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Autore: ame tsuki    22/08/2015    6 recensioni
Questa è la prova che non sono morta. Godetevela finché dura.
Dal testo:
"Dal tavolo protagonista di quella incursione improvvisa era stato un attimo spostarsi sul letto, dove avevano iniziato a spogliarsi. Non si erano detti una parola.
Almeno fino a quando le dita del moro non erano scivolate verso l’apertura che aveva pensato fosse sua di diritto.
Si sbagliava.
L’urlo acuto del compagno e la conseguente mancata circolazione alla mano destra gli avevano fatto capire che no, Naruto non intendeva stare sotto.
"
{SasuNaru ♥}
[Leggerissimo !Spoiler!]
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Lo so, è illegale pubblicare a quest’ora di notte ma io lo faccio lo stesso perché non posso più tenermi dentro questa storia. Era da tanto che desideravo scrivere qualcosa – qualsiasi cosa – e, d’un tratto, mi è tornata in mente questa piccola schifezzuola qui, rimasta chiusa nella mia mente per – penso – più di 5 anni. Sì, è roba vecchia, ma solo ora sono riuscita a ottenere l’ispirazione che serviva per darle luce.
La storia non pretende di essere divertente ma l’autrice spera di strapparvi almeno un sorriso.
Beh, non mi resta che augurarvi una buona lettura e – se volete – ci rivediamo in fondo, alle note finali ^^

 
 
 
Sasso-carta-forbice
 
 
 
 
«Non se ne parla neanche!»
L’urlo di Naruto ferì le orecchie di Sasuke, costringendolo ad assottigliare gli occhi anche più del dovuto.
Le dita del biondo erano ancora saldamente serrate attorno al polso destro dell’altro, in un disperato tentativo di evitare quello che il moro considerava inevitabile.
Le labbra morbide che l’ex mukenin aveva appena finito di assaggiare si erano aggrovigliate in un broncio che doveva sembrare spaventoso ma che, in realtà, risultava solo ridicolo. Non per questo, però, Naruto aveva intenzione di cedere.
«Te lo scordi» squillò infatti il ninja, ribadendo il concetto con un deciso “no” non verbale.
Sasuke si allontanò dal corpo caldo dell’altro, liberandosi il polso e massaggiandolo lì dove ormai c’era un bel segno rosso. Sbuffando, tentò di non guardare la preoccupante protuberanza al livello dell’inguine che svettava in mezzo alle gambe – nude e aperte – di Naruto. Non era certo colpa sua se il biondo gli era saltato addosso all’improvviso, con ancora uno spaghetto di ramen da ingoiare, facendogli capire che aveva tutta l’intenzione di levarsi di dosso la scomoda verginità.
Dopo il suo ritorno trionfale a Konoha – e un braccio da ricostruire – aveva deciso di rimanere nel suo villaggio natio. Non era stato facile, per via delle occhiatacce che ancora tutti gli lanciavano imperterriti, ma alla fine ci si era abituato. Nota negativa: aveva dovuto dividere l’appartamento con Naruto, dato che casa sua – assieme al villaggio – era stata distrutta e mai ricostruita – a differenza delle case degli altri.
La convivenza era stata un inferno – proprio come si aspettava – almeno fino a quella sera.
Lui e Naruto stavano cenando – col ramen: il suo coinquilino non sembrava conoscere altra pietanza – quando, a un certo punto, gli occhi azzurri del biondo si erano piantati nei suoi.
«Sono davvero contento che tu sia tornato, Sas’ke» aveva mormorato, sorridendo. L’interpellato ancora non sapeva spiegarsi il perché ma, in quel momento, gli era mancato il fiato.
Poi, dal nulla, Naruto aveva mezzo aspirato uno spaghetto con le labbra e, un secondo dopo, quelle stesse labbra erano incollate alle sue, con la lingua desiderosa di entrare. La sorpresa e il forte sapore di ramen – oltre al mezzo spaghetto ancora non masticato – avevano costretto Sasuke ad aprire la bocca, permettendogli di rispondere attivamente al bacio.
Dal tavolo protagonista di quella incursione improvvisa era stato un attimo spostarsi sul letto, dove avevano iniziato a spogliarsi. Non si erano detti una parola.
Almeno fino a quando le dita del moro non erano scivolate verso l’apertura che aveva pensato fosse sua di diritto.
Si sbagliava.
L’urlo acuto del compagno e la conseguente mancata circolazione alla mano destra gli avevano fatto capire che no, Naruto non intendeva stare sotto.
Sasuke alzò un sopracciglio, incredulo.
«Che ti prende?» chiese con tono ancora stranamente calmo.
«Che mi prende?!» ripeté l’altro, gridando e alzandosi di scatto a sedere, bloccando l’entrata contro il materasso.
«Mi prende – continuò gesticolando furiosamente – che non ho assolutamente intenzione di permetterti di fare quello che ti pare col mio corpo. E, per la cronaca, penso proprio che dovrei essere io a fare l’attivo»
Il biondo asserì convinto dal suo stesso discorso, assolutamente certo di essere dalla parte del giusto.
Malgrado l’ancora poco sangue al cervello, nonostante l’interruzione dell’amplesso che stava per compiersi, il moro tentò di sopprimere la rabbia. Se non altro per non perdere l’occasione che, ora, sembrava potergli sfuggire.
«E perché mai?» domandò semplicemente, anche se una minacciosa vena sulla tempia aveva appena iniziato a pulsare.
«Dopo tutto quello che mi hai fatto (compreso il braccio che ho perso) mi sembra il minimo!» fu la risposta, scricchiolata fra i denti stretti e gli occhi azzurri ridotti a due fessure.
«E non pensi a quello che tu hai fatto a me
«Oh, intendi cercarti e inseguirti per tutto il mondo solo per riaverti come compagno di squadra?! Già, sono proprio un pessimo amico» rimbeccò ancora.
«Io volevo solo andare per la mia strada, sei tu che hai tentato di impedirmelo» provò a ribattere il maggiore.
«Tu hai cercato più volte di uccidermi!»
Touché.
Sasuke si morse il labbro, infastidito da tanta verità. La coscienza, quella fastidiosa sensazione che continuava a ricacciare indietro nella speranza che non l’avrebbe più tormentato, gli diceva che Naruto aveva ragione. Ma, dall’alto del suo essere Uchiha, non poteva dargliela vinta. Non su una cosa così preziosa come l’inviolabilità del suo sedere. Era già scampato ad anni di molestie da parte di Orochimaru, non avrebbe ceduto davanti a un usuratonkachi.
«In ogni caso sono più grande di te» tentò l’affondo, tornando a guardare serio il compagno.
«Sì beh, io sono più intelligente»
«Come no» sbuffò roteando gli occhi.
«E più attraente»
«Ma fammi il piacere» esclamò con aria di sufficienza.
«E sono sicuramente meno gay di te»
L’impercettibile movimento di sopracciglia scure rivelò a Naruto la valenza di tale affermazione. Sul volto del biondo si disegnò un ghigno malizioso.
«Credevi che non me ne fossi accorto? Un’erezione non si nasconde così facilmente» spiegò con aria da uomo vissuto, come se di anni ne avesse venticinque e non diciassette appena compiuti.
«Q-quale erezione? Quando?». Per la prima volta in vita sua, Sasuke balbettò. E il sorriso dell’altro si allargò.
«Oh, in missione, quasi tutte le volte che mi spogliavo davanti a te… E non dimentichiamoci dei nostri non-proprio-amichevoli incontri e scontri. Persino mentre mi tiravi pugni sentivo qualcos’altro tirare la stoffa dei tuoi pantaloni»
Se avesse avuto la forza di muoversi, l’Uchiha si sarebbe sicuramente scavato la fossa a forza di Chidori. Morì internamente ma restò impassibile esternamente, come solo un membro del suo Clan avrebbe potuto fare.
«Non mi sembra che tu sia da meno» replicò indicando l’inguine di Naruto – o meglio, ciò che c’era in mezzo, ancora non del tutto addormentato.
«Bazzecole» lo liquidò il biondo, agitando una mano come per allontanare l’irritante ronzio di una mosca.
«Oh, hai fatto una seduta intensiva di termini in disuso?» provò Sasuke, sfoderando l’insulto come arma migliore.
«In dis-che? Sas’ke-teme, non inventare parole» brontolò il biondo, facendo scuotere la testa al compagno.
«E comunque scordati che entrerai nel mio glorioso buco del culo» aggiunse con aria estremamente convinta, incrociando anche le braccia per rafforzare l’affermazione.
«Deretano, semmai – corresse il moro – E scordatelo anche tu»
Il silenzio che calò sui due giovani sancì l’inamovibilità della situazione. Nessuno dei due, a quanto pareva, era propenso all’apertura mentale – e non solo – e al compromesso.
Così passò un buon quarto d’ora, tra sbuffi, occhiate torve e nasi arricciati all’insù per dispetto.
Fin quando la voce calda dell’Uzumaki non squarciò, trillando, la quiete.
«Potremmo giocarcela a sasso-carta-forbice!» esclamò battendo un pugno sul palmo aperto, fiero della propria riscoperta genialità.
Sasuke inorridì, indietreggiando di parecchi centimetri col busto, come per paura di essere contagiato da cotanta cretinaggine.
Prima, però, che potesse protestare – e ne aveva di argomenti per farlo! – Naruto lo bloccò, sfoderando il famoso sguardo da cucciolo smarrito.
«E dai, non c’è altra soluzione! Almeno sarà tutto dettato dal caso e nessuno di noi perderà la dignità»
L’Uchiha iniziò a pensarci su, tornando alla normale distanza fra i corpi e riconsiderando l’ipotesi. Poteva mai affidarsi al caso? E se avesse perso? Poteva davvero far decidere alla Fortuna chi dei due avrebbe ceduto all’altro il proprio posto d’onore?
Immerso in quei pensieri, stava per stringere le labbra e rifiutare ma un’idea improvvisa, un fulmine a ciel sereno, lo fermò dal fare pazzie.
E, nascondendo abilmente un sorriso trionfante, disse: «Va bene, ci sto».
Naruto non soppresse il grido d’entusiasmo, lasciandolo scivolare attraverso la gola per trasformarlo in assordanti onde sonore. Mettendo in mostra i suoi trentadue denti – e probabilmente anche il trentatreesimo –, alzò la mano a pugno, pronto a cominciare.
«Sasso, carta, forbice!» esclamò ingenuamente, lanciando le proprie dita nel vuoto a formare una forbice.
Fu quando vide l’inesorabile sasso di Sasuke che il suo sorriso svanì, calciato via da un’espressione d’orrore.
«Facciamo al meglio di tre?» propose titubante, fissando ancora la mano diafana del moro, come fosse colpa di quell’organo prensile.
«D’accordo» ringhiò il compagno – dissimulando con la rabbia la malizia negli occhi. E anche qualche bagliore rosso.
Al quindicesimo tentativo e alla quindicesima sconfitta, Naruto finalmente si accasciò sul letto, coprendosi la vista con un braccio e contraendo le gambe per farle di nuovo aprire.
«Hai vinto – si lamentò teatralmente – Fai di me quello che vuoi»
Sasuke ghignò e, questa volta, si premurò di farlo per davvero.
«Ci puoi scommettere» sancì prima di compiere il suo dovere.
In cuor suo, gioiva per la scarsa memoria del biondo ninja. Avrebbe dovuto ricordarsi che lo Sharingan prevede le mosse.

 
 
 
 
Sì, è tutto qui XD
Non è molto lunga come OS ma considerate che l’idea era partita come Drabble, quindi accontentatevi u.u
Che dire di questa storia? Come già detto, nacque molto tempo fa, quando ancora ero talmente fissata con Naruto da immaginare ogni giorno e ogni ora della mia vita come sarebbe andato a finire. Ora che lo so, mi verrebbe solo voglia di stampare tutte le fanfiction SasuNaru scritte dalle fan in tutti questi anni, prendere un aereo per Tokyo o per qualunque altro posto in cui viva Kishimoto e fargli ingoiare ogni singola pagina. Ma a parte questi intenti sadici, mi sfogo così: scrivendo cose a caso.
Il tutto è partito grazie al mio odio profondo per tutte quelle fanfiction che dipingono Naruto come una semplice fanciulla innocente ma dotata di un pene (solitamente di 21 cm o più; ignoro dove sia stata reperita l’informazione). Ecco, no. Per me Naruto è un uomo a tutti gli effetti. Può anche comportarsi da imbecille, essere infantile e fare il finto tonto davanti alle battute sconce di Sai, ma è pur sempre un uomo. Pensa come un uomo, agisce come un uomo, scopa come un uomo. È per questo che propendo per Sasuke come uke (la rima XD), perché vedo Naruto persino più forte dell’amico.
Siccome, però, io ho sonno e non so bene cosa stia scrivendo al momento e voi, probabilmente, ve ne fregate una mezza cippa di quello che penso io sulla virilità – spirituale e fisica – di Naruto, chiudo il discorso e la faccio breve!
Sono sempre stata dell’idea che Naruto e Sasuke debbano litigare per il ruolo di attivo. Nessuno dei due è disposto a cedere facilmente qualcosa di così intimo e prezioso, soprattutto – appunto – perché non sono due femminucce. Al che, mi sono messa a pensare a un eventuale litigio nel bel mezzo del sesso e… È uscita questa cosa.
Spero si capisca che Sasuke ha vinto solo perché sapeva in anticipo quale (tra sasso, carta e forbice) avrebbe scelto Naruto XD
Bene, per il resto ringrazio in anticipo chiunque verrà a leggere questa porcheria e ringrazio in particolar modo Ibber che, svelando la sua attività illecita di stalking nei miei confronti, mi ha spinta a rimettermi in gioco.
Non prometto nulla! La mia ispirazione va e viene come le onde del mare e, siccome non riesco nemmeno più a fare una metafora decente, non so davvero quando tornerà. La voglia c’è, le parole mi mancano. Cercherò di farle tornare, lo giuro! In ogni caso, non ho intenzione di abbandonare nessuna storia. Magari a ottant’anni vi ritroverete ancora qui a leggere il terzo capitolo delle mie due raccolte in corso ma… Almeno le finirò XD
Comunque, per vostra sfortuna, non sono morta: sappiatelo u.u
E ora che ho rischiato di far diventare le note finali più lunghe della storia, vi lascio alle vostre vite <3
Tsuki
 
P.S. L'iniziale titolo era Lo Sharingan prevede le mosse ma poi l'ho cambiato in Sasso-carta-forbice per non spoilerare... Ho fatto bene? XD
P.P.S. Eventuali segnalazioni di errori di qualsiasi tipo sono bene accette.


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