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Autore: Sky2204    23/08/2015    1 recensioni
Skyler ha solo diciasette anni ma deve scoprire il perchè del segreto che i suoi genitori hanno creato per proteggerla, deve capire quanto è importante la sua nascita e deve sapere che è la chiave del segreto che celano i misteriosi proprietari di una villa dal colore delle tenebre e che un giorno non molto lontano la ospiterà per far così iniziare una guerra che paradiso e inferno aspettano da millenni.
E' la mia primissima storia quindi spero che vi piaccia!! Buona lettura *Skyler Bane
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo per finire l’ultimo esercizio di matematica quando sentii aprirsi la porta di casa. Alzai la testa e mi girai per vedere chi era. Vidi una ragazza, non molto alta, snella gli occhi particolari, color mare, gonfi per la stanchezza, i capelli corti biondi un po’ scompigliati. Era vestita con un simpatico vestito verde acqua, corto fino al ginocchio e, sopra, un grembiule bianco, allacciato in vita, macchiato di coca-cola.  Quella venticinquenne davanti a me era mia sorella. - Ciao Rose - la salutai rimettendomi a lavoro. - Sky!! Sei ancora sveglia! A quest’ora? - mi disse nervosa ma allo stesso tempo molto stanca - Ero preoccupata! Il tuo turno è finito due ore fa! - gli risposi alzandomi dalla sedia. Era l’una, e mia sorella doveva staccare dal lavoro alle undici. Rose faceva la cameriera da “Hamburger Queen”. Si trovava a pochi chilometri fuori città ed era un piccolo locale vintage che sembrava uscire dal musical “Greas”, anche se il cibo era una brutta copia del McDonald. Certo non si mangiava benissimo ma ci avevo fatto l’abitudine, andandoci almeno una volta al mese perché mia sorella aveva paura di lasciarmi a casa da sola, anche se avevo diciassette anni compiuti. Per fortuna guadagnava molto per essere una semplice cameriera. Infatti ci potevamo permettere una piccola casa con giardino, un’auto, se così potevamo chiamare, e potevamo ancora sfamare il nostro ansiano gatto Tom, l’unico maschio in casa. - Scusa hai ragione ti dovevo avvertire che facevo tardi stasera, ma oggi c’era un sacco di gente e Bob mi ha pagato gli straordinari! - disse felice prendendo dal frigo un succo di frutta. - Ok, ora vado a letto, ci vediamo domani mattina! - gli dissi con tutta la dolcezza possibile, come faceva nostra madre. - Sky…. Ti voglio bene un milione di pescetti fritti! - io mi girai le sorrisi e le diedi un bacio sulla fronte dicendogli. - Ti voglio bene un milione di ciambelline! - e corsi a letto. Ero molto stanca, quel giorno avevo ripulito tutta la casa, ero andata a lavorare e studiare in libreria e quella sera avevo fatto da babysitter a i figli piccoli della nostra vicina Emily una grande amica dei nostri genitori. Quanto mi piaceva andare a casa sua, da piccola. Eravamo io i miei genitori i miei fratelli, Rose e Lorenzo, a mangiare bistecche appena grigliate e a parlare di come era difficile per i miei non vivere più in Italia. Ma non volevo pensare ai miei genitori, volevo solo addormentarmi e farmi cullare dalla notte pensando che la mia vita fosse solo un incubo che presto mi sarei svegliata con i miei genitori accanto che mi leggevano, come quando ero piccolo, una fiaba. La mattina seguente, mi svegliai grazie a un tuono. Ma nella mia piccola città, soprattutto in autunno, pioveva quasi sempre. Per fortuna non c’era un gelido vento a rovinare ancora di più la giornata. Mi vestii con jeans, un maglione a strisce blu e bianco, e degli anfibi. Mi lavai, mi preparai lo zaino e poi andai in cucina. Preparai la colazione a mia sorella, che ancora stava dormendo sul divano, a base di yogurt con sopra dei mirtilli e lamponi, e in fine succo di pera. Siccome stavo facendo tardi, non feci colazione e lasciai un bigliettino a mia sorella. Alle otto in punto doveva essere a lavoro, così io gli lasciai acceso il timer del forno, che sarebbe suonato tra circa cinque minuti, e me ne andai mettendomi la giacca, col cappuccio. Appena fuori casa mi squillo il cellulare. - Ciao Sophie! - la salutai sicura che era lei perché soltanto la mia Sophie era così pazza da chiamarmi a quell’ora. - Ciao Sky! Che bel maglione che indossi! - guardai prima il maglione e poi intorno a me e la scoprii subito vedendo una cioccadi capelli blu dietro al recinto della casa di Emuly. - Ti ho visto! - dissi indicandola. Così lei si alzò di scatto e mi guardo male…. Ma poi mi sorrise. Quel giorno, era stranamente radiosa. Sfoggiava il suo grande sorriso che evidenziando i suoi occhi un po’ a mandorla, scuri, coperti dalla sua perfetta frangia laterale che manteneva con dei fermagli. Mi piaceva molto come teneva i capelli cioè da una coda alta, a parte due lunghi ciuffi blu davanti alle orecchie. Corsi da lei per abbracciarla. - Ciao - mi disse stringendomi forte. - Ciao - gli risposi. - Adiamo a prendere Chloe! - mi disse staccandosi da me. Sophie, era una delle mie migliori amiche, solare, simpatica, sincera, alcune volte troppo, e coraggiosa, una caratteristica che gli invidiavo molto. Avevo conosciuto lei e Chloe in terza elementare. Infatti quando avevo solo otto anni mi ero trasferita in America, per fortuna parlavo un po’ di inglese, ma non benissimo. La maestra mi indìco un posto vicino a Sophie e Chloe…Da lì si creo una grande amicizia! Soli pochi minuti ed eravamo già davanti a casa di Chole, cioè, una piccola villa settecentesca con le parete esterne di un giallo pallido, circondata da un gran giardino dove erano piantati alberi e fiori di ogni genere, che alcune volte venivano rovinati da i due pastori tedeschi di Chloe, Ginevra e Alex. - Eccola!! – mi disse Sophie indicandomi Chloe. Si trovava davanti al cancello di casa sua. Chloe era più bassa di me ma un po’ più alta di Sophie, la sua carnagione era di un bianco candido persino più del mio, aveva dei lunghi capelli biondo platino, che quel giorno erano legati in una morbida treccia laterale, i suoi grandi occhi, che sembravano quelli di un cerbiatto, erano color miele, e le sue piccole labbra carnose formavano un dolce sorriso. Era vestita con una maglietta a maniche lunghe color rosa pelle la quale, nelle spalline, erano state applicate delle graziose perline, e un paio di jeans. - Choloeeee! I know your sister turns everyone on, but you’re the one I want! –  urlammo io e Sophie.  Chloe si girò e, appena ci vide, ci salto addosso abbracciandoci. Sophie ed io ci guardammo un po’ stupite. Certo Chloe era una delle ragazze più dolci e affettuose che io abbia mai incontrato ma, quando ci abbracciava così, come se non ci fossimo viste da molto molto tempo, significava che era successo qual cosa.  - Che cosa è successo? – chiese Sophie. Chloe abbasso lo sguardo e cominciò a camminare, e contemporaneamente a parlare. - Beh, sapete che io ho una certa simpatia verso Luke Davis... -   - Una certa simpatia? Quando passa diventi tutta rossa!! E quando ti saluta? Quasi svieni!! – disse divertita Sophie. - Ok, mi piace! Ma ora non importa più perché si è messo con.... – fece un grande respiro per non iniziare a piangere – Karin, mia sorella – - CHE COSA!! – gridammo in coro io e Sophie sbalordite – Lo ha fatto a posta, quella ...... – mi trattenni per non dire brutte cose sulla sorella gemella di Chloe. Certo erano gemelle ma non si assomigliavano neanche un po’: Karin era molto alta, snella, aveva i capelli di un biondo cenere, gli occhi, che erano uguali a quelli dalla madre, celesti, un piccolo e perfetto naso e delle lunghe e sottili labbra che trasformava in un sorriso inquietante ogni volta che aveva un piano diabolico contro la povera sorella. - Non è colpa sua se è una bella ragazza, forse con gli altri è anche gentile e simpatica...- - Oppure una stupida manipolatrice, vipera e una grande, senza offesa, “bastarda” – disse con rabbia Sophie. Intanto Chloe stava per mettersi a piangere, finché non cambiai discorso. – Come è andata l’appuntamento con Harry?? – - Orribile, non so se lo saluterò più – disse Sophie disgustata. - Perché? – domando a bassa voce Chloe, che, siccome non seppe controllare le sue emozioni, gli scese piano piano una lacrima che gli taccio la scia sulla guancia. Io gli diedi un fazzoletto e lei si pulì, mentre Sophie, che non se ne accorse, rispose. - E’ noioso, e poi non abbiamo parlato altro che di lui,  di sua nonna!! E di quel suo stupido barboncino da cinquemila dollari! – dopo quella frase,  non si capiva se Chloe stesse ridendo oppure piangendo. - Wow è molto... interessante e romantico! – dissi io divertita.  – E soprattutto mi chiedo come mai un barboncino costi così tanto.... - Ormai era da tre lunghi anni che Sophie ci faceva ridere con i suoi bizzarri appuntamenti. Quello che ci aveva fatto più ridere, era quello con il povero Daniel: suo padre era un pastore e pensava che Sophie fosse andata da loro per dare delle ripetizioni al figlio. Sophie, che non sapeva niente di questa faccenda, si presento con una minigonna e quando la vide la madre di Daniel.... La caccio di casa, con una croce in mano.... “Pensava che ero un vampiro??” ci disse il giorno dopo, molto arrabbiata e offesa, ma la storia non era finita.... Daniel la vide dalla finestre e così la chiamo e, lottando con la madre, la fece entrare. Andarono in camera di Daniel dove si scuso con lei, poi iniziarono a parlare e infine si diedero un bacio ma, mentre se lo stavano dando entro il padre... Sophie non volle continuare ma, ci disse che fu una lunga nottata. Ma il mio divertente flash back, fu interrotto dalla voce di Sophie - Ridi ridi Sky vorrei vedere te con quel amante di barboncini! – ora si capiva perfettamente che Chloe stava ridendo. - Eccoci qui.... Che ne dite possiamo scappare, cioè marinare per un giorno la scuola?? – disse Sophie che guardava disgustata l’edificio di tre piani, cioè il nostro istituto. - NO! Mia madre mi ucciderebbe se lo facessi! E sicuramente anche la sorella di Sky, non sarebbe molto felice di sapere che sua sorella minore ha marinato la scuola – Chloe era tornata in se. -  Sono d’accordo con Chloe, comunque come hai fatto ha mollare Harry? – - Semplice, gli ho detto che non era per me e che mi aveva fatto capire che, ancora non mi ero dimenticata di una persona... – disse dolcemente Sophie. Essa era uscita con molti ragazzi, ma solo per dimenticarsi di Nicholas, la sua vera e grande cotta! Non si era mai dimenticata il giorno in cui si sono incontrati, anche se non ce l’aveva mai detto, e ci ripeteva sempre e solo: “Era come una scena romantica di quei film in bianco e nero”. Era così tenera quando pronunciava quelle parole che nei suoi occhi si accendeva una piccola luce, che vedevo anche, negli occhi di Chloe quando parlava di Luke... A me, sinceramente, non mi era mai capitato. Avevo avuto solo delle piccole cotte per attori e cantanti ma, per ragazzi come Luke o Nicholas, mai! E questo aveva alcuni vantaggi e alcuni svantaggi. Entrammo a scuola e ci dirigemmo davanti i nostri armadietti. - Per fortuna che quest’anno sono riuscita a convincere la vice preside a cambiarmi armadietto! – disse Sophie tirando fuori da esso il libro di scienze. - Ma come non ti piaceva stare accanto a l’armadietto di Patrick?? – gli domandai sarcasticamente perché sapevo che odiava quel povero nerd che sbavava al solo sentir pronunciare il suo nome. - AH-AH-AH!!Divertente Sky! Comunque non era solo Patrick a darmi fastidio! Ma anche Charlot la “dolce e simpatica” amica di Karin – - Cioè? – chiese Chloe. - Beh... Aveva i suoi giorni da stronza, cioè io tutte le mattine non riuscivo a prendere niente dal mio armadietto perché c’erano appoggiati lei e il suo ragazzo che si sbaciucchiavano oppure perché lei e le sue amichette che mi rompevano! Poi aveva i suoi giorni da lecca piede soprattutto quando indossavo la divisa da cheerleader- Esatto Sophie faceva la cheerleader e per tre anni di seguito era stata nominata “Capitano”, uno dei tanti motivi per cui era una delle prede preferite da Karin, ma non solo per questo: era una delle ragazze più carine e popolari della scuola, molti ragazzi gli scrivevano ogni giorno un email oppure gli lasciavano un bigliettino d’amore in cui c’era scritto sempre la stessa storia “Sei bellissima e spero che un giorno ti va di uscire con me!! TI AMO TANTO ti prego chiamami!!”. Ma secondo me e Chloe, la cosa che, Karin, invidiava molto a Sophie era la sua famiglia. Chloe e Karin erano le figlie di Joseph King, uno stimato uomo d’affari, e Hanna Krüger; essa veniva da una famiglia nobile tedesca e si era trasferita in America per studiare legge, si innamorarono e, siccome lei era incinta delle figlie, si sposarono. Dopo quattro anni essi ebbero il loro unico, e ultimo, figlio maschio che chiamarono Edward, come il padre di Joseph. Ma dopo la nascita di Edward, il loro rapporto, si spense e, divorziarono. Intanto Joseph abitava ancora in quella bellissima villa settecentesca con i suoi figli e l’ex moglie, aspettando che la nuova casa, che aveva da poco comprato, fosse pronta per essere abitata.  Quindi fra sei mesi, sarebbe stato il vicino della famiglia Lee, cioè la famiglia di Sophie. I suoi genitori erano il signor. Robert Lee e sua moglie Grace Lee. Suo padre era un poliziotto e sua madre una casalinga. Essi si amavano moltissimo e, pochi giorni fa, avevano festeggiato il loro anniversario di matrimonio. Sophie aveva due fratelli: Nathaniel, il maggiore, e Michael, il più piccolo di casa. Certo anche i genitori di Sophie avevano qualche piccolo difetto ma era sempre meglio di non averne più... - Quando si parla del diavolo -  disse Sophie indicandoci con il capo Karin. Dietro a “La Regina del Male”, come la chiamavamo io e Sophie, c’erano Charlotte con Luke e Nicholas. Per fortuna quando passarono qui , Karin ebbe la pieta di non guardare fissa negli occhi la sorella per lanciargli uno dei suoi soliti sorrisi inquietanti. - Non la sopporto più! – disse Sophie pronta a dargli il suo astuccio in testa. – Beh! lo ammetto neanche io la sopporto ma, pensa la lato positivo – dissi io per calmare le mie due migliori amiche, una perché aveva un attacco omicida e l’altra perché si stava per mettere a piangere davanti a tutta la scuola. - E qual è? – mi domando timidamente Chloe - Tra un anno finisce la scuola e lei non ci sarà più a romperci le scatole! – dissi io tutta orgogliosa. - Beh! forse a voi ma io... dovrò sopportarla per tutta la vita! – disse sconvolta Chloe che si stava per mettere di nuovo a piangere. - A no ti prego non farlo Chloe! Pensa.... Pensa alla gita che dovremmo fare questo weekend! – disse Sophie cercando di tirare su di morale Chloe. - Grazie mille di avermelo ricordata SOPHIE!! Io sono di coppia con Luke e ...... Nicholas per la tesina di storia, quindi significa che staremo tutto il weekend insieme con Karin che mi fisserà male per tutto il tempo! – ora nella voce di Chloe non c’era più quel lieve dolere che emanava ma una rabbia che faceva paura persino a un leone. - Beh! potresti fare cambio con Karin! e così potrai stare in coppia con noi!! – gli consigliai. Per storia, infatti, la professoressa non aveva fatto degli ottimi gruppi! Io e Sophie stavamo con quella antipatica della Regina del Male e Chloe con Nicholas e Luke. - Oh! finalmente avete detto una cosa giusta e, per la prima volta vi do ragione! – da dietro di noi sbuco Karin con il suo grande e sottile sorriso. - Comunque non vi dovete più preoccupare ho già pensato tutto io, ho chiesto alla signorina White di cambiarmi gruppo e di andare con Luke e Nicholas, ovviamente vuole anche il consenso di...... questa – disse indicando sua sorella – Quindi mi dovete solo ringraziare perché vi ho fatto solo un favore, ma non solo a voi, anche al mio cucciolo, Nicholas, che non sopporta una certa ragazza molto patetica che si trova alla mia sinistra...- stava ancora indicano Chloe. – Aahahahahahahah!! Sei così buffa sai?!? – dissi a Karin. - Che cosa? – mi disse con denti stretti. – Ammettilo! – gli rispose Sophie. – Si vede che sei gelosa di tua sorella – continuai io – E poi sei così patetica quando cerchi di non farlo capire! – disse con disgusto Sophie. Karin ci fulminò con gli occhi e se ne andò nell’aula di Storia. - Grazie ragazze – disse Chloe con il viso rigato dalle lacrime. –Di niente, anzi anche se è un po’ cattivo da dire, mi sono divertita – dissi io imitando quel sottile e malefico sorriso di Karin. Sophie si mise a ridere e con lei, anche Chloe. – Dai andiamo a classe, ma prima asciugati quelle lacrime – e diedi a Chloe un fazzoletto. - Buongiorno ragazzi – disse la signorina White  la nostra professoressa di storia. Era una bella donna su i trentacinque anni, dolce, generosa, timida alcune volte maldestra ma non era solo questo che allontanava gli uomini, come diceva Karin “Si veste come se avesse ottant’anni”. - Domani c’è la gita quindi vi voglio rispiegare cosa faremo: domani mattina, precisamente alle sette in punto, ci vediamo al parcheggio degli inseganti dove ci aspetterà un pulmino. Il viaggio durerà ben tre ore e faremo due fermate. Non sarà bel tempo quindi vi consiglio di portare ombrelli e impermeabili intesi?? – Dopo un debole si da parte di tutta la classe iniziamo la lezione. Ok questa è l’inizio del mio racconto! Spero che vi sia piaciuto e per favore commentate!!! *Sky B.
   
 
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