Buona
lettura!
Dodicesimo capitolo: Una notte di
ghiaccio
Elsa
si svegliò e si voltò nel letto che era vuoto. Si alzò a sedere con un senso di
paura che si accentuò quando notò la stanza deserta. Infilò rapidamente una
camicia da notte e una veste da camera poi si avvicinò alla porta. Era sempre
stata chiusa ma l’assenza di Rahel la spinse a
tentare. La porta si aprì sotto la sua mano e lei rimase immobile dallo
stupore. Prese un profondo respiro e guardò fuori. La notte era scesa e solo
alcune fiaccole illuminava il corridoio. Delle voci però la raggiunsero e lei
tese l’orecchio. Uscì dalla stanza con passo felpato e si avvicinò alle voci.
Man mano che si avvicinava riconobbe quella di Hans. Si strinse le braccia
attorno al corpo in un inutile gesto di protezione, il dolore aveva abbandonato
il suo corpo per il momento ma non la sua mente, il ricordo era indelebilmente
fresco.
Con
un senso di paura riconobbe anche la seconda voce, era Rahel.
Tese ancora di più le orecchie e si gelò sul posto.
“Tu
fai la tua parte, falla ragionare, non ti lascio passare tutto quel tempo con
lei solo per farla divertire”
“Ci
sto provando! Ma è testarda!”
“Allora
impegnati di più”
La
porta si aprì e Rahel entrò nel corridoio trovandola
lì ferma a guardarla con gli occhi sgranati. La donna aprì la bocca per parlare
ma non ne uscì parola.
“Era
tutto falso?” Chiese Elsa mentre un freddo gelido si impadroniva di lei.
“No…
aspetta… Elsa…” La regina non la lasciò parlare invece le si scagliò contro
facendola cadere e gettandosi a capofitto oltre il corridoio. Corse senza
pensare, trovò delle scale ed iniziò a salirle.
“Andiamo,
chiunque veda la regina Elsa dica di essere con me” Anna guardò gli uomini
attorno a se poi aggiunse: “E tenetela al sicuro”. Poi con la armi in pugno
scesero silenziosamente il crinale verso il castello.
Elsa
corse, sentiva dei passi dietro di lei ma non le importava. Salì ancora una
rampa e raggiunse una porta, la spalancò e si trovò sulla cima della torre.
Raggiunse il parapetto e guardò in basso. Non c’era più niente in quel mondo
per cui meritasse soffrire.
“Anna!”
Disse una voce affannata alle sue spalle. Si voltò e si trovò davanti Rahel “Vivi per Anna”
Elsa
scosse la testa non voleva ascoltarla, era una bugiarda. “Elsa, ti prego! Io
non ti ho mentito su quello che provo”
“Taci!
Tutto era falso! Eri d’accordo con lui fin dal principio!”
“No”
“Smettila
di mentire!” Sentiva l’aria calda del deserto accarezzarle la nuca. Doveva solo
saltare e tutto sarebbe finito.
“Non
sto mentendo. Hans è mio fratello” Elsa alzò lo sguardo guardandola e, vedendo
dolore e sincerità in quegli occhi, scosse la testa. Era una brava bugiarda
ecco tutto. “Io non ho creduto ad una parola delle vostre accuse di un anno fa,
io l’ho aiutato a fuggire dalla prigione in cui i nostri genitori lo avevano
rinchiuso e sono stata esiliata. Ho preso il comando di una nave e mi sono
messa a girare il mondo, ovunque tranne Arendelle ma
una tempesta ci ha costretto ad andarci e… ti ho visto… io mi sono innamorata,
è stato più forte di me e poi ti ho conosciuta ho ascoltato la tua versione e
ho capito che mio fratello era il mostro di cui i miei fratelli parlavano. Non
ero in combutta con lui non sapevo che era lui il califfo. Io lo giuro…”
“Non
ti credo”
“Lo
giuro!” Urlò Rahel con rabbia e forza “L’ho implorato
di non farti del male, l’ho supplicato e lui mi ha detto che dovevo farti
cedere se no avrebbe continuato. E’ un mostro e io sapevo che ti avrebbe ucciso
piuttosto che cedere… io non volevo, non volevo…” Piangeva e Elsa scosse la
testa, le sue parole sembravano così sincere… “Ho cercato di dirtelo così tante
volte…” Ora la ragazza piangeva. Elsa si voltò non voleva guardarla. Fu una
mossa falsa, il parapetto cedette e lei cadde.
“Abbiamo
sopraffatto le difese, non si aspettavano un attacco”
“Mia
sorella? Hans?” Anna era nella stanza principale del castello con Kristoff al fianco.
“Non
li abbiamo ancora trovati, ma stiamo cercando dappertutto”. Anna annuì poi Olaf
comparve con in mano un abito.
“E’
di Elsa, lo riconosco” Disse il pupazzo e Anna lo afferrò notando subito lo
strappo sul polso.
“Dove
lo hai trovato?”
“In
una stanza, vieni” Olaf si mise a correre e Anna insieme a Kristoff
lo seguirono.
La
stanza era vuota Anna si guardò attorno poi uscì fissando il corridoio, degli
uomini passarono da un lato cercando Hans e sua sorella allora lei andò
dall’altro, trovò delle scale e iniziò a salire.
Una
mano forte la afferrò.
“Non
ti lascio andare” Rahel tremava dallo sforzo ma con
un ultimo gesto riuscì a sollevarla e a riportarla al sicuro. Poi cercò di
toccarla ma Elsa si ritrasse.
“Non
mi toccare!” Rahel aprì la bocca ma poi vide la testa
di Elsa rovesciarsi nel dolore. Hans era arrivato.
“Cosa
succede qui? La mia preziosa regina fa i capricci?” Elsa sentì il dolore
spegnersi e si voltò a guardarlo con odio. Il ragazzo sorrise e poi strinse nel
pugno il cristallo. Il dolore la fece urlare.
Un
urlo riempì l’aria.
“Elsa!”
Anna sgranò gli occhi e si mise a correre.
“No!”
Rahel si gettò sul fratello facendolo cadere a terra,
il cristallo rotolò lontano dalla sua presa ma il giovane non si lasciò fare
invece la colpì con violenza sbattendola verso il parapetto crollato.
“Se
non fossi mia sorella ti avrei già ucciso!” Ruggì il ragazzo furioso. Poi si
mise a cercare il cristallo.
“Hans”
Elsa alzò gli occhi e vide sua sorella Anna, il ragazzo fece lo stesso ma ricevette
un pugno in pieno volto. Poi Kristoff lo afferrò
mentre Anna correva da lei.
In
quel momento il vecchio ballatoio cedette e Elsa guardò Rahel
cadere verso il vuoto.
Si
slanciò e riuscì ad afferrare la sua mano.
“Elsa!”
Anna la guardava incapace di raggiungerla a causa della profonda crepa tra lei
e la ragazza.
“Lasciami
andare” Mormorò Rahel e Elsa scosse la testa
“Moriremo tutte due se non mi lasci andare”
“No,
non ti lascio”
“Perché?”
Elsa la guardò, il suo braccio tremava dallo sforzo di trattenere la giovane,
sentiva Anna dietro di lei urlarle di portare una fune ma era come se fosse
lontana, l’unica cosa importante in quel momento era appesa al suo braccio.
“Perché
ti amo” Mormorò la voce rotta dal dolore. Rahel
sorrise poi alzò la mano verso i bottoni della giubba.
“Ti
amo Elsa. Per questo ti lascio andare” Poi con uno strappo aprì la giubba. Il
suo corpo scivolò e Elsa si ritrovò a trattenere solo una giubba vuota.
“No!”
Urlò.
Anna
vide sua sorella gettarsi in avanti per afferrare Rahel
e solo il profondo squarcio nel ballatoio
le impedì di correre a salvarla. Urlò che le portassero una corda ma
nello stesso tempo non distolse gli occhi dal corpo di Elsa. Se solo il suo
potere fosse stato lì!
Mentre
Rahel cadeva sentì il suo potere ruggire e lo lanciò
verso di lei. E il ghiaccio eruttò da lei con forza e prepotenza ghiacciando
tutto attorno a lei. I bracciali caddero ma lei non se ne accorse neppure.
Aveva gli occhi chiusi e lo dirigeva. Come un’onda afferrò la ragazza e la
riportò da lei.
Anna
sgranò gli occhi mentre il ghiaccio esplodeva attorno ad Elsa. Sorrise di gioia
e si precipitò da lei, ormai il ballatoio era un solido blocco di ghiaccio.
“Tu…
mi hai salvato…” Rahel era tra le braccia di Elsa e
la guardava con stupore.
“Elsa!”
Anna arrivò come il vento e afferrò sua sorella per poi stringerla tra le
braccia. La ragazza le sorrise.
“E’
tornato! Elsa, coma hai fatto?” Le chiese Anna ma poi riconobbe la donna con
loro sul ballatoio. “Tu! Stai lontana da mia sorella hai capito? Se tu fossi un
uomo ti avrei già dato un pugno…”
“Anna
no…” Anna guardò Elsa.
“Mi
dispiace dirtelo io ma questa qua è la sorella di Hans e ci ha ingannati fin
dall’inizio”
“Anna,
lo so, va tutto bene, non ci ha ingannati” La ragazza sgranò gli occhi e
spalancò la bocca.
“Cosa?”
“Davvero?
Allora meriti un caldo abbraccio!” Olaf era appena arrivato con una corda ma
ora la depose per fare esattamente quello che aveva detto e cioè abbracciare Rahel. “Mi sei sempre piaciuta, eri la più carina sulla
foto” Ed estrasse dal ventre di neve la foto di famiglia dei regnanti delle
Isole del Sud.
“Allora…
ehm…” Anna la guardò con imbarazzo “Scusami…”.
“Non
ce n’è bisogno, posso capire i vostri sospetti… dopo tutto ho fatto davvero
fuggire Hans, qualcosa che non farò di nuovo”
“Tanto
fuggirò lo stesso con o senza il tuo aiuto!” Hans strattonò la presa di Kristoff ma non riuscì a sfuggirli.
“E’
vero” Elsa lasciò cadere la veste da camera e con un gesto si ammantò di
ghiaccio. Il colore era violaceo e Anna sgranò gli occhi.
“Elsa…”
Mormorò ma la regina le sorrise e il colore cambiò in bianco e azzurro.
“Mi
piacerebbe ucciderti, per tutto quello che mi hai fatto però non sarebbe
giusto, meriti di avere una possibilità.” Hans sembrava sgonfio ora che vedeva
Elsa in tutta la sua forza.
L’ammiraglio
arrivò in quel momento.
“Un
gruppo di pirati ci sta sfuggendo! Stanno per raggiungere la loro nave, con
loro c’è il capitano Sif” Indicò la nave nella
piccola baia e Elsa sorrise. Poi la bufera la avvolse e la sollevò portandola
con grazia e velocità fin sulla spiaggia. Poco lontano era ben visibile la
barca che i marinai spingevano verso la grande nave. Elsa lanciò il suo potere
mentre camminava lentamente verso la barca. L’acqua ghiacciò in pochi istanti
bloccando i vogatori che scesero spaventati impugnando le armi.
“Sarete
potente ma non potete fermare le frecce!” Urlò il capitano Sif
scagliando una freccia con la sua balestra. Elsa sorrise mentre uno spesso
scudo di ghiaccio bloccava la freccia a mezzaria. Non era più una ragazza
impaurita, aveva imparato molto sul suo potere in quei mesi in cui era stata
libera di sperimentare.
Anche
da lontano vide l’uomo impallidire.
“Prendetela!”
Ordinò ai suoi uomini ma lei li fece cadere in acqua sciogliendo rapidamente il
ghiaccio sotto i loro piedi.
“Rimanete
solo voi, capitano Sif” Disse all’uomo poi lo avvolse
nella bufera e lo racchiuse nel ghiaccio. “Come si sta in prigione?” Chiese
mentre lo riportava a riva.
“Vi
prego…” Mugugnò l’uomo.
“Non
siete stato troppo malvagio… sono sicura che per voi la prigione basterà, Hans
invece… ho un idea precisa per lui.” Sulla spiaggia tutti la stavano
aspettando. Molti la guardavano con timore reverenziale ma non Anna che le
corse incontro sorridendole.
“Adoro
quando voli!” Le disse raggiante facendola sorridere.
L’ammiraglio
prese in consegna il prigioniero.
“Il
castello è sicuro” annunciò soddisfatto.
“Voglio
andarmene al più presto” Dichiarò Elsa e Anna annuì.
“La
nave di Rahel insieme a tutta la flotta delle Isole
del Sud ci aspetta dietro quel promontorio.”
“Molto
bene, allora andiamo”. L’ordine della regina fu eseguito in un istante e tutti
si diressero verso il punto di approdo delle scialuppe della flotta.
“Anna”
Erano su una delle scialuppe e un gruppo di marinai stavano vogando verso la
nave di Rahel.
“Sì?”
Chiese la ragazza guardando la sorella con un sorriso.
“Grazie”
“Sai
che ci sarò sempre per te” Le rispose Anna poi aggiunse “Come tu ci sarai
sempre per me” Le prese le mani e sorrise ancora “Siamo sorelle”.
Rahel le guardò ma non disse nulla,
Elsa le appariva di nuovo come l’inarrivabile regina che aveva visto danzare
sul ponte della nave usando il suo immenso potere. Le sembravano un sogno tutti
quei momenti passati a tenerla tra la braccia. Temeva che malgrado la ragazza
l’avesse salvata non potesse più amarla, non nello stesso modo sincero di
prima. Quando giunsero sulla nave i suoi marinai la accolsero con gioia e risa,
la festa ebbe inizio e lei non poté parlare con Elsa che d’altra parte era
assorbita dalla conversazione con sua sorella.