Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: steffirah    21/08/2015    1 recensioni
Si tratta di una serie di One-shot per la Shaosaku week (che cadeva dal 20 al 26 luglio). Alcune sono AU, altre riguardano i viaggi nelle varie dimensioni, seguendo il tema di quel giorno.
Sette date, otto mondi fantastici in cui vivere esperienze straordinarie.
Genere: Angst, Avventura, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura, Syaoran, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Day 3 – PROTECTING
 
~ Un’armonia condivisa con te ~
 
Aprii gli occhi, sbadigliando, voltandomi da un'altra parte, accoccolandomi contro Moko-chan. Me li stropicciai, infastidita da quella forte luce azzurra e arancio.
«Shiroi manjuu, dove diamine siamo finiti stavolta?!»
«Neee Kuro-tan, quella non ti sembra una vespa gigante?»
Sentii un grido da parte dell'interessato e una risata allegra e divertita provenire dal secondo. Mi sforzai di alzarmi, dondolando un po' la testa, ancora intontita, e vidi Kurogane-san inseguire Fay-san con intento omicida. Quando la mia visuale non sembrava più offuscata dal velo del sonno misi a fuoco l'ambiente che ci circondava: la prima cosa che vidi furono lunghi grappoli di fiori violacei, simili a tanti chicchi d'uva, che parevano estendersi fino a quel cielo, la cui luce continuava ad infastidirmi. Erano enormi, come se fossero delle lunghe torri, dalle prominenze soffici e le tinte delicate.
Una volta seduta mi resi conto, in ritardo, di essere stesa accanto a Shaoran-kun ed essermi involontariamente raggomitolata attorno al suo braccio, pensando si trattasse di Moko-chan. In effetti, mi sembrava strano considerato che quest'ultima correva dietro i nostri compagni di viaggio, prendendo in giro Kurogane-san. Mi allontanai con cautela, riappoggiando il braccio accanto al suo corpo, e gli sfiorai una guancia. La sua espressione sembrava ancora dolente e mi morsi le labbra, sentendomi in colpa.
Nel mondo precedente c'eravamo trovati in pericolo, sorpresi alle spalle da grossi nemici che mai avevamo incontrato prima. Era un universo assurdo e orribile: lì la natura sembrava spoglia, morta, e la mia piuma veniva utilizzata per alimentare dei macchinari con i quali si facevano degli esperimenti sugli esseri umani. Eravamo stati subito catturati e imprigionati da quei mostri viscidi, disgustosi, simili a dei vermi, ma con otto occhi e dieci zampe e il corpo molto più grande, agile e flessibile del nostro.
Shaoran-kun aveva un piano per poter rubare la piuma - a trattare con loro ci rinunciavamo, visto che il nostro primo tentativo non era andato a buon fine, anzi: era stato proprio in quel momento che ci avevano incatenati e portati via, divisi in due celle diverse, per poterci "studiare". Era stata un'esperienza terrificante.
Avevo provato a spiegare il motivo per cui ci trovavamo lì, perché le piume erano tanto indispensabili per ritrovare i miei ricordi perduti, ma il loro unico interesse sembrava quello di farmi del male. Venni torturata, provai tante sensazioni terribili al corpo che piano piano sentivo indebolirsi sempre di più, ma scoprii che non era nulla in confronto a quello che avevano fatto a Shaoran-kun. Lui aveva provato a ribellarsi, più di quanto mi fossi sforzata io, aveva lottato contro di loro ed era corso a liberarmi. Mi prese per mano e anche se traballavo, anche se avevo la vista offuscata, potevo vedere chiaramente che le sue condizioni non erano migliori delle mie: graffi e bruciature lungo tutto il corpo, segni insanguinati lasciati dalle strette catene nel tentativo di liberarsi, rivoli scarlatti rotolavano giù dalla sua tempia sinistra e la mano che impugnava la spada sembrava bagnata nell'acido.
Mentre mi conduceva all'uscita venimmo scoperti e la cosa peggiore era che Moko-chan non  si trovava con noi: eravamo stati separati dal resto del gruppo, e non avevo la minima idea di dove si trovassero. Pregavo che almeno loro stessero al sicuro, ma più di ogni altra cosa ciò che mi allarmava erano le condizioni di Shaoran-kun. E il fatto che non cessava di attaccare ogni nemico che incontravamo lungo il tragitto, subendo ogni volta una nuova ferita.
Avevo cercato un'arma anche per me, seppure fossi sicura che non sarei mai riuscita ad utilizzarla per fare del male ad un altro essere vivente. Ma qui si trattava di una questione di vita o di morte e non avrei più permesso che Shaoran-kun si lasciasse ferire davanti ai miei occhi per proteggermi. Come faceva sempre. Ma non doveva più rischiare la vita per me, non lo meritavo. Provai ad impugnare la prima cosa letale che trovai a portata di mano, ma lui fu più veloce di me e mi si lanciò addosso, ricevendosi un ennesimo colpo destinato a me.
«Non fate sciocchezze, hime! Potreste farvi del male!», mi rimproverò tenendomi giù e io provai a far sentire la mia voce mentre ci allontanavamo dal pericolo, scivolando in alcune tubature piene di alghe e acqua stagnante che sembravano sicure, strisciando rasi al suolo per non farci scoprire.
«Ma voglio fare qualcosa anche io, Shaoran-kun. Ti prego, lascia che anche io mi renda utile...»
Lui si girò lentamente a guardarmi, in conflitto con se stesso.
«D'accordo. Potete tenere il pugnale, ma soltanto se vi serve come difesa. Non fate nulla di avventato.», sussurrò, riprendendo a gattonare in avanti, mentre quell'acqua sporca gli imbrattava le ferite. Dovevano fargli un male cane, ma lui non emetteva neppure un lamento. Come riusciva ad essere così forte? Non era insensibile al dolore, tutti i suoi arti lo tradivano, tremanti, ormai prossimi al loro limite... Ma aveva uno spirito di ferro. Anche in una situazione simile la sua determinazione non faceva una piega. Cosa lo spingeva a comportarsi così? Perché si teneva tutto dentro? Perché non si apriva con me? Pensava che fossi cieca? Che non mi accorgessi di tutta la sofferenza che portava nel cuore? Anche io, da parte mia, ero stanca di quella situazione. Stanca di essere la “principessa” che doveva essere sempre protetta. Stanca di vederlo rischiare la sua vita per le mie piume. Avevo deciso che dal mondo successivo me ne sarei occupata personalmente. Shaoran-kun si sarebbe sicuramente ribellato, quindi avrei chiesto a Kurogane-san di allenarmi e insegnarmi ad utilizzare almeno un'arma. Se non per offendere, quanto meno per difendermi... E difenderci.
Fortunatamente raggiungemmo l'uscita senza incappare in ulteriori complicazioni e fummo aiutati da Fay-san e Kurogane-san ad uscire. Scoprimmo che loro due erano finiti in un posto poco lontano da lì e ci avevano trovati grazie a Moko-chan, la quale aveva rintracciato la piuma e, grazie al loro ausilio, l’avevano portata via.
Prima che perdessi completamente i sensi nel ricevere nuovi ricordi sentii Kurogane-san esclamare: «Oi, ragazzo!» E Fay-san sibilare: «È più grave di quanto ci aspettassimo.» Moko-chan prossima alle lacrime gridare: «Shaoran!!» E vidi lui cadere tra le braccia di Kurogane-san, chiudendo gli occhi, quasi come un peso morto grondante fiumi di sangue.
Chiusi le palpebre, piangendo, sussurrando il suo nome, e dopo averli riaperti eccoci qui, in un nuovo mondo.
Gli tolsi i capelli dal viso, abbassandomi a baciargli una guancia, sfiorandogli le cicatrici ancora visibili. Quanto tempo ero rimasta priva di coscienza? Tanto, a giudicare dai suoi tagli ripuliti e dalle bende che lo avvolgevano. Qualcuno, per fortuna, sembrava essersi preso cura di lui.
«Mi dispiace.», sussurrai, sentendomi il cuore pesante. Mi portai le mani al petto, respirando a fatica, con la sensazione che qualcuno me lo stesse spezzando coi denti, per strapparmelo via. Era tutta colpa mia. Se Shaoran-kun stava così male... Era colpa mia.
Nuovamente prossima alle lacrime, fui distratta da una voce cristallina.
«Non è in pericolo.» Alzai lo sguardo verso la direzione da cui era giunta e mi posi davanti a Shaoran-kun, facendogli da scudo con il mio corpo. Spalancai gli occhi di fronte alla minuscola creatura seduta comodamente su uno di quei petali giganti: era simile ad una farfalla, il suo volto sembrava scolpito da piccole lucciole, il corpo era circondato da foglie di un verde sgargiante, talmente carico come mai l'avevo visto prima. Il colore delle sue ali variava da una leggera tinta rosata ad un giallo pallido, e terminava con una piccola peluria rossastra.
«Potrebbe guarire ancora più in fretta se bevesse.» La sua voce risuonava e riecheggiava nella mia mente, simile ad uno scampanellio continuo.
«Cosa dovrebbe bere?», chiesi, mettendomi sull'attenti.
«Acqua.», fece spallucce.
Acqua... Ma certo! Aveva bisogno di rinfrescarsi e bere qualcosa, visto che aveva rischiato il dissanguamento! E così avrei anche ripulito le sue ferite!
«Dove posso trovarla?»
«Ti ci condurrò io, principessa. Seguimi.», ordinò, cominciando a volare via.
«Aspetta!», esclamai alzandomi. Alzai la voce, attirando l'attenzione di Mokona. «Moko-chan, per favore, resta un attimo accanto a Shaoran-kun, io torno subito!»
Lei annuì e attesi che prendesse il mio posto prima di inseguire quella creatura. Era difficile tenerla d'occhio, facendomi largo tra tutti quegli enormi steli che mi sembravano un grosso labirinto, per cui l'abitante di quella terra mi semplificò il compito prendendomi per la vita e facendomi volare con sé. Così realizzai che, altro che minuscola, la sua corporatura era poco più grande della mia. E la sua apertura alare era enorme.
Mi voltai verso il suo viso e notai che le sue sembianze fossero simili a quelle di una giovane donna.
«Tu... Chi sei?», mi informai.
«Una Yumemi. Ho visto la vostra venuta in sogno. Sapevo che avevate bisogno di me e della nostra acqua.»
«Nostra?», ripetei confusa. Quindi ce n'erano altri, come lei?
«Sì, io sono la regina delle ninfe e quello che vedete dinanzi i vostri occhi è il mio Regno. Siate la benvenuta, principessa Sakura, insieme ai vostri compagni. Vi auguro un piacevole ristoro.»
Ringraziai e mi voltai ad ammirare il panorama, estasiata. La distesa di fiori sembrava immensa, interrotta in alcune aree da piccole pietre bianche e grigie dalla forma ovale, rigate con insenature salate e brillanti; all'orizzonte si intravedeva una vasta catena montuosa innevata, le cui rocce risaltavano di un arancione acceso e le cime invece di essere bianche e candide come mi aspettavo erano giallognole. Chiedendomi cosa fosse questa luce potentissima e accecante alzai lo sguardo verso l'alto, proteggendomi gli occhi con una mano, andando in visibilio. Il cielo era azzurro, sgombro di nuvole, come se fosse mezzogiorno, ma al posto di un unico sole c'erano tanti agglomerati di stelle, che splendevano vicinissime, illuminando tutto attorno a loro. Alcune zone erano spezzate da nebulose color arcobaleno e galassie concentriche che si estendevano in lunghezza e larghezza, rendendo l'universo simile ad un dipinto. Era fantastico, come se giorno e notte si fondessero insieme e vivessero in comunione.
«Meraviglioso...», sussurrai, desiderando dentro di me che anche Shaoran-kun fosse in grado di vederlo. Doveva aprire gli occhi il prima possibile.
Raggiungemmo una pozza d'acqua circondata da un sottile strato di sabbia bianca, situata esattamente al centro del prato fiorito. Cominciammo la discesa e lei mi fermò a pochi centimetri dalla riva, cacciando da una piccola tasca fatta di rametti, che non avevo notato, una minuscola fiala che riempì con quell'acqua limpida e cristallina. Era talmente pulita che riuscivo a vedere dei piccoli fiori che crescevano sul fondo e riuscii a riconoscerli perché erano gli stessi che avevo scoperto nel Regno di Clow insieme a... a...
Sospirai, non ricordando di chi si trattasse, e per un istante la superficie del lago sembrò tremare, dissolvendo il mio riflesso e sostituendolo col volto di Shaoran-kun. Sbattei gli occhi e tutto scomparve, al che mi chiesi se non l'avevo puramente immaginato.
«Oh, capisco. È la persona che più ti sta a cuore, vero?»
«La persona che più mi sta a cuore?», ripetei dietro di lei e la vidi annuire. Mi porse la fiala prima di riprendermi tra le braccia e portarmi indietro.
«A quanto pare vivete una situazione difficile. E tu non te ne sei neppure resa conto. Ma non importa, non è colpa tua. La strega stavolta ha chiesto davvero un prezzo crudele.»
La guardai senza capire di cosa parlasse e lei mi fece intendere che non aveva importanza, perché stava rimuginando tra di sé. Cercai di non darvi troppo peso, ma era difficile togliermi le sue parole dalla testa. Qualcosa picchiettava contro la mia mente, come se fosse fondamentale comprendere, come se fosse un puzzle da completare, ma più mi sforzavo e mi concentravo su quel puntino così lontano dal raggio dei miei pensieri e più mi sentivo indebolita. Affaticata.
Deglutii, chiudendo gli occhi per un istante, prima di atterrare accanto a Shaoran-kun. Fay-san e Kurogane-san ci guardavano incuriositi e la regina si presentò anche a loro. Mi porse la fiala e mi informò che ne bastava una goccia sulle ferite per farle guarire e, per agevolare il processo, poteva anche berne qualcuna.
Annuii comprendendo il processo e chiesi, in un sussurro soffocato: «Soffrirà...?»
«No. Anzi, proverà finalmente un po' di sollievo.»
Mi sorrise fiduciosa e io ricambiai il suo sguardo, prima di cominciare ad occuparmi della sua guarigione.
Fay-san e Moko-chan si proposero di aiutarmi e rimasi scioccata da me stessa quando reagii non permettendo loro di avvicinarsi. Forse ero stata un po' troppo brusca, ma dovevo essere io ad occuparmi di lui.
«Non avrebbe effetto se fosse qualcuno di voi a farlo.»
«Eh?», ci voltammo quasi tutti a guardarla, straniti. Quasi, perché Kurogane-san sembrava aver già capito tutto e se ne stava seduto in disparte, sonnecchiante, con le braccia incrociate.
«Quest'acqua proviene da una sorgente pura e solo un cuore totalmente sincero può berla e servirsene. Ognuno di voi, volente o nolente, si è ritrovato più volte a mentire nella sua vita. Questi due ragazzi non l'hanno mai fatto, e se talvolta è successo è stato non per proteggere se stessi, ma per fare in modo di non perdere o ferire la persona che è loro più cara.», continuò a spiegare, ma io cessai di ascoltarla, guardando Shaoran-kun col batticuore. Ignorando la loro presenza sciolsi le bende, facendo cadere una goccia d'acqua dove mi sembrava più grave, e già mi parve di vederlo rilassarsi. Stendersi. Sollevata che avesse un effetto quasi immediato gli tenni la testa alzata, mentre con l'altra gli facevo bere altre poche gocce. I suoi tratti sembrarono ammorbidirsi e lo lasciai riposare, chiudendo la boccetta e restituendola alla regina, ma lei la rifiutò.
«Tenetela, potrebbe servirvi in futuro.»
La ringraziai con tutto il cuore per quello che aveva fatto per noi e vegliai costantemente su Shaoran-kun, finché pochi minuti prima della nostra partenza non aprì gli occhi, sorridendomi.
«Buongiorno, Shaoran-kun.», gli augurai lasciandogli la mano che gli avevo tenuta stretta per tutto il tempo.
«Buongiorno, Sakura-hime. Dove ci troviamo?», si informò e lo aiutai a mettersi seduto.
«In un mondo pacifico e pieno di colori.»
Lui si guardò un po' intorno, spaesato, e alla piacevole ombra dei petali dei fiori sorrise raggiante, illuminando tutto ciò che lo circondava.
«Sembra magnifico.»
«Lo è.», confermai, avvicinandomi al suo viso. «Shaoran-kun, come ti senti?»
«Pieno di energie.», mi rassicurò, stiracchiandosi, e lo guardai sollevata.
«Meno male.»
«Grazie infinite, hime.»
«Per cosa?»
«Per esservi presa cura di me, in ogni istante. Anche se non ero cosciente, sentivo che la vostra presenza mi era vicina.»
Arrossii, abbassando lo sguardo.
«L'ho fatto perché volevo...», lo resi consapevole. Non perché mi sentissi in dovere.
Mi alzai, imbarazzata, e mi allungai verso di lui per aiutarlo a fare altrettanto. Avevamo ancora pochi minuti a disposizione ed ero decisa a mostrargli quella meraviglia. Dovevo condividere la mia scoperta con lui.
Quasi come se avessero letto i miei pensieri fummo raggiunti da delle ninfe, le quali, sotto ordine della loro padrona, dovevano farci volare per mostrarci il Regno. Ci librammo nel cielo e ammirammo dall’alto quel mondo straordinario, incantevole.
Shaoran-kun mi sembrò lieto che condividessi quell’esperienza con lui e stese le sue labbra, rivolgendomi uno sguardo grato. Mi rilassai, indugiando per qualche istante sui suoi dolci occhi che riflettevano l’ambiente circostante, perdendomi in essi. Smarrendomi in un aroma di colori fioriti e cieli riuniti.
 


 
 
NdA: Salve a tutti! Steffirah vi parla da Nessundove (?) :3
Vi chiedo scusa se mi faccio viva solo adesso, ma è la prima storia che pubblico e ancora non capisco come funzionano le cose >.< Pensavo che ci fosse una zona a parte per scrivere eventuali note, ma forse mi sbagliavo x//D Oppure c’è davvero e sono sul serio una svampita haha
Come potete ben vedere sono “nuova” da queste parti, quindi ogni consiglio/aiuto/suggerimento è ben accetto! In qualunque campo (sia nel sito che nella scrittura ^_^)!!
Sebbene avessi già dovuto dirlo in precedenza, specifico che la maggior parte delle One-shot riguarda i cloni e nonostante siano storie AU molte cose (scene/frasi) sono prese dal manga.
Perché pubblico proprio adesso? Ad un anno dall’iscrizione sul sito e ad un mese dalla week? Vi basti sapere che è una sfida che sto facendo con me stessa e una persona a me cara :’)
Detto ciò, vi auguro buona lettura!
 
P.S.: よろしくおねがいします!
  
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