Ora! Non so se l'ho già detto, comunque tutta questa storia alla fine convergerà nel CANON, ossia durante e dopo tutta la faccenda di Naraku e blablabla, quindi dopo tutta la tenerezza di questi piccoli Sesshoumaru e Kagome avremo anche il loro punto di vista da "adulti".
Detto ciò, vi lascio al capitolo - e ancora grazie, grazie, grazie di essere qui! Sempre la vostra,
Niglia.
Le parole del signore
dell’Ovest rimbombavano minacciose nella testa del giovane
youkai, che come unica soluzione per impedire che qualcuno si
avvicinasse alla sua umana aveva deciso di rimanerle accanto in ogni
momento, tenendola sotto controllo e arrivando al punto di non
lasciarle la mano per nessun motivo.
Suo padre aveva
cercato di rassicurarlo dicendogli che nessuno avrebbe osato
portargliela via, ma la verità era che Sesshoumaru si fidava
ben poco del Generale, dal momento che era stato quest’ultimo
a promettere a Kagome che l’avrebbe riportata alla sua
famiglia.
Mentre la bambina
faceva colazione, appollaiata su un tronco accanto ai rimasugli tiepidi
di un falò, padre e figlio sedevano l’uno accanto
all’altro di fronte a lei, osservando con un occhio i
movimenti dei soldati che le si aggiravano intorno con fare incuriosito
e con l’altro la loro attuale protetta.
«Non
avresti dovuto farle quella promessa, padre», stava sibilando
Sesshoumaru, le mani strette a pugno posate sulle ginocchia.
«Lei è mia.
La mia protetta, sotto la mia responsabilità. Tu stesso hai
detto che potevo tenerla.»
Inu No Taisho prese
un profondo respiro, maledicendo la testardaggine della
gioventù.
«Vedi bene
tu stesso che la piccola è infelice», gli fece
notare pacatamente. «Non ci sarebbero stati problemi qualora
fosse stata orfana, ma ha una famiglia, appartiene già a
qualcuno. E cosa accadrebbe se i membri del tempio a cui appartiene
scoprissero che si trova sotto la protezione di un demone?»
«Era sola
quando l’ho trovata», ribatté
inflessibile il cucciolo. «Ciò non significa
forse, secondo le nostre leggi, che è stata rinnegata dalla
sua gente e che ora appartiene a chiunque la rivendichi?»
Touga
aggrottò la fronte: talvolta suo figlio era troppo sagace e
scaltro per il suo stesso bene.
«Hai detto
bene, figlio, queste sono le nostre leggi. Ma lei è
un’umana», gli ricordò paziente.
Sesshoumaru si
limitò a sbuffare. «Forse che un’umana
è al di sopra delle leggi dei demoni?»
«Non mi
piace il tuo tono, cucciolo», lo ammonì il
Generale con un lieve ringhio. «Non è da te
comportarti in questo modo: mi aspetto una maggiore consapevolezza dal
mio erede. Ora, poiché ti stai comportando da cucciolo
indisciplinato, è così che verrai trattato:
smetti di trattare la bambina come se non fosse niente più
che un premio che ti spetta di diritto, e agisci di conseguenza.
Chiedile se desidera restare con te fin quando non troveremo un modo di
riportarla dalla sua gente, e se ti dice di no ti comporterai come si
conviene. Sono stato chiaro, Sesshoumaru?»
Il giovane principe
inghiottì un ringhio e rispose senza incontrare gli occhi
severi del Lord. «Sì, padre.»
Inu No Taisho
annuì brevemente, prima di ergersi in tutta la sua altezza.
«Bene. E ricordati di questa lezione, figlio,
poiché un giorno ti sarà utile: sappi che il
valore di un condottiero non si determina osservando come esso si
rapporta con i suoi pari, ma come tratta i più deboli
– su questa massima dovrai posare le basi del tuo
regno.» Lo sguardo improvvisamente solenne del cucciolo e il
suo rapido cenno del capo gli fecero capire che, malgrado la sua ira,
il messaggio era stato recepito, e solo allora il Generale si permise
un leggero sospiro di sollievo.
Posò una
mano sulla spalla del suo erede, stringendo gentilmente, e gli rivolse
uno dei loro sorrisi segreti.
«Conforta
la bambina e sii gentile: è un’umana, è
vero, ma non è un giocattolo da poter usare a tuo
piacimento. Ti ho dato il permesso di tenerla affinché tu
possa fare tesoro di quest’esperienza e rammentarti in futuro
che in fondo loro non sono tanto diversi da noi.»
Intuendo infine il
desiderio del giovane youkai, il signore dell’Ovest lo spinse
leggermente verso di lei. «E ora, via quel muso lungo:
l’umana è preoccupata per te.»
Solo allora
Sesshoumaru sollevò gli occhi sulla bambina, accorgendosi
appunto che lei lo stava osservando con un’espressione
così profondamente nervosa e intimorita che il demone non
poté fare a meno di sentirsi in colpa e vergognarsi per il
suo comportamento.
Annuendo
distrattamente al padre e congedandosi con un breve inchino,
Sesshoumaru andò a sedersi accanto a Kagome e le prese come
di consueto una mano tra le sue.
Stavolta, il tocco fu
gentile e non prepotente, e la bambina lo lasciò fare
volentieri.
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Drabble: 710
parole.
Note: Non
ho resistito – perdono!. Inu No Taisho riprende una
delle citazioni migliori di Sirius Black: “Se vuoi sapere
com'è un uomo, guarda bene come tratta i suoi inferiori, non
i suoi pari.” [Harry Potter e il Calice di Fuoco,
J. K. Rowling.]