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Autore: Arisu Kon    01/02/2009    2 recensioni
Eppure, nonostante tutto questo, sento di aver trovato il lato positivo della situazione. Ciò che mi aiuta ad andare avanti, e che mi fa dubitare che la definizione “disgrazia” sia adatta per la mia trasformazione. La fonte della mia determinazione. L’unica persona che sento di volere al mio fianco per l’eternità, e che non cesserò mai di desiderare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Assurdo Pensare

Assurdo Pensare

 


Ci vediamo sabato
se non avrai da fare
tutte le cose piccole
mi fanno stare bene.
Tutte le cose fragili
si fanno sempre amare
l'ho capito subito
sentendoti parlare
sarà, lo so, sempre difficile
la vita mia è la tua al contrario
ma simile.

 

“volevi dirmi qualcosa, Jazz?” Mi sorridi. È un sorriso sincero, spontaneo. Ne rimango abbagliato, per l’ennesima volta. Non saprei come descriverlo. Fatico ad incrociare il tuo sguardo d’oro. È strano come ogni tuo sorriso sia così speciale. È strano come i tuoi occhi di topazio sembrino sorridere anch’essi. È strano che, nonostante l’angoscia opprimente del momento, tu sia riuscita ugualmente a strapparmi un sorriso. Come quella prima volta, quando mi sei venuta incontro rimproverandomi per il mio ritardo. “era ora. Mi hai fatto aspettare” mi avevi detto, sorridendo. Ed io non avevo potuto fare a meno di imitarti. È stato allora che ho capito. È per quel sorriso che ora siamo qui, sotto un cielo trapunto di stelle che si riflettono nei tuoi occhi, in una spiaggia senza nome di un’isolata cittadina italiana.

“si” rispondo. Come se servisse a qualcosa. Sai benissimo quello che voglio dirti, lo sapevi prima ancora che io prendessi la mia decisione. Forse anche tu, come me, l’hai sempre saputo nel profondo, prima ancora di una qualsiasi previsione.

Eppure mi sembra così strano trovarmi in questa situazione, con te, per di più.

Abbiamo due vite talmente simili, per quanto diverse. Entrambi condannati ad una vita eterna, ad un girovagare continuo di paese in paese. Ma tutto questo ha un significato diverso per te rispetto a quello che ho io. Per te è stato come ripartire da 0, costruirti un esistenza nuova, lasciandoti alle spalle un passato ignoto. La trasformazione è stata l’inizio di una nuova vita, e che sia migliore o peggiore della precedente non ha importanza.

Per me, invece, non è stato altro che la distruzione di tutto ciò che mi ero costruito in anni e anni, l’infrangersi del sogno di un futuro ormai cancellato per sempre. La condanna a vita di una sete perenne che mi attanaglia notte e giorno, la barriera definitiva fra me e il mondo circostante. Eppure, nonostante tutto questo, sento di aver trovato il lato positivo della situazione. Ciò che mi aiuta ad andare avanti, e che mi fa dubitare che la definizione “disgrazia” sia adatta per la mia trasformazione. La fonte della mia determinazione. L’unica persona che sento di volere al mio fianco per l’eternità, e che non cesserò mai di desiderare.

È assurdo pensare che a volte le cose
non vadano bene e vadano rese
È assurdo pensare che giunti a un traguardo
neanche ci arrivi e diventa un ricordo
È assurdo pensare ma è lecito farlo
e son meno triste se almeno ti parlo
e invento momenti, abbracci e consigli,
immagino storie, le noie gli abbagli
che avrei calcolato se fossi capace,
che solo provando a fare meglio
mi renderai felice, però
fondamentalmente tutto a posto


Assurdo pensare a ciò che chiederti. Assurdo che mi sia finalmente deciso.

Mi perdo nel tuo sguardo, interrogandomi sul significato nascosto di quei laghi d’oro fuso. Cosa dovrei aspettarmi dal tuo sorriso? Una risposta affermativa, un invito a continuare? Oppure compassione, una banale presa in giro? L’unico modo per scoprirlo è provare, buttarmi. Ma c’è qualcosa a bloccarmi. La paura di non farcela, di sprofondare in un baratro senza più ritorno. Di perdermi e di non trovarti mai più. Evidentemente ti ho trasmesso la mia agitazione. La tua espressione muta all’improvviso. Si fa più seria.

“beh, ora sono qui. Dimmi” la tua sembra quasi una supplica. Con fatica riesco ad incrociare il tuo sguardo luminoso ancora una volta. Una muta richiesta nei tuoi occhi. Chissà cosa ti aspetti. Ho paura di deluderti.


È che
obiettivamente non riesco
è che la pazienza
ci fa divertire
per noi innamorati
senza volerlo dire

 

Ormai non serve a nulla rimandare. Mi inginocchi lentamente accanto a te, prendendo la tua mano sottile fra le mie. Incrocio ancora una volta il mio sguardo con il tuo, ma distolgo subito gli occhi. Sembri preoccupata. Chissà cosa ti spaventa, se la paura di ciò che potrei o non potrei dire. Eppure dovresti già saperlo, giusto? Finora non hai mai sbagliato una previsione.

“alice cullen” mormoro. Poco più di un sospiro. Ancora un altro po’ e crollerò. Non sopporto certe formalità, ma voglio che sia tutto perfetto. Allungo la mano verso la tasca della giacchetta, per poi tirarne fuori una scatoletta foderata di velluto blu scuro. La apro. Fisso i miei occhi nei tuoi, ancora una volta. Ho paura, e tanta. Paura di un rifiuto, di un assenso. Paura di pronunciare poche semplici parole. Mi accorgo con meraviglia di aver paura di te. Di te, piccola fragile creatura, che con poche parole potresti distruggermi. Spezzarmi. Eppure stavolta non mi tirerò indietro. Voglio resistere fino all’ultimo. Male che vada, saprò di averci messo tutto me stesso. “vorresti sposarmi?” ecco. Mi sono buttato.

 

 

È assurdo pensare che a volte le cose
non vadano bene e vadano rese
È assurdo pensare che giunti a un traguardo
neanche ci arrivi e diventa un ricordo
e paradiso è la nostra memoria
per non perderla mai più
mai più
e penso alle risate a quanta gioia
che non toccheranno mai
nessuno mai
È assurdo pensare che a volte le cose
non vadano bene e vadano rese
È assurdo pensare che giunti a un traguardo
neanche ci arrivi e diventa un ricordo
È assurdo pensare ma è lecito farlo
e son meno triste se almeno ti parlo
e invento momenti, abbracci e consigli,
immagino storie, le noie gli abbagli
che avrei calcolato se fossi capace,
che solo provando a fare meglio
mi renderai felice
mi renderai felice felice felice
perché la pazienza fa dannare
chi si innamora
senza volerlo fare
senza volerlo fare
È assurdo pensare
È assurdo pensare
È assurdo pensare ma è lecito farlo
È assurdo pensare
È assurdo pensare

 

Sei davanti a me, eppure non ti vedo. C’è solo buio. Non sento niente. Tutti i suoni si fanno ovattati. Con uno sforzo enorme riesco a focalizzare di nuovo la tua immagine, ma è solo un istante. Un attimo dopo sento le tue braccia cingermi le spalle e il profumo intenso dei tuoi capelli.

“lo sapevo” mormori “lo sapevo, jazz, ce l’hai fatta.” Sorrido, stringendoti a me. passo una mano fra i tuoi capelli soffici.

anch’io” ti allontano appena da me per baciarti delicatamente sulle labbra. “ma non hai ancora risposto”

Sorridi ancora, e sento di doverti imitare. Ancora una volta. Ma adesso è per sempre.

“si” sussurri, la flebile luce lunare che ti illumina appena il viso dalla bellezza eterea e infrangibile. “ti amo, Jazz”

 

Ecco questa fic l’ho scritta tutta di getto. Avevo voglia di qualcosa di dolce e zuccheroso. Forse troppo sdolcinata direte voi. Comunque spero in tanti commenti, non devono essere per forza positivi, potreste aiutarmi a migliorare, ma gradirei in ogni caso che lasciaste una recensione. Dedico questa song fic a tutti\e i\le fan di Alice e di questa coppia.

Besos.

**Alexjs kaulitz**            :::: Arisu Kon ::::

  
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