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Autore: Crepuscolina13    21/08/2015    4 recensioni
Una storia SwanQueen ambientata nell'orribile tragedia delle torri gemelle.
Dal capitolo 1:Quando i miei occhi ritornarono sulla strada mi trovai davanti una donna, frenai subito facendo così stridere i freni sull'asfalto, ma non fu sufficiente perché anche se pur con minore velocità colpì la donna che sbalzò a pochi metri di distanza.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Kathryn Nolan/Abigail, Regina Mills, Ruby/Cappuccetto Rosso
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10:Una colazione in famiglia

12 settembre 2001, 3:00 A.M

Pov.Regina

Fui svegliata da un suono fastidioso.

Toc,toc,toc,toc.

-Mhh- riuscì soltanto a mugolare, ero ancora intontita dal sonno.

Dopo un altro minuto presi tutte le forze che avevo e con un grande sforzo uscì dal mio comodo e soffice letto.

Una volta in piedi riuscì a distinguere meglio quel suono, qualcuno stava bussando alla porta.

Lanciai uno sguardo alla sveglia, le tre del mattino?? Chi cavolo poteva essere a quell'ora?

Indossavo solo l'intimo così prima di uscire dalla stanza presi con me anche una vestaglia.

Mi avvicinai furtiva alla porta di casa e sulla via presi con me un ombrello impugnandolo come una possibile arma.

Ovviamente prima di aprire guardai attraverso lo spioncino.

Velocemente spalancai subito la porta.

-Emma cosa ci fai qui?- esclamai sorpresa, facendo cadere l'ombrello a terra.

-Scusami Regina davvero, so che è notte ma...non sapevo dove andare-

A quelle parole il mio cuore perse un battito, la sua sofferenza era anche la mia.

Il suo viso era sconvolto dalle lacrime, aveva i capelli arruffati, il trucco sfatto e notai anche molti brividi lungo la sua pelle, stava tremando.

-Vieni entra- lei non se lo fece ripetere due volte ed entrò, io chiusi la porta e la guidai in salotto prendendola per mano.

-Scusami, tu stavi dormendo e io sono venuta qui come una bambina che..- cercò di dire piangendo, dopo aver notato il mio abbigliamento.

-Tranquilla, puoi venire qua tutte le volte che vuoi, adesso dimmi, cosa è successo?- chiesi dolcemente, mentre ci accomodavamo sul divano, una di fronte all'altra con le nostre ginocchia che riuscivano a toccarsi.

-Non riuscivo a dormire, troppo pensieri, troppi incubi e poi...- non le misi fretta, lasciandole il tempo che le serviva per finire il racconto.

-Regina, oggi è stato orribile, ho dovuto chiamare i suoi genitori, o dovuto sentire la loro sofferenza...- riprese fiato e continuò.

-La casa era così vuota....lei spesso si fermava a dormire da me..potremmo dire che siamo...eravamo coinquiline...-

-Non potevo restare lì, troppi ricordi.. e così sono uscita, ma non sapevo dove andare, ho vagato per New York e poi sono capitata qui e...- altri singhiozzi interruppero il suo racconto.

A quel punto non mi trattenni più e l'abbracciai accarezzandole i capelli.

-Hai fatto bene Emma, ci sono e ci sarò sempre per te- la tranquillizzai.

-Grazie mille Regina- sussurrò dolcemente.

-Ehi non devi neanche dirlo- risposi guardandola negli occhi.

I nostri sguardi si incrociarono e i nostri visi si avvicinarono.

Finalmente le nostre labbra riuscirono a sfiorarsi.

Emma mi accarezzò la guancia mordendomi poi un labbro.

Il nostro bacio fu casto, perché in quel momento entrambe avevamo bisogno solamente di pura dolcezza.

-Forse ora è meglio che io vada- disse una volta finito il bacio.

-No resta- esclamai subito.

-Regina io..- mormorò

-Resta- ripetei.

-Okay, resto- acconsentì infine.

Mi alzai in piedi trascinandola insieme a me.

-Dove stiamo andando?- chiese divertita.

-Vieni a letto con me- risposi sorridendo.

-Come??!- esclamò ad occhi aperti.

-Cioè non in quel senso- chiarì subito capendo imbarazzata il fraintendimento.

-Solo per dormire, dormi con me- chiesi implorante; lei era venuta per chiedere il mio sostegno ed adesso ero io quella ad aver bisogno di lei.

Non rispose, annuì solamente.

Aprì la porta accendendo le luci e lentamente la guidai verso il letto.

In teoria mi sarei dovuta sentire a disagio invece ero completamente in pace con me stessa.

Mi stesi sul copriletto e poco dopo Emma mi seguì.

Una volta stese riunimmo di nuovo le nostre mani, ci posizionammo una di fronte all'altra, i nostri visi alla stessa altezza.

Io mi avvicinai a lei, facendole credere di voler baciare le sue labbra, ma all'ultimo istante deviai percorso e posai le mie labbra sulla sua guancia, ma non perché non volessi baciarla, solo che in quel momento così intimo, così speciale volevo donarle solo dolcezza e nient'altro di più.

Lei di ricambio mi accarezzò la guancia, anche quello fu un gesto così dolce che rabbrividì e mi fece emettere un mugolio di piacere.

-Grazie Regina, non so cosa avrei fatto senza di te- mi disse con la voce roca.

-Ti amo, ed è strano, Emma tutto quello che ci sta capitando è strano, ma è una stranezza così meravigliosa che vorrei non finisse mai- ammisi dolcemente.

Da quando Emma si era presentata davanti alla porta di casa mia, piangendo, tutte le mie barriere di sicurezza si erano abbassate, lo dimostrava il fatto di averle chiesto di rimanere a dormire con me, che a cose normali, con il mio pensiero razionale non avrei mai fatto.

Stanotte finalmente avrei parlato ad Emma a cuore aperto, senza più paura di soffrire.

-Ti amo anch'io Gina- sorrise portando un suo braccio sopra il mio fianco.

-Gina?- chiesi curiosa.

-E' un soprannome..se non ti piace..- ma portando un dito sopra le sue labbra la interruppì.

-E' perfetto, lo adoro- I suoi occhi si riempirono di così tanta felicità che quasi mi abbagliarono.

Io rimasi piacevolmente colpita quando posò un tenero bacio sulla punta del mio indice.

-Buonanotte Gina- mi sussurrò.

-Buonanotte Amore- ricambiai, e guardandola un ultima volta nei suoi splendidi occhi spensi la luce, ed abbracciate insieme per condividere lo stesso calore ci addormentammo.

8:30 A.M

Pov.Emma

Mi svegliai grazie a un luminoso raggio che aveva invaso la stanza.

Mi rotolai nel letto sbadigliando ,quando all'improvviso mi ricordai della notte scorsa e con uno scatto mi tirai su, mi guardai intorno e notai che l'altra parte del letto era vuota.

Allora non avevo sognato, avevo veramente dormito a casa di Regina, e a quei pensieri non potei più trattenere l'enorme sorriso che mi si formò in viso.

Sentì dei rumori provenire dalla cucina, così mi alzai ma prima andai in bagno.

Mi diedi una sciacquata al viso e mi guardai nello splendido specchio ovale contornato da delle specie di rami neri.

I miei capelli erano un disastro, così come i miei abiti, stropicciati, eppure il mio viso non era mai stato così bello, riuscivo veramente a notare una luce che mi faceva apparire felice, ed ovviamente il merito era tutto di Regina.

-Buongiorno- dissi appena entrata in cucina.

Regina era di fronte ai fornelli con una padella in mano, e al sentire la mia voce si girò sorridendo.

-Buongiorno anche a te Emma-

Io mi avvicinai scrutandola, di mattina era ancora più bella.

-Cosa stai cucinando?- chiesi golosa.

-Pancake, Henry li adora, poi stamattina sono andata in pasticceria ed ho comprato dei cornetti, quelli sono il tuo alibi- spiegò indicando il sacchetto presente sul tavolo.

-Il mio alibi?- chiesi confusa.

-Si, è meglio non far sapere ad Henry che hai dormito qui, così' potresti dire che sei a fare colazione da noi perché ci hai portato dei cornetti- spiegò in imbarazzo, forse aveva paura che mi arrabbiassi.

-Ah okay, non c'è problema- risposi comprensiva.

Detto questo lei mi sorrise in un modo strano e lentamente mi si avvicinò, circondandomi i fianchi, allora io velocemente avvicinai i nostri visi e la baciai,a differenza del bacio dolce di questa notte, questo si trasformò in un bacio passionale.

Con foga mordicchiai le sue labbra e così lei le aprì, lasciandomi libero accesso alla sua lingua.

Durante il bacio Regina indietreggiò fino ad andare a sbattere contro un pianale della cucina, ciò fece cadere un cucchiaio, poggiato lì sopra, e grazie al suo fastidioso rumore interrompemmo il bacio, e fu una fortuna, perché sentivo che quel semplice contatto si stava trasformando in qualcosa di più.

Regina si mise a ridere e poi disse: - vado a svegliare Henry-.

Dopo cinque minuti la donna tornò indietro con il figlio dietro.

-Buongiorno Henry- esclamai subito amichevolmente.

Il ragazzino si stropicciò gli occhi, come se non credesse a quello che vedeva.

-Emma cosa ci fai qui?- chiese sorpreso ma ancora un po' assonnato.

-Stamattina sono passata davanti alla pasticceria più buona di New York così ve ne ho presi un po' per ringraziarvi del pranzo di ieri- spiegai (mentendo).

-Mh, cornetti- esclamò il ragazzino sedendosi subito a capotavola.

-Henry cosa ti ho insegnato?- lo sgridò Regina.

-Giusto, buongiorno Emma e grazie- mi disse rimproverato dalla madre.

-Di nulla- risposi io gentilmente.

Regina prese i pancake e li portò in tavola e dopo ciò ci accomodammo a sedere.

-Mamma ma non devi andare a lavoro?- chiese Henry dopo aver bevuto un sorso di latte.

-Vedi non credo ci tornerò così facilmente..possiamo dire che sono in vacanza anticipata- rispose la donna cercando di spiegare al figlio la complicata situazione, cercò di non rattristirsi per non far preoccupare il bambino, ma io riuscì comunque a scorgere un alone cupo ricoprire i suoi occhi, quanto avrei voluto stringergli la mano per rassicurarla, ma in quel momento proprio non potevo.

-Mamma ma anche la scuola è chiusa, allora cosa facciamo?- chiese il ragazzo curioso.

-Potremmo andare a Central Park- proposi io subito.

-Si mamma possiamo?- chiese subito implorante alla madre.

-Certo, mi sembra un ottima idea- rispose lei felice.

-Emma tu sei fidanzata?- chiese all'improvviso Henry dopo un minuto di silenzio.

-Ehm no..perché?- risposi subito confusa dalla strana domanda.

-Oh no così- rispose per poi finire di bere il latte che aveva nella tazza.

-Neanche la mamma- aggiunse poi.

Regina sentendo quelle parole si strozzò con il caffè che stava bevendo per poi esclamare subito imbarazzata - Henry!!!-

-Mh..grazie dell'informazione Henry- risposi invece io.

-Non c'è di che- rispose felice, sorridendo a tutte e due in un modo strano, e detto questo si alzò da tavola per andarsi a cambiare.

Io mi girai a guardare Regina, stranita dalla strana conversazione, e quando i nostri sguardi si incrociarono, entrambe scoppiammo a ridere in una fragorosa risata.

-----------

Salve, a chi non gli si è stretto il cuoricino pensando ad una Emma disperata che ha bisogno di Regina? <3

Le nostre protagoniste devono pensare bene a come svelare la verità ad Henry, ma siamo sicure che il ragazzino sia proprio all'oscuro di tutto? ;) Vedremo....A presto.

  
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