Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: The Writer Of The Stars    23/08/2015    3 recensioni
"Un sorriso sghembo e quasi invisibile prende vita tra le labbra sottili di Levi, che avvolto dalla pace e dalla serenità di quel momento, si rende finalmente conto che nonostante tutto, quella logora ma calda coperta e quei quattro scapestrati che si sono infiltrati clandestinamente nel suo momento di riposo, sono l’unica cosa che possiede e sente finalmente di poterli chiamare davvero Famiglia, come Petra fa ogni giorno."
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Ispirato da un video trovato su Youtube.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Auruo, Bossard, Erd, Gin, Gunter, Shulz, Petra, Ral
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ispirato ad un video visto su Youtube, di cui vi ho inserito il link a fondo pagina.
 

A Levi piace la quercia secolare che c’è nel giardino della sede del corpo di spedizione. Gli piace perché è grande e silenziosa, ma soprattutto perché è sempre vuota. Numerose volte gli è capitato di addormentarsi lì sotto, seduto ai piedi dell’albero con le braccia incrociate al petto e l’espressione stoica anche nel sonno, e deve ammetterlo, dormire lì sotto ha da sempre su di lui un effetto estremamente benefico. Gli dona pace.

 Anche adesso ha bisogno di pace, e le fronde scure della quercia sono lì ad accoglierlo, pronte e cullarlo col loro moto ululato dal vento e ad essere testimoni e protettrici del sonno del soldato più forte dell’umanità.

Petra è per tutti come una mamma. Ogni mattina si sveglia all’alba e scende nelle cucine per preparare la colazione per tutti quanti, ancora accoccolata nel suo caldo pigiama un po’ bambinesco. Poi non appena finisce di sistemare la tavola corre a cambiarsi, cercando di non farsi vedere dagli altri membri della squadra che intanto cominciano ad aprire gli occhi assonnati, e quando si presenta poco dopo alla mensa, fasciata perfettamente nella sua divisa ed esclamando con un sorriso dalla dolcezza immensa “Buongiorno, Famiglia!” tutti quanti non possono fare a meno di guardarla e sorridere inteneriti, ricambiando il saluto e banchettando insieme con quel caffè che prepara sempre lei senza dire nulla, che anche se non lo dice nessuno sanno tutti che è grazie a lei che ogni mattina possono gustare quel invitante calore dolce amaro sulle loro labbra, consci che potrebbe sempre essere l’ultima volta. Il buongiorno di Petra è sempre il momento migliore della giornata, per tutti, perfino per Levi. Come se quel “Famiglia” detto solo da lei e con la sua solita dolcezza, racchiuda in sé tutte le parole che gli altri non riescono a dirsi perché divorati dall’orgoglio o troppo presi a pensare alla fine incerta, come se Petra fosse davvero la madre premurosa che manda avanti la vita all’interno di quella squadra di scapestrati, come li chiama il loro Capitano.

Petra è premurosa con chiunque le capiti davanti, che sia un Re, un servo o un mendicante, non manca mai di dispensare sorrisi dolci e parole di conforto a chi ne ha bisogno, come se bastasse quell’increspatura così bella sulle sue labbra ad alleviare tutto il male che c’è nel mondo. Petra si preoccupa sempre per tutti, in particolare però di chi ama. Per questo non appena scorge in lontananza il proprio Capitano seduto sotto la quercia, con gli occhi chiusi e il capo rilassato, non può fare a meno di pensare a quanto debba sentire freddo a dormirsene lì fuori, seppur sia solo pomeriggio inoltrato. Svelta corre verso l’ingresso dell’edificio, travolgendo nel mentre Aruo, che sta uscendo in giardino proprio in quel momento. Confuso da quello scatto felino da parte della ragazza, l’uomo prende a guardarsi intorno, scorgendo anch’egli Levi dormiente sotto la quercia. Con passo fiero si avvicina ad essa, osservando poi da vicino il Capitano dormire, imprimendo dentro di sé quel suo modo di tenere le braccia incrociate al petto con eleganza, una gamba accavallata sull’altra e l’espressione seria anche nel sonno, memorizzando ogni singolo particolare.

Quando Petra torna in giardino con una grande coperta bianca in mano, scopre sorpresa che il Capitano non è più solo, ma che al suo fianco anche Aruo dorme beato, nella stessa identica posizione e con lo stesso cipiglio serio che in lui però risulta solo divertente. Sorridendo divertita, Petra si avvicina ai due, facendosi spazio tra di loro senza svegliarli, accoccolandosi così tra Levi e Aruo. Con delicatezza porta la coperta sopra di loro, coprendo busto e gambe di tutti e tre e sorridendo rilassata chiude gli occhi, poggiando il capo sulla spalla del Capitano, sentendo una sensazione di calore avvolgerla piano.

Gunther e Erd amano chiacchierare tra di loro passeggiando per il giardino, parlando di tutto senza in realtà dire niente, ma è un’abitudine ed entrambi hanno deciso che le abitudini resteranno tali sino al giorno della loro morte. Per questo quando, nel bel mezzo della loro passeggiata, si scontrano con la quercia e con la tenera scenetta del Capitano, Petra e Aruo dormire tutti e tre insieme non possono fare a meno di essere sorpresi, e sì, anche commossi. Scambiandosi un’occhiata complice, i due decidono che è il momento di approfittare quell’attimo di distrazione del loro impassibile Heichou e, senza fare rumore, si uniscono anche loro ai tre. Gunther si allunga dinanzi a Petra e Levi, chiudendo gli occhi e accoccolandosi su di sé come un riccio e cadendo subito nel sonno, seguito a ruota da Erd, che invece decide di appoggiarsi anche lui al tronco, al fianco del proprio Capitano.

In tutto questo, Levi ha sentito tutto. Nonostante si trovasse in un profondo stato di dormiveglia, ha percepito perfettamente Aruo spiarlo nel sonno e affiancarlo nel tentativo di imitarlo. Se la immaginava già da prima Petra correre a prendere una coperta e l’ha sentita subito infilarsi tra lui e Aruo, coprire tutti e tre con quella calda coperta profumata e poggiare il capo sulla sua spalla, e ammette almeno a sé di aver sentito un brivido percorrergli la schiena a quel dolce contatto. Conosce le abitudini di allegoria di Erd e Gunther e li ha immaginati sorridere dinanzi a quella scena, per poi sentirli distintamente unirsi a loro e cadere nell’oblio del sonno che aveva colto tutti loro.

Un sorriso sghembo e quasi invisibile prende vita tra le labbra sottili di Levi, che avvolto dalla pace e dalla serenità di quel momento, si rende finalmente conto che nonostante tutto, quella logora ma calda coperta e quei quattro scapestrati che si sono infiltrati clandestinamente nel suo momento di riposo, sono l’unica cosa che possiede e sente finalmente di poterli chiamare davvero Famiglia, come Petra fa ogni giorno.
 



“ … tano? Capitano?” Levi apre di scatto gli occhi, percependo qualcuno strattonarlo con leggerezza per il braccio. Il suo sguardo freddo ma ancora annebbiato dal sonno si scontra con la figura di Eren che piegato sulle ginocchia lo osserva con reverenziale timore.

“C – che succede?” chiede leggermente spaesato, percependo la confusione avvolgerlo. Eren cerca di abbozzare un sorriso ma tutto ciò che gli riesce è una smorfia indefinita, che cozza terribilmente col suo volersi dimostrare impassibile.

“Stiamo per servire la cena, così sono venuto a chiamarla, Capitano …” spiega leggermente tentennante. Ha sempre avuto timore del Capitano, ma da quando ha perso la sua squadra, tutti si sono accorti che c’è un vuoto incolmabile che aleggia intorno a lui e non vi è persona che non abbia affinato i propri modi e il proprio modo di rivolgersi all’Heichiu , cercando di infliggere una punta di comprensione alle proprie parole. Levi in realtà nemmeno se n’è accorto, ma non gliene frega comunque tanto. Coloro di cui gli importava davvero li ha già persi, tutti.
Levi annuisce distrattamente, realizzando solo allora, che tutto ciò che è successo era stato solo frutto della sua immaginazione e che in verità non potrà mai avere momenti come quello appena vissuto, né ora, né mai.

È stato solo un sogno …

“Arrivo fra poco.” Risponde solamente, congedando Eren che a disagio si alza e si dirige verso l’edificio. Gli occhi spenti di Levi sono ancora persi nel vuoto quando qualcosa, qualcosa di bianco, cattura celere la sua attenzione. Subito il suo sguardo si posa sul suo ventre e sulle sue gambe, dove percepisce un leggero e piacevole peso riscaldargli le membra. Subito le iridi grigio azzurre si spalancano alla vista di quella vecchia coperta bianca e le labbra si schiudono prima ancora che lui se ne accorga.

“Eren!” esclama, richiamando il ragazzo all’ordine. Eren, che in tutto questo non si era spostato poi molto, si volta a guardarlo confuso, chiedendosi timoroso cosa volesse da lui.

“Sì, Capitano?”

“Hai portato tu questa coperta qui?” chiede Levi con voce fredda, eppure sul fondo di essa, sotterrata da strati di indifferenza, vi è un dubbio che urla
per essere assolto. Eren sgrana leggermente gli occhi, scuotendo il capo.

“No, Signore, non gliel’ho portata io.” risponde, prima di allontanarsi verso la mensa, avendo percepito nell’espressione sconvolta di Levi la voglia di stare solo. Incredulo, Levi sfiora la coperta con delicatezza per accertarsi che sia vera e non un miraggio e quando la morbidezza della lana solletica i suoi polpastrelli, il suo capo non può fare a meno di voltarsi a destra e a sinistra, ricercando disperatamente con gli occhi la figura di Petra, Aruo, Gunther o Erd. Ma non le trova, non scorge i loro volti eterei da nessuna parte. Solo un vento leggero giunge a solleticargli il volto, carezzandolo con delicatezza in un gesto che ricorda lui i baci e le strette dolci di Petra. Affondando il volto tra le pieghe calde della coperta la scopre inebriata del profumo di Petra e sorridendo capisce che anche se non li vede, loro sono lì. Che anche se non riesce a sentirli al tatto, Petra è davvero al suo fianco, poggiata sulla sua spalla, Aruo lo sta davvero imitando nel sonno e Erd e Gunther stanno sonnecchiando pigramente ai suoi piedi sol sorriso in volto.

Sono la sua Famiglia e, per assurda e incredibile verità, stanno continuando a prendersi cura di lui anche da lassù, come hanno sempre fatto sino ad allora. Alza lo sguardo verso il cielo terso, dove tra le nuvole il sole comincia a farsi spazio, rischiarando piano piano l’ambiente intorno. Sorride impercettibilmente con una dolcezza mai sperimentata, senza mai staccare gli occhi dal cielo e percependo un calore assurdo e incredibile scaldargli l’anima, le labbra si schiudono da sole.

“Ciao, Famiglia …”
 


Nota:
Il video a cui mi sono ispirata per questa one shot è questo qui:  https://www.youtube.com/watch?v=GhfPhsJjv8A
 
Vi consiglio di guardarlo, è uno dei più belli che abbia mai visto … io ci ho pianto per ore …
   
 
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