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Autore: Meramadia94    21/08/2015    2 recensioni
Le tartarughe incontrano la giovane Paige, una ragazzina rimasta orfana da piccola e che ha sempre avuto come unico vero affetto il fratello maggiore, Robert. Ma adesso è scomparso, rapito da ignoti. Inizia così una corsa contro il tempo per salvare il giovane. Nel frattempo, una delle tartarughe inizia a riscoprire un sentimento che credeva non dovesse appartenergli.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leonardo Hamato, Nuovo personaggio, Sorpresa, Splinter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~'' Ti dico che c'è qualcosa che non mi quadra...''- fece Leo rivolto al fratello dalla benda rossa, mentre questi lavorava alla sua amata moto.
A dispetto di tutti i loro litig, dei loro battibecchi e delle discussioni che intraprendevano su come avrebbero dovuto dirigere la squadra, Raph restava pur sempre quello che Leo riteneva essere il suo miglior confidente.
Ed aveva ragione.
Raph avrebbe fatto qualsiasi cosa per Leo.
La pioggia non aveva dato loro tregua per i successivi due giorni all'arrivo alla fattoria e questo poteva definirsi un bene perchè così la maggior parte delle tracce che poteva aver lasciato il tartafurgone ormai erano state cancellate e Bishop avrebbe avuto serie difficoltà a trovarli.
Nel frattempo, Robert non aveva ancora ripreso conoscenza dopo aver perso i sensi.
I valori però rimanevano sempre uguali, dunque non vi era motivo di stare in pena, almeno a detta di Donatello...
Ma Paige era cambiata.
Dalla notte al giorno.
E non era una metafora.
Da quando Paige aveva fatto la prima notte di sonno senza temere che suo fratello fosse in pericolo di vita, era cambiata, soprattutto nei confronti di Leonardo.
Evitava di guardarlo negli occhi, cambiava stanza quando lui arrivava, cercava di non parlare con lui e malgrado tutto non appariva mai sgarbata.
Per il resto, passava ore ed ore al capezzale del fratello a rinfrescargli la fronte quando questa diveniva troppo calda, nel tentativo di farlo riprendere.
'' E' diventata così... così misteriosa di punto in bianco... sembra quasi che mi voglia evitare.''
Raph la buttò sul ridere -'' Avrà capito in che razza di guai si stava cacciando e ha pensato di darsela a gambe finchè è ancora in tempo.''
Leo lo guardò male.
'' AH. AH. AH. Molto spiritoso...''- però anche Raffaello aveva effettivamente notato il repentino cambio di atteggiamento.
Ma francamente non la biasimava.
Chiunque si sarebbe estraniato dal mondo circostante dopo aver vissuto un' avventura di quel genere.
'' Capisco che tu sia preoccupato per lei e per il fatto che ti stia tenendo a distanza... ma analizza la situazione.
E' scampata ad un rapimento e per poco Bishop non le uccideva il fratello. Avrebbe ucciso anche lei.
E' sotto shock. Chiunque lo sarebbe al posto suo.''
''Dici?''- fece Leo poco convinto.
Raph annuì, cercando di rassicurarlo.
'' Dalle un po' di tempo per riprendersi... vedrai che nei giro di qualche giorno sarà di nuovo la tua Paige.''
Leo annuì speranzoso.
Lo sperava davvero.
Anche perchè gli mancava la sua Paige.
La ragazza che riusciva a fargli battere il cuore, quella con cui sentiva di potersi togliere la maschera del leader senza paura e mostrarle le sue debolezze, i suoi timori... lei era l'unica persona con cui sentiva di potersi togliere quella maschera di perfezione che gli avevano letteralmente appiccicato sul viso da quando aveva solo quattro anni senza essere giudicato.
Ne era sicurissimo.
Era Paige l'unica persona che lo capiva veramente, malgrado sentisse sulla sua pelle l'amore infinito di suo padre e il legame indissolubile con i suoi fratelli.
Ed era incredibile come la sentisse distante in quel momento, malgrado si trovasse solo al piano di sopra.

Passarono altri due giorni.
Robert ormai era stabile, malgrado la febbre non ne volesse sapere di lasciarlo in pace e a volte durante la notte si agitava e gridava, in preda agli incubi.
Leo, dal canto suo, aveva cercato di dare ascolto al consiglio del fratello ovvero lasciare alla giovane Paige il tempo di pensare, riflettere, e tentare di ricominciare una vita se non normale, almeno tranquilla ma poi dovette fare i conti con la verità.
Paige sembrava volerlo ignorare deliberatamente.
Il suo atteggiamento verso di lui non era come quello che aveva verso gli altri.
E nella sua testa iniziò a prendere forma un dubbio.
Quello che poteva aver fatto qualcosa a Paige, qualcosa che la ragazza non aveva  gradito e che si fosse offesa per questo.
Solo che non riusciva a capire che cosa avesse fatto per offendere la ragazza.
Un giorno decise che non poteva più convivere con questo dubbio e decise di parlarle a quattr'occhi.
Non era quel che si poteva dire una bella giornata.
Il sole era ancora coperto da uno spesso manto di nuvole grigie che promettevano pioggia ma che per il momento non volevano saperne di farla scendere... ma nemmeno di mostrare ai fuggitivi la limpidezza del cielo blu.
In compenso, l'aria era pulita e fresca.
Quella mattina, Paige era seduta su una sedia vicino al letto dove riposava il fratello. I capelli erano pettinati in una treccia e indossava una maglia arancione, scollata a maniche lunghe ed un paio di jeans scuri, quasi tendenti al nero.
Il tutto completato da un paio di scarpe da ginnastica bianche.
Sebbene la porta fosse spalancata, Leo chiuse la mano a pugno e bussò per un paio di volte.
Paige sussultò, svegliandosi dal turbine di pensieri in cui era immersa.
'' Ah sei tu...''- fece la ragazza con cortesia.
Leo sorrise e si avvicinò cauto.
Non sapeva bene cosa aspettarsi dalla ragazza in quel momento.
'' Come sta?''- chiese il mutante portando gli occhi su Robert, ancora sprofondato in una sorta di sonno profondo dal quale pareva non voler uscire.
Paige fece le spallucce.
'' Dorme come un bambino.''- fu la risposta della giovane mentre gli sistemava meglio le coperte ed il cuscino.
Un po' per farlo stare più comodo, un po' per sollecitare qualche reazione.
Iniziava a non piacerle tutto quel sonno...  ed anche la febbre che non accennava a volerlo lasciare in pace.
Leo le cinse le spalle, incurante di qualsiasi sua reazione per confortarla.
'' Il brutto è passato... presto starà meglio. Vedrai.''
'' Lo spero.''- fece la ragazza tristemente apatica.
Leo si sedette sul letto di fronte alla ragazza, stando attento a non sedersi sul braccio del reporter ancora privo di sensi e la guardò.
Era sempre stata così pallida?
La sua carnagione pareva essersi spenta notevolmente da quando si erano stabiliti nel New Hampshire...
E meno male che la campagna dovrebbe fare miracoli per la salute, non potè fare a meno di pensare il leader.
'' Dai vieni...''- fece Leo alzandosi e prendendola delicatamente per le spalle.
Paige lo guardò con confusione.
'' Dove andiamo...?''- fece la ragazza con voce stanca.
'' A fare una passeggiata qui attorno... hai bisogno di un po' di sole.''- Leo si diede uno schiaffo in faccia dopo aver constatato la sciocchezza appena detta.
La pioggia si era calmata da due giorni, ma ancora di sole non ve n'era traccia.
'' Ok...''- cercò di salvarsi in contropiede -'' per ora del sole non se ne parla, ma non ti fa bene stare rinchiusa in questa stanza tutto il santo giorno... finirai con l'ammalarti.''
'' Ma...''- cercò di controbattere la ragazza.
Ma Leo la fissò con uno sguardo tale al quale era impossibile dir di no.
E non era uno sguardo di minaccia o che non tollerava di sentire repliche, ma era talmente dolce che dire di no, deluderlo o impuntarsi sul non voler mettere il naso fuori casa le sembrava un crimine imperdonabile.
E poi... perchè no?
Durante il viaggio che li aveva portati alla fattoria non vi aveva fatto molto caso, preoccupata com'era dal fratello immerso in un bagno di sangue e sudore, ma aveva visto i dintorni della fattoria e dei boschi e doveva dire che non erano affatto male, anzi...
'' D'accordo.''

Che cosa meravigliosa era la natura...
Così silenziosa, così misteriosa... ed aveva il potere di riuscire a calmare anche l'anima più inquieta o far sentire in pace anche il cuore più solo.
Era così che agli occhi dei due ragazzi, del mutante e della giovane umana, appariva il bosco dietro la fattoria della nonna di Casey.
A Leo non dispiaceva quel silenzio... aveva sempre amato il silenzio, fin da quando era piccolo.
Fin da quando aveva iniziato a ricoprire la carica di leader all'interno del gruppo, da quando suo padre aveva iniziato a dirgli '' Sei molto bravo, ma devi dar di più'', da quando erano iniziati i bisticci con Raffaello proprio per quell'assurda carica che aveva contribuito a complicargli una vita gia complicata di suo.
Ed era lì che entrava in gioco il silenzio... in quei diciassette anni di vita lo aveva sempre visto come il suo più devoto e caro amico.
Ma non quel silenzio.
Il silenzio che stava mantenendo con la ragazza che amava.
Anzi, quel silenzio lo odiava.
Paige si era limitata a carezzare qualche foglia, qualche fiore e bagnarsi la mano con la rugiada che rimaneva sui vegetali che aveva toccato, ma senza dire una parola in quella mezz'ora che avevano passato a camminare.
'' Allora?''- fece Leo rompendo il silenzio che era sceso tra di loro -'' mi spieghi cos'è tutto questo mistero?''
Davvero non capiva perchè da un po' di giorni a quella parte avesse iniziato a trattarlo con quella strana diffidenza.
Non si comportava certo come se non lo avesse mai visto o conosciuto prima, ma nemmeno con la stessa confidenza che aveva contraddistinto il loro rapporto da quando per sfuggire ad un cecchino si erano nascosti in una appartamento abbandonato.
Lei lo fissò con i suoi occhi chiari e decisi.
'' Leo... ultimamente mi sono capitate delle cose che normalmente non succedono ad una sedicenne... rapimenti, insabbiamenti, tentati omicidi... agenti psicopatici... ed in mezzo a tutto questo... mi sono innamorata di te.''
Leo sgranò gli occhi dalla sorpresa.
Occhi sgranati da una lieta sorpresa.
'' Anch'io. Paige, ti posso assicurare che sei assolutamente ricambiata.''- non avrebbe mai osato sperare tanto... adorava quella ragazza, anzi ne era innamorato, ma non avrebbe mai osato sperare che s'innamorasse e per giunta di lui.
'' Lo so...''- ribattè Paige che non aveva ancora finito -'' ma a quale delle due vuoi bene?''
Leo la fissò stranito.
Più o meno la stessa espressione sua e dei suoi fratelli davanti alle conferenze scuentifiche di Donatello.
'' Che intendi dire?''
'' Se Bishop non avesse rapito e cercato di uccidere Robert, se non fossimo stati in pericolo, se non mi aveste salvata dall'annegamento quella notte... io e te non ci saremmo mai incontrati, figuriamoci innamorati.''
'' Beh, non è detto... magari mi avresti beccato sul tuo tetto o sul tuo balcone mentre facevo un giro di ricognizione o di allenamento.''- fece Leo per sdrammatizzare.
Funzionò.
Finalmente Paige aveva riso.
Ma per poco.
'' Ma non è successo. Ci siamo conosciuti in un modo che ormai è storia... io ero in pericolo e tu mi hai salvato e protetto.
Ma se così non fosse stato? Avresti amato anche la Paige che conduce una vita normale? Per quanto normale possa essere dopo aver girato per famiglie adottive disastrate.''
Adesso si che il leader si sentiva a disagio.
Non che non considerasse la ragazza una persona intelligente, ma di una cosa era certo.
Non avrebbe mai pensato una cosa del genere, se qualcuno non gliel'avesse messa in testa.
Solo che non capiva chi fosse stato e nemmeno il perchè.
'' Posso sapere da dove nasce questo discorso?''
Paige non si fece problemi a rispondere -'' Me lo ha detto Karai.''
Leo in quel momento alzò gli occhi al cielo, maledendo mentalmente l'ex nemica/ attuale alleata.
Ed iniziò a pensare che forse Raffaello non aveva avuto tutti i torti a desiderare di strangolarla, in passato.
Paige riprese -'' Mi ha detto che era confusa, ceca di fronte alle atrocità di suo padre... e che probabilmente si sarebbe perduta se tu non ti fossi fatto carico di salvarla.''
'' Karai, appena questa storia finisce  giuro che ti inseguo fino a Washington...''- pensò il leader tra se e se prima di invitare Paige a sedersi accanto a lui sull'erba fresca e ancora bagnata dalla pioggia.
Il tempo non prometteva bene, ma era l'unico momento e luogo per chiarire quella questione.
'' Quando ho conosciuto Karai ero... giovane. Giovane ed inesperto. Credevo di sapere molte cose, invece mi sbagliavo.
La ammiravo e la ammiro tutt'ora per le sue abilità di combattente e per come è riuscita a rimettere insieme i pezzi della sua vita... ma non è per lei che sono saltato davanti a un proiettile.''
Paige ripensò ai giorni passati a NY, quando non era sicura di rivedere suo fratello Robert ancora in vita a a quanto Leo si fosse prodigato per lei... e non era saltato davanti ad una pallottola per lei una volta.
Tre volte.
Tre volte aveva cercato di farle da scudo umano rischiando di morire per lei... non si rischiava la vita per una persona, rischiando addirittura di farsi catturare da un agente del governo che sembrava essere scappato da un istituto di igiene mentale, a meno che non fosse davvero qualcosa o qualcuno per cui valesse la pena rischiare tutto.
Leo le si avvicinò, le prese il viso tra le mani, le sue labbra sempre più vicine a quelle dell' umana... il bacio che scattò dopo pochi secondi fu qualcosa che non si poteva comparare.
Non era come il bacio che si erano scambiati nell'appartamento la notte che avevano quasi liberato Robert dai suoi aguzzini e nel quale lei era stata rapita a sua volta... quello fu ben più intenso, passionale e soprattutto... carico di speranza e fiducia verso il futuro.
Erano giovani, innamorati e pieni di voglia di vivere... un mutante ed una ragazza umana? Persino Romeo e Giulietta avrebbero avuto più possibilità di loro nell'avere un futuro su quella terra... ma a loro questo non importava. Almeno non per il momento.
E poi... quando c'era l'amore, tutto il resto diventava un fastidioso rumore di sottofondo che con un pizzico di volontà si poteva non udire, no?
Sarebbe stato così anche per loro.
O almeno ci speravano.
'' So che non sono quello che avevi in mente...''- rise Leo. Obiettivamente, non poteva certo definirsi la perfetta incarnazione del principe azzurro... ma a Paige questo non pareva importare.
La giovane gli regalò un sorriso cristallino.
Un sorriso che non aveva mai avuto prima... e quel sorriso le regalava una strana luce, che la impreziosiva.
'' Lo so. Sei anche meglio.''- fece lei accarezzandogli la guancia color menta che aveva iniziato ad assumere un colore rosso scuro.
Restarono fermi a guardarsi per un attimo che pareva non finire mai.
'' E' meglio se torniamo adesso...''- propose il leader controvoglia. Chissà tra quanto tempo avrebbero potuto avere un momento del genere... tutto per loro e tanti cari saluti al resto del mondo... -'' se tardiamo, poi chi li sente quelli?''
Paige sorrise e con Leo si avviò verso la fattoria.
Appena arrivati, Raffaello corse loro incontro.
'' Paige...''- fece il rosso quasi senza fiato -'' tuo fratello...''
Il volto della ragazza divenne terreo dalla paura.
E Leonardo con lei.
'' Cosa è successo, è peggiorato per caso?''- fece Leo vedendo l'incapacità della ragazza di pronunciare anche una sola sillaba a riguardo.
'' No... ha ripreso i sensi e chiede di te.''
Detto fatto, la giovane, seguita dalle due tartarughe si fiondò dentro la casa, corse su per le scale raggiungendo la stanza di Robert, il quale  la accolse sorridendo debolmente, circondato da tutta la banda.
'' Come ti senti?''- chiese Paige una volta arrivata al letto, accarezzando la fronte del fratello.
Fece fatica a non ritrarre la mano. La pelle del fratello era rovente come una macchina sotto il sole di mezzogiorno, in pieno agosto.
'' Come se mi avessero tenuto la faccia su una fotocopiatrice accesa e passato nello schiaccia patate nello stesso momento.''- borbottò il giornalista abbandonandosi di nuovo sul cuscino madido di sudore.
April gli poggiò una mano sulla fronte.
Scottava davvero.
'' Vado in cucina a prepararti qualcosa da mangiare... ti sentirai meglio.''- fece la rossa mettendogli sulla fronte la borsa del ghiaccio.
Robert annuì per ringraziare e chiuse nuovamente gli occhi per proteggerli dalla luce che gli pareva insopportabile.
'' Don...''- fece Paige sinceramente preoccupata per le condizioni del fratello una volta che furono uscita dalla camera.
Erano rimasti solo Karai e Casey a vegliarlo .
'' Come sta?''
'' L'atto operatorio è stato superato... ma credo che durante la prigionia non sia stato trattato troppo bene. Vi è un principio di avitaminosi. Lo stress, lo shock dell'operazione e la pioggia, inoltre non hanno migliorato le cose.''- spiegò il genio.
'' Ma guarirà presto, non è vero?''- fece Raph mostrando segni di impazienza -'' qui è al sicuro e la calma ed il cibo non gli mancheranno.''
Parole dette più per tranquillizzare Paige che per mettere ansia a suo fratello.
Era sua opinione che quei due poveri ragazzi ne avessero passate già troppe per sopportare ancora e che per un po' lo stress doveva essere tenuto alla larga da loro quasi quanto il rosso desiderava che gli insetti e le perle di saggezza di Leonardo e Splinter stessero lontani da lui nei giorni ''no''.
'' E' un' influenza, è vero...''- confermò il genio -'' ma anche le semplici influenze diventano pericolose, se non le tratti adeguatamente. Ha bisogno almeno di un antipiretico. C'è solo un piccolo problema...''- l'ultima frase la pronunciò con voce imbarazzata.
'' Fammi indovinare...''- fece Leo con voce sconsolata. Possibile che risolto un problema se ne creava subito un altro? -'' Senza una ricetta medica, non si può comprare nemmeno un'aspirina.''
Don annuì.
E quello non era nemmeno il loro problema principale.
I negozi del circondario erano chiusi a causa dei danni causati dalla pioggia... niente feriti e niente danni di enorme portata, ma c'era bisogno di diversi lavoretti di manutenzione.
Unica possibilità, tornare in città.
'' Dobbiamo andare proprio a NY?''- chiese Mik preoccupato.
L'idea di andare proprio nella Grande Mela con un pazzo che di certo non aveva nemmeno tentato di sospendere le loro ricerche non lo attirava poi molto... e non era nemmeno propenso a lasciar andare qualcuno dei suoi fratelli, dei suoi amici... ok, lo ammetteva, nemmeno l'idea di lasciarci andare Karai lo attirava.
'' Non c'è altra soluzione purtroppo...''- fece Donatello scrivendo qualcosa su un foglietto.
Si girarono tutti verso Splinter, quasi come per chiedere il suo consenso.
Il topo ci pensò un attimo e poi annuì.
'' Ma è stupido ed insensato rischiare la vita di tutti.''
A quel punto intervenne Paige.
'' Splinter ha ragione: ci vado io.''
Le tartarughe, l'umana ed il topo la fissarono con gli occhi sgranati.
'' Te lo scordi!''- fece Raffaello -'' se Bishop o uno dei suoi amichetti ti vedono ci mettono una frazione di secondo a rimetterti in gabbia.''
E non parlava per metafore.
'' Si, questo lo so...''- fece Paige con un tono che non ammetteva repliche -'' ma si tratta di mio fratello. E' la mia famiglia, quindi è compito mio.''
Ogni tentativo di farle cambiare idea fu vano.
Incredibile a dirsi, ma sotto quel visetto angelico e quei capelli scuri si nascondeva una testa più dura del granito, degna di Raffaello e Leonardo messi assieme.
Leo ad un certo punto fece -'' E va bene...''- e non perchè fosse d'accordo sul fatto che la sua Paige si mettesse in pericolo, ma sapeva per esperienza che impedire ad un soggetto risaputamente testardo di fare una certa cosa, aumentava le possibilità che questi la facesse ugualmente dell' 80% ed incrementava del 100% quelle di farsi male seriamente -'' ma ad un patto. Io vengo con te.''
La cosa divenne più accettabile e Splinter diede il suo benestare su tutta la linea, specie dopo che il figlio gli ebbe illustrato il modo in cui intendeva muoversi.
Restava un'ultima cosa da chiarire.
'' Come farete a procurarvi quella medicina?''- chiese Raffaello con tono di sfida.
Paige sorrise birichinamente.
'' So esattamente chi può aiutarci.''

  
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