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Autore: mayneistheway    21/08/2015    2 recensioni
dal testo: "E ora, dopo tanti anni si ritrovano nuovamente in quella città così familiare eppure sempre così diversa. Non c'è più dolore nel percorrere quella strada, quella notte è ormai lontana, e per quanto riguarda gli scheletri negli armadi, quelli hanno semplicemente imparato a tenerli a bada."
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Se una decina di anni fa qualcuno avesse chiesto loro "tornerete mai a casa?" avrebbero risposto di no, senza alcun dubbio. Anche se forse sarebbe stato Dean a rispondere così, Sam non se le ricorda nemmeno quelle mura e, a dirla tutta, non ha mai trovato un posto con un tetto che potesse chiamare "casa" prima del bunker, nemmeno con Jessica, nemmeno a Stanford. Solamente l'Impala è stata il suo vero puro di riferimento, sempre, lei e Dean.
È per questo che tanti anni fa, quando hanno dovuto tornarci, inizialmente fu il maggiore a piantare i piedi a terra per non andare, troppi ricordi che voleva solo dimenticare, soprattutto quella notte di novembre. Un'intuizione, un sogno, che alla fine si è rivelata giusta, videro anche Mary, o meglio, il suo spirito.
Sam sentì la sua voce, vide i suoi occhi non per la prima volta, ma è stato come se lo fosse e in entrambi percepì il dolore e il rammarico per averlo condannato. Dean invece vide la sua dolcezza in quegli occhi, quella che vedeva ogni volta che la consolava quando litigava con John.

E ora, dopo tanti anni si ritrovano nuovamente in quella città così familiare eppure sempre così diversa.
Non c'è più dolore nel percorrere quella strada, quella notte è ormai lontana, e per quanto riguarda gli scheletri negli armadi, quelli hanno semplicemente imparato a tenerli a bada.

Non sanno assolutamente niente di cosa succederà in futuro, questa minaccia é nuova e non sono assolutamente preparati ad affrontarla, di conseguenza non sanno se sta volta ce la faranno.
È il 23 novembre 2015: Azazel é morto, l'apocalisse è stata arrestata, Abaddon è stata uccisa e Dean é tornato Dean, loro due sono tornati quello che erano.
E magari la loro mamma è da qualche parte che li osserva insieme a John, magari non all'inferno e magari sono fieri dei loro due ragazzi, ognuno a proprio modo.
Ed è questo che pensano mentre passano davanti quella maledetta casa fermandosi dall'altro lato della strada.

Dean guarda la finestra di quella che una volta è stata la cameretta di Sammy e ricorda le fiamme, il calore, il peso di quel piccolo bambino nelle sue braccia e la voce di suo padre che urlava, la prima volta che aveva salvato il suo fratellino.
Sam invece non può ricordare quella notte, non può sapere dove esattamente sia avvenuto tutto, nonostante ci sia stato una volta e quindi si limita a pensare come sarebbe andata se lui non fosse nato.
Nonostante gli anni e la sua fuga non ha smesso di pensarlo, di sentirsi colpevole di tutto quanto, soprattutto dopo che Dean gli ha detto quelle cose mentre lo curava.
Restano ancora qualche secondo ad osservarla e poi ripartono, dirigendosi alla vera meta di quel viaggio: il cimitero.

Passano davanti allo studio della sensitiva che li aveva aiutati in passato, nella loro mente il pensiero di fare un salto da Missouri ma è meglio evitarlo, ormai hanno capito che avere amici equivale a perderli, quindi a soffrire ulteriormente e non ce n'è proprio bisogno.
Si limitano ad andare davanti la tomba di Mary e stare lì, in silenzio mentre chissà quali pensieri vagano per la mente, quali parole vorrebbero dire ma nemmeno una sarebbe degna.

Il rumore familiare delle ali di Castiel rompe il silenzio ed è dietro di loro. Nemmeno lui si azzarda a parlare, non si sente in dovere di farlo e davvero, crede di essere altamente fuori luogo ma non se ne va; anche lui si ricorda i loro genitori.
Non ha mai compreso pienamente quale fosse la sua vera missione, né quella dei suoi fratelli e del paradiso in generale sinceramente, ma si sente come se fosse sempre destinato ad arrivare da loro. Il grande piano di Dio non può essere essere modificato e forse è proprio così che doveva andare, ogni singolo momento.
Castiel non ricorda suo padre, non sa quanto tempo fa se ne sia andato ma sa che continua a guardare (lo ha salvato tante di quelle volte!) e anche se non lo dirà mai, sa che era nel piano essere destinato a loro.
L'Angelo ribelle, sbagliato ma giusto, con i due prescelti, anche loro così sbagliati e giusti allo stesso tempo.
Forse è proprio questo che lo fa sentire in dovere di restare, l'essere così simile a quei due fratelli, in un modo diverso ad entrambi, e così legato a loro. Perché non sa quante volte glielo hanno detto, dimostrato, provato ma lui fa parte della loro piccola e disastrata famiglia e lo sente, ora lo capisce.

Quando si girano, lo guardano e sorridono appena. Una pacca sulla spalla per dire "andiamo", un ultimo sguardo alla tomba, un ultimo saluto dalla parte del maggiore e delle scuse sussurrate da parte del minore e si risale in macchina.
Loro due davanti e il loro Angelo dietro, quella piccola fetta di quotidianità dentro un mare di incertezze.
Uno sguardo complice e di nuovo in viaggio verso casa.


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Salve ^^
ok premessa, piccolo delirio dovuto probabilmente ad un colpo di sole mentre ero sulle rocce della Puglia. Non so perchè, non so come e non so nemmeno cosa sia questa cosa che ho scritto ma stranamente mi piace quindi la posto.
La mia mente è proiettata un po' sempre nella s11, mi limito ad immaginare cose che mai avverranno come questa (e come Sam che ridà il Samulet a Dean perchè lui lo ha preso lo so ma tralasciamo)
Niente, non aggiungo altro. Non è betata, l'ho riletta non so quante volte ma in caso mi fosse scapparo quale errore perdonatemi.
Alla prossima. 

 
  
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