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Autore: FrenzIsInfected    22/08/2015    3 recensioni
Daveigh Carroll è una giovane giornalista di Spokane(WA), ed Ellen Clark una sua collega fotoreporter. Insieme, indagano sulle vicende che dagli anni '80 sconvolgono la tranquilla città di Farmington(WA). Sembra che in una villa abbandonata
fuori paese immersa tra gli alberi, Villa Floyd, siano scomparsi giovani di tutte le età. Le due chiamano come rinforzo
Kristen Rollins(giornalista e horror blogger), Daniel Reed e Aaron Turner(appassionati di paranormale) e Nathan Wilson, nerd amico di Daveigh. Cosa cela quella villa a Farmington?
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Visione di morte Appena entrate, furono accolte dalla proprietaria, una donna di mezza età con aria da beccamorta.
- Buonasera, forestiere. - disse.
- Salve. - rispose timidamente Daveigh.
- Come posso esservi utile? - .
- Avete una doppia? - .
- L'intero albergo è vuoto, c'è solo un ragazzo nella camera 7. - .
- Perfetto. Ci fermiamo una notte. - .
La ragazza pagò la donna.

- Camera 15, sulla destra. - .

La giornalista ringraziò.
- Cercate di uscire vive di qui, domattina. - .
Ellen la guardò stupita.
- Grazie dell'augurio. - disse con tono sarcastico.
- Non scherzare, giovanotta. - la smorzò la donna. - Di solito, i forestieri che si fermano qui lo fanno per un motivo ben preciso. - .
- E cioè? - chiese Daveigh.
- La villa. - .
- Non siamo dirette lì. Ci si è solo rotta la macchina. - .
- Capisco...buona permanenza. - .
E, prendendo le loro cose, andarono in camera.
Due letti semplici, con due lampade, un attaccapanni, un mobile con un televisore, un armadio e un bagno componevano in maniera sobria la stanza.
- Meglio di niente. - commentò la fotoreporter, lanciando la borsa con la fotocamera nel letto.
- Per cena? Che si fa? - .
- Ordiniamo una pizza. - .
Daveigh cercò nell'elenco telefonico una pizzeria che si trovasse nelle vicinanze. La trovò a Tekoa, un paese situato a 18 km da Farmington.
Andò ad aspettare il pizzaiolo fuori dalla struttura, mentre Ellen si riposava a letto.

Una leggera brezza tirava da ovest. Daveigh si sedette in una delle sedie che si trovavano vicino all'ingresso del B&B.
Non mi piace questa vicinanza alla villa. pensò. Tra quello che ci ha detto il meccanico, e gli avvenimenti dei giorni scorsi, dormire a qualche centinaio di metri da quel posto non è la cosa più saggia da fare.
La voce di un ragazzo interruppe il suo flusso di pensieri.
- Posso? - .
Doveva essere l'altro ospite dell'albergo.
- Prego. - invitò la giornalista.
Era un bel ragazzo. Occhi verdi, capelli biondi, labbra sottili, di media statura. Indossava una tuta e dei pantaloni da ginnastica. Daveigh dedusse che doveva essere al massimo più vecchio di un anno rispetto a lei.
- Fresco, eh? - attaccò lui.
- Non tanto, sto bene così. - .
Il biondino allungò la mano.
- Thomas Barrett. - .
- Daveigh Carroll. - .
- Di dove sei? - .
- Spokane. E tu? - .
- Tensed, Idaho. - .
- Come mai da queste parti? - .
- Ci si è rotta la macchina. - .
- Che sfiga... - .
- E tu? - .
- Sto andando a trovare i miei zii a Glenhouse. - .
- Da solo? Senza un auto? - .
- Sono arrivato qui a forza di autostop. Voglio provare l'emozione di viaggiare liberamente, senza vincoli. In un certo senso. - .
- Se vuoi, domani posso darti un passaggio fino a Glenhouse. - .
- Ma non è fuori rotta rispetto a Spokane? - .
- Tranquillo, nessun problema. - .
Thomas sorrise.
- Grazie. - .
Il pizzaiolo giunse proprio in quel momento.
- Daveigh Carroll? - chiese. Daveigh annuì.
Il ragazzo scese dalla motocicletta e consegnò le pizze alla giornalista.
- Sono 9 dollari e 42 centesimi. - .
Thomas l'aiutò a portare le pizze in stanza, mentre lei pagava.
- Perchè non ti fermi a mangiare con noi? - domandò Ellen, non appena i due entrarono in stanza.
- Vi ringrazio, ma ho già cenato a Farmington. - .
Il ragazzo salutò le due ragazze di Spokane, tornando in stanza.
- Beh? Non hai visto che manzo che era? - fece la fotoreporter all'amica, che la guardava male.
- Manzo o non manzo, ora mangiamoci queste pizze. Ho lo stomaco che romba come una Harley-Davidson. - .
Le due fecero cena, poi si fiondarono subito a letto. La giornata era stata stressante.

La notte era appena scesa, a Farmington.
Il ragazzo si addentrò nel bosco. Quel bosco.
Quello che precedeva la villa.
Aveva un coltellino ed una torcia con sè. Torcia che illuminava la sua via, stando attento a dove metteva i piedi.
Non ci teneva a diventare la prossima vittima di quella bestia che si nascondeva tra quegli alberi, che di recente aveva ucciso un bambino.
Ad un tratto, quando cominciò a scorgere le rovine della villa, sentì una voce.
La voce di una bambina che cantava.

Now be worried, 'cause I'm here.
I can feel your pain and fear.
I see you also if you don't see me.
Now come and play with me.

Ma che scherzo è questo? Si chiese il ragazzo.
Non poteva essere la sua voce.
Avanzò ulteriormente verso la villa, fino a finire nel piazzale antistante l'edificio. L'antica fontana cadeva a pezzi, come l'intonaco rosso che ricopriva le mura esterne della proprietà dei Floyd. Le finestre eranno tutte rotte, si salvava qualche persiana per il rotto della cuffia.
Poi la vide.
La bambina se ne stava in piedi sulla scalinata che collegava il terreno all'ingresso.
- Ehi. - la salutò il ragazzo.
Lei si girò.
- Ciao. - .
Lui si avvicinò.
La bambina era scalza. Indossava i soliti pantaloni corti e la felpa nera, nonostante facesse un freddo tremendo.
- Come mai qui? Come mai proprio a quest'ora? - .
Lei sorrise.
- Beh... qui non può vederci nessuno. E poi... è qui che dimora il mio corpo. E la mia anima. - .
Il ragazzo indietreggiò.
- Che vuoi dire? - .
Cominciava ad aver paura.
La bambina tramutò il sorriso in un'espressione mesta.
- Scusami. - .
E, senza dargli tempo di reagire, gli azzannò la gola.
Lo gettò a terra in posizione supina, affondò la mano nel petto del giovane ed estrasse il cuore.
Lo erse in aria come un trofeo e lanciò un urlo animalesco.
Lo divorò in un sol boccone.
Poi, Chloe continuò a mangiare altri pezzi di Thomas Barrett, che ormai aveva reso l'anima a Dio da qualche secondo, l'espressione stupita ancora stampata nel suo volto.
  
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