21.
“Devo ammetterlo, non
credevo che ti avrei visto qui stasera. Ad essere onesta credevo che non ti
avrei visto mai più.” Allison prese un calice di
champagne da un vassoio e glielo porse sorridendo al cameriere che ricambiò
proseguendo il suo giro.
Diego Raider abbozzò
un sorriso prendendo il bicchiere. “Mi hai chiesto tu di sorprenderti ed io l’ho
fatto. Sei sorpresa di essere sorpresa? O ti dà semplicemente fastidio esserti
sbagliata? Scommetto che non succede spesso.”
La donna bevve un
sorso del suo vino e si mordicchiò il labbro prima di parlare. “Tu non sai
neppure il mio nome, quindi come fai a sapere cosa mi infastidisce e cosa no?”
“Vero,” ammise lui. “Ma
vedi, io ho un dono… mi basta un solo sguardo per capire tutto o quasi della
gente.”
“Oh non mi dire…” Allison rise. “Ti va di darmi una dimostrazione?”
“Va bene” Diego si
guardò intorno, poi guardò di nuovo lei. “Ma prima dovresti dirmi il tuo nome,
non funziona altrimenti.”
“Certo,” lo assecondò
lei. “Sono Allison.”
“Bel nome,” sussurrò
lui. “Bene, Allison… Scommetto che tu sei a questa
festa solo perché stai passando un momento difficile e ti andava di divertirti
per staccare un po’ la spina. Quasi certamente detesti il festeggiato” continuò
indicando con un dito un grande festone di buon
compleanno. “Anzi, a giudicare dalla riproduzione gigante della Tour Eiffel
direi che la festeggiata è una donna.”
“Impressionante”
scherzò Allison.
“Lo so” rispose lui
fingendosi convinto. “Ma non ho ancora finito. Dicevo… probabilmente detesti la festeggiata ma da sempre sei
abituata a fare buon viso a cattivo gioco. Odi farlo ma molte volte non hai altra
scelta. E anche se non avere altra scelta è una cosa che non sopporti, ti adatti
in fretta.”
Allison deglutì a vuoto cercando di
mantenere il controllo e si chiese se quando Diego aveva usato la parola dono aveva parlato metaforicamente o se
invece si trattasse di un dono vero e proprio. Non sarebbe stata la prima
volta, in fondo, che un uomo interessante si rivelava qualcosa che non era…
“Stai bene?” le
chiese lui toccandole un braccio, trascinandola a forza fuori dai suoi
pensieri.
“Sì,” gli sorrise
lei. “Mi ero solo persa nei miei pensieri per un attimo.”
“Succede spesso
quando parlo con una donna che mi piace,” ammise lui con un sospiro. “Parlo
troppo e finisco per annoiarle a morte.”
Allison sospirò scuotendo il capo. “No,
non è questo. La tua analisi è stata piuttosto divertente in realtà, hai anche
azzeccato un paio di cose.”
Diego sgranò gli
occhi. “Sul serio?”
“Sembri sorpreso”
disse lei scoppiando a ridere.
“Lo sono! Di solito
dico solo una marea di parole senza senso ma non indovino mai assolutamente
nulla.”
“Beh in questo caso
hai azzeccato almeno una cosa. A volte detesto davvero la festeggiata.”
“A proposito,” disse
lui. “Puoi almeno mostrarmela? Mi sono imbucato alla sua festa, sarebbe il caso
di augurarle quanto meno buon compleanno.”
“Certo,” Allison sorrise. “Ce l’hai davanti.”
Diego la guardò
dritta negli occhi con un’espressione che la fece ridere di gusto… di nuovo.
****
“Incredibile..” Gia raggiunse Eljah e si mise al
suo fianco tenendo gli occhi fissi su Allison. Dentro
sentiva una sorta di gelosia che non era capace di controllare e si chiese se,
se non fosse stata un vampiro, quella strana sensazione sarebbe stata
altrettanto forte oppure no. Mentre la cacciatrice rideva di gusto con quella
risata rauca e contagiosa, attirando senza neppure provarci l’attenzione di
tutti i presenti, Gia realizzò che la forza con cui
quell’emozione l’aveva colpita non aveva nulla a che vedere col suo essere
vampiro, ma piuttosto col suo essere una donna.
“Cosa è incredibile?” chiese
Elijah senza guardarla.
Anche gli occhi dell’Originale
eleganti rimanevano fermi sulla festeggiata, ammaliati da quell’esplosione di
gioia che sembrava averla colpita, affascinati dal carisma che emanava,
attratti da quelle curve messe perfettamente in evidenza da una gonna che forse
nessun altra avrebbe saputo indossare con tanta eleganza e malizia allo stesso
tempo.
“Lei,” rispose Gia indicandola con un gesto discreto della mano. “Così
sexy e magnetica senza nemmeno provarci.”
“Credo che il segreto sia proprio
quello,” si intromise Klaus arrivando alle loro spalle. “Che non ci provi
nemmeno.”
“Il segreto,” Elijah si voltò
lentamente tenendo lo sguardo basso e una mano chiusa nella tasca dei pantaloni
del suo completo scuro. “È che lei non ne è assolutamente consapevole. Non si
rende conto di essere incredibilmente bella” disse poggiando di nuovo gli occhi
su di lei.
Klaus abbozzò un sorriso che
mascherò bevendo un sorso di champagne e scosse il capo dando una rapida
occhiata a Sam che li stava raggiungendo .
“Beh grazie per avercelo detto tu
Elijah” Gia inarcò un sopracciglio prima di sbattere
il bicchiere sul tavolo. “Credo che io me ne andrò a casa. Ho sempre odiato le
feste comunque.”
Il vampiro si allontanò sotto lo
sguardo perplesso di Elijah che però non provò neppure a fermarla e Sam fissò Klaus
con sguardo interrogativo.
“La nostra cara Gia era un po’ stanca…” gli spiegò l’Ibrido. “Schiacciata
dal peso dell’indecisione di mio fratello.”
“Molti sicuramente apprezzano il
tuo sottile e fastidioso sarcasmo, Niklaus” disse
Elijah voltandosi a guardarlo. “Mi spiace informarti che io non sono uno di
quei molti.”
Sam sorrise riconoscendo
perfettamente lo sguardo sul viso del vampiro elegante e si ricordò di quando
quello stesso sguardo era stato stampato prima sul viso di suo fratello,
terrorizzato dai rapporti sentimentali seri ma innamorato perdutamente di lei,
poi negli occhi di Cass diviso tra il suo essere una
creatura divina e i suoi desideri molto più simili a quelli degli umani.
“Non conosco tutta la storia,”
disse guardando Allison. “Ma credo di aver capito e
vorrei darti un consiglio, se me lo permetti.”
Il più giovane dei Winchester si
zittì per qualche secondo, poi parlò di nuovo quando si rese conto che il
silenzio di Elijah era un silenzio assenso.
“Lei è speciale,” riprese. “E non
si tratta del fatto che è bellissima e forte e senza peli sulla lingua. È
qualcosa di più, qualcosa che viene da dentro. Non so dirti cosa sia ma so
dirti che una volta che entra nella tua vita non riesci più a farla uscire. Ci
rimane per sempre. Sa aspettare, ma non tirare troppo la corda perché per
quanto sia paziente, se la corda si spezza… beh diciamo soltanto che non c’è
modo di ripararla.”
Elijah piegò poco il capo. Fece
un grosso respiro e aprì la bocca per dire qualcosa. Fu in quel momento che
Damon Salvatore fece la sua comparsa, seguito da Alaric
che già stringeva in mano un drink.
“E quello chi diavolo è?” chiese
il maggiore dei Salvatore indicando l’uomo che sussurrava qualcosa all’orecchio
di Allison facendola sorridere.
****
“Oh ecco la festeggiata!” Alaric si sforzò di sorridere mentre si avvicinava ad Allison. Sapeva che anche lei stava soffrendo per tanti
motivi diversi e vederla sorridere gli faceva così piacere che non voleva assolutamente
rovinare il momento. Per un attimo ripensò a Jo e a
quella famiglia che non aveva avuto la possibilità di nascere e crescere e
ancora una volta si chiese per cosa valesse la pena vivere.
“Alaric”
disse lei allargando le braccia per stringerlo in un abbraccio. “Grazie di
essere venuto.”
“Scherzi? Non mi sarei perso la
festa di compleanno della mia più cara amica per niente al mondo.”
“E oltretutto l’alcool è gratis e
di ottima qualità.”
“Sì” Alaric
abbozzò un sorriso passandosi una mano tra i capelli. “Anche questo.”
Allison annuì respirando a fondo. Capiva
come si sentiva l’uomo, anzi lo sapeva fin troppo bene. Sapeva anche che il
troppo bere sarebbe potuto diventare un problema serio col passare del tempo,
ma non era ancora il momento di intervenire.
“Andrà meglio,” gli sussurrò
sollevandosi sulla punta dei piedi per dargli un bacio sulla guancia. “Oh quasi
dimenticavo. Questo è il mio nuovo amico Diego Raider” aggiunse facendo cenno a
Diego. “Diego, questo è il mio amico Alaric.”
“Alaric,”
l’uomo gli strinse la mano. “Nome interessante. È un piacere conoscerti.”
“Sbaglio o qui si stanno
consumando delle presentazioni?” Damon arrivò bevendo e diede una pacca sulla
spalla di Alaric prima di guardare Allison. “Buon compleanno Allison.
Lasciatelo dire… sei bellissima. Molto più del solito.”
Allison gli sorrise. “Grazie Damon. Lui
è…”
“Diego,” finì l’uomo per lei. “Diego
Raider.”
“Damon Salvatore.” Damon gli
strinse la mano e gli si avvicinò. Fissò lo sguardo dentro il suo e parlò. “Ora
dimmi la verità. Cosa sei tu esattamente? Non stai cercando di fregare Allison vero?”
“Sono un uomo e assolutamente no”
rispose l’altro senza smettere di guardarlo. Gli effetti del soggiogamento
chiari sul suo viso. “Mi piace moltissimo Allison. La
trovo bellissima, sotto tutti i punti di vista. Voglio conoscerla meglio e
spero che lei voglia lo stesso.”
Il vampiro rise e gli diede un
colpetto sul viso. “Bene. Buona fortuna allora.”
Quando si allontanò Diego scosse
lievemente il capo e fissò Allison. Lo sguardo
confuso, come se si fosse perso qualcosa. “Credo di aver bevuto un bicchiere di
troppo” sussurrò sorridendo.
La cacciatrice piegò poco il capo
fulminando Damon con lo sguardo e lui si dileguò seguito da Alaric.
“Vuoi dell’acqua?” Allison si voltò verso Diego. “O magari fare un pisolino?
Ci sono delle belle camere di sopra. Molto spaziose.”
Lui scosse poco il capo e guardò
l’orologio. “No, ma credo che dovrei andare a casa. Ho un po’ di cose da fare.”
“Lavoro?”
“Sì,” l’uomo annuì. “Sto aprendo
una piccola tavola calda sulla Bourbon Street. Si chiama The Shelter. E c’è ancora molto da
sistemare.”
“Una tavola calda… interessante.
Magari passerò a trovarti domani, ti porterò un pezzo di torta.”
“Mi sembra un’ottima idea.
Comunque starò sveglio fino a tardi, nel caso volessi fare uno spuntino a base
di torta in compagnia a tarda notte” la guardò malizioso ed Allison
non poté fare a meno di sorridere.
Si strinse nelle spalle e si
schiarì la voce. “Vedremo.”
L’uomo le si avvicinò di qualche
passo e le diede un bacio sulla guancia, poi si allontanò e lasciò la casa.
Pochi secondi dopo le luci si abbassarono e il vociare confuso si trasformò in
un oh di sorpresa quando una
magnifica torta di compleanno venne portata al centro della sala, due scintille
accese in cima e una bottiglia di champagne in attesa di essere stappata dalla
festeggiata.
****
Era notte fonda quanto tutti
lasciarono la casa. Tutti compreso Sam che aveva preferito mettersi in viaggio
subito per essere di ritorno a Los Angeles quanto prima. C’era un nuovo caso, a
quanto le aveva detto, ma niente di preoccupante. Si sarebbero occupati loro di
Victor, tenendola aggiornata.
Prima di andare però le aveva
lasciato un regalo di compleanno da parte di Castiel;
un foglio che attestava l’iscrizione al liceo di Claire. Cass
aveva pensato che le avrebbe fatto piacere ed in effetti era stato il regalo
più gradito. Klaus, comunque era stato capace di sorprenderla regalandole la
prima edizione originale del 1813 di Orgoglio
e Pregiudizio che, giurava, era stata proprio Jane Austen
a regalargli.
Allison sorrise sistemando tutto nella
sua camera e poi raggiunse l’atrio dove Hayley stava
dando una mano a mettere in ordine.
“Hey,”
disse all’Ibrida “cercavo proprio te.”
“Mi hai trovata. A proposito, ho
visto che il sorprendente Diego è riuscito a sorprenderti.”
“Sì, to uscendo per andare da lui
a dire il vero. Gli ho promesso un pezzo di torta.”
“Solo la torta?”
Allison rise e annuì tirando fuori dalla
tasca della giacca un bracciale di diamanti che brillava in modo incredibile
sotto la luce del grande lampadario.
“Solo la torta,” rispose. “Ma
prima di andare ho un regalo per te.”
Le mostrò il bracciale ed Hayely corrugò la fronte perplessa.
“Per me? Non è il mio compleanno.”
“Ma ti sei sposata. E non ti
avevo ancora fatto un regalo di nozze.”
“Allison”
mormorò Hayley. “Non devi farmi un regalo.”
“Sì che devo e voglio farlo. Mi
piace Jackson e spero che a lui piacerà questo bracciale che indosserai quando
andrete a cena fuori ed io rimarrò qui a badare ad Hope.”
Hayley scosse il capo prendendo il
regalo che Allison le porgeva e sospirò guardandola. “È
bellissimo.”
“Era di mia madre,” confessò Allison recuperando una fetta di torta dal tavolo che
ancora non era stato portato via. “Era di sua madre e viene tramandata di generazione
in generazione.”
“No!” esclamò Hayley.
“Riprendila, non posso tenerla.”
“Hayley,
questo bracciale è fatto per una sposa, e dubito che io mi sposerò mai. Sì, il tuo
matrimonio è… un po’ insolito. Ma questo non significa che non possa diventare
qualcosa di importante. Avrei voluto dartelo il giorno delle nozze, così da
permetterti di indossarlo insieme all’abito da sposa ma ero in coma, quindi…”
“Allison,
io non…”
“Devo andare ora,” la interruppe Allison sorridendole. “Ci vediamo domani.”
Hayley la guardò uscire senza
aggiungere altro, stringendo in mano quel bracciale che però era molto di più
di quel che sembrava.
****
Quando Allison
arrivò alla tavola calda di Diego, sorrise scoprendo che la porta era aperta.
Pensò che l’avesse lasciata per lei, il che dimostrava una sicurezza in se
stessi che a lei piaceva, che la intrigava.
Varcando la soglia però si rese
conto che non era esattamente come aveva pensato. Diego era riverso sul
pavimento, un vampiro sopra di lui si stava nutrendo azzannandogli il polso,
vari altri morsi erano visibili sulle braccia, persino sul viso dell’uomo.
Un altro vampiro invece se la
rideva bevendo seduto ad un tavolo. Fu proprio lui che la vide. Si alzò di
scatto guardandosi intorno, come se cercasse un modo per scappare e attirò l’attenzione
dell’altro che si voltò a guardare la donna.
A differenza del suo compagno di
avventure però lui non mostrò alcuna paura, anzi rise alzandosi in piedi ed
avanzando verso di lei con i denti pronti ad azzannare. Allison
poggiò la torta sul bancone e con una mano chiuse a chiave la porta. Poi si
tolse la giacca e fece cenno al vampiro di avvicinarsi.