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Autore: Yusaki    01/02/2009    7 recensioni
Leggendo l'inzio di questa storia penserete ''Ma è davvero una DouxWata o sono capitato nella Fanfiction sbagliata??'' no, amici, questa è proprio una DoumekixWatanuki! Doumeki beccherà Watanuki in una situazione fraintendibile, e toccherà proprio a quest'ultimo provare a mettere a posto le cose...perchè l'arciere è molto, molto, molto arrabbiato.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Himawari Kunogi , Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Siamo alla fine, questo capitolo, dopo una lunga attesa durata più di un mese, chiude tutte le vicende iniziate con un bacio e un Doumeki entrato in scena nel momento sbagliato. In questo periodo non riuscivo proprio a mettere la parola fine alla storia, ma non era una mancanza di ispirazione, piuttosto non sapevo come mettere su computer un finale che nella mia testa era invece abbastanza chiaro.

Colgo l’occasione per ringraziare le persone che hanno recensito il penultimo capitolo:

 

Lav92

Mariko88

IkariKun

Grinpow

KawaiiSai

Lan

Malesia

AyLa

 

Grazie di tutti i vostri complimenti e scusate la lunga attesa! Ma i veri ringraziamenti, quelli a tutti e fatti per bene, ci saranno solo nel prossimo capitolo che sarà un epilogo incentrato su due personaggi rimasti nell’ombra della storia, il misterioso ragazzo porta-messaggi (affettuosamente chiamato “Piccione viaggiatore”) e l’altrettanto misteriosa ragazza di Doumeki (affettuosamente chiamata…scocciatrice XD), la storia dei nostri Dou eWata adorati si conclude però in questo capitolo…per cui vi auguro una buona lettura, sperando di aver accontentato tutti! Gridate con me…FORZA WATANUKI DICHIARATI!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come mi aspettavo da un po’ sento la porta del tempio aprirsi. Sono ancora qui, su questo pavimento di legno dove sono stato seduto molte volte e su cui ho camminato altrettante volte. È strano pensare che adesso anche loro due stanno camminando su questo stesso pavimento, lontani solo qualche metro, siamo collegati, come uniti, perché i nostri piedi poggiano sulla stessa superficie, siamo nella stessa casa in stanze diverse, ognuno però nel proprio mondo…lui intento in qualche coccola amorosa con lei, probabilmente, si, in un’altra stanza che mi separa del tutto da lui lasciando solo, crudelmente, che tutto di questo tempio rievochi il suo profumo, la sua presenza, la sua infanzia che infondo conosco così poco.

I passi di qualcuno che si avvicina mi spingono a fare quello che mi ero prefissato: scappare. Esito un secondo, lo ammetto, sono quasi restio a lasciare questo posto, mi sembra così bello, accogliente, in questo momento mi sento al sicuro come se fossi insieme a Doumeki; amo e odio questa sensazione, mi ricorda troppo qualcosa che non posso più avere per me. Non è proprio per evitare ancora questo dolore che preferisco gettarmi in altre braccia, quelle degli spiriti persecutori?

Sono fuori. L’aria è fresca e spazza via il profumo così piacevole del tempio dietro di me. Solo pochi passi dietro di me, volendo potrei ancora voltarmi e raggiungere di nuovo quel posto sicuro, guardare Doumeki negli occhi e chiedergli di aiutarmi, scusarmi con quella ragazza per non averle risposto e passare un pomeriggio con loro ad aspettare che Yuuko-san risolva il problema…

Ahaha, che idiozie che penso! Se mi conosco almeno un po’ so che non lo farò mai, sono troppo orgoglioso, e poi una scena così idilliaca non può proprio esistere, non oggi comunque.

Lascio dietro di me i ciliegi del tempio e, di nuovo, svicolando fra i rami, si fa strada fino al mio orecchio un suono: quello di un pannello che scorre aprendosi.

Io sono quasi al limitare del territorio del Tempio, la strada è sgombra ma gli spiriti sono in agguato nell’ombra, nascosti, appiattiti, con occhi famelici che scrutano ogni movimento, aspettano pazienti l’ultimo passo che devo fare per condannarmi. Sopravvivrò stavolta? So che se lo chiedono anche quegli esseri bramando malignamente il mio corpo, mi trasformeranno nel loro pasto migliore.

Sopravvivrò?

Adesso che ci penso…in effetti è cominciato così, con quel suono che ho udito quasi vagamente di una porta che si apriva, nel momento sbagliato ovviamente perché io stavo baciando Himawari-chan…per uno strano errore ho baciato la ragazza che mi è sempre piaciuta proprio nell’istante in cui entrava nella stanza il ragazzo che ho sempre detestato; in un attimo le situazioni si sono ribaltate e Doumeki non è stato più una persona da odiare, Himawari-chan non è stata più una persona da amare ciecamente, ed era inevitabile che tutto questo succedesse? Non potevo semplicemente continuare a vivere come prima? La mia vita non è certo mai stata semplice, non bastava?!

Perché…perché ho dovuto capire di volergli bene in un modo così terribile?

Quasi non me ne accorgo, ma vedo le mie gambe muoversi e mi ritrovo fuori.

La strada è avvolta da una patina di irrealtà e se anche ci fosse qualche suono stavolta penso non lo udirei. È faticoso anche guardarsi intorno, mi avvio verso il negozio dei desideri senza darmi troppa pena di pensare a cosa accadrà di qui a pochi istanti.

Un passo. Due passi. Tre passi. Un’altra decina di passi e ombre striscianti che mi seguono. Un passo. Due passi. Un altro passo e cominciano a cedermi le gambe per il freddo che sento addosso, e le mani gelide delle creature lambirmi il viso, come carezze mortali.

Un passo. Ancora un altro. Non devo cedere.

Mi…hanno circondato…è difficile respirare…devo camminare…

Ancora un passo. Un passo. Quanti sono i miei passi? E quanti sono questi spiriti dannati?

Troppi…troppi…e io ho fatto così poca strada…perché sono debole…devo andarmene…

Sto andando incontro a qualcosa di troppo grande, continuando a camminare verso quella che, ormai l’ho capito, sarà la mia morte. Questo gelo ricoprirà la mia pelle per penetrare più a fondo, fino ai muscoli, alle ossa, agli organi vitali…al cuore. Morirò.

Strano, non sono spaventato, forse perché non ho abbastanza energie per pensare. È perché i corpi ammassati degli spettri mi hanno bloccato il corpo e l’aria sta svanendo dai miei polmoni.

È come stare nell’acqua, un mare scuro e violetto dove ammiccano mille occhi color sangue.

Le mie gambe hanno ceduto.

Da quanto sono qui disteso in terra?

Non mi hanno ancora divorato?

Lottano per mangiarmi?

No. Stanno solo attendendo che sia completamente sfinito.

Non dovranno aspettare molto allora…la mia resistenza è finita…voglio dormire, stare al calduccio, respirare aria sana…

Vorrei essere semplicemente ancora a qualche settimana fa, mentre stavo preparando quello stupido Bento per un arciere altrettanto stupido aspettando di darglielo per sapere se era buono…

Arti freddi di uno spirito, il più grande davanti a me, si protendono sollevando il mio corpo che ormai percepisco come molto lontano. Altri essere mi tirano in varie direzioni, sperando di avere il loro pezzo di corpo da mangiare, scatenando una lotta fatta di sussurri ultraterreni e grida.

Presto non sentirò più questo frastuono, tanto stavolta nessuno può salvarmi, nemmeno Yuuko-san, e tanto sto per perdere i sensi…non importa…non sentirò nemmeno quando morirò…

Ah, il frastuono è cambiato. Impercettibilmente ma è cambiato, tanto che la mia attenzione si volge a quel piccolo strano modo di sussurrare degli spiriti che sembrano decisamente arrabbiati, anche se un attimo prima erano euforici.

Piano, devo cercare di respirare. Si sono fermati sul serio…

Sento le braccia gelide che si allontanano, le mani che si ritraggono, i borbottii e i soffi scivolare più in là, arretrando mentre qualcuno si fa avanti fra loro.

Poi due braccia, calde. Calore! Mani forti mi stringono affannosamente facendo riprendere a battere il mio cuore.

Ora me rendo conto sul serio: sono vivo, respiro ancora! Credo che il mio istinto di sopravvivenza abbia ripreso a funzionare in tutta la sua forza, regalandomi un po’ di paura…ma ancora non sono proprio sicuro di voler restare vivo.

Ma gli spettri hanno arretrato quando questo calore mi ha avvolto, la loro aura malefica ha formato un cerchio intorno a…noi.

Devo capire chi…mi ha salvato…

anche se lo so.

Anche se è inutile aprire gli occhi. Persino socchiuderli appena è inutile.

Solo lui arriva sempre nel momento in cui sono nei guai.

Solo lui è così…forte…e con i vestiti impregnati di questo profumo speciale.

-Doumeki…- esce da sola la mia voce.

Lui mi guarda, e sembra sollevato che io sia abbastanza vivo da parlare e guardarlo con aria fra lo sconcertato e l’imbarazzato.

I suoi occhi brillano d’oro ma io scosto i miei da quello sguardo magnetico per spostargli più su, sopra le nostre teste.

Lo sapevo; gli spettri hanno formato una cupola, una gabbia, con i loro corpi per rinchiuderci dentro.

-Siamo in trappola- sento dire Doumeki.

Sempre così tranquillo.

Mi sta tornando un po’ dell’antica rabbia.

-Lo vedo che siamo in trappola- dico più flebile di quanto vorrei -Non possiamo fare niente…-

Proprio mentre concludo la frase le creature stringono il cerchio avvicinandosi a noi, probabilmente riprendendo le forze e indebolendo ulteriormente le mie.

Mi stringe di più a se, lui, finché non mi ritrovo il viso nei suoi vestiti, nell’incavo fra la spalla e il collo, e le sue labbra accostate al mio orecchio.

SONO UN IDIOTA! Non può battermi il cuore così forte adesso, in questa situazione!

Stanno per divorarci gli spettri non posso pensare che…

Invece lo penso. Non posso farne a meno.

Doumeki resta con me, stringimi, scaccia il freddo, e ti prego, ti prego, non lasciarmi andare…

Io…

Mi stringo a lui con una forza che non pensavo di avere, gli getto le braccia al collo e singhiozzo piano. Siamo spacciati entrambi, lui è venuto a salvarmi e probabilmente si è condannato.

Non posso permetterlo.

Stavolta non gli posso permettergli di salvarmi.

Anche se vorrei.

Pensare che non sarò più con lui…è doloroso, ma non ho scelta. Per una volta lascia che ti salvi io.

So che mi contraddico ma…adesso è meglio se mi lasci andare.

-Lasciami andare Doumeki- mormoro esternando i miei pensieri. Ho il volto ancora immerso nella sua divisa scolastica, i miei occhi vedono solo il tessuto, scuro, come se guardassi un cielo notturno fatto di stoffa.

Ti abbandono strano cielo, vi abbandono strane stelle fatte d’oro.

-Non dire idiozie-

la voce di Doumeki è sempre calma, sempre tranquilla in qualsiasi situazione, tranne quando sono seriamente in pericolo, mi chiedo se abbia mai provato, in passato, qualcosa per me. Solo sogni di un ragazzino, i miei, però siccome ho deciso di sacrificarmi forse posso permettermi di illudermi, giusto per essere felice, almeno un po’.

-Doumeki lasciami qui, ci uccideranno entrambi- comincio, ma improvvisamente inorridisco. Che idiota, non lo convincerò mai, lui non mi lascerebbe mai qui, come ho solo potuto pensare che mi avrebbe lasciato qui? Morirà! Moriremo tutti e due. No! NO!

-Smettila- sussurra stringendomi. Stavo cercando si sottrarmi alla sua stretta rabbrividendo al contempo per tutti i sentimenti che mi sono piombati addosso facendomi impazzire più dell’orda di spiriti, niente può esser confrontato alla paura di veder morire…lui…

Quante volte l’ho quasi perso prendendola sempre con leggerezza…anzi, non mi sono mai davvero reso conto quante volte abbia rischiato la vita.

-Doumeki…ti prego…- supplico, sentendo l’orgoglio o qualunque cosa di simile rintanarsi in una angolo profondo della mia anima, schiudendo il cancello delle lacrime; sento il viso che si sta bagnando e una mano di Doumeki che mi accarezza una guancia, tentando di consolarmi, e il mio cuore batte sempre più forte.

-Stai tranquillo. Guarda, se stiamo vicini non ci attaccano- parla ancora piano, come se avesse paura di spaventarmi. Lo sono già. A spaventarmi bastava sapere che il mio cuore ha dato di matto solo per i suoi sussurri così vicini al mio volto.

-Che vuoi dire?- domando inutilmente.

-Non ti ricordi cosa ha detto Yuuko?- siamo occhi negli occhi, c’è qualcosa di particolare adesso, come se il calore del suo corpo fosse passato tutto nelle sue iridi chiare.

Si, lo ricordo. Più il nostro legame diventa profondo maggiore sarà la protezione offerta.

Lo ricordo.

-Doume…- sento il viso bollire improvvisamente quando mi sfiora la certezza di sapere cosa sta per fare avvicinandosi in questo modo al mio viso, i suoi occhi sempre più vicini, quello strano barlume creato dagli spiriti che si riflette sulle ciocche scure dei suoi capelli, e il suo respiro che mi accarezza le labbra…il suo respiro che esce dalla sue labbra…e dalle mie…sempre più vicine alle sue fino a che i nostri respiri non si scontrano, fondendosi e…

E prima che possa succedere altro, prima della paura della morte, dei sentimenti, della gelosia, le nostre labbra si incontrano e ci baciamo, morbida pelle contro pelle, e sento ogni minimo particolare come se fosse mio, dalle dita sulla mia guancia, a quelle nei miei capelli, ogni fibra del mio essere che in questo momento si protende verso il suo corpo.

Mentre mi perdo in tutto questo scattano delle immagini nella mia mente, giocando a rincorrersi, e vedo il tempio di Doumeki mentre me lo lasciavo alle spalle, la scatola del Bento piena, il ragazzo sulla porta dell’aula, la sconosciuta che mi sorride, Himawari-chan che parla, l’autunno, il primo bacio che ho dato, il primo bacio che ho ricevuto, il bacio della sconosciuta a Doumeki, le labbra che adesso sono mie…

Vedo quel frammento di legno d’albero spezzato, a terra, quella mattina qualche secondo prima di provare per la prima volta la vera gelosia. Un ramo in mille frammenti, ed esplode e scompare anche l’immagine di lei, chiunque essa fosse, la ragazza che ha amato Doumeki.

Arriva l’aria a spazzare via le foglie morte, e i nostri capelli, i miei pensieri.

Le labbra di Doumeki sfiorano le mie in carezze che mi fanno avvicinare ancora di più, aggrappandomi disperatamente alla sua divisa scolastica. Solo un bacio. Il cielo azzurro, la strada grigia, gli spiriti scomparsi. Ci siamo baciati…

-ARGH!- con un grido mi stacco improvvisamente da lui allontanando immediatamente il mio corpo dal rifugio caldo di quelle braccia, arretro con aria mille volte più spaventata di prima.

Doumeki ed io ci siamo

La mia faccia assume mille colori diversi.

-Gli spiriti sono spariti- constatò pacificamente Doumeki guardandosi attorno.

Deglutisco.

-Per fargli sparire mi hai…- non riesco a pronunciare quella parola, mi rifiuto di farlo!

Poi, di colpo, mi torna alla mente lei, la ragazza di Doumeki e l’immagine è così forte che non riesco a capire se ce l’ho davvero davanti agli occhi, se è lei quella in piedi, immobile, a qualche metro di distanza da noi.

Non è una mia allucinazione: Doumeki si è voltato verso di lei.

Che male…al petto…

Tornerà da lei…?

-Doumeki…- lo chiamo incerto, con voce tremante, ma lui non si volta verso di me, anzi, si dirige verso di lei con sicurezza, facendomi ancora più male di quanto non ne provi già.

Doumeki si ferma davanti alla ragazza che lo guarda dalle profondità dei suoi grandi occhi dolci.

-Scusami- dice semplicemente lui.

Quelle poche sillabe mi arrivano dritte al cuore anche se non ne comprendo il significato.

Perché lei lo sta guardando in quel modo?

Un attimo…

Un flebile lamento mi sfugge dalle labbra quando capisco. Deve averci visto, ma certo, lei non può vedere gli spettri quindi, se era lì da un po’, deve solo avere visto io e Doumeki che…

La ragazza china il capo e sussurra qualcosa, un attimo nasconde il viso fra le mani e un singhiozzo le scuote le spalle, spezzandomi il cuore perché io non volevo farle del male, non volevo causare del dolore né a lei né a Doumeki, e lui perché non le dice che si sbaglia? Che è stato tutto un fraintendimento?

Lei si volta e se ne va a passo svelto, incespicando, proprio come io avevo fatto già due volte in sua presenza.

Improvvisamente capisco il significato di quello “Scusami”.

-No!- esclamo con voce spezzata -Lei è la tua…-

-Hai ragione- mi interrompe lui, guardandomi. -Non avrei dovuto coinvolgerla. Non volevo farle del male.-

-Perché allora…- tento di chiedere.

-Tu hai baciato Kunogi- si limita a constatare, come ammettendo una colpa.

Mi si avvicina fino ad afferrarmi per un polso, mi sta trascinando verso il tempio, e non riesco a reagire, sono troppo stordito ed è come se ancora non capissi del tutto quello che sta succedendo e quello che è successo.

Non credo…di riuscire a camminare ancora…non ce la faccio

Difatti mi accascio a terra, immediatamente Doumeki mi sorregge.

-Ti porto io- sussurra.

Non protesto.

Lui mi prende in braccio come fossi una fanciulla.

-Shizuka-kun…-

Vedo che mi guarda, ma la mia mente è così annebbiata, sono così stanco.

-Shizuka-kun, Himawari-chan non l’ho baciata per mia volontà- non so quello che sto dicendo, non sono nemmeno sicuro di star davvero parlando, ma devo dirglielo. -Io sono innamorato di te…-

La mia voce sfuma e mi appoggio a lui con un sospiro mentre gli effetti della prolungata presenza degli spiriti si fanno sentire. Chissà se mi ricorderò di averglielo detto.

Tutto diventa nero mentre sistema nel futon il mio corpo febbricitante.

Ti amo.

 

-Oi-

Mmh, questa voce me la ricordo…

Che mal di testa…

Uffa, lasciami dormire, non so perché ma ho mal di testa quindi vattene e lasciami riposare!

-Oi-

Sento qualcuno che mi scuote.

-Ho sonno…- borbotto cercando di tornare nel mio stato di sonno, qualcosa mi dice, fra l’altro, che non è il caso di svegliarsi.

La voce però insiste. Ok, ho capito, non vogliono lasciare riposare questo povero, bravo, diligente, sfortunato ragazzo quale sono io.

Apro gli occhi sbattendoli più volte per capire chi è lo scocciatore.

Ah, ma chi se non lui? Lo stupido arcier…

Incontro i suoi occhi dorati, inaspettatamente vicini, e mi blocco di colpo.

-DOUMEKI BRUTTO PERVERTITO- gli urlo contro lanciandogli in faccia la coperta in cui ero avvolto ed esponendomi ad una vampata fredda quasi invernale. Ma ora di certo non mi importa, mi sono ricordato, eccome se mi sono ricordato degli spettri e del bacio che quell’idiota maniaco mi ha dato a tradimento quando mi sono stretto a lui come un cucciolo impaurito e…

Il mio viso va improvvisamente a fuoco.

Quell’idiota e centomila volte idiota che mi ha detto di essersi messo con una ragazza solo perché io avevo baciato la dolce Himawari-chan!

Doumeki si districa con calma dalle coperte che gli ho lanciato addosso e si mette a fissarmi, io che ansimo rosso in faccia e visibilmente nel panico.

Un sorrisetto gli increspa il viso. -Non mi chiami più per nome?-

-Perché mai dovrei chiamarti per nome?!- ringhio ritraendomi ancora di più da lui, e quel ghigno non mi piace per niente.

-Immagino allora sia un’esclusiva di quando ti salvo- dice rimettendo a posto sul letto le coperte.

È vero, l’ho chiamato per nome quando mi ha portato in braccio (Di nuovo!), ma è stato solo una volta.

-è stato solo una volta!- arrossisco di più -Solo una perché ero debole ed anche rincretinito forse!-

-No- i suoi occhi mandano uno scintillio divertito -è successo anche l’altra volta-

Esito incerto.

Lo ammetto, l’ho chiamato per nome quando mi stava portando in braccio però è stata l’unica volta!

O forse…

-No, quella volta a soccorrermi è stata Yuuko-san!- sto di nuovo gridando, furiosamente. Ho detto il suo nome dopo averlo visto baciarsi, per la prima volta, con una sconosciuta, ma poi Yuuko-san mi ha detto che è stata lei a…

-…a recuperarmi- concludo ad alta voce i miei discorsi mentre un nodo mi chiude la gola.

-Esatto, a “recuperarti dalle mie braccia”- afferma con pacatezza.

Non è possibile, quindi anche quella volta mi ha sentito che invocavo il suo nome.

Che figura di…!!

-Piantala di sembrare così soddisfatto!!!- cerco di urlare ancora più forte e di nascondere il crescente rossore.

Mi si è avvicinato, incurante di aver lasciato la coperta ripiegata a metà, e l’ha ripiegata anche male se mi è concesso dirlo.

-Chiamami ancora così- le sue dita mi fanno alzare il volto verso il suo.

Dirgli di andare a quel paese sarebbe bello, ma impossibile.

-Shizuka-kun…-

Adesso che l’ho detto mi ricordo anche di cosa avevo detto dopo, prima di lasciarmi andare all’incoscienza.

Le sue labbra si posano sulle mie in un sussurro di risposta. Un bacio, e siamo soli in casa, fa freddo e il futon accanto a noi aspetta solo di essere scaldato…

 

I Kissed a Girl

 

Ho baciato una ragazza.

 

And i liked it...

 

E mi è piaciuto.

 

Don’t mean I’m love tonight.

 

Non significa che mi sono innamorato.

 

I kissed a girl and i liked it.

 

Ho baciato una ragazza, e mi è piaciuto.

Ma poi ho scoperto che baciare Doumeki è molto, molto, molto meglio!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa che avete letto alla fine è la canzone che ha ispirato la fanfiction. Inzialmente non sapevo né il titolo preciso della canzone (sono andata a intuito) e neppure chi l’aveva cantata XD Alla fine ho ritrovato il testo su internet e ho potuto concludere questa storia come avevo stabilito! La canzone “I Kissed a girl” è di Kate Perry, non mia, e nemmeno di Wata-chan naturalmente!

Piaciuto il finale? Dopo un rocambolesco inseguimento…baci, nomi, e lieto fine (E anche altro, come avrete capito *ç*)! Era impossibile non mettere un lieto fine!! E si che sono sadica, però mi piacciono i finali da guardare con gioia!!!!

Ma qualcuno forse non è felice…una ragazza, la cui identità rimane nel mistero, è scappata via piangendo, nell’epilogo scopriremo se avrà anche lei un lieto fine? (e se piangeva sul serio…emh, no, niente anticipazioni!XD)

Le sorprese non sembrano essere finite! Intanto spero vi siate goduti l’Happy Ending e siate disposti a lasciarmi ancora recensioni, spero vi sia piaciuto almeno un po’ questo capitolo perché io sono stata entusiasta di scrivere, finalmente, la tanto sospirata dichiarazione di quell’amatissimo tonto di Watanuki!

Arrivederci all’epilogo!

 

 

Yusaki

 

 

 

 

 

 

  
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