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Autore: mudblood88    22/08/2015    5 recensioni
Seguito di "I cattivi non hanno mai un lieto fine, ma Regina ha Emma."
TRATTO DAL TESTO:
«Vuole il tuo cuore, Emma».
«Non mi importa» rispose la bionda, con fermezza. «Non ti lascerò andare da sola».
Regina fece un passo verso di lei, trovandosi a pochi centimetri dal suo viso.
«Emma, ascolta...»
«No» la interruppe, alzando le mani in un gesto deciso. «Non mi importa, qualsiasi cosa dirai ho preso la mia decisione. Avevo promesso a Henry che mi sarei presa cura di te. Che ti avrei protetta. Ed è quello che ho intenzione di fare. Io sono la Salvatrice!»
«Emma» disse Regina, in tono grave. «A volte... anche la Salvatrice deve essere salvata».
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 15
Undici giorni prima del solstizio d'estate




«Chi sei allora?»

Robin sogghignò, mentre i suoi occhi diventarono gialli e luminosi, privi di calore.

«Sono il tuo peggiore incubo».

Poi tutto il corpo di Robin fu scosso da dei tremiti, e si illuminò, esattamente come avevano fatto gli occhi. Dalle braccia e dalle gambe fuoriuscirono fiotti di luce, finché quello che una volta era Robin scomparve in una nuvola di fumo nero, lasciando spazio a quella che Regina riconobbe come l'ombra che le aveva seguite.

L'ombra subito le andò incontro, veloce come un fulmine.

Regina alzò le mani verso di lei. «Non così in fretta!» gridò, ma capì subito che qualcosa non andava.

La sua magia, il fiotto di luce rossa che aveva emanato, non colpì l'ombra. Andò nella sua direzione, ma si fermò proprio davanti all'ombra e ritornò indietro, colpendola in pieno petto.

Regina non poté fare altro che chiudere gli occhi e preparasi all'impatto. Ma non sentì nulla. Ci mise qualche secondo prima di portarsi una mano sul petto, sorpresa. Fu così che capì.

La sua mano toccò il pendente che il finto Robin le aveva messo al collo. La sua magia si era depositata lì.

Se lo staccò con un gesto secco della mano, e lo lanciò a terra, sperando di spaccarlo. Ma l'ombra non si fece trovare impreparata.

Un momento prima che il ciondolo cadesse a terra, l'ombra lo attirò dentro di sé, per poi ritrasformarsi in Robin. Il ciondolo era nella sua mano, e Regina lo guardò ancora più sconvolta.

«Perché vuoi la mia magia?» sbraitò.

L'ombra non rispose. Robin aveva uno sguardo folle negli occhi, e un secondo dopo le sue mani si chiusero attorno al collo di Regina.

La donna gridò, mentre l'ombra la sollevava da terra, lanciandola dalla parte opposta e facendola sbattere contro il muro.

Regina cadde, e subito si portò una mano sul ventre. Inspirò a fondo.

«Senza la tua magia non sei nessuno, Regina Mills» Robin parlò con la stessa voce metallica che apparteneva all'ombra. «E' stato difficile, devo ammetterlo. Sei un'avversaria temibile. Non come la Salvatrice, con lei è stato un gioco da bambini. Così curiosa e ingenua, è bastato mostrarmi a lei per farla cadere nella mia trappola».

Regina chiuse gli occhi.

Ma certo, era logico. Emma non era riuscita a usare la sua magia per aprire lo scrigno, e non era stanchezza, o rabbia, non dipendeva affatto da lei.

«Hai rubato la magia anche a Emma?»

Robin rise, una risata gelida, agghiacciante. «Ho bisogno della vostra magia. Unita, la tua magia e quella della Salvatrice è la più potente del mondo. Mi serve per raggiungere il mio obiettivo».

Regina si rialzò. «E quale sarebbe il tuo obiettivo? Perché ci hai portato qui? Perché hai creato questo sortilegio?»

Robin non la sfiorò, ma Regina sentì una morsa stringerle nella gola.

«Voglio rigenerarmi» spiegò l'ombra. «Sono stanco di essere un'essenza, voglio ritornare ad essere sostanza, ad avere un corpo tutto mio. E per farlo ho bisogno di alcuni ingredienti importanti».

Regina sentì a poco a poco quella morsa aumentare contro la sua gola. Il respiro cominciò a mancarle, le gambe a termarle.

«Ho bisogno ancora della Salvatrice, e tu mi hai dato la chiave per poterla attirare qui. Il suo amore per te sarà la sua rovina».

Regina avrebbe voluto gridare, ribellarsi. Ma non ce la faceva. Stava soffocando, e tutto intorno a lei cominciò a farsi indistinto, vedeva soltanto delle macchie sfocate.

Poi udì qualcosa, un rumore in lontananza, un rumore di... vetri infranti.

«Giù le mani da lei!»

Emma aveva fatto irruzione nella stanza, spaccando la finestra del salotto e infilandosi dentro senza la minima esitazione. Non si bloccò nemmeno nel vedere Robin usare la magia, e usarla contro Regina. Non aveva tempo di farsi delle domande, doveva agire.

Emma colpì Robin con un pugno usando tutta la forza che aveva in corpo. Fu un colpo secco, deciso, assestato proprio sulla mascella dell'uomo che in un attimo cadde a terra, mollando la presa su Regina. Quest'ultima tossì violentemente, mentre ricominciava piano piano a respirare.

Robin era caduto a terra, e in un attimo si era dissolto, come aveva fatto pochi minuti prima. Emma corse da Regina, mentre guardava quel fascio di luce avvolgere Robin per poi ricomporsi in quella che era l'ombra che aveva già visto più volte. Il pendente con la magia di Regina cadde a terra, mentre l'ombra cominciò a fluttuare nell'aria.

«Regina, stai bene?» domandò Emma, prendendola tra le braccia.

Regina non rispose. «Il ciondolo, Emma...» e tossì.

«Ciondolo?» domandò Emma, confusa. «Che sta succedendo? Robin non era...»

«Non ho tempo di spiegarti» Regina si aggrappò disperatamente a Emma, per cercare di mettersi seduta. «Ha preso la nostra magia, Emma. Dobbiamo distruggere il ciondolo» e lo indicò.

Emma guardò nella direzione indicata da Regina. Vide il ciondolo col pendente a terra e l'ombra che fluttuava sopra di esso. Non esitò e corse per afferrarlo, ma quando si avvicinò l'ombra le andò incontro.

Un momento prima che Emma prendesse il ciondolo, l'ombra la invase in pieno petto. Regina gridò, o almeno ci provò, perché non aveva ancora aria nei polmoni per poterlo fare; il suo sogno – il suo incubo – si stava avverando proprio davanti ai suoi occhi.

Emma cadde sulle ginocchia, dimenandosi e contorcendosi, posseduta dall'ombra.

Regina raccolse quelle poche forze che le erano rimaste, e con uno sforzo disumano raggiunse Emma al centro del salotto. Il pendente era ai piedi di Emma, Regina cercò di afferrarlo ma l'ombra fu più veloce. Lo tolse dalla sua vista, facendolo sparire all'interno della sua oscurità, mentre un'altra parte di lei continuava a possedere la bionda i cui occhi erano ormai diventate due orbite vuote e prive di vita.

Regina fu colta dal panico e lanciò un grido sommesso, sentendosi impotente. Era vero, senza la sua magia non era niente. Senza la sua magia non avrebbe potuto salvare Emma. Il suo amore verso di lei l'aveva attirata lì, in quella trappola, e si stava dimostrando veramente la sua rovina.

Poi, improvvisamente, il suo cuore fece un balzo. L'amore. Se l'amore era la magia più potente del mondo, come le era sempre stato detto, forse avrebbe potuto salvare Emma.

La bionda si era appena accasciata a terra quando Regina si inginocchiò accanto a lei. Non sapeva cosa fare, non sapeva se avrebbe funzionato, ma avvolse Emma tra le sue braccia, stringendola più che poteva, cercando di sfiorare ogni singola parte del suo corpo, con il proprio.

«Non avrai Emma!» gridò, disperata. Le lacrime cominciarono a scendere sulle sua guance.

«Certo, che l'avrò».

Regina sussultò mentre l'ombra aveva parlato attraverso la bocca e la voce di Emma.

«No, non l'avrai!» urlò ancora Regina, stavolta più decisa. «Dovrai uccidermi, prima di arrivare a lei!»

Regina la strinse ancora di più e per un attimo il corpo di Emma vibrò più forte. Per un lungo, orribile momento Regina credette di averla persa. Poi l'ombra fu sbalzata fuori dal suo corpo, lasciandolo avvolto in una luce che in pochi istanti svanì. Emma ora era immobile tra le braccia di Regina, mentre l'ombra sparì, come neutralizzata da quella luce che proveniva dal corpo di Emma.

Regina ci mise un po' a realizzare cosa fosse accaduto. Poi Emma si svegliò, con la testa appoggiata sul grembo di Regina.

«Regina...» bisbigliò, con voce flebile.

«Emma!»

Regina la guardò, rivolgendole un sorriso radioso. Era felice di poter vedere di nuovo i suoi occhi verdi, lucenti come non mai.

La bionda sorrise. «Tu... Mi hai salvata».

Regina sorrise e si sporse verso Emma, posando le sue labbra sulle proprie in un bacio disperato, in cerca di rassicurazioni. Emma lo capì, sentendo le lacrime di Regina che si posavano sul suo viso, così le sfiorò una guancia con la mano, per asciugargliele. Entrambe sorrisero durante il bacio, stringendosi l'una all'altra.

«Tu stai bene?» le domandò la bionda, mentre Regina l'aiutava a mettersi a sedere. «Robin, cioè... l'ombra, o quello che era, ti ha fatto del male?»

«Sto bene, tranquilla» rispose Regina. «Tu, invece? Sei sicura che l'ombra non ti abbia fatto del male?»

Emma sorrise. «Sto bene, Regina. Mi hai salvata».

Regina annuì, incerta. «Ho avuto paura» ammise, mentre nuove lacrime iniziarono a scenderle sulle guance. «Non sapevo cosa l'ombra ti stesse facendo. Non sapevo cosa fare per fermarla. Ho avuto paura di perderti».

Emma si raddrizzò, mettendosi sulle ginocchia, e avvolse le spalle di Regina con un braccio.

«Anche io ho avuto paura» rispose, posandole poi una mano sul ventre. «Ho avuto paura che ti facesse del male, che ti... uccidesse. E' colpa mia, Regina, se non avessi insistito con la storia di Robin... avevi ragione tu. Hai sempre avuto ragione tu».

«Emma non dire sciocchezze» Regina posò la mano su quella che Emma teneva sulla sua pancia. «In un certo senso, avevi ragione anche tu. Non era il vero Robin ma... l'ombra era lui. Per questo sapeva le nostre mosse».

Emma sospirò. «Se ti avesse fatto del male...»

«Ma non l'ha fatto» la interruppe Regina. «Non devi incolparti di nulla, Emma. Sei arrivata al momento giusto e mi hai salvata. Per l'ennesima volta».

«No, stavolta sei tu che hai salvato me. Regina, io ti...»

Emma si interruppe.

Regina la guardò, con un mezzo sospiro che usciva dalle sue labbra.

«Ti ringrazio» disse poi, Emma. «Grazie, per avermi salvata».

Regina si irrigidì. «Purtroppo temo che non sei ancora al sicuro. Dobbiamo tornare alla cripta e capire cosa l'ombra voleva da te».

Mano nella mano, le due si rialzarono e si avviarono alla porta.

«Ho come l'impressione che tu sappia già la risposta» disse la bionda, mentre uscivano.

Regina le lanciò un'occhiata ansiosa. «Ho un'idea. Ma spero tanto di sbagliarmi».

 

**

 

Raggiunta la cripta, Regina si mise subito a cercare informazioni sull'ombra. Emma le fece vedere che cosa aveva trovato in uno dei libri della biblioteca, e le raccontò della sua scoperta al confine. Regina, a sua volta, le raccontò del suo dialogo con l'ombra.

Erano passate ormai molte ore quando Regina, finalmente, trovò il libro che cercava.

«La rigenerazione delle essenze» esclamò, soffiando via la polvere sull'enorme tomo color legno. Lo aprì decisa, fino a trovare la pagina giusta.

«Le essenze, gli spiriti, le ombre» cominciò Regina. «Possono prendere sembianze umane, trasformandosi in persone esistenti, ma non possono avere un proprio corpo. Possono acquisirlo soltanto attraverso la rigenerazione, processo molto oscuro ma facilmente praticabile con i giusti ingredienti».

«C'è scritto come funziona qusto procedimento?» domandò Emma, sporgendosi sopra la sua spalla per leggere. Ma Regina chiuse improvvisamente il libro.

Emma realizzò che la donna doveva aver già capito di cosa l'ombra aveva bisogno per portare a termine il suo piano.

«Regina?»

La mora posò il libro, prima di fissare i suoi occhi colmi di lacrime in quelli di Emma.

«Per terminare il processo della rigenerazione, l'ombra ha...» la voce di Regina era spezzata, tremante. «...ha bisogno di un cuore puro».

Emma trasalì.

«Quindi vuole questo da me?» chiese.

Regina annuì. «L'ombra vuole il tuo cuore, Emma».


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Buonasera team SwanQueen! Eccomi qui di ritorno con il nuovo capitolo, con un giorno di anticipo perché domani non avrei potuto pubblicare. Tra l'altro, questo è un capitolo molto importante per me, e penso anche per voi perché si capisce finalmente chi diamine c'è dietro al sortilegio, al furto dello scrigno, insomma... a tutte le sventure delle nostre SwanQueen!
Questo capitolo mi piace in modo particolare, non solo per la tenerezza di Regina e il suo gesto verso Emma, anche perché... ammettetelo dai, non vorreste vedere Emma stendere Robin con un bel cazzotto? XD Anche se non era il vero Robin... per me la scena è proprio epica. XD
Vi ringrazio ancora una volta per il vostro affetto, e stavolta vi lascio con un video. 
Essendo che questo cattivone che mi sono inventata non è tutta farina del mio sacco, vi lascio con il video a cui mi sono ispirata. Avete mai visto il classico Disney "La principessa e il ranocchio"? Ebbene sì, mi sono ispirata proprio a lui per creare quest'ombra maligna. E' un cartone non tanto conosciuto, ma io lo adoro e adoro questo viallin. Se non lo conoscete, guardate il video qui di seguito. A presto, team! :)


GUARDA IL VIDEO QUI:   https://www.youtube.com/watch?v=w22IsQI7GXw

  
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