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Autore: I_Love_Oned    21/08/2015    0 recensioni
Megan Reyes va a scuola, è giovane, è forte, ha messo un velo di indifferenza verso tutto ciò che la circonda. Tiene sempre un filo di distanza e lei non lo ammetterà mai, ma è sola.
Sarà Harry a levare il velo e a mostrarle nuovamente piccole emozioni.
Harry è un gelato alla panna, una stella dentro la Terra, un miracolo che Megan esplorerà lentamente.
Ma Megan osserva senza amare ed Harry, al contrario, ama senza osservare.
Ed è per questo che non sarà solo amore, non sarà solo tenerezza, non saranno tutte quelle cose che lei non riesce più a sopportare, e da qui Harry, spinto dai perchè, imparerà finalmente ad osservare, con la speranza che un giorno Megan riuscirà a dargli tutto il suo amore.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prima volta che vidi Harry Styles la mia vita era praticamente perfetta. Davvero. Avevo un unico eccezionale amico, ma la cosa non era importante perchè stavo bene con me stessa, ero orgogliosa di ciò che ero e ormai avevo imparato a gestire certe situazioni. Un velo di indifferenza verso chiunque mi desse fiducia o amore mi riparava dalle possibili delusioni che non seppi affrontare negli anni passati. Ero una persona fredda, ma ragionevole.
Ma poi Harry Styles mi parlò.
 
 
“Megan Reyes! Fermati un attimo, mi servono i tuoi appunti di storia per domani.”
Erano le 13:34, vedevo già il bus svoltare in Einstein Street e Johanna, giustamente, si sentiva in dovere di fermarmi per degli appunti.
“Non ho il quaderno qui con me, mi dispiace” risposi accelerando il passo.
“Ma non è vero!” disse lei seguendomi “Ti ho vista che sbirciavi durante l’interrogazione.”
“E va bene.”
Dall’altra parte della strada il bus stava rallentando per sostare alla fermata.
Apro la borsa.
Si ferma del tutto.
Tiro fuori il quaderno.
Si aprono le portine.
Glielo porgo.
Gli studenti si spingono per entrare.
“Grazie mille Meg.”
Non risposi e mi precipitai per raggiungere il bus, ma non feci nemmeno in tempo ad attraversare la strada che una voce dietro di me urlò: ”Questo quaderno non è di storia!” e mi afferrò per un lembo di maglietta.
Imprecai sottovoce.
Presi il quaderno giusto e glielo lanciai contro.
“Si ma con calma, eh!”
Vidi che ormai tutti gli studenti erano entrati e le portine si stavano già chiudendo, ma corsi lo stesso... in fondo la speranza è l’ultima a morire, o così dicono.
Quando arrivai il bus stava partendo, picchiai sul vetro ma l’autista non si accorse di me, in cambio però un gruppo di ragazzi iniziò a sfottermi per la mia eleganza mancata. L’autista accelerò, lasciandomi con la consapevolezza di dover aspettare il prossimo per un’altra mezz’ora.
Affianco a me trovai Harry, che probabilmente si trovava nella mia stessa situazione; non ci eravamo mai parlati quindi non lo salutai, ma ne approfittai per osservarlo: tutti lo consideravano un frocetto sfigato ma secondo me aveva il suo fascino, sembrava venire da un altro mondo con quegli stivaletti consumati e la camicia troppo larga per la sua corporatura possente, ma comunque snella. I pantaloni, al contrario della camicia, erano  neri e strettissimi e risaltavano le gambe magre.
Nonostante io sia una persona curiosa, che fissa gli sconosciuti senza riserva, in tutta la mia vita non mi era mai capitato che qualcuno ricambiasse lo sguardo e mi rivolgesse la parola, anzi di solito abbassavano il muso imbarazzati, o mi fissavano negli occhi con un’espressione dubbiosa che lasciava intendere un “cazzo guardi?”

Harry Styles, accortosi dei miei occhi che ora erano fissi sulle sue unghie, mi sorrise e con una sfrontatissima semplicità mi disse: “Ciao.”
E io non ero pronta a questo. Non ero pronta alla sua reazione e non ero pronta nemmeno alla mia, perché il cuore perse un battito e il sangue mi salì alla testa. Non ho idea di che espressione avessi in quel momento, ma sentivo chiaramente i muscoli della fronte irrigidirsi.
“Ehm, ciao.” risposi fredda.
“Mi chiamo Harry” esclamò porgendomi la mano “anche se forse non avrai sentito parlare molto di me.”
“No no, lo so, ti vedo sempre in corridoio con quel tuo amico” ora sembravo decisamente una stalker.
“Ah si, Louis” sorrise ancora.
E dato che lui stava sorridendo così tanto decisi di farlo anche io.
“Anche tu hai perso il bus?” continuò.
“Si, tutta colpa di una mia compagna…” e così iniziammo a parlare. E parlare. E parlare. E parlando, quasi non ci accorgevamo del bus che passò mezz’ora dopo.

Salimmo e continuammo a parlare, il che era strano da parte mia, non ero mai stata molto loquace.
Scese tre fermate prima di me, lo vidi camminare lento e assorto, con lo zaino ciondolante tenuto per una spalla e gli stivaletti che facevano un tac rumoroso ad ogni passo.
Senza dubbio era un ragazzo singolare.
Inizialmente fui molto felice di avergli parlato, avevamo passato minuti piacevoli e magari avremmo pure potuto essere amici; purtroppo col passare del tempo mi resi conto che era stato tutto un errore: avrei dovuto guardare di fronte a me anziché fissarlo, avrei dovuto interrompere subito la nostra chiaccherata, prima ancora che iniziasse, avrei dovuto restare fredda e non sorridere solo perché lui lo stava facendo.
 
 
 
Mesi dopo mi disse che quel giorno, il giorno in cui incrociammo gli sguardi per la prima volta, nello stesso istante in cui mi disse “ciao” io assunsi l’espressione più sorpresa e confusa che avesse visto in tutta una vita, ma non si limitò a questo: descrisse ogni ruga del mio volto, ogni muscolo facciale che si mosse in quell’istante, sempre sorridendo perché quello era un suo vizio, ormai l’avevo capito, e lì, sotto il firmamento, sdraiati sul tettuccio della sua nuova macchina ai margini della città- dove ville e boschi si incontrano- si commosse pensando alla me di qualche tempo fa.

Ripensandoci, non avrei mai dovuto asciugargli le lacrime.









Spazio dell’autrice.
 
Salve gente, ho poco da dire su questa storia.
Punto  uan: voglio essere sincera, non ho una trama prestabilita quindi seguirò lo sviluppo che m’inventerò di volta di volta al momento di scrivere (infatti scrivere l’intro è stata cosa dura PERCHE’ NON SO NEANCHE IO COSA SUCCEDE)
Punto ciù: questo essendo il primo episodio è breve e che funge da "prologo" tipo, in realtà ho già scritto il secondo capitolo che è già più pienotto.
Comunque spero che vi piaccia, recensite perché mi fate felice e soprattutto nel caso lontano in cui vi venisse in mente di leggere le mie storie precedenti non fatelo, è passato molto tempo e sono imbarazzanti.
 
Ciao e buona vita.
  
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