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Autore: J22    22/08/2015    1 recensioni
Spencer ed Emily, un’amicizia che sembra scritta nelle stelle.
Ma a Rosewood, si sa, non c'è mai pace... riusciranno a sopravvivere ai suoi misteri?
Genere: Mistero, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Emily Fields, Spencer Hastings, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bisogna assolutamente inserire la storia in codice html, altrimenti il testo verrà fuori tutto attaccato. Per istruzioni guardate il riquadro azzurro affianco e se non sapete cos'è l'html, utilizzate la prima delle due opzioni, l'editor di EFP.-Spencer!-
-Sono su-
-Puoi scendere un minuto?-
-Arrivo!-
Spencer scese di corsa le scale ed entrò in cucina, dove trovò sua madre Veronica intenta ad infiocchettare un cesto ricco di ogni ben di Dio.
-Scusa tesoro se ti ho interrotto, ma che ne dici di prenderti una pausa e portare questo cesto ai nuovi arrivati?-
-Quali nuovi arrivati?-
-Una famiglia che si è trasferita qui a Rosewood da ieri. Non so bene chi siano, ma abitano di fronte ai Cavanaugh e hanno un figlio. Credo gli farebbe molto piacere ricevere un omaggio di benvenuto, che ne pensi?-
-Sono d’accordo!- rispose la ragazza entusiasta -Torno subito!-
Per gli Hastings era un’abitudine accogliere i nuovi arrivati in questo modo. La reputazione era un fattore troppo importante, e ogni cittadino, soprattutto i nuovi, dovevano avere un’ottima idea di quella famiglia.
 
Giunta nei pressi di casa Cavanaugh, una residenza tetra e dalle finestre sempre oscurate, si guardò intorno ed effettivamente quasi di fronte notò una villa che era stata evidentemente appena abitata.
«Qui c’erano i Williams» pensò.
Con passo spedito si diresse verso il patio, ma proprio prima di suonare il campanello la sua attenzione fu attirata da uno scatolone aperto, pieno di libri. Spencer era una di quelle persone fermamente convinte che dai gusti musicali e letterari di una persona si potesse capire molto del suo carattere. Per questo, presa dalla curiosità vi diede una rapida occhiata. C'era effettivamente molta roba, di diverso genere. Molte erano le biografie dei grandi personaggi dello sport, e molti anche i romanzi. In cima a questi ce n'era uno che subito le sembrò familiare: «Il ritratto di Dorian Grey», di Oscar Wilde.
«Ma guarda, è la mia stessa edizione... e anche qui ci sono ammaccature sulla copertina. Allora era proprio un difetto tipografico. Pagine ingiallite... un altro amante del vintage... sembra proprio il libro che regalai ad E... un momento!» con un brutto presentimento prese in mano il cellulare e controllò la data: 2 Settembre. Emily aveva detto che si sarebbe traferita proprio nei primi giorni del mese. A quel punto era quasi tutto chiaro, ma le occorreva un'ultima prova. Socchiuse un'anta dello scatolone cartonato e vi trovò una ricevuta adesiva della ditta di spedizione, che recitava a caratteri cubitali: «to Fields Emily». Ecco chi erano i nuovi vicini. A prendere il sopravvento fu innanzitutto il panico.
E se ad aprire la porta fosse andata proprio Emily? Cosa le avrebbe detto? Come avrebbe reagito? Era troppo dubbiosa delle sue emozioni per poter rischiare.
Controllò rapidamente che la madre avesse messo nel cesto un biglietto di benvenuto intestato. Sì, c'era.
Ci pensò ancora un'altra volta, ma quando udì la voce di Emily parlare all'interno della casa non ci perse altro tempo, lasciò la scatola davanti all'ingresso e scappò via, sperando che nessuno l'avesse notata.
 
-Spencer sono a casa!- annunciò Veronica quando in tardo pomeriggio tornò dal lavoro. -Ei, che stai mangiando?- chiese dopo che la figlia, intenta a masticare, le aveva risposto solo con versi sconnessi.
-Cookies... ne vuoi uno?- rispose finalmente lei.
-No grazie. Allora Spencer, come ti è sembrata Pam Fields?- chiese improvvisamente Veronica.
La ragazza sollevò di scatto lo sguardo, per poi riporlo rapidamente sui libri e continuare a mangiare. -Simpatica! Molto... simpatica-
-Ah sì? E suo figlio invece?-
-Lui non era in casa-
-Capisco. E oltre a queste informazioni, il cesto non ti ha raccontato anche che si tratta di una figlia, non di un figlio?-
-Ma che stai delirando?- chiese la ragazza ridendo, fingendosi tranquilla senza ancora alzare gli occhi.
-Spencer! Solo il cesto ha avuto un contatto diretto con la famiglia Fields! Il cesto e io, che ho incontrato Pam al parco. E smettila di mangiare, guardami! … Mi ha ringraziata per il regalo di benvenuto trovato fuori all'ingresso, e quando le ho detto che era impossibile, perché il nostro cesto lo aveva portato personalmente mia figlia Spencer mi ha risposto di no, che nessuna Spencer aveva suonato al loro campanello, e che nel pacco trovato fuori il biglietto diceva chiaramente: «da Peter, Veronica, Melissa e Spencer Hastings». Ora io mi chiedo, come diavolo ti è venuto in mente!?-
-Mamma...-
-No, non mi importa. Non voglio sentire spiegazioni, sei anche brava ad inventare quando serve. Mi hai disobbedito, hai provocato una figuraccia alla tua famiglia, quindi ora va' di sopra e rifletti sulle tue azioni. E per stasera non userai né computer né telefono-
-...ma ascoltami...!-
-Vai!- ordinò categorica.
Veronica non sapeva di Emily. O meglio, aveva visto le foto della vacanza e aveva sentito parlare sommariamente di quella ragazza nonostante Spencer cercasse di evitare l'argomento. Ma non aveva idea di come fosse finita e soprattutto che sarebbe stata proprio lei a trasferirsi a Rosewood.
La mora salì in camera e chiuse a chiave la porta. Senza neanche indossare il pigiama spense le luci, strinse un cuscino tra le braccia e si addormentò.
 
L’indomani mattina Spencer scese in sala da pranzo per la colazione, dove trovò Veronica intenta a leggere il giornale prima di andare a lavoro.
-Dopo colazione vai dai Fields-
-Perché?-
-Per presentarti e chiedere scusa-
-Non posso…- disse la ragazza dopo un attimo di esitazione.
-…o non vuoi?-
-…-
-Va’ a vestirti-
A quel punto Spencer scattò in piedi furiosa -Io conosco già Emily!-
-Come?-
-Emily, la figlia dei Fields! E’ lei la ragazza con cui ho trascorso le vacanze a Roma-
-E allora il problema dov’è?-
-E’ che è finita male!-
Veronica distolse finalmente l’attenzione dal giornale e poggiò sul tavolo gli occhiali da lettura.
-Lo sai che domani inizia la scuola e dovrai comunque vederla ogni giorno, vero?-
-Certo, ma la scuola è grande e anche se forse frequenteremo molti corsi insieme, riuscirei ad evitarla. E non è lo stesso che suonare al suo campanello, trovarsela di fronte per poi dire cosa, “Ciao Emily, benvenuta a Rosewood, sono felice di vederti!” o “Ciao Emily, grazie per aver rovinato la vacanza più bella della mia vita!”?! No grazie!-
- … Non ti chiederò cosa è successo, ma sappi che ti assumi le responsabilità delle tue azioni-
-Certo mamma, avevi dubbi?- esclamò, risalendo rapidamente in camera.
 
Indossate velocemente tuta, scarpe da ginnastica e cuffiette, Spencer si diresse al parco, dove sperava di sfogare nella corsa la sua rabbia e disperazione. Ma non le bastò, così andò in palestra, dove trovò conforto nel sacco da boxe. Colpiva più forte che poteva, senza alcuna tecnica. Per questo fu costretta a tornare a casa con delle fasciature ai polsi. Nel dolore trovò conforto. Ma appena uscita dalla palestra scorse Emily che, in bici, esplorava la sua nuova città. Fece in tempo a nascondersi dietro un portone per non farsi notare dalla ragazza, ma a distanza qualcuno aveva osservato tutta la scena.

 


#SPOILERalert cap.6

Era una sensazione strana. Si sentiva osservata, ma non c’era nessuno nei paraggi, ne era certa.
Terminata la conversazione si recò al suo armadietto e lo aprì per dargli una sistematina. Ma due mani alle sue spalle le coprirono gli occhi.
-Un nuovo anno è iniziato, sarò mai perdon…?-
-Allora eri tu a seguirmi?-
 
   
 
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