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Autore: Cinnamon_Meilleure    21/08/2015    1 recensioni
Angels e devils hanno iniziato il loro secondo anno alla Golden School, e sono più pronti che mai alle nuove sfide che li attendono.
Raf, ancora innamorata di Sulfus, ha deciso di dimenticarlo per il bene di entrambi, nonostante ciò la distrugga.
Sulfus, invece, è ben deciso a non rinunciare a lei, a qualunque costo. Ma il prezzo che ha scelto di pagare è molto caro, il gioco che ha scelto di giocare potrebbe essergli fatale. Può l'amore andare oltre le regole e le convenzioni, oltre i peggiori ostacoli? Persino oltre... la morte?
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Ho scritto questa storia molto tempo fa, ai tempi in cui esisteva ancora il forum di angel's friends, forse i fan di vecchia data se ne ricorderanno. Mi chiamavo Dolce-Kira, e grazie a questa storia ho conosciuto una persona meravigliosa che è tuttora la mia migliore amica online. Lei insisteva sempre affinché la pubblicassi su EFP, e ora ho deciso di farlo.
La storia si collocatemporalmente dopo i 52 episodi della prima stagione.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti, Raf, Sulfus | Coppie: Raf/Sulfus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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17. Il potere dell’angelo nero
 
“La rabbia è l’unica cosa che resta ad un’anima distrutta.
 La rabbia è l’unica cosa che può sfuggire al dolore.
La rabbia è l’unica cosa – oltre al dolore – che può trasformare una persona.”
 
 
Raf era furiosa. Aveva il cuore spezzato, infranto, come trafitto da una lama. Per un attimo le venne voglia di morire, ma fu solo un attimo... perché poi desiderò solo una cosa, qualcosa che un angelo non dovrebbe mai desiderare… vendetta.
La mente di Raf si rifiutava di soffermarsi sulla m… su ciò che era successo a Sulfus, il suo cuore si rifiutava di soffrire, e desiderava la sofferenza altrui per provare a placare la propria.
Ma questo non succede mai. Far soffrire gli altri fa solo stare peggio noi. Ma la rabbia era l’unico sentimento che, in quel momento, poteva abitare l’addolorato cuore di Raf.
Ed infatti, quando lei si allontanò dal corpo di Sulfus, il cuore le batteva forte dalla paura. Non era un incubo, era tutto vero. Si sentì tremare. Se solo si fosse potuta osservare avrebbe visto che i suoi occhi non erano più azzurri, ma rossi. Non rossi come quelli di Cabiria: ancora più rossi, rossi come il fuoco, e vuoti. Le sue ali divennero nere, così come i suoi vestiti e perfino la sua aureola.  Strinse i pugni e chiuse gli occhi.
Come poteva essere vero un incubo del genere? Come poteva un sempiterno morire?
Non era possibile. Non poteva succedere, era una cosa che non si era mai sentita... e invece eccola là la prova, stesa a terra con la schiena contro la roccia, gli occhi chiusi, ferma ed immobile.
La angel si coprì gli occhi con le mani. Le venne voglia di urlare, di sfogare il suo dolore.
Lui era morto per lei. E non perché doveva succedere, non perché il suo cuore non era puro, ma semplicemente perché loro, le sirene, lo avevano ucciso! E per giunta perché il suo cuore era troppo puro! Cosa poteva mai significare?
Perché proprio lui? Era morto per lei, e lei neppure sapeva il perché...
...e a quel punto la disperazione raggiunse il suo apice, e Raf si voltò verso le creature, fissandole con quegli occhi di fuoco che non erano i suoi, e sibilò, fra i denti: - Io vi ammazzerò!
E mentre diceva quelle parole aveva veramente sete del loro sangue.
Le sirene erano là, attorno a lei, e la fissavano derisorie con i loro occhi lucenti.
La ragazza sollevò le mani a coppa sopra la testa, ed iniziò a concentrarvi una grande sfera di energia nera.
Si ricordò di quando lei e Sulfus si erano rincorsi per tutta la scuola e alla fine erano arrivati nei sotterranei, ridendo. Ricordò di quando lui l’aveva inchiodata al muro con le braccia, per poi allontanarsi un po’ impacciato, e lei era arrossita, senza domandarsi se fosse sbagliato o meno...
Iniziò a colpire forte con l’energia oscura, mirando alle sirene.
Ricordò di quando lui aveva lottato per lei, contro la medusa e contro il minotauro...
Riuscì a colpire una creatura, e ghignò di crudeltà.
Ricordò di quando gli aveva parlato telepaticamente, con il Think Fly, e aveva sentito tutte le cose dolci che lui pensava di lei, tutti i suoi teneri pensieri...  
Osservò la sirena che aveva colpito ed un brivido di soddisfazione si fece strada dentro di lei, mentre ascoltava il suo grido agonizzante.
Ricordò di quando lui aveva provato a baciarla... I suoi occhi si velarono di dolore solo al ricordo di quello che  aveva provato in quel momento...
Lanciò altre sfere di energia oscura, senza sosta.
Ricordò di quando Sulfus l’aveva guarita con il suo nuovo potere, che aveva scoperto per il vivo desiderio di salvarla, e poi l’aveva fissata negli occhi con uno sguardo dolcissimo, commosso, e perdutamente innamorato, mentre le accarezzava dolcemente i capelli... infine i suoi occhi si erano chiusi per baciarla perché lei finalmente glielo aveva permesso...
... e invece ora si erano chiusi per sempre.
Le sue labbra tremarono. Era colpa sua.
Si ricordò di quando lui l’aveva abbracciata, stringendola a sé come se non volesse più lasciarla andare via. E nemmeno lei avrebbe voluto lasciarlo mai... soprattutto non così.
La angel si sentì distrutta. Ascoltò le grida delle sirene. Era quello che meritavano. Il dolore!
L’energia oscura era molto potente, soprattutto se animata da ricordi dolorosi. Cosa le era successo? C’era qualcuno che avrebbe saputo spiegarlo, qualcuno che era stato liberato proprio grazie all’energia oscura, l’unica in grado di rompere la teca di cristallo nella quale era rinchiusa.
 
La prima cosa che Angelie vide, sollevandosi lentamente, fu la figlia che combatteva coraggiosamente contro le creature, esibendo i poteri dell’oscurità… perché Raf era diventata un angelo nero.
Se sei una madre, e ti risvegli dopo centinaia di anni di prigionia, la prima cosa che vorresti vedere non è esattamente tua figlia pervasa dall’oscurità e assetata di vendetta che lotta contro le sirene, con il rischio di finire uccisa. E quella madre, seppur avendo potuto conoscere sua figlia, sapeva che c’era solamente una cosa che avrebbe potuto placare la sua ira.
 Perciò lentamente, passando inosservata nel trambusto generale, si avvicinò al ragazzo che giaceva a terra. Gli accarezzò una guancia, come se fosse stato anche lui suo figlio.
Se solo...
Deglutì e gli prese il polso.
La sua pelle non era fredda come si aspettava. Fece pressione con due dita sulle vene e le sentì pulsare, regolarmente. Vive.
Angelie sorrise e gridò l’unica frase che avrebbe potuto consolare la figlia.
- Raf, fermati! Il ragazzo è ancora vivo!
 
Raf si bloccò. Lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi, e fissò il  vuoto con sguardo allibito.
Si rese conto in un attimo di non aver risolto niente facendo del male alle sirene. E in quello stesso attimo realizzò quanto fosse splendido il suono di quelle parole.
Rimase ancora ferma. Forse lo aveva immaginato. Forse si sarebbe girata e  avrebbe visto Sulfus ancora morto.
- Raf, te lo ripeto, è vivo!- gridò ancora la voce.
E questa volta Raf si girò, senza neanche pensarci.
- Mamma?- chiese, avvicinandosi circospetta. Eppure era identica a lei. Non poteva essere nessun’altra se non lei.
La donna le corse incontro e la strinse a sé.
-Sei veramente tu?- Balbettò la angel, incerta.
-Sì, sono io, bambina mia. Sono io. Mi hai liberata con i poteri dell’oscurità.  
-Mamma...- mormorò Raf, abbracciandola. Quello doveva essere un momento di felicità pura, e tuttavia non riusciva ad essere felice. -E’ colpa mia... Sulfus è morto ed è tutta colpa mia...
-Lui non è morto, Raf. – le disse Angelie, e poi le porse il polso del devil. -Senti tu stessa.
Lei osservò la madre con aria spaventata. Prese il polso di lui fra le dita, lo strinse, e nei suoi occhi si riaccese la luce, lentamente riaffiorò l’azzurro e scomparve il rosso fuoco della sete di vendetta. Nessuno avrebbe potuto capire cosa provava lei in quel momento, a sentire quel polso vivo. Ma perché, se era vivo, non si svegliava?
Una sirena si avvicinò.
-Vuoi ancora assassinarci? Credi ancora di riuscirci, o pensi di potermi ascoltare?- chiese, con aria di sfida. Non sembrava arrabbiata. Solo... seccata. Il che fece infuriare Raf ancora di più.
-Perché non si sveglia? Perché?!
- Perché è morto - fu la secca risposta della sirena.
-Lui non è m-m… lui è vivo! Lui respira ancora! Il suo cuore batte ancora!
-Puoi anche fermarlo il suo cuore, per quel che vale, tanto il suo stato non cambierà.  
-Cosa vuoi dire?
- A scuola non vi insegnano nulla, eh?- Gli occhi della creatura splendettero di crudeltà, incrociando  quelli di Raf. - L’anima di ogni essere vivente è costituita da due parti: una è il soffio vitale, l’altra cambia a seconda del tipo di creatura. Se si tratta di un terreno, è l’essenza terrena. Se si tratta di un sempiterno...
- ...si tratta di essenza sempiterna.- concluse Raf, in un soffio.
La creatura ghignò. - Esattamente. Noi abbiamo l’essenza diabolica del tuo caro ragazzino... certo che è vivo, ha ancora il soffio vitale. Ma senza l’essenza sempiterna non è niente. Senza quella, il tuo adorato diavoletto è come morto!- e qui rise ancora, amara. Raf la fissò con odio.
- E non pensare di potergli dare un’altra essenza, sempiterna o terrena che sia. Solo la sua gli ridarebbe la vita. Se gliene dessi un’altra non ricorderebbe più niente di chi è, oppure potrebbe anche rigettarla e morire definitivamente. Fossi in te non tenterei! E’ meglio se lo uccidi subito, ragazza. Sarà meglio per lui! Ha già sofferto troppo, per causa tua - concluse puntandole un indice al petto.
Raf era inorridita. -Mai! Io non lo ucciderò mai!- disse, stringendogli la mano.
- Il mio era solo un consiglio.
- Perché lui? Perché non io? Sono io la Minaccia e la Salvezza, prendete me! A cosa può servirvi lui? – chiese coraggiosamente, con l’incoscienza che solo una angel di sedici astri può avere.
Sua madre sussultò. - Raf? Tu non sei la Minaccia e la Salvezza... mi dispiace, è anche colpa mia... se solo il mio messaggio fosse arrivato bene...
La sirena rise ancora, sadica. Raf non capiva. C’era qualcosa che sapevano solo la sirena e sua madre, qualcosa che lei ignorava.
-Non capisco...
-Ovvio che non capisci. Vero, Angelie? Vero che non può capire?- fece alla donna, gli occhi splendenti di una luce malvagia, la cresta colorata che oscillava nel vento, mentre si esibiva in un sorriso crudele a trentadue denti. Poi si rivolse di nuovo a Raf. - Ti piace leggere, sempiterna?
-Sì... ma cosa c’entra?- Chiese lei, sempre più confusa, stringendo a sé il corpo del suo amato.
-Allora come mai non hai letto questo bel libro che era sul tuo comodino?- sibilò fra i denti, e tirò fuori il libro che era stato rubato a Raf.
La bocca della angel si spalancò in un “O” di stupore e paura.
La creatura le lanciò il libro, e sua madre lo afferrò, prontamente.
- E’ un vero peccato... per te, ovviamente. Se solo avessi saputo avresti potuto avvertirlo di non venire, non proprio qui, nella tana del ragno, come uno stupido moscerino!- Ghignò.
Raf osservò la madre con sguardo interrogativo.
- Mamma..?
-Sì, diglielo, Angelie. Forza, fallo!
-Mamma, dirmi cosa? Qual è il vero messaggio?
Lei prese un sospiro. - Lui. E’ lui.  
Raf rimase in silenzio.
- Lui è la Minaccia e la Salvezza - ribadì la sirena. -L’hai detto finalmente! Il devil è la Minaccia e la Salvezza, è speciale! Per questo è stata presa la sua anima!
Raf rimase ancora in silenzio. Aveva sempre temuto di essere lei, e ora... ora voleva essere lei.
E invece era toccato a lui.
No. No. No!
-Con le lacrime non si risolvono gli errori – gongolò la sirena, alla vista di Raf che piangeva, e poi aggiunse con un sibilo:-Io lo so che tornerai. E sappi che noi, io e le mie sorelle, saremo qui ad aspettarti. Ma prima di venire leggi il libro, mi raccomando. Fallo e pentiti, perché è tutta colpa tua! Se tu lo avessi letto prima, tutto questo non sarebbe successo! E invece lui è venuto qui, e lo ha fatto perché voleva stare con te. Tu non lo hai avvisato, tu lo hai fatto morire, tu hai lasciato che prendessimo la sua anima! Come puoi vedere è sempre colpa tua! O, dal mio punto di vista, è merito tuo. Dovrei ringraziarti. Layadda stessa dovrebbe ringraziarti!
Raf ormai piangeva a dirotto. -Basta, basta! Smettila!
-La verità fa male, vero? Oh, lo so... – e qui esplose in una lunga risata, mentre le sue sorelle la attorniavano, muovendosi nella nebbia, che si faceva sempre più fitta.
Raf si sentiva veramente colpevole. La creatura, pur nel suo intento di farle del male, diceva semplicemente la verità. La triste, tragica verità.
Ma ora che tutto stava venendo allo scoperto, Raf aveva solo una domanda da fare.
-Perché è venuto qui? Cosa voleva fare?- Chiese, senza staccare gli occhi da Sulfus, e senza smettere di accarezzarlo.
-Lui voleva cambiare... per te... -  Iniziarono a sibilare le sirene, insieme. - Lui voleva annullare se stesso, per te... Tu sei… eri la sua debolezza più grande. Come vedi, è sempre colpa tua.
-Cosa voleva fare? - esplose Raf, con un singhiozzo.
- Lui voleva annullare se stesso... – ripeté una creatura.
- ...E’ quello che fanno i disperati...  
- ...Lui voleva...
- ...con tutto il suo cuore e tutta la sua anima...
-...perché sapeva che tu non lo avresti fatto mai...
-...tu non saresti mai diventata come lui...
-... lui voleva...
-... voleva diventare un angelo, e questo solo e soltanto per te!!! 
   
 
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