse stata Caitlin la migliore amica di Barry? E se il ragazzo si fosse reso conto troppo tardi di essere innamorato di lei?
L'amicizia è sempre una scelta, certo. Ma che mi dite dell'amore?

«Fino alla fine, e anche oltre, Mr.Allen.» 
«Fino alla fine, e anche oltre, Dottor Snow.»
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barry Allen, Caitlin Snow, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Caitlin aveva impostato la sveglia in modo che questa la svegliasse dieci minuti prima del necessario.
Voleva tentare di arrivare con un po’ di anticipo, il suo primo giorno di lavoro, perciò aveva calcolato tutto.
Indossando un comodo tailleur grigio e delle vertiginose scarpe laccate, quando la ragazza era uscita dal portone, per poco non aveva investito Barry.
«Ce l’ho fatta!» aveva esultato, fiera di sé; e il moro, che era a conoscenza delle sue intenzioni, le aveva porto il solito caffè, facendole una goliardica riverenza.
«I miei complimenti, Dottor Snow» si era congratulato, per poi accompagnarla a piedi fino ai Laboratori S.T.A.R.
Quel posto profumava di tecnologia e progresso. Ad attendere la giovane nel corridoio principale, vi era la stessa donna che aveva fatto il suo nome la mattina del colloquio, e che ora si presentò come la segretaria personale del Dottor. Harrison Wells.
«Ti mostro il luogo dove trascorrerai il resto delle tue giornate» annunciò, conducendola verso numerosi androni apparentemente tutti uguali, tanto che la mora si chiese se sarebbe mai riuscita ad orientarsi in quelle infinite gallerie.
La stanza in cui la portò era molto più piccola di quanto la Snow immaginasse, ma non per questo meno maestosa. Vi contò più o meno sei scrivanie, tutte munite di computer, palmari, e altri arnesi innovativi che non riuscì ad identificare. Quando notò una postazione apparentemente vuota, se non per gli accessori dati in dotazione dagli S.T.A.R. Labs, capì essere la sua.
«Wow» pensò, guardandosi intorno meravigliata, e molto probabilmente doveva averlo detto ad alta voce, perché la donna, al suo fianco, ghignò.
«Sì» mormorò infatti, compiaciuta. «La prima volta fa questo effetto a tutti quanti.»
Caitlin non avrebbe avuto idea di come ribattere, per cui si limitò a restare in silenzio, seguendo con lo sguardo lo spostamento frenetico dei numerosi ragazzi che occupavano quel posto.
«Ramon!» chiamò ad un tratto la segretaria, facendo cenno ad uno di loro di avvicinarsi.
Era più basso della mora di circa otto centimetri, e sembrava molto giovane. Aveva i capelli lunghi fino alle spalle, e due folte sopracciglia cespugliose – che in quel momento, per giunta, erano inarcate -; indossava una maglietta con quella che era una citazione del telefilm The Big Bang Theory, e dei pantaloni che erano decisamente troppo larghi, per la sua figura mingherlina. In una mano, stringeva un aggeggio che apparentemente sembrava una pistola ad acqua, e non appena vide la ragazza, sorrise raggiante.
«Uh, una matricola!» commentò, porgendole educatamente la mano. «Io sono Cisco.»
La Snow gliela strinse. «Caitlin. Piacere di conoscerti.»
«La signorina Snow lavorerà al vostro fianco, da oggi in poi» spiegò a quel punto la donna, al ché ragazzo allargò le braccia, indicando ciò che li circondava.
«Beh, allora benvenuta agli S.T.A.R. Labs, Caitlin Snow!»
«Abbiamo una nuova recluta?» domandò una voce alle spalle della mora, costringendo quest’ultima a voltarsi.
Si ritrovò di fronte ad un altro ragazzo, stavolta più alto di lei di una spanna buona. Aveva le spalle larghe, e due intensi occhi scuri, che la scrutavano come se cercassero di leggere delle scritte sotto la sua pelle.
Caitlin spostò il peso da un piede all’altro, improvvisamente a disagio sotto quello sguardo indagatore; e lui dovette accorgersi del suo imbarazzo, perché le sue labbra sottili si incurvarono in un sorrisetto malandrino.
«Ronnie Raymond» si presentò, con uno sfacciato cenno del capo. «Reparto ingegneria.»
La ragazza incrociò le braccia sotto il seno, sollevando il mento con aria di superiorità. «Devono aver fatto dei tagli al budget, ultimamente.»
«Come, scusa?»
«Ho sempre pensato che gli ingegneri fossero tutti molto intelligenti.»
A dispetto di quanto aveva sospettato, il giovane rise, divertito. «Credi che io non sia intelligente?» la istigò poi, con tono di sfida.
«Diciamo semplicemente che non è il primo aggettivo che mi è venuto in mente quando ti ho guardato.»
«Perché sono troppo sexy?»
«Perché solo uno stupido ha una così alta considerazione di sé.»
Il ragazzo assorbì il colpo, facendole un appena accennato gesto di touché. «E tu saresti?» le chiese poi, con interesse.
La mora raddrizzò la schiena, gonfiando il petto. «Caitlin Snow» affermò, aggiungendo subito dopo: «Reparto di Bioingegneria Meccanica.»
I due si soppesarono per qualche secondo, studiandosi attentamente e con distacco. Ma la giovane si rese conto di quanto a lungo si fosse soffermata nelle iridi scure di lui solo quando Cisco le posò una mano sulla spalla – intromettendosi nella conversazione-, e lei sentì inspiegabilmente la mancanza di quell’intenso contatto visivo.
 
~
 
Dopo aver suonato il campanello di casa Allen, Caitlin sentì il frastuono di un vetro che si rompe, seguito subito dopo da un’imprecazione.
Inarcò un sopracciglio, mentre dei tacchetti battevano frenetici sul parquet di legno. Poi la porta si aprì, mostrando una signora sulla settantina. Aveva dei folti capelli grigi, e la ragazza la superava di quindici centimetri scarsi. Le rughe sul suo viso erano decisamente marcate, specialmente quelle agli angoli di bocca e occhi, ma la sua andatura retta e fiera tradiva la sua sempreverde voglia di vivere.
Da giovane doveva essere stata una bellissima donna, soprattutto grazie alle sue grandi iridi smeraldine.
Ora, invece, aveva soltanto l’aspetto di una dolce nonnina.
Non appena vide la mora sulla soglia, le sue labbra si stesero in un sorriso.
«Tesoro!» la salutò, al ché lei abbozzò un sorrisetto, cordiale.
«Salve, Claire» affermò, entrando come d’abitudine nella dimora. «Barry è in casa?»
Nonna Allen annuì, richiudendo l’uscio. «Sì, certo. È in camera sua.»
«Perfetto.» La Snow fece per salire le scale, ma a metà rampa si bloccò, annusando attentamente l’aria. «Sta preparando una torta, non è vero?»
«Pistacchio e mandorle» gioì l’anziana, con orgoglio. «Ve ne porterò una fetta appena la caccerò dal forno!»
Caitlin si lasciò sfuggire un risolino. «Lei è la migliore, Claire!» esclamò, arrivando di corsa al piano di sopra.
«Sì, lo so!» le urlò dietro l’altra, e lei non poté fare a meno di scrollare il capo, divertita. 
Conosceva la nonna di Barry quasi quanto conosceva il ragazzo. Era stata una figura molto importante, per la sua infanzia, e ancora oggi la vedeva come un punto di riferimento; una seconda mamma dalla quale andare ogni volta che aveva dei problemi.
Con i suoi dolci squisiti e la sua capacità di interpretare le emozioni altrui, quella donna le aveva permesso di diventare la persona che era oggi. Le aveva insegnato molto, nel corso degli anni, e nonostante – dopo tutto quel tempo – Caitlin le desse ancora del lei, sapeva che l’anziana la considerava a tutti gli effetti come una di famiglia.
Bussò un paio di volte alla stanza del proprio migliore amico, per poi coprirsi gli occhi con una mano e far cigolare il cardine.
«Non sei nudo, vero?» domandò, e fu repentina la risata del moro che cristallina giunse ai suoi timpani.
«No» la tranquillizzò, dandole il permesso di tornare a vedere. «Che ci fai qui?» le chiese subito dopo, un po’ stranito. «Sei in anticipo.»
«Di due ore, già» assentì lei. «Le avevo libere e ho pensato di venire prima.»
«Ma il cinema inizia alle otto» le fece notare quindi lui.
«Lo so, ma credevo che forse ti andava di sapere com’è andata la mia giornata.»
Il ragazzo ghignò, divertito. «Com’è andata la tua giornata?» si informò, sarcastico.
Caitlin si strinse nelle spalle. «Bah, non è successo nulla di speciale» mentì, ma fu tradita dal luccichio che faceva brillare le sue iridi scure.
Barry si accomodò sul letto, e intuendo quanta voglia avesse lei, in realtà, di raccontare, diede due colpetti sul materasso, invitandola ad imitarlo. 
Prima di obbedire, la ragazza lanciò un’occhiata distratta alla mensola sulla scrivania, e in quel disordine organizzato qualcosa attirò la sua attenzione.
Con un sorriso nostalgico, afferrò con cautela la scatola, studiandovi l’immagine impressa sulla copertina.
Era un enorme albero, che svettava verso l’alto, nel bel mezzo di un prato deserto. Solo che una volta giunti alla punta dei rami, non vi erano foglie: la sua chioma era formata dal cielo stesso, che sul toni del porpora brillava grazie alle sue costellazioni.
La Snow agitò lievemente la custodia, e i pezzi di quel puzzle sbatterono l’uno contro l’altro, producendo un suono familiare.
La ragazza si voltò a guardare l’amico, scuotendolo nella sua direzione. «Ti va?» lo invitò.
Come avrebbe potuto, il giovane Allen, rifiutare? Quando al suo nono Natale la nonna gli aveva regalato quel passatempo, i due si erano dilettati infinite volte nel farlo. Sempre quello, sempre lo stesso. Nonostante conoscessero già la figura e l’esatta posizione di ogni tassello, non perdevano mai l’occasione per costruirlo.
Per loro, era un momento di assoluta condivisione. Nessuno doveva o poteva disturbarli, perché era come se in quell’istante riuscissero a ritagliarsi uno spazio che era solo il loro, del quale la soglia non poteva essere varcata. Era ormai un’abitudine, quella di farlo insieme, fianco a fianco. Mai da soli, o con qualcun altro.
Quel puzzle apparteneva solo a loro.
«Dunque» esordì Barry, sedendosi a terra nell’esatto momento in cui l’amica riversò sul pavimento tutti i pezzi contenuti nella scatola. Vi passò sopra un palmo, spalmandoli con cura sul parquet mentre entrambi incrociavano le gambe.
Poi prese il primo, rigirandoselo distrattamente tra le dita. «Com’è il tuo nuovo lavoro?»
 
~
 
«Il film più brutto che io abbia visto in vita mia» si lamentò Caitlin, buttando nel cestino il bicchiere di pop-corn ormai vuoto.
«A me è piaciuto» ribatté al contrario Barry, guadagnandosi un’occhiata sconvolta.
«Stai scherzando?» si indignò lei. «Un uragano raccoglie tutti gli squali dall’oceano per scagliarli su Los Angels, e la popolazione viene salvata da un barista squattrinato che li fa fuori con delle stecche da biliardo. Dov’è il bello?»
Invece di risponderle, il ragazzo la fissò, lasciandola nell’attesa. E quando la mora pensò che stesse prendendo fiato per parlare, lo vide avvicinarsi la sua lattina di coca alle labbra, bevendone un rumoroso, fastidioso sorso.
La Snow sbuffò dal naso, stizzita. «Ti odio» mormorò, e lui non poté fare a meno di ridacchiare. «Sappi che la prossima volta sceglierò io, cosa vedere.»
Il giovane Allen sospirò. «Basta che non sia di nuovo sulla scia di The Notebook» precisò.
«Ehi! Quello era un ottimo film!»
«Sì, per mia nonna.»
«Smettila» gli intimò tra i denti la ragazza, e lasciandogli un giocoso pugno sul braccio, non riuscì a mascherare un sorriso.
Inaspettatamente, la suoneria del suo cellulare riempì l’aria. La mora corrucciò le sopracciglia, estraendolo dalla tasca posteriore dei jeans. Sullo schermo, apparve un numero sconosciuto.
«Chi è?» le domandò Barry, osservando il telefono da sopra la sua spalla.
«Non lo so» borbottò lei, confusa, allontanandosi poi per rispondere. «Pronto?»
«Caitlin?» chiese conferma una voce dall’altra parte del telefono. «Caitlin Snow?»
«Sì» assentì la giovane, la fronte aggrottata dall’interdizione. «Chi parla?»
«Ciao, Caitlin. Sono Ronnie. Ronnie Raymond.»
La ragazza per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. «Ronnie?» ripeté, stupita.
«Sì» assicurò lui dall’altro capo. «Ci siamo conosciuti stamattina agli S.T.A.R. Labs.»
«Sì, sì, mi ricordo di te» si affrettò ad aggiungere la mora, che, senza rendersene conto, era arrossita. «Sono solo… sorpresa, ecco. Chi ti ha dato il mio numero?»
«Cisco» fece lui, come se fosse scontato.
La Snow chiuse gli occhi. «Cisco, certo» sussurrò tra sé e sé, appuntandosi mentalmente di dare una bella lezione al messicano la mattina seguente. Ma poi un quesito le sorse spontaneo: che se ne faceva, quel tipo, del suo numero? «Posso fare qualcosa per te?» lo interrogò, e, negli attimi di silenzio che seguirono, percepì il disagio di quel ragazzo.
«Ecco, io…» balbettò infatti lui, in evidente imbarazzo. A Caitlin divertiva anche solo immaginare la scena. «Mi stavo chiedendo se ti andasse di uscire, qualche sera.»
«Uscire?» si meravigliò lei, colta in contropiede. «Intendi insieme?»
«Sì» annuì lui, per poi correggersi. «Cioè, no. Possiamo anche uscire insieme, ma come singoli. Voglio dire, come uno e uno. Non necessariamente come una coppia, insomma. Cioè, noi…»
«Okay» lo interruppe lei, e, per un momento, il ragazzo sembrò sorpreso.
«Come?»
«Okay, ci sto» specificò la ragazza. «Mi piacerebbe uscire con te. Si può fare.»
«Davvero?» si sconvolse lui.
«Sì» confermò lei. «Perché, ti aspettavi che rifiutassi?» 
«Sì. Cioè, no. È che noi…» Esitò, indeciso. «Siamo come il fuoco e il ghiaccio» appurò poi.
«Beh, chi ti dice che sarai in grado di sciogliermi, Signor “Sono-convinto-di-essere-troppo-sexy-per-te” Raymond?»
Il giovane rise, divertito. «Mi stai sfidando, per caso?»
La mora ghignò. «Può darsi» affermò, vaga. Inconsciamente, buttò un occhio su Barry, che ad un paio di metri dietro di lei, stava aspettando che terminasse la chiamata. «Senti, ora devo lasciarti» annunciò, con fare sbrigativo. «Ci vediamo domani nel mio ufficio, così potremo discuterne meglio.»
Anche se non poteva vederlo, Caitlin giurò che il ragazzo stesse sogghignando.
«Conosco la strada» furono le sue ultime parole, prima che la telefonata si chiudesse, e lei tornasse dal suo migliore amico.
«Qualche problema?» si informò Allen, apprensivo.
«No» scrollò il capo lei. «Era solo… un ragazzo che ho conosciuto oggi a lavoro.»
«Oh» commentò lui, scrutandola con circospezione. «E che voleva?»
«Chiedermi di uscire» confessò lei, sfacciata. Le sue labbra si incurvarono in un lieve sorriso, mentre incrociava lo sguardo del moro. «Sia fiero di me, Mister. Allen: credo proprio di essere riuscita a fare colpo.»
Che suono emette, un cuore che si spezza? Barry non aveva mai avuto l’opportunità di appurarlo attraverso degli esperimenti scientifici, ma riconosceva benissimo quella sensazione che lo avvisava che le sue arterie si stavano atrocemente sfaldando.
Avvertì un vuoto nel petto, e la bocca del suo stomaco si contrasse a tal punto che lui minacciò di vomitare lì, sull’asfalto.
La voce della Snow giunse ovattata al suo orecchio, mentre gli chiedeva se non fosse felice per lei.
«Felice?» avrebbe voluto gridare. «No! Come potrei essere felice? Io sono innamorato di te, e tu hai un appuntamento con un altro. Io sono qui, che ti amo da più di quindici anni, e vorrei solo urlartelo in faccia, ma non posso. E questo mi uccide, ma tu non lo sai. Felice? Come potrei esserlo, quando l’unica persona che mi rende felice sei tu, ma tu preferisci esserlo con qualcun altro? Eh? Come potrei? Non ti rendi conto che mi sto…»
«Barry?» lo chiamò la ragazza, distogliendolo bruscamente dai suoi pensieri. Dal modo in cui le sue sopracciglia erano inarcate, sembrava in attesa di una risposta. «Allora?»
Il moro si rese conto di quanto sarebbe stato difficile fingere un gioioso sorriso solo quando tentò invano di abbozzarne uno. «Ovvio che sì» mentì, accorgendosi di essersi morso a sangue l’interno della guancia non appena avvertì un sapore metallico in bocca.
Caitlin non parve convinta da quella risposta, ma preferì lasciar correre, non avendo idea di come interpretare lo strano comportamento dell’amico.
Ma d’altronde, come darle torto?
Come avrebbe potuto sapere di ferirlo ogni volta che gli parlava dei suoi fidanzati, se lui poi faceva sempre finta che ciò gli andasse bene?
Come sarebbe riuscita a scoprire la verità, se lui invece si ostinava a negargliela?

Angolo Scrittrice. 
Bonnesoir, speeders!
Eccomi qui, a pubblicare un nuovo capitolo appena sfornato. 
Allora, che ne pensate?  
Entrano in ballo altri due personaggi, adesso: l'amato Cisco e il bel Ronnie. 
E l'idea che quest'ultimo abbia chiesto alla nostra Caitlin di uscire non sembra piacere molto al caro Barry, voi che dite? 
Ah, caro Allen... perchè arrivi sempre troppo tardi? 
Tenete bene a mente, poi, l'abitudine che hanno i nostri ragazzi di costruire quel puzzle insieme. Come avrete ben capito, è un particolare molto importante che lega i giovani protagonisti di questa storia; che conseguenze apporterà, poi, alla trama, è una cosa che scoprirete andando avanti ahah
Anyway, che ne pensate di questo capitolo? Vi è piaciuto? Vi ha fatto schifo?
Ringrazio infinitamente i miei Valery's Angels:
beautiful lie, _percabethforever e Sarah Lorence per le belle recensioni, gnaw. 
E nulla, ci si vede al prossimo capitolo. 
Che la Speed Force sia con voi!

ValeryJackson

 
  
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