Amo questo capitolo! Mi sono impegnata il più
possibile per renderlo perfetto e spero che piaccia anche a voi! Penso che si
tratti di un punto della storia che aspettavamo tutti. Proprio come quando ho
scritto "Una dolce medicina" avevo in mente una canzone in
particolare che per me potrebbe fare benissimo da colonna sonora al "Drago
d'acciaio". Sto parlando di Howl di Florence + The Machine. Vi consiglio
di ascoltarla e di fare attenzione soprattutto al testo ...
If you could only see the beast you've made of me
I held it in but now it seems you've set it running free
Screaming in the dark, I howl when we're apart
drag my teeth across your chest to taste your beating heart ...
My fingers claw your skin, try to tear my way in ...
The fabric of your flesh, pure as a wedding dress
Until I wrap myself inside your arms I cannot rest ...
Be careful of the curse that falls on young lovers
Starts so soft and sweet and turns them to hunters ...
Portami via
I giorni successivi all’incontro con i banditi per
Gajeel furono i più terribili della sua vita. Le ferite che aveva ricevuto gli
facevano male e stentavano a chiudersi nonostante i suoi poteri, ma quello non
era il problema principale. Il pensiero di Levy continuava a tormentarlo: come
stava? Cosa le era successo alla fine? E al suo villaggio? Non poteva davvero
più stare senza di lei e permettere che qualcun altro la sfiorasse. Doveva
agire.
Per ingannare il tempo e dare alle sue ferite la
possibilità di guarire, Gajeel lasciò perdere gli allenamenti con la magia e
cominciò ad esercitarsi con le parole. Si mise a preparare un discorso per
convincere la ragazza a venire via con lui ma quel campo non era il suo forte e
ogni volta che il ragazzo provava la sua dichiarazione c’era sempre qualcosa
che non andava bene.
- Vieni via con me, tanto che hai da fare qui? -
- Parti con me, non costringermi a usare la forza
per convincerti! -
- Andiamo. Subito! ... Nooo! Nemmeno così va bene! -
Dopo tre o quattro tentativi di fila, Gajeel si metteva sempre le mani nei
capelli - Perché ogni cosa che dico sembro un farabutto che vuole rapirla?
Maledetto Metallicana! Perché non mi hai insegnato a parlare come fanno gli
umani? - Il dragon slayer gridava e poi lanciava uno sbuffo, sospirando tra sé
e sé - Non so bene come dirtelo perché non sono bravo con le parole ma ... Ti
va di partire con me, Scricciolo? Adesso che il mio addestramento è finito e
non devo più rimanere nella foresta, possiamo andare dove ci pare! Possiamo
viaggiare e visitare il mondo! Sì lo so, non sei il tipo a cui piacciono le
avventure, tu preferisci passare il tempo a leggere libri, ma fidati di me: ti
prometto che non te ne pentirai. Ti proteggerò, non ti accadrà nulla di male.
Farò in modo che tu non ti senta mai stanca, né annoiata. Ci fermeremo tutte le
volte che vuoi, andremo nelle città che preferisci e farò del mio meglio anche
per non farti arrabbiare. Ti prego, dammi una possibilità ... - E alla fine
Gajeel sospirava di nuovo, senza sapere che per trovare le parole giuste
l’unica cosa che doveva fare era aprire il suo cuore.
Gli ci volle un po’ per mettere insieme una
dichiarazione decente e quando ormai era tutto pronto, Gajeel si fece coraggio
e decise che era giunto il momento di agire. Ma prima di parlare con Levy andò a
fare visita a Natsu ed Erza nella Foresta dell’Est per proporre anche a loro di
unirsi al gruppo. Sapeva che Natsu condivideva il suo stesso sogno e per questo
voleva dargli una possibilità.
Quando arrivò nella Foresta dell’Est scoprì che
anche Igneel e Grandeeney erano spariti e che per questo motivo i due dragon
slayer avevano deciso di ritirarsi nella caverna alla base della montagna.
Natsu sembrava molto tentato dalla sua offerta ma Erza non aveva alcuna
intenzione di lasciare la sua amata foresta e così, alla fine, i due non
accettarono il suo invito. Quanto era testarda quella ragazza! La dragon slayer
del cielo era una delle creature più spaventose che Gajeel avesse mai visto e
per questo ogni volta che la incontrava apprezzava sempre di più Levy e la sua
dolcezza. Gli occhi e la magia di Erza sembravano fatti apposta per vedere
attraverso le persone, perfino dietro la facciata dura e spavalda che indossava
Gajeel. Per poco non lo scoprì, intuendo che prima di partire voleva chiedere
ad una ragazza di venire via con lui. Ma il dragon slayer negò tutto, li salutò
con una scrollata di spalle e si recò ai bordi della Foresta Pietrificata ad
aspettare l’arrivo di Levy in programma per quel pomeriggio. Era così ansioso
da sentire lo stomaco chiuso in una morsa d’acciaio, una sensazione ancor più
buffa e fastidiosa per uno come lui che il metallo era abituato a mangiarlo. Quel
giorno però, Gajeel aspettò inutilmente fino a sera.
- Chissà cos’è successo ... - Il dragon slayer alla
fine lanciò uno sbuffo, incrociando le braccia sul petto più irritato che mai.
Era furioso ma nella sua voce c’era anche un pizzico di delusione e un po’ di
preoccupazione. Ormai il sole stava calando, tingendo tutta la Foresta
Pietrificata d’arancione ed era improbabile che la ragazza arrivasse proprio a
quell’ora.
- Ti pare questo il modo di trattarmi? - Borbottò
ancora il dragon slayer, mentre setacciava per l’ennesima volta con lo sguardo
il mare d’erba che gli stava davanti. Gli steli della prateria ondeggiavano
pigramente sotto la brezza d’inizio primavera.
Gajeel aveva capito quasi subito che Levy non
sarebbe venuta quel pomeriggio, perché il suo Scricciolo non faceva mai
ritardo, eppure era rimasto ostinatamente seduto al solito posto, sulla sua
roccia d’ossidiana e aveva continuato a sperare. Aveva sperato fino all’ultimo.
- Poi dici che sono io quello “scortese”. - Gajeel
buttò fuori l’ultima parola con un verso disgustato. In realtà quella non era
la prima volta che Levy mancava uno dei loro appuntamenti segreti. Certi giorni
la ragazza rimaneva bloccata al villaggio per via di qualche imprevisto e non
riusciva a trovare un modo per liberarsi dagli impegni che le davano gli zii. Quando
arrivava il pomeriggio successivo ed i due riuscivano finalmente a vedersi,
Levy si scusava sempre un milione di volte. Forse, dopo l’incidente dei
banditi, la sua famiglia era ancora troppo scossa per permetterle di uscire ...
- Sapessi quanto mi fai preoccupare ogni volta che
non vieni ... - Gajeel sapeva che in realtà non c’era nulla di cui
preoccuparsi. Sapeva che Levy era al sicuro nel suo villaggio e che
probabilmente il motivo per cui non l’aveva raggiunto era qualcosa di sciocco,
ma quando la ragazza non veniva nella foresta, si sentiva sempre un peso in mezzo
al petto. Perché di tutti gli appuntamenti doveva mancare proprio quello? Proprio
quando aveva deciso di proporle di partire insieme a lui! Gajeel pensò che il
destino, forse, voleva fargli qualche scherzo e proprio allora una cornacchia
lo strappò dai suoi pensieri, lanciando un lungo grido dietro di lui, mentre
saltellava tra i rami della Foresta Pietrificata.
Che cos’era? Un cattivo segno?
Ormai anche la luce del tramonto si era dissolta e
le ombre diventavano sempre più lunghe ogni istante che passava. Gajeel si alzò
con un altro sbuffo, abbandonando finalmente il suo posto per tornare alla
caverna dove abitava. Come sembrava vuota la sua vecchia casa senza
Metallicana! Non riusciva proprio a sopportarla. Come avrebbe fatto a resistere
alla solitudine se anche Levy lo avesse abbandonato? Ma Gajeel si costrinse a
ricacciare indietro quei pensieri, scuotendo la testa. Lo Scricciolo che amava
non era il tipo: non avrebbe mai fatto una cosa del genere.
Voleva dimostrare d’essere forte ma quella notte
Gajeel non chiuse occhio. Si girò e rigirò sul suo giaciglio, infastidito da
tutti i rumori e i suoni che normalmente si sentivano nella foresta. Bastava
che un insetto gli volasse più vicino per farlo sobbalzare e spalancare gli
occhi. Si sentiva così elettrico che al sorgere del sole era già in piedi. Passò
il mattino ad allenarsi, cercando di distrarsi e di far trascorrere più
velocemente l’attesa, ma per quanto si sforzasse il pensiero di Levy non
riusciva ad andarsene dalla sua testa. Continuava a chiedersi cosa le fosse
successo e se stesse bene oppure no. Il discorso che aveva preparato per lei
continuava a ripetersi nel sottofondo dei suoi pensieri come un disco rotto.
Alla fine il dragon slayer lasciò perdere gli
allenamenti e andò al punto dell’appuntamento più presto del solito. Si mise a
sedere sulla sua roccia, tenendo d’occhio l’orizzonte come una sentinella. Si
aspettava di veder comparire Levy da un minuto all’altro, con un cestino della
merenda sotto il braccio, ma i secondi si trasformarono in ore e ben presto
tutto il pomeriggio passò via, senza che la ragazza venisse a fargli visita. Il
sole tornò a calare sulla prateria e sulla Foresta Pietrificata, tingendo tutto
di un arancio ancora più smorto del giorno precedente.
- Che cosa diavolo ti è successo, Scricciolo? -
Gajeel serrò i pugni, sforzandosi di rimanere fermo al suo posto. Se c’era
qualcosa che la tratteneva al villaggio perché non glielo faceva sapere? Poteva
inviargli un messaggio, usando Solid Script! Almeno un “sto bene” o un
“vediamoci domani”.
Oh, Gajeel avrebbe dato qualsiasi cosa pur di
vederla e di sapere come stava! Ma dopo l’ultimo incidente rischiava di
metterla in pericolo andando al villaggio. Se avesse infranto la loro promessa
Levy si sarebbe di sicuro arrabbiata ed a quel punto, probabilmente, non
avrebbe ascoltato nemmeno la sua proposta.
Quando Gajeel si alzò dal bordo della foresta era di
nuovo buio e la cornacchia, che aveva fatto il nido in mezzo a quegli alberi,
lo accompagnò mentre se ne andava via con un altro lungo verso. E quella notte
il dragon slayer la passò anche peggio della precedente: non fece altro che
avere incubi. Sognò di nuovo i banditi che avevano ucciso la sua famiglia e che
avevano minacciato di portarsi via anche la sua amata. Ma questa volta sognò
che erano molti di più e anche molto più spietati. Sognò che tornavano a
vendicarsi, appiccando le fiamme al villaggio e li sognò mentre rapivano Levy.
Quelle immagini lo costrinsero a svegliarsi di soprassalto e per il resto della
notte Gajeel rimase a fissare il soffitto, contando i secondi che mancavano
allo spuntar dell’alba.
Al mattino il dragon slayer era ancor più di mal
umore. Si buttò sotto l’acqua della cascata più vicina, cercando di lavar via
un po’ della stanchezza e poi si andò a sedere al suo posto sul bordo della
foresta, anche se l’appuntamento tra lui e Levy era di pomeriggio. Quando la
sera calò di nuovo sulla foresta, Gajeel era ancora lì da solo. Era allo stesso
tempo arrabbiato e terribilmente preoccupato ma si sentiva le mani legate. Gli
abitanti del villaggio erano stanchi delle sue scorribande, armati e pronti e
tutto. Se lo avessero intravisto, questa volta lo avrebbero sicuramente
attaccato e senza esitare. Era un’armata improvvisata, troppo poco per
fermarlo, ma Gajeel non voleva comunque combattere contro dei contadini.
Proprio come Levy, che gli aveva proibito di andare, non voleva ferirli
inutilmente. Ma quello era davvero un buon motivo per rimanere lì ad aspettare?
Forse non era successo niente di grave, ma come faceva ad esserne certo? Forse
Levy era in pericolo! Forse aveva ancora bisogno di lui! E se Levy aveva
bisogno di lui allora Gajeel era pronto a usare la sua magia contro il mondo
intero.
- BASTA! - Gridò alla fine il dragon slayer,
alzandosi di colpo. La cornacchia che gli aveva fatto compagnia tutti quei
giorni strillò per la sorpresa. - Sto venendo da te! - Ed il ragazzo si gettò
di corsa in mezzo all’erba alta, sfruttando la copertura della notte come un
manto protettivo. Non voleva combattere ma non si sarebbe tirato indietro se
necessario: in fondo aveva deciso di prendersi Levy a tutti i costi.
Quella sera Gajeel si infilò nel villaggio, quando
ormai era già buio pesto, sgusciando silenzioso tra le ombre delle case e degli
alberi. Ad un certo punto un cane da un cortile lo sentì e cominciò ad abbaiare
come un matto. Il ragazzo fu costretto a fermarsi di colpo, schiacciando la
schiena contro il muro che lo copriva. Una finestra si aprì e la voce di un
uomo riecheggiò per la strada insieme a quella del cane - Che c’è? Hai visto la
Bestia? - Seguì qualche istante di silenzio mentre il contadino setacciava la
strada con lo sguardo - No, non può essere la Bestia. - Concluse alla fine -
Nemmeno la Bestia è così matta da venire al villaggio con tutta questa sorveglianza.
- La finestra si richiuse con un tonfo ed il cane salutò il padrone con un
ultimo abbaiato. Gajeel lanciò un lungo sospiro prima di riprendere la sua
strada, facendo ancor più attenzione di prima. Quando raggiunse la casa di Levy
si sentiva come se avesse camminato praticamente per un’eternità. Scavalcò il
muro di cinta come aveva sempre fatto e si fece largo tra gli aranci in
giardino fino a che non arrivò abbastanza vicino da vedere la finestra di Levy.
Dov’era? Il suo sguardo la trovò subito ed il cuore gli si fermò in gola. Il
suo Scricciolo era proprio lì alla scrivania, con la testa appoggiata sulle
braccia e la lampada accesa. Indossava il vestito rosa che usava per dormire e
la sua solita fascia per i capelli. Per un attimo, Gajeel pensò che si fosse
addormentata mentre leggeva ma poi le sue orecchie colsero qualcosa in più e
capì che Levy stava singhiozzando. Quel suono lo attraversò come una scossa ed
il corpo di Gajeel si mosse praticamente da solo, si avvicinò alla finestra e
bussò sul vetro. Levy drizzò la testa con uno scatto e non appena lo vide si
affrettò a sfregarsi gli occhi con la manica del vestito, ma ormai era troppo
tardi per nascondere le lacrime. - Gajeel! - Sibilò la ragazza mentre apriva la
finestra - Che cosa ci fai qui? - Il dragon slayer non le permise nemmeno di
finire la frase: l’afferrò per un polso, trascinandola fuori, dietro il
fienile, dove nessuno poteva vederli.
- Ti avevo detto di non venire più al villaggio! È
pericoloso e ... - Ma il dragon slayer non aveva alcuna intenzione di mettersi
a discutere di quelle cose - Che cosa ti è successo? Perché non sei venuta
questi giorni? E perché stavi piangendo? -
- Piangendo? - Levy si sfregò di nuovo la faccia -
Non è vero! - Ma il suo aspetto parlava chiaro. Parlava di giornate terribili e
notti insonni perfino peggiori di quelle di Gajeel. I suoi capelli erano sfatti
e arruffati, nonostante la bandana che li tirava indietro. La sua pelle invece sembrava
più pallida del solito e gli occhi rossi, cerchiati da un alone scuro.
- Non dirmi bugie. - Le intimò Gajeel con un verso
basso, che sembrava quasi un ringhio. - Che cosa è successo? La tua famiglia ti
ha chiusa dentro? È per colpa mia? È per la storia della Bestia? -
Levy scosse la testa, abbassando lo sguardo e mordendosi
il labbro. Esitò per qualche istante perché non voleva dirgli la verità ed
aveva paura della sua reazione. Alla fine le venne fuori un sospiro - Dopo
l’incidente dei banditi i miei zii non vogliono più farmi uscire. Sono stanchi
delle voci che si sentono in giro. Hanno deciso che ormai sono abbastanza
grande per darmi in moglie e vogliono che scelga uno tra Jet e Droy. -
- Che cosa? - Sibilò Gajeel, la sua voce più alta di
qualche tono.
- Ma io non voglio nessuno dei due! - Si affrettò a
replicare Levy - Sono dei bravi ragazzi, mi piacciono come amici ma niente di
più! -
- E non glielo hai detto? -
- Certo che glielo ho detto! È per questo che mi
hanno messa in punizione e non sono riuscita a venire per tutti questi giorni!
- La ragazza agitò una mano per aria, esasperata - Vogliono tenermi chiusa in
casa fino a che non mi sarò schiarita le idee! -
- Ma non possono costringerti loro a decidere cosa
fare! -
- Invece sì. Purtroppo questa è la tradizione al
villaggio e in tanti altri paesi vicini. - Sospirò Levy - La famiglia di ogni
ragazza ha il diritto di decidere cosa è meglio per loro. -
- Stronzate! - Ringhiò Gajeel ma Levy continuò col
suo racconto - Ed i miei zii non vedono l’ora di trovare una sistemazione più
adatta a me. Per loro in fondo sono solo un’eredità scomoda che gli ha lasciato
mio padre. Sarebbe molto più conveniente se sposassi uno dei figli: non
avrebbero bisogno di pagare una dote ad un estraneo. -
- E tu che vuoi fare? - Il dragon slayer la
costrinse a rialzare la testa, strattonandola per un braccio.
- Fare cosa? - Replicò Levy, anche lei con una punta
di rabbia. Non le piaceva l’idea che Gajeel fosse venuto fin lì per
rimproverarla. Non poteva nemmeno immaginare quanto avesse pianto in quei
giorni, quanto avesse gridato e quanti pugni avesse tirato inutilmente alla
porta. Non sapeva che aveva provato a parlare con gli zii e che li aveva
perfino implorati, gettandosi in ginocchio. Non sapeva che aveva passato ore e
ore a pensare ad una soluzione e che aveva consultato perfino un libro di
diritto per scoprire se i suoi zii potevano davvero costringerla a sposarsi. Non
sapeva non aveva chiuso occhio e che non aveva nemmeno mangiato.
- Non ci sono molte alternative! Vuoi rimanere
chiusa dentro quella stanza fino a che non ti avranno costretta a fare come
vogliono loro .. - Gajeel sottolineò il concetto puntando una mano in direzione
della finestra.
- Oppure vuoi finalmente tirare fuori un po’ di
coraggio? È da quando ci siamo conosciuti che cerco di insegnarti che bisogna
essere forti! La vita è una Scricciolo, non puoi sprecarla a fare quello che ti
dicono gli altri! Per una volta tanto fai quello che vuoi fare tu! Prenditi
quello che vuoi tu! Segui i tuoi sogni! Lo hai detto tu stessa: per questa
gente sei solo un peso, che cosa te ne importa di quello che pensano? - Le
parole di Gajeel erano così forti e così vere che Levy per un attimo sentì che
le lacrime stavano per tornarle agli occhi. Durante quei giorni di prigionia
c’era un’altra soluzione a cui aveva pensato ma le era sembrata così folle da
essere praticamente impossibile. Eppure era quella l’unica alternativa che Levy
desiderava davvero.
- Quindi dici che devo fare quello che voglio? -
- Esatto! -
- Portami via con te. - Levy lo afferrò per la
casacca, tirandolo più vicino a sé e Gajeel ammutolì di colpo. Ormai che
l’aveva detto, la ragazza non aveva più alcuna intenzione di tornare indietro e
rimase ferma al suo posto, fissandolo dritto negli occhi - Portami via, allora.
Non voglio rimanere qui e non voglio continuare a farmi dare ordini dai miei
zii. Voglio stare con te, vivere con te ed essere libera come te! Adesso che il
tuo addestramento è finito possiamo andare in giro per il mondo! Viaggiare e
visitarlo tutto da cima a fondo. Una volta finito il giro possiamo farlo d’accapo
anche un’altra volta! Ti prego Gajeel! Lo so che non sembro il tipo e lo so che
forse non ti fidi a portarmi con te, ma questo, questo è davvero quello che
voglio! -
Gajeel si era preparato un lungo discorso per
convincere Levy a partire con lui ma in quel momento non gli riuscì di dire
nemmeno una delle parole che aveva scelto. Si immaginava di tutto tranne che il
suo Scricciolo lo anticipasse in quel modo! Forse era un sogno?
Il dragon slayer le passò una mano dietro la nuca,
attirandola più vicino e baciandola con forza. Si staccò soltanto quando ormai
lui e Levy non avevano più respiro.
- Vieni allora. - Il dragon slayer non le lasciò
nemmeno il tempo di replicare, prendendola in braccio con uno scatto. Per la
sorpresa Levy si lasciò scappare uno strillo e quando si coprì la bocca ormai
era già troppo tardi - Andiamo via così? -
- Non era quello che volevi? - Levy si lanciò
un’occhiata alle spalle, mentre Gajeel correva via. Qualcuno doveva averla
sentita perché adesso le luci della casa erano tutte accese.
- Certo! Ma volevo prendere un paio di cose prima di
andare via! - La ragazza gli assestò uno schiaffo sul braccio, irritata.
- Non ti servono bagagli per essere libera come me,
Scricciolo! - Gajeel piegò le gambe e saltò sul muro di recinzione. I due
rimasero per un attimo in bilico lì sopra mentre gli zii della ragazza ed i
suoi cugini si riversavano fuori. Levy riuscì giusto a intravederli prima che
Gajeel saltasse giù, strappandole un altro strillo.
- Ci hanno visti! - Esclamò la ragazza - Guarda che
è successo per colpa tua! - E giù un altro schiaffo, ma Gajeel ormai stava
ridendo come un matto - Che te ne importa! Tutto il mondo deve sapere che oggi
vieni via con me! -
Sarebbe stato meglio se avessero preparato quella
fuga con un po’ più di attenzione. Sarebbe stato meglio che non li avessero
scoperti, se fossero scappati in silenzio e con un bagaglio, ma in fondo non
importava a nessuno dei due. Levy si mise a ridere mentre il villaggio che
l’aveva tenuta prigioniera per tanti anni spariva alle sue spalle. Ormai quasi
tutte le luci nelle case erano accese ed i contadini si stavano preparando per
affrontare la Bestia ma non avevano alcuna speranza di raggiungerli.
Alla fine il villaggio sparì nella notte, la
prateria si consumò in un attimo e la Foresta Pietrificata li accolse col suo
groviglio di rami oscuri. Gajeel non si girò indietro nemmeno per un istante:
sapeva che i loro inseguitori non avevano abbastanza fegato per venire nella
foresta. Puntò dritto fino alla caverna e fece scendere Levy soltanto quando
ormai era sull’ingresso.
- Sei sicura allora? Vuoi davvero stare con me? -
- Ti ho già detto di sì. - Levy indietreggiò, spinta
dentro da Gajeel che la incalzava.
- Davvero? Lo sai che quando i dragon slayer e i
draghi fanno una promessa è per sempre? Se decidi di stare con me e di
diventare la mia compagna, allora significa che resteremo insieme fino
all’ultimo respiro. Staremo insieme qualunque cosa accada, giorno e notte,
senza mai lasciarci. Non potrai più guardare gli altri maschi e un giorno
dovrai darmi anche un erede. - Gajeel si sfilò la giacca di pelliccia che
indossava sempre e la lanciò a terra, come una rozza coperta. Levy gli sorrise
- Quindi sono scappata da un matrimonio per trovarne un altro? Redfox, eh? - La
ragazza si poggiò un dito sulle labbra - Levy Redfox non suona male. -
- Guarda che è una cosa seria! Se comincio non posso
più fermarmi. - Le confessò Gajeel, spingendola sulla pelliccia che aveva
appena steso. Levy arrossì, mentre il corpo del dragon slayer la bloccava a
terra col suo peso. Erano stati vicino moltissime volte ma mai così tanto. La
ragazza si sforzò di trattenere un altro strillo e di ricacciare indietro la
timidezza - Guai ... a te se ti fermi. -
Le mani di Gajeel erano ruvide e nei suoi movimenti
non c’era delicatezza ma in fondo la delicatezza non era quello che Levy voleva
in quel momento. Non chiedeva di meglio che sentire tutta la passione e tutta
la forza del suo dragon slayer. Chiuse gli occhi e lo lasciò fare mentre le
sfilava il vestito e tirava via anche i suoi abiti. Quante volte aveva sognato
quel momento? Ma nessuno dei sogni che aveva fatto poteva reggere il confronto
con la realtà. Gajeel era mille volte meglio di qualunque personaggio avesse
letto nei suoi libri. I suoi muscoli erano duri come acciaio ma il suo corpo
era caldo e dovunque passasse le faceva dimenticare il freddo della caverna.
Davvero ... Aveva aspettato davvero troppo tempo prima di prendersi quello che
voleva ...
E fu così che in quella notte di passione Gajeel e Levy
decisero finalmente di diventare una coppia un po’ secondo le regole degli
umani, un po’ secondo quelle dei draghi. E quando ormai era tutto deciso
entrambi piombarono in un sonno profondo, mettendo finalmente da parte la
stanchezza e la frustrazione che avevano provato in quei giorni.
Gajeel fu il primo a svegliarsi al mattino
successivo quando ormai il sole era già alto e i suoi raggi filtravano
dall’imboccatura della caverna. Per un attimo pensò di aver fatto il sogno più
incredibile di tutta la sua vita ma poi si accorse che Levy era ancora lì, stretta
al suo petto, nuda ma avvolta nel suo cappotto di pelliccia per non sentire il freddo.
E a quel punto Gajeel chiuse di nuovo gli occhi, appoggiandole il mento sulla
testa ed inspirando profondamente il suo profumo, quell’essenza che gli
ricordava il miele e la lavanda.
All’inizio non era stato d’accordo ma adesso capiva
la scelta Metallicana. Se non lo avesse abbandonato e messo alle strette,
probabilmente non avrebbe mai trovato il coraggio di prendere quella decisione.
Una volta il drago d’acciaio gli aveva spiegato che
il valore di un maschio si misura dalla femmina che ha accanto. Adesso, con
Levy vicino, Gajeel sentiva di poter dichiarare il suo addestramento definitivamente
concluso. Metallicana aveva fatto di lui un dragon slayer ma la ragazza gli
aveva finalmente dato la possibilità di diventare uomo. Tutta la magia che
aveva imparato adesso aveva davvero un senso: l’avrebbe usata per difenderla e
per renderla felice.