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Autore: Sommerfugl    22/08/2015    2 recensioni
Il suo nome è davvero strano per la zona in cui viviamo ma l'ho scelto perchè suona come “cherry” cioè ciliegia.
Beh lei è la ciliegina sulla torta della mia vita. É il regalo più grande che il suo papà avesse potuto farmi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Bill metteva in ordine la sua abnorme collezione di dischi catalogandola in ordine alfabetico. Sapeva che con suo fratello quel gran lavoro non sarebbe durato molto, ma doveva pur tenere impegnata la testa.

“Zio?”

“Sì, tesoro dimmi”

“Chi suona la chitarra?”

Bill tese l'orecchio e sentì il suono della chitarra segno che suo fratello doveva essere tornato.

“È pap....Tom. Resta qui seduta, piccina.”

Cherie ubbidì all'istante.

Bill raggiunse velocemente la porta della stanza dalla quale proveniva quel suono.

“Ehi Bill. Sicuro di stare bene?”

“Sì perchè me lo chiedi?”

“Beh stavi parlando da solo come uno spiritato”

“Non parlavo da solo, ma con Cherie?”

“Chi? Una nuova pollastrella. Era ora caro pensavo stessi diventando gay”

“No. Cherie è una bambina e non urlare che è di la seduta sul divano. Piccolina vieni qui”

Cherie raggiunse Bill non appena si sentì chiamare e si attaccò ad una delle sue lunghe gambe.

“E chi è questa bambina?” Tom era spaventato. Aveva una dannata paura che fosse andata proprio come stava pensando.

“Questo è Tom, Cherie”

“Ciao Cherie. Ma io e te ci conosciamo non è vero?”

La bambina non rispose. Scrollò semplicemente la testa come segno di affermazione.

“Tom ma la lasci stare?! Ti vuoi mettere a provocare persino una bambina?”

“Ma che dici? Ti giuro, Bill. L'ho vista questa mattina al Megastore.”

“È vero, Cherie?” disse Bill rivolgendosi alla bambina.

“Sì, mi piacciono le chitarre”

“Beh in tal caso, ti va di vederne alcune? Io ne ho tantissime sai?”
Lo sguardo della bambina si illuminò e senza troppi complimenti prese per mano Tom come per fargli capire che era pronta ad andare.

“Che ne dici se tu vai a scegliere la chitarra che ti piace di più mentre io parlo con Bill?!”

“Sì. Arriva subito!” rispose la piccola mentre si allontanava felice verso la stanza delle chitarre.


“Ok ora siamo soli. Mi dici perchè la bambina è rimasta qui da noi? E mi piacerebbe anche sapere perchè mamma stava piangendo e urlando e ha smesso non appena sono entrato dalla porta.”

“La mamma non sta bene. E la bambina è la figlia di una mia amica”

“Sì ho capito. Ho visto Charlotte e Vicky nel negozio questa mattina nonostante mi abbiano detto di non conoscermi, mi ricordo di loro. E tu?” disse con tono di sfida.

“Sì, caro Tom. Io mi ricordo con chi vado a letto”

“Beh ti farà piacere sapere che la bambina è di Charlotte e non di Vicky”

“Lo so già”

“Bene e se lo sai mi vuoi dire perchè la bambina è qui? Sei diventato il babysitter del quartiere? Non ti basta la paga da cantante per soddisfare le tue passioni costose?”

“Tom fai troppe domande. Lo capirai da solo, non c'è bisogno che ti dica nulla. Ora lasciami in pace e porta quella personcina a vedere le tue chitarre”

 

Tom entrò nella stanza dove la piccola Cherie stava osservando concentratissima le decine e decine di chitarre che stavano appese al muro.

Tom la osservava. Era davvero un esserino stravagante. Così piccola, delicata. Il vestitino rosa che la ricopriva la faceva sembrare una bambola di porcellana e faceva risaltare i suoi occhietti color...... nocciola e i suoi capelli.... biondo scuro. Aveva un nasino piccolo e una bocca carnosa e rosa proprio come.... la sua.

“Sai che sei davvero bella?!”

Oh dannazione quella era una bambina. Non una donna con cui doveva approcciarsi per portarla a letto.

“Grazie”

“E dimmi un po' come si chiama il tuo papà?”

“Il mio papà non lo conosco, perchè lavora sempre lontano”
“E che lavoro fa?”

“Lui suona la chitarra come lavoro. Io voglio diventare come il mio papà”

Cazzo. Non poteva più nasconderlo a sé stesso. Quella era sua figlia gli era abbastanza chiaro, ma avrebbe dovuto far finta di nulla. Voleva sentirselo dire da Bill.

“Puoi suonare?”
“Sì, scusa”

Le sue dita cominciarono a pizzicare le corde della chitarra. La melodia che ne uscì era dolce e bellissima. Probabilmente se avesse dovuto dare a quella melodia un nome l'avrebbe chiamata come lei. Cherie. Così piccola e meravigliosa. L'idea di essere padre lo spaventava parecchio, ma sapeva che si sarebbe preso le sue responsabilità, anche se molto in ritardo.

La melodia si interruppe quando Tom si accorse che quella canzone così dolce che stava suonando era stata una dolce ninna nanna per la piccola, che si stava per addormentare accanto a lui.

“Ehi piccola hai sonno?”

“Sì”

“Vieni qui. Appoggia la testolina sulle mie gambe”

Ma che diavolo stava facendo? Che gli era saltato in mente? Si stava comportando come.... un papà. Bah che stronzata. Era solo gentilezza la sua. Forse.

La bimba ubbidì quasi immediatamente e si stese sul divano accanto al chitarrista, che per accoglierla sulle sue gambe aveva posato a terra la sua chitarra.

Si perse a fissarla. Dormiva tranquilla e serena. Dormiva proprio come le principesse delle favole. Poco a poco sentì che anche le sue palpebre si facevano pesanti e poco dopo si abbandonò anche lui tra le braccia di Morfeo.

 

 

“Mamma io non li sento più. Credo sia meglio andare a dare un'occhiata”

“Stai tranquillo, Billi. Vedrai che è tutto apposto. Ah volevo dirti una cosa. Beh... Grazie per avermi fatto ragionare. Ero davvero molto scossa e ho esagerato. Non avrei dovuto prendermela con lei in quel modo.”

“Lo so, mamma. Sta tranquilla Charlotte capirà”

“Da come ne parli, deduco che pensi che sia una brava persona”

“Mamma è una bravissima ragazza e così anche Victoria. Lo so che è un trauma e certe cose sono difficili da accettare. Per me non è stato una totale sorpresa. Cioè un po' me lo aspettavo visto come sono andate le cose tra loro 3 anni fa. Però pensa a Tom. Lui si che ne rimarrà davvero scosso”

“Io capisco, però lei ha sbagliato. Insomma sono passati 3 anni. Se fossi stata avvertita prima non avrei fatto questa tragedia, certo sarei rimasta sorpresa, ma avrei accettato prima la cosa. E poi povero Tom. Lui non sa nulla, non sa di avere una figlia. Charlotte ha tenuto tutto nascosto. La domanda più grande che mi pongo è perchè torna solamente ora? Perchè non 3 anni fa, subito quando l'ha scoperto?”

“Mamma, la risposta è semplice. Lei era molto spaventata e non voleva rovinare la carriera a Tom e ovviamente non voleva abortire. In più ora Cherie ha 3 anni e qualcosa capisce sente la mancanza del padre. Tutti all'asilo ne hanno uno mentre lei quando le viene chiesto qual'è il lavoro del suo papà risponde per sentito dire dalla madre.”

“Resta il fatto che lei ha sbagliato ha sbagliato tutto non venendo da noi subito.”

“Non pensi che invece abbia avuto un grande coraggio?! Ha 22 anni e viene qui ci sfida tutti solo per il bene di sua figlia. Non credi che sia stata davvero una buona madre anche se ha tirato su la bambina da sola con un po' d'aiuto da parte di Victoria?! Oggi si è fatta dare dell'approfittatrice, della bugiarda solo ed esclusivamente per amore di sua figlia.”

“Hai ragione sì è vero. Io sono comunque scossa e continuo a non comprendere la sua scelta.”

“Aveva paura di te e di Tom, di come avreste reagito. E vedendo come l'hai trattata oggi direi che aveva ragione ad averne.”

“Poverina però. Chissà che avrà dovuto affrontare a 19 anni. Sai mi sto affezionando alla bambina, in fondo ho sempre voluto diventare nonna”

“Sì è stata davvero forte,ma ora è felice. Beh mamma direi desiderio esaudito, no?”

Simone si mise a ridere. Poi tornò di colpo seria.

“Chissà come reagirà quando saprà che Tom è impegnato”

“Lei non vuole Tom. Lei vuole solo il padre di sua figlia”
“Lo spero. Non mi piacerebbe vederla soffrire di nuovo a causa di Tom. Beh ora va a controllarli perchè questo silenzio sta mettendo ansia anche a me.”

 

Ci vollero due secondi per arrivare nella stanza in cui si trovavano Tom e Cherie e ore per credere ai propri occhi.

Tom dormiva e sulle sue gambe poggiava la testolina della piccola, anche lei addormentata. Si rimproverò di non avere con se il cellulare per scattare una foto a suo avviso dolcissima. Non voleva svegliarli, perciò fece per girarsi ed uscire dalla stanza quando, sbadato come al solito, inciampò in un mobile e fece cadere ciò che vi era sopra provocando un fragoroso rumore.

Tom si svegliò di soprassalto

“Ma che cazzo?! Bill ma che cazzo fai? La vuoi svegliare” disse il chitarrista riferendosi al cucciolo d'uomo raggomitolato vicino a lui.

“Scusa, non l'ho fatto apposta”

“No l'hai fatto davvero però”

“Ti eri addormentato.”

Tom cercò di alzarsi dal divano sul quale la piccola, inspiegabilmente, dormiva ancora, nonostante il frastuono che Bill aveva fatto. Si stiracchiò e sussurrando, badando a non svegliare la piccola rispose.

“Sì solo un riposino. Poi però sono stato qui seduto perchè non volevo svegliarla e la stavo osservando”

“Come mai?”

“Bill ti somiglia proprio tanto”

“Smettila di fare il cretino. Non credi che sia più possibile che somigli a te?”
“Sì. Lo so. Ho capito”

“Cioè?”

“Davvero devo spiegartelo?! Hai presente 3 anni fa? Ti avevo detto che non avevo messo il preservativo e tu mi avevi rassicurato dicendo che per una volta mi sarebbe andata di culo, no?”

“Quindi?”

“Quindi visto che non sei andato a letto con Charlotte, deduco che questa somiglianza deriva dal fatto che non mi è affatto andata di culo”

“Mmm, interessante deduzione. Per cui lei sarebbe tua...”

“Figlia.”

Silenzio. Nessuno dei due sapeva che dire.

“È la verità, Bill?” forse avrebbe voluto sentirsi dire che si stava sbagliando, che era tutto uno scherzo. Per una volta avrebbe voluto avere torto.

“Sì è la verità”

“Merda”

“Non ti vedo poi così sorpreso. Ti vedo spaventato”

“Non sono sorpreso perchè forse un po' me lo aspettavo il fatto è.... che... che diavolo dico a Julia?”

“Davvero mi stai dicendo che ti interessa come la prenderà Julia.”
“Non lo so, Bill non so niente. Sono confuso. Non so che fare” Tom si prese la test tra le mani. Bill gli si avvicinò.

“Senti per ora vai a farti una doccia che a Cherie ci penso io. Questa sera verranno qui Charlotte e Victoria. Io e Victoria possiamo tenere la bambina così voi due potete parlare va bene?”

“Mamma sa tutto? E la bambina?”

“Mamma lo sa, Cherie non ancora, aspetteremo Charlotte per dirglielo insomma avrà bisogno della sua mamma è una cosa importante.”

“Sono d'accordo.”
“Va bene. Goditi ancora un po' di relax, ma sta attento alla bambina. Vado a vedere se mamma ha bisogno di una mano in cucina”
“Va bene. A dopo... zio”

“A dopo... papà.”

Appena fu solo Tom, controllò che la bambina dormisse e andò a farsi una doccia velocissima. Si vestì e torno dalla piccola. Cherie si muoveva lentamente nel sonno. Tom la fissava. Quella bambolina era sua figlia. La sua piccola bambina. Sangue del suo sangue. Non riusciva a crederci. Era così perfetta. Come aveva fatto tutto questo tempo senza di lui? Sola senza un padre. Senza di lui. Lui che avrebbe voluto stringerla forte tra le braccia quando era appena nata. Com'era strano pensare che da un momento all'altro doveva prendersi carico di quell'esserino che avrebbe dipeso interamente da lui e dalla sua mamma.

Charlotte. Era bella, diversa dalle altre. Diversa da Julia. Così semplice. L'avrebbe rivista di nuovo e questa volta nessuno avrebbe detto bugie si sarebbero parlati a cuore aperto. E la cosa lo spaventava.

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Salve salvino, finalmente sono riuscita a scrivere sto benedettissimo capitolo. Scusate l'attesa ma ho imbiancato casa ebbene sì per cui ho trovato il tempo di scrivere solo ora. Vi mando un bacione grande, spero il capitolo vi piaccia (e spero mi scriviate delle belle recensioni con le vostre impressioni) e che dire ci vediamo al prossimo capitolo.

   
 
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