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Autore: _edsvoice    21/08/2015    7 recensioni
Raccolta di racconti più o meno brevi e più o meno credibili su Teen Wolf. Pensieri malati e assurdi di vari personaggi, coppie probabili e non e alcune delle amicizie più belle del programma.
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Derek Hale, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Stiles/Lydia - I thought you were really dead!

Racconto breve sulla coppia Stydia, fine della prima parte della terza stagione. Mi sono basata in parte sulle reali battute dell'episodio, basta guardare il momento in cui loro si "risvegliano", ma ad un certo punto ho inventato tutto io, perciò non preoccupatevene troppo: tutto ciò che ho tolto o modificato dal reale copione è stato fatto per rendere questo racconto una storia incentrata su Stiles e Lydia.

La morte non accade a te, ma a chi ti sta intorno - 990 parole.
Sei ore.
"Quanto tempo è passato?"
Isaac sbuffa di nuovo, lanciando un'occhiata all'orologio appeso alla parete. "Cinque minuti dall'ultima volta che me l'hai chiesto."
Lydia continua a torturarsi le mani in grembo. "Sei ore" bisbiglia. "Non dovrebbero già essere svegli?"
"Lydia, loro non stanno schiacciando un pisolino" è ancora il ragazzo a parlare "sono morti. Momentaneamente, ma sono pur sempre morti."
Lydia trema. Morti. "Isaac, così non la aiuti di certo" interviene Deaton, la voce incredibilmente calma.
"Non è l'unica a essere preoccupata!" urla "in questa stanza ci sono anche io, preoccupato per la ragazza che mi piace, mentre una stupidissima banshee continua a comportarsi come se fosse il centro dell'universo. Non lo sei!"
Lydia è così fragile al momento che alcune lacrime le bagnano le guance. "Quella ragazza è anche la mia migliore amica!"
Isaac sorride crudelmente. "Tu sei più preoccupata per Stiles, che per lei. Lo sanno tutti."
La ragazza si blocca improvvisamente. "N-no, non è vero..." balbetta.
"Oh, si. L'unica cosa che ancora non capiamo è perché ti comporti così, visto che lui ti muore dietro" ottima scelta di parole, complimenti "da anni e tu non l'hai mai considerato" le sputa addosso, ferendola.
"Tu non sai niente di questa storia" taglia corto, non volendo aprire un discorso troppo complicato.
Isaac si appoggia al muro dietro di lui, incrociando le braccia. "So più di quanto tu creda."

Dieci ore.
"Doc, sono passate dieci ore" Isaac rompe così il silenzio carico di paura che si era creato da qualche ora "non dovrebbero essere già tornati?"
"Non è una scienza esatta" spiega "spero solo che si sbrighino, non abbiamo ancora molto tempo."
"Pensi che ce la faranno?" domanda l'unica ragazza con voce sottile, fragile, mentre gli altri notano i suoi occhi lucidi.
"Sono abbastanza forti per farcela."
"Questa non è una risposta" si intromette Isaac "ce la faranno, si o no?"
"Dipende tutto da loro."

Dodici ore.
"Ehi, Stiles. Sono Lydia" sussura, chinata sul suo corpo "Isaac e Deaton sono andati a prendere qualcosa da mangiare. Io sono rimasta, non voglio che tu ti svegli e non mi trovi qui."
Una lacrima cade nell'acqua. "Sembro un'idiota."
Si asciuga il viso con una mano, cercando di non singhiozzare. "Sono passate dodici ore. Sono tante, lo sai? Forse per te no, ma per me sì. Dodici ore passate a sperare che tu non muoia... che voi non moriate" si corregge.
"Ascolta Stiles, torna qui. Non abbiamo tanto tempo, noi stiamo per morire dalla preoccupazione. Io soprattutto, ma forse è solo perché sono una ragazza" sorride, mentre una seconda lacrima sfugge al suo controllo.
Poi una terza, una quarta e anche una quinta. Perde il conto.
Comincia, suo malgrado, a singhiozzare debolmente. "Solo... Non lasciarmi."

Quattordici ore.
Silenzio. Principalmente silenzio, sospiri e lacrime. Nient'altro.

Sedici ore.
Lydia sta cominciando per la terza volta a piangere, mentre Isaac è seduto contro il muro ad occhi chiusi - senza dormire - e Deaton scarabocchia qualcosa su un foglio. Il silenzio fa ancora da padrone, finché non sentono il rumore di corpi che riemergono velocemente dall'acqua, prendendo veloci e profonde boccate d'ossigeno.
Tutti scattano verso i tre ragazzi. "Allora?" domanda Deaton.
"L'ho visto, so dove si trova" comincia Scott.
"Ci siamo passati, è il tronco di un albero gigante" aggiunge Stiles "ora non è più gigante, è stato tagliato; però è ancora grosso, molto grosso."
"La notte in cui cercavamo il cadavere" spiega il primo.
"Quella in cui sei stato morso da Peter" continua l'altro.
Allison si intromette nella conversazione dei due: "io ero in macchina con mia madre, abbiamo quasi investito qualcuno."
Scott si gira a guardarla, sbalordito. "Ero io... Stavate per investirmi?"
La ragazza non riesce a fare altro che un verso sconvolto, strabuzzando gli occhi.
"Lo possiamo trovare" prosegue il lupo mannaro. Lydia, Isaac e Deaton li fissano in silenzio.
"Che c'è?" chiede Allison.
"Siete stati via per molto tempo" dice Isaac.
"Che intendi per molto tempo?" è Stiles, questa volta.
"Sedici ore" annuncia Lydia, finora rimasta in silenzio, con la voce rotta dalla paura.
Stiles la guarda, preoccupato. "Tra qualche ora ci sarà l'eclissi lunare" dichiara Deaton "dovete sbrigarvi."
Il giovane Stilinski lo ignora. "Lydia... Tutto bene?"
Lei lo fulmina con lo sguardo. "No! Come potrebbe andare tutto bene?" sta gridando.
"Lydia..." interviene Deaton.
"Non fiatate!" urla lei ancora "sto parlando con lui."
Tutti ammutoliscono e si fanno indietro, fingendo di interessarsi ad altro, mentre Stiles si avvicina a lei.
Appoggia dolcemente le mani sulle sue spalle. "Cosa c'è che non va?" domanda, il tono della voce volutamente basso, così da farsi sentire solo da lei. Tanto ci sono due licantropi nella stanza, pensa.
Lei si allontana da lui bruscamente. "C'è che tu sei rimasto morto per sedici ore! Sedici ore in cui non ho fatto altro che piangere, disperarmi e pregarti di tornare qui. Tu... tu non sai cosa ho provato... è stato orribile."
Stiles continua a fissarla, confuso. "Lydia, adesso sono qui, non c'è nessun problema..."
"Si invece!" strilla ancora, fregandosene del fatto che gli altri possano sentirli "io... Io ho pensato che tu fossi veramente morto! Non sapevo cosa avrei fatto, senza di te. Me lo hai detto anche tu, e finalmente l'ho capito: la morte non accade a te, ma a chi ti sta intorno" sta piangendo ancora, adesso "e per me è stato devastante."
Il ragazzo la guarda ancora, sorpreso e sul punto di piangere anche lui. Si è ricordata cosa le ho detto l'anno scorso.
Si avvicina ancora a lei, ignorando le sue mani che tentano di allontanarlo e la abbraccia. La abbraccia con tutta la forza che riesce a trovare, per cercare di farle capire che lui è lì, con lei, e non la lascerà.
"Tranquilla, adesso sono qui. Io sto bene, tu stai bene. Stiamo tutti bene. Andrà tutto bene" la rassicura, accarezzandole la schiena.
Dopo poco cede all'abbraccio, continuando a piangere sulla maglietta già bagnata di lui. "Ho pensato fossi veramente morto, Stiles. Ho pensato fossi veramente morto."
   
 
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