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Autore: sexy no jutsu    01/02/2009    2 recensioni
Eri la mia luce. Avrei voluto dirtelo tante di quelle volte, Itachi.... Così tante... ma ancora le parole non mi escono dalle labbra e resto fermo a fissarti.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Heilà, eccoci ancora!
intanto ringrazio le persone che hanno commentato la fic "Blindness"... raga sono molto commossa ç.ç grazie a tutte!

Anche questa è una storia di qualche tempo fa scritta durante le lunghe ore di matematica(eh...la matematica!)Al centro il rapporto tra Sasuke e Itachi, un po' è amore, un po' è odio. E tutto si intreccia. All'epoca non era ancora uscito il capitolo sulla battaglia finale tra i due fratelli, quindi non c'è nessuno spoiler...
Bueno, ora vi lascio alla lettura!
baci8ni




Ti Odio (se sei contento così)





Eri la mia luce.
Avrei voluto dirtelo tante di quelle volte, Itachi....
Così tante... ma ancora le parole non mi escono dalle labbra e resto fermo a fissarti.



Sei la mia luce.
Dici che ti odio con il sorriso sulle labbra, gli angoli della bocca formano felle piccole fossette che raramente mostri agli altri.
Espressioni che raramente decidi di mostrare anche a me. Mi parli con tono basso e rauco, occhi che pur identici ai miei restano impenetrabili e insondabili.Non pronunci più parole del dovuto e non compi più gesti del necessario.
Sì, credo che potrei odiarti in fondo...potrei se non ti volessi così bene. Per questo la tua affermazione mi gela il sangue per un attimo. E vorrei replicare che no, sei tutto per me, ti voglio bene! Ma rivedo il tuo sorriso e scorgo l'orgoglio nel tuo viso.
Se ti può rendere felice...Ti odio.
Mi abbracci con strano calore, come a volermi sciogliere il cuore. "Sono tuo fratello, Sasuke, questo non cambierà mai." dici spettinandomi i capelli. Sorrido e ti abbraccio, mentre le tue dita disegnano cerchi immaginari sul mio collo scoperto e il tuo alito caldo mi tormenta l'orecchio.
Se ti può rendere felice ti odio, Itachi.Se sei felice così...



So esattamente quando tutto è cambiato. L'ho visto. L'ho sentito.
Mi abbracciavi, mi sorridevi, mi portavi in spalla. Rifiutavi come sempre di allenarmi, limitandoti a tirarmi un leggero colpetto sulla fronte. Ma lì dove di solito trovavo ancora il tuo calore, sentivo solo freddo. Untocco gelato e impietoso.
Ed il tuo sguardo era ancora più nero, ancora più adombrato, le tue occhiaie più profonde.Chissà, forse ero troppo piccolo per capire, troppo bambino per sapere esattamente cosa stava accadendo. O troppo infantilmente contento di aver finalmente acceso l'interesse di mio padre su di me, il piccolo di casa, sempre messo da parte davanti alla grandiosità del primogenito.
Per questo quando tornai dall'accademia quella sera un po' più tardi del solito, non potei che rimanere agghiacciato, terrorizzato ed incredulo davati a te, ai tuoi occhi, bagnati de del sangue del nostro stesso clan, dei nostri genitori.
Impassibile, come sempre.Ritto, maestoso, fiero. Sei impazzito?! Cosa è scattato in te quel giorno?
Confuso col nero della notte, in quel colore che tanto ti si addice, sembravi così giusto in quel momento. Ed eri così sbagliato invece...
Mi hai spezzato Itachi. Le ossa, la mente, il cuore: tutto di me davanti a te si è rotto.
Anche la mia vita è andata in frantumi come uno specchio luminoso, per lasciare solo un grosso buco nero.
Una vita a metà, ecco cosa c'era dietro allo specchio.
E io che ti amavo così tanto, fingevo di odiarti. E ora ti odio davvero.
Perchè mi hai tolto tutto. Tutto quello che avevo, tutti i miei sogni: tutto cancellato in una notte di luna rossa.
Tutto.
Anche tu.
Sei morto anche tu quella notte di dieci anni fa.
Per questo e per tutto il resto ho pianto per giorni, per mesi, finchè le lacrime non uscirono più. E crebbe in me l'odio. Un' edera forte e insradicabile, attorcigliatasi dentro di me nel profondo, muta e sempre più possente.
E nonostante questo, tu sei ancora la mia luce. E mi rimangono ancora in gola le parole che davanti al massacro si sono gelate.



Mi sono attaccato a questa mezza vita, come mi hai detto tu.
E oggi sono qui, davanti a te, finalmente cresciuto, finalmente forte, finalmente pronto per potermi confrontare con te.
E so di essere alla tua stessa altezza questa volta, di poterti uccidere, di poter trovare riposo...
Voglio combatterti, vincerti, ucciderti, Itachi.
Voglio.
Sono esattamente quello che volevi. E sono qui per te, come volevi.

E' il momento più importante della nostra vita. E' il culmine di ogni momento vissuto. E questa volta mi dici che non mi risparmierai la vita. Oggi sono io che non ti risparmierò nii-chan.
Sei più forte di come ricordavo, eppure vedo più rapidamente di te: i miei poteri sono più immensi dei tuoi.
E mi vien da sorridere con amarezza a pensare che sia merito di Orochimaru, dei suoi allenamenti intensivi per più di tre lunghi...lunghissimi anni.
Anche lui voleva usarmi. Mai. L'unico che può usarmi sei tu.
Ne ha pagato le conseguenze con la sua stessa viscida vita.Mi sono approfittato di lui , assorbendo tutto il suo sapere, incrementando la mia forza e le mie capacità.

Così eccomi. Sono sopravvissuto solo per questo.

E la katana ti trapassa. Stavolta non è un genjutsu. Sei tu. E i mei occhi si socchiudono a amalapena mentre il tuo corpo si china leggermente in avanti, fino a toccare la mia spalla nuda. Rabbrividisco. E ora capisco il perchè. tu mi stai abbracciando. Il tuo corpo debole ha un che di dolce, anche il tuo profumo mi riporta vagamente al giorno prima della mia entrata in accademia, quando tu sorridevi della mia sbadataggine e mi premevi apposta sulla ferita al ginocchio, facendomela bruciare.
Ed io, un po' per vendetta, un po' per gioco, mi aggrappavo a te tanto forte da poterti togliere il respiro, inalando il famigliare profumo dei tuoi capelli lavati e della tua pelle.

Ti afferro con calma la schiena, risalendo fino al tuo collo senza neanche accorgermene, con naturalezza, come se fosse giusto, normale.
Ti sento tremare leggermente, è strano sentirti così fragile sotto le mie mani. E decido che è un momento perfetto. Che non avremmo dovuto sprecare così tanto tempo a rendere un inferno la vita l'uno dell'altro. Ti odio ancora di più per quello che hai fatto. Per quello che mi hai portato via.
Arrivo all'attaccatura dei capelli, esplorando con lentezza accurata ogni centimetro del tuo collo bianco, così simile al mio.
Mi ritrovo a sporgermi sulla tua spalla, accostandomi alla tua guancia e sentendola calda contro la mia. Le mie dita si stringono tra quei fili setosi di pura pece e con uno scatto li liberano dall'elastico, lasciandoli sciolti e lunghi, come solo certe notti riuscivo a scorgere, sparsi sul cuscino e sulle tue spalle. La forte presa della tua mano sulla mia nuca mi fa correre gli occhi alla lama della spada, lasciata per terra tra polvere e sangue. Sento il tuo sharingan su di me e mi volto appena per trovarmi a ben pochi centimetri dal tuo viso, potendo sfregare il mio naso contro il tuo e sentire il calore del tuo respiro improvvisamente accellerato.
I tuoi occhi si sciolgono neri nei miei rossi. e chiudendo per un attimo le palpebre avverto le tue labbra sulle mie in un bacio che sa di morte, di infinito e opprimente tristezza. Un bacio ossessivo, aspettato, sospirato da anni, almeno un decennio, represso ancor prima della nostra nascita. Un bacio bagnato di ferro, di rosso, del tepore bagnato delle tue labbra e del sangue.Il mio, il tuo.Quello di un clan intero.
Un bacio. Il nostro bacio. Primo e ultimo di una vita intera. Quando riapro gli occhi, ancora con le labbra socchiuse nel tentativo di riappropriarmi dell'aria, ritrovo ancora i miei occhi nei tuoi, stavolta identicamente neri.Pieni della stessa ombra vellutata di piacere proibito. Sbagliato.
La tua mano si sposta sulla mia guancia, catturando i miei pensieri e il mio sguardo sulle sue labbra piegate in un sorriso, un fiebile sussurro. "Grazie... per odiarmi così tanto..."
La sensazione di gelo che pervade il mio essere mentre i tuoi occhi si chiudono definitivamente e il tuo corpo si fa pesante contro il mio.



Eri la mia luce.
Avrei voluto dirtelo tante di quelle volte, Itachi....
Così tante... ma ancora le parole non mi escono dalle labbra e resto fermo a fissarti.
Ancora.



Il sole brilla gli ultimi raggi di quella giornata, lasciando dietro di sè pennellate di colori distanti, leggeri, macchiati del sangue di tutto ciò che restava dela mia famiglia.
Inspiegabilmente le gambe mi cedono, lasciandomi chino sul tuo corpo ancora bello, forse per sempre.
Fremiti che mi corrono lungo tutto il corpo mi ricordano sensazioni lontane e mi scuotono cercando conforto, forse rifugio, sul tuo corpo.
Freddo.
Eri così caldo...così caldo...
La mia gola emette singhiozzi disordinati, mentre le mani corrono tremanti al tuo viso, accarezzandolo con scatti sregolati, impazienti, febbrili.
E finalmente sento la mia voce uscire rauca e bassa.
"Itachi...Nii-chan....Itachi, sei la mia luce...sei la mia luce..."
Non vedo più bene nemmeno te, che mi sei a pochi centimetri, la vista mi si appanna e tutto diventa impreciso, senza contornoi, solo macchie di colori sfocati.Decido che sia proprio una seccatura questa pioggia improvvisa che bagna le mie guance, il tuo corpo, le nostre mani. E rimango inerme, srtingendo il tuo corpo esanime. Luminoso.

Eri la mia luce. Lo sei ancora.
Ma tu questo non lo saprai mai.



* fine*

  
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