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Autore: fairyofacid    23/08/2015    1 recensioni
“ Il tempo non può far dimenticare; può solo raccogliere e mettere da parte, in un piccolo angolino nel cuore. Il tempo non guarisce; può solo alleviare il dolore, anche se forse la fine dei tempi è più dolorosa del dolore iniziale. ”
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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Prologo;
 Londra, 2007.
 
Fu la prima volta che lo vidi. Era un freddo giovedì, avevo indossato un cappotto lunghissimo e pesantissimo, per evitare qualche influenza. In realtà era mia madre che mi obbligava a indossare cose pesanti; pensava che io fossi una ragazzina molto delicata e facilmente influenzabile. Che pesantezza. Il cappellino alla francese mi copriva la maggior parte dei miei lunghi capelli biondi; a quei tempi erano lunghi quasi oltre il fondoschiena. Li amavo. Ero al parco, in disparte. Non amavo particolarmente farmi notare perché ciò implicava poi ad intavolare una conversazione e il mio cervello non era particolarmente pronto a tale confronto; né con lui né con nessun altro. Mi piaceva osservarlo di nascosto. Era il più popolare delle medie, anche se io non lo conoscevo, sapevo molto di lui. Sapevo che era il più bravo della sua classe, ottimi voti e un carattere impeccabile. Anche io andavo molto bene a scuola, non avevo di che lamentarti, ma lui era anche famoso. Una volta mi capitò di avercelo di faccia, vicinissimo. Mi salutò anche ma io, impacciata e terrorizzata, scappai nella mia classe senza proferire parola. Lo avevo visto fermo, basito, mentre guardava dove qualche minuto prima la mia figura piccola e imbarazzata era davanti a lui. Non capivo cosa di lui mi rendesse così debole, così in suggestione; forse erano i suoi occhi verde smeraldo che, ogni volta che li guardavo, mi davano l’impressione di due diamanti che brillavano. O forse era la fossetta che gli spuntava sulla guancia, ogni volta che sorrideva, a farmi diventare scema. Non lo sapevo, ero solo una ragazzina di undici anni a cui potevano dire è una semplice cotta quindi evitavo di parlarne.
Quel giorno al parco tutto cambiò. Ero seduta sulla panchina, in disparte a guardarlo giocare a calcio con i suoi compagni. Sembrava così atleta, così veloce. Sembrava che giocasse a calcio da tempo. Era più grande di me di due anni, frequentava già la terza e dopo io non l’avrei più rivisto o forse sì. Non lo sapevo ancora. Successe proprio quando io spostai lo sguardo da loro per leggere il libro che mi ero portata da casa, anche per evitare di essere notata. Come ho già scritto, odiavo che qualcuno mi notasse. Poi una pallonata, contro la mia testa e non capii più niente. Sentivo la testa scoppiarmi ma ancora riuscivo a ricordarmi il mio nome. Tenevo una mano contro la parte che era stata colpita e poi iniziai a sentire una voce, intorno a me. Ero morta?
«Scusami; i miei amici non hanno controllo di ciò che fanno» aveva esordito quella voce; era roca ma forte. Sembrava stesse gridando ma in realtà sussurrava, per non farmi spaventare. Quando mi voltai, lo ero davvero. Era lui. Si era seduto al mio fianco e mi osservava preoccupato. Che figura, mi dissi in mente, sprofondando nel mio imbarazzo. Sorrisi lievemente, il meglio che potei fare. Mi chiese se stavo bene, se il dolore era forte. Non sapevo come ma riuscii a rispondere a tutte le sue continue domande. Era simpatico e gentile; a quell’età era difficile esserlo. Presi il ritmo e parlammo per molto. Non ricordo neanche dove andammo a finire con il discorso. Ero eccitata all’idea di parlare con il ragazzo che mi piaceva, era una cosa che non mi sarei mai aspettata. Io Maya Stuart, una ragazzina sfigata e senza un pizzico di popolarità, stavo parlando con il ragazzo più famoso di tutta la scuola? La botta era stata davvero forte.
Furono pochi mesi di felicità. Ci vedevamo spesso; mi aiutava con i compiti, anche se potevo benissimo farcela. Andavamo sempre a prendere un gelato assieme. Per colpa mia, rischiava anche di perdere gli amici e non volevo questo ma non ci ragionai molto. Istruimmo un rapporto molto stretto e intimo; diventammo quasi una sola cosa. Nonostante lui fosse il più popolare della scuola; trovava sempre tempo per salutarmi. Non mi trattava male; non mi teneva nascosta. Era fiero di starmi accanto. Furono i mesi più belli della mia vita, finché i miei genitori non la rovinarono. Il discorso di mia madre, per me, sembrava non aver senso eppure, sapevo che lo aveva. Mi disse:
Maya, so che ultimamente sei felice, stai bene. Lo vedo, si vede dai tuoi bellissimi occhi continuamente luminosi. Non volevo che accadesse tutto così in fretta, so che ne risentirai molto. Immagino, forse, odierai me e tuo padre per questo, dato che sei giovane e non capisci ancora l’importanza di tutto ciò. [...] In breve: tuo padre ha trovato un fantastico lavoro in America, California. E’ una grossa occasione per lui. La paga è buona ed anche la città lo è. Nonostante avessi capito dove voleva arrivare, mi volevo infliggere più dolore, ascoltandola fino alla fine dove mi disse che dovevamo trasferirci lì, entro una settimana. Il mondo mi crollò addosso. Lo dissi subito a lui, non ci misi due minuti a chiamarlo piangendo per dirgli la triste e straziante notizia. Ci rimase male ma, per confortarmi, continuava a dire che mi avrebbe chiamato sempre, che non mi avrebbe dimenticato. Ovviamente era un eufemismo, non poteva un ragazzino di tredici anni mantenere queste promesse irrealizzabili. L’ultima volta che lo vidi, mi diede una specie di collana, dove dentro c’erano semplicemente le nostre iniziali. Fu un dono meraviglioso e gli promisi che non lo avrei mai levato. Anche in questo caso, poteva essere un eufemismo; non potevo davvero promettergli di tenerlo per sempre. Sarei cresciuta, senza di lui, ed avrei incontrato persone nuove. O almeno era ciò che mi aspettavo. Immaginavo che la vita a San Francisco sarebbe stata meravigliosa, perché mia madre diceva così, ma un viaggio così lungo, a quell’età, non passava mai inosservato. Però, Harry Styles sarebbe per sempre rimasto un nome incancellabile nella mia mente.
 
 
 
 
 
SPAZIO AUTRICE:
Buonasera ed eccomi qui con il prologo di una nuova e spumeggiante storia! Okay, non si capirà molto dal prologo, ma effettivamente da essi non si capisce molto. Ci tengo a precisare che ho tre capitoli pronti, quindi non aggiornerò molto alla svelta; preferisco prima vedere i risultati che ha il prologo. Non c’è molto altro da dire; spero che vi piaccia il prologo e sono aperta a qualsiasi tipo di critica.


Personaggi:
Sabrina Carpenter as Maya Stuart. 

Harry Styles as himself.
 

xx, fairyofacid.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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