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Autore: lapoetastra    22/08/2015    3 recensioni
< Sto morendo, vero? >, domandò Alice, con voce tremula.
Michela, china su di lei, le sorrise rassicurante.
< Ma che dici, saputella? È solo un piccolo ed innocuo graffio >, le rispose divertita.
Genere: Drammatico, Slice of life, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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< Sto morendo, vero? >, domandò Alice, con voce tremula.
Michela, china su di lei, le sorrise rassicurante.
< Ma che dici, saputella? È solo un piccolo ed innocuo graffio >, le rispose divertita.
Loro due erano sempre state amiche, fin da quando si erano conosciute all’asilo, e da allora avevano frequentato insieme le scuole elementari, medie e superiori.
Anche come università avevano scelto la stessa, cosicchè non sarebbe mai dovuto giungere il momento di separarsi.
Ma ora qualcosa si era interposto tra la loro amicizia, qualcosa che, nonostante i giuramenti e le promesse, le aveva allontanate.
E quel qualcosa era il fidanzato di Alice, un ragazzo morbosamente geloso e violento.
Costantemente ubriaco, egli non esitava ad alzare le mani sul giovane corpo della ragazza  che, nonostante le continue sollecitazioni dell’amica, non si decideva a mandarlo al diavolo come meritava e lasciava che la sua pelle morbida e rosea si ricoprisse di lividi viola e doloranti.
Non si era mai spinto oltre gli schiaffi.
Non fino ad ora, almeno.
Perché adesso, in un momento di follia dettata dall’alcol, aveva afferrato in un secondo un coltello da cucina ed aveva ferito Alice, più volte, senza alcun motivo.
Poi, senza cuore qual era, se n’era andato, lasciandola sola e sanguinante sul pavimento della cucina che con tanti sacrifici era riuscita ad arredare come aveva sempre desiderato.
Michela aveva sempre cercato di parlare con l’amica, di farla ragionare, ma ogni volta aveva fatto unicamente un buco nell’acqua.
E quando, nel cuore di quell’orrenda notte, il suo cellulare era squillato impazzito, non aveva potuto fare a meno di rispondere con un orrendo presentimento nel cuore.
Non si era sbagliata.
Era corsa da Alice con tutta la velocità che le corte gambe le consentivano, perché sapeva che non era troppo tardi, che sicuramente poteva ancora salvarla.
< Avrei dovuto lasciarlo come mi hai consigliato un sacco di volte >, mormorò d’improvviso Alice, riportando Michela alla realtà.
< Sì, forse avresti dovuto. Ma sei sempre testona >, scherzò quest’ultima, accarezzandole i lunghi capelli neri che le invidiava fin da quando erano piccole.
Un gemito incontrollato sfuggì dalle labbra di Alice, scossa da un tremito senza fine.
Michela la tenne stretta a sé, forte, cullandola come fosse una neonata.
< Stanno arrivando, stanno arrivando >, le sussurrava intanto, ripetendo quella fase come un mantra.
Ma non arrivava nessuno.
L’ambulanza era ancora lontana.
 < Se solo ti avessi ascoltata… >, sussurrò Alice, con fatica.
< Non importa, ora >, rispose piano Michela con le mani sporche del sangue caldo dell’amica.
Invece sì che importava, ma non si poteva di certo modificare il passato, per quanto entrambe lo desiderassero con tutte loro stesse.
Alice provò ad alzarsi, ma il dolore la inchiodò a terra.
< Continui a credere che io non stia morendo, vero Michy? Non è così grave, no? > domandò poi, e c’era speranza nella sua voce, e lacrime nei suoi occhi.
Michela la guardò, e cercò di sorridere.
 < No, Ali. Non ti preoccupare. È solo un graffio >, rispose.
Ma piangeva anche lei.
   
 
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