Assurdo Pensare
Ci vediamo sabato
se non avrai da fare
tutte le cose piccole
mi fanno stare bene.
Tutte le cose fragili
si fanno sempre amare
l'ho capito subito
sentendoti parlare
sarà, lo so, sempre difficile
la vita mia è la tua al contrario
ma simile.
“volevi dirmi qualcosa,
Jazz?” Mi sorridi. È un sorriso sincero, spontaneo. Ne rimango abbagliato, per
l’ennesima volta. Non saprei come descriverlo. Fatico ad incrociare il tuo
sguardo d’oro. È strano come ogni tuo sorriso sia così
speciale. È strano come i tuoi occhi di topazio sembrino
sorridere anch’essi. È strano che, nonostante l’angoscia opprimente del
momento, tu sia riuscita ugualmente a strapparmi un sorriso. Come quella prima
volta, quando mi sei venuta incontro rimproverandomi per il mio ritardo. “era ora. Mi hai fatto
aspettare” mi avevi detto,
sorridendo. Ed io non avevo potuto fare a meno di
imitarti. È stato allora che ho capito. È per quel sorriso che ora siamo qui,
sotto un cielo trapunto di stelle che si riflettono nei tuoi occhi, in una
spiaggia senza nome di un’isolata cittadina italiana.
“si” rispondo. Come se servisse a qualcosa. Sai benissimo quello che voglio
dirti, lo sapevi prima ancora che io prendessi la mia
decisione. Forse anche tu, come me, l’hai sempre saputo nel profondo, prima
ancora di una qualsiasi previsione.
Eppure mi sembra così strano trovarmi in questa
situazione, con te, per di più.
Abbiamo due vite talmente
simili, per quanto diverse. Entrambi condannati ad una vita
eterna, ad un girovagare continuo di paese in paese. Ma
tutto questo ha un significato diverso per te rispetto a quello che ho io. Per
te è stato come ripartire da 0, costruirti un esistenza nuova,
lasciandoti alle spalle un passato ignoto. La trasformazione è stata l’inizio
di una nuova vita, e che sia migliore o peggiore della
precedente non ha importanza.
Per me, invece, non è stato
altro che la distruzione di tutto ciò che mi ero costruito in anni e anni, l’infrangersi del sogno di un futuro ormai cancellato
per sempre. La condanna a vita di una sete perenne che mi
attanaglia notte e giorno, la barriera definitiva fra me e il mondo circostante.
Eppure, nonostante tutto questo, sento di aver trovato il lato positivo della situazione. Ciò che mi
aiuta ad andare avanti, e che mi fa dubitare che la definizione “disgrazia” sia
adatta per la mia trasformazione. La fonte della mia determinazione.
L’unica persona che sento di volere al mio fianco per l’eternità, e che non
cesserò mai di desiderare.
È assurdo pensare che a volte le cose
non vadano bene e vadano rese
È assurdo pensare che giunti a un traguardo
neanche ci arrivi e diventa un ricordo
È assurdo pensare ma è lecito farlo
e son meno triste se almeno ti parlo
e invento momenti, abbracci e consigli,
immagino storie, le noie gli abbagli
che avrei calcolato se fossi capace,
che solo provando a fare meglio
mi renderai felice, però
fondamentalmente tutto a posto
Assurdo pensare a ciò che chiederti. Assurdo che mi sia finalmente deciso.
Mi perdo nel tuo sguardo,
interrogandomi sul significato nascosto di quei laghi d’oro fuso. Cosa dovrei aspettarmi dal tuo sorriso? Una risposta
affermativa, un invito a continuare? Oppure
compassione, una banale presa in giro? L’unico modo per scoprirlo è provare,
buttarmi. Ma c’è qualcosa a bloccarmi. La paura di non
farcela, di sprofondare in un baratro senza più
ritorno. Di perdermi e di non trovarti mai più. Evidentemente ti ho trasmesso
la mia agitazione. La tua espressione muta all’improvviso. Si fa più seria.
“beh, ora sono qui. Dimmi” la tua sembra quasi una supplica. Con fatica riesco
ad incrociare il tuo sguardo luminoso ancora una volta. Una muta richiesta nei
tuoi occhi. Chissà cosa ti aspetti. Ho paura di
deluderti.
È che
obiettivamente non riesco
è che la pazienza
ci fa divertire
per noi innamorati
senza volerlo dire
Ormai non serve a nulla
rimandare. Mi inginocchi lentamente accanto a te,
prendendo la tua mano sottile fra le mie. Incrocio ancora una volta il mio
sguardo con il tuo, ma distolgo subito gli occhi. Sembri preoccupata. Chissà
cosa ti spaventa, se la paura di ciò che potrei o non potrei dire. Eppure
dovresti già saperlo, giusto? Finora non hai mai sbagliato una previsione.
“alice cullen”
mormoro. Poco più di un sospiro. Ancora un altro po’ e crollerò. Non sopporto
certe formalità, ma voglio che sia tutto perfetto. Allungo la mano verso la
tasca della giacchetta, per poi tirarne fuori una scatoletta foderata di
velluto blu scuro. La apro. Fisso i miei occhi nei tuoi, ancora una volta. Ho
paura, e tanta. Paura di un rifiuto, di un assenso. Paura di pronunciare poche
semplici parole. Mi accorgo con meraviglia di aver paura di te. Di te, piccola fragile creatura, che
con poche parole potresti distruggermi. Spezzarmi. Eppure stavolta non mi tirerò indietro. Voglio resistere
fino all’ultimo. Male che vada, saprò di averci messo tutto me stesso.
“vorresti sposarmi?” ecco. Mi sono buttato.
È assurdo
pensare che a volte le cose
non vadano bene e vadano rese
È assurdo pensare che giunti a un traguardo
neanche ci arrivi e diventa un ricordo
e paradiso è la nostra memoria
per non perderla mai più
mai più
e penso alle risate a quanta gioia
che non toccheranno mai
nessuno mai
È assurdo pensare che a volte le cose
non vadano bene e vadano rese
È assurdo pensare che giunti a un traguardo
neanche ci arrivi e diventa un ricordo
È assurdo pensare ma è lecito farlo
e son meno triste se almeno ti parlo
e invento momenti, abbracci e consigli,
immagino storie, le noie gli abbagli
che avrei calcolato se fossi capace,
che solo provando a fare meglio
mi renderai felice
mi renderai felice felice felice
perché la pazienza fa dannare
chi si innamora
senza volerlo fare
senza volerlo fare
È assurdo pensare
È assurdo pensare
È assurdo pensare ma è lecito farlo
È assurdo pensare
È assurdo pensare
Sei davanti a me, eppure
non ti vedo. C’è solo buio. Non sento niente. Tutti i suoni si fanno ovattati.
Con uno sforzo enorme riesco a focalizzare di nuovo la tua immagine, ma è solo
un istante. Un attimo dopo sento le tue braccia cingermi le spalle e il profumo
intenso dei tuoi capelli.
“lo sapevo” mormori “lo
sapevo, jazz, ce l’hai fatta.” Sorrido, stringendoti a
me. passo una mano fra i tuoi capelli soffici.
“anch’io”
ti allontano appena da me per baciarti delicatamente sulle labbra. “ma non hai ancora risposto”
Sorridi ancora, e sento di
doverti imitare. Ancora una volta. Ma adesso è per
sempre.
“si” sussurri, la flebile
luce lunare che ti illumina appena il viso dalla
bellezza eterea e infrangibile. “ti amo, Jazz”
Ecco questa fic l’ho scritta tutta di getto. Avevo voglia
di qualcosa di dolce e zuccheroso. Forse troppo sdolcinata direte voi. Comunque spero in tanti commenti, non devono essere per
forza positivi, potreste aiutarmi a migliorare, ma gradirei in ogni caso che
lasciaste una recensione. Dedico questa song fic a tutti\e i\le fan di Alice e di
questa coppia.
Besos.
**Alexjs kaulitz** :::: Arisu Kon ::::