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Autore: stilba    23/08/2015    4 recensioni
STEREK.
Questa storia è il seguito della os Unexpectedly togheter, dove vedeva Stiles e Derek scoprirsi improvvisamente attratti l'uno dall'altro.
Ma come ogni rapporto non sempre è tutto rose e fiori, Derek ha un ripensamento, ma non è come pensate, ama alla follia Stiles, eppure decide di lasciarlo.
Sono negata nelle introduzioni, spero almeno di avervi invogliato un pochino a leggerla, se così fosse, vi ringrazio in anticipo e vi auguro una buona lettura.
Genere: Angst, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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(Immagine da google)

Speravo di postare l’ultima parte un po’ prima, ma non avevo a disposizione il pc e non potevo farlo con i tempi che avevo previsto, ma eccomi qua, con la seconda parte che vi avevo promesso.
Buona lettura.



(Seconda parte )

Stiles si appresta a uscire dall’ufficio, agitato ed euforico, sta per rivedere Derek, la chiamata di poco prima fa presagire a un incontro chiarificatore e questo lo rende impaziente, ma la sua gioia dura ben poco, spenta sul nascere e senza avere il tempo di rendersene conto. 

Un colpo di pistola, l’urlo di suo padre e un dolore lancinante sotto lo stomaco.

Si ritrova a terra stordito, colpito da un proiettile in piena pancia.

Un recluso durante il proprio trasferimento, riesce a ingannare il suo agente di custodia, riuscendo a sottrargli la pistola, puntando poi l’arma sugli agenti e lo stesso sceriffo, con la minaccia di sparare a chiunque ostacoli la sua fuga .

Tutto sembra sotto controllo, con le rassicurazioni che Stilinski gli garantisce, ma l’uscita improvvisa di Stiles, innesca la reazione inaspettata dell’uomo che spara verso il ragazzo, centrandolo in pieno.

Inutile il tentativo del genitore di metterlo in guardia, cade a terra sotto i suoi occhi, nello stesso istante in cui urla nella sua direzione.

Si precipita da lui in preda al terrore, mentre un poliziotto immobilizza il detenuto.

-Oh mio dio! Stiles!  Chiamate un ambulanza…  FATTE PRESTO!- 
Urla ai suoi uomini, mentre si appresta a portare un primo soccorso al figlio, premendo sulla ferita, che sanguina corposamente.

-Pa… pà.-


Dolorante il giovane richiama l’attenzione del genitore, che cerca di trattenere malamente la sua disperazione.

-Tranquillo figliolo, tranquillo, i soccorsi stanno arrivando, andrà tutto bene.-

Il giovane in preda a spasmi di dolore che la ferita gli provoca, respira affannosamente, mentre guarda suo padre agitarsi intorno a lui.

-De… Derek.-
-Figliolo, non affaticarti.-
-Chia… iama Derek!- Lo implora il ragazzo.
-Non credo figliolo, che risponderà a una mia chiamata.-
-Papà ti prego, chia… chiamalo!-

Derek è appena giunto al parcheggio, quando il boato dello sparo raggiunge il suo udito, senza esitare un secondo, con il cuore in gola si precipita all’interno del distretto fino a raggiungere l’ufficio dello sceriffo, attirato dall’odore del sangue di Stiles, vani sono i tentativi degli agenti di trattenerlo.

-Derek!- Lo sceriffo si sorprende alla sua vista, ma allo stesso modo sollevato del suo arrivo.
-Lasciatelo entrare, e voi andate tutti fuori.- Ordina in seguito.

Al solo pronunciare il suo nome, Stiles si gira nella sua direzione.

-D… Derek!- Lo chiama, mentre il licantropo non perde tempo inginocchiandosi accanto a lui.
-Stiles, sono qui.- Lo rassicura, prendendogli la mano.
-Derek.- Ansima spaventato, guardando il mannaro dritto negli occhi.
-E’ possibile che trovi sempre un modo per cacciarti nei guai?-

 Prova a scherzare l’uomo per distrarre il ragazzo, mentre cerca di capire  insieme allo sceriffo la gravità della situazione, che appare subito gravissima,  scambiandosi occhiate preoccupate.

-Non doveva andare in questo modo.- Si rammarica quest’ultimo.
-Sceriffo non è il momento, ci penso io ora.-
Con tocco rassicurante, Derek poggia le mani su quelle dell’uomo, ancora premute sulla ferita, invitandolo a lasciar fare a lui.


-Ci penso io.- continua a ripetergli, mentre l’ufficiale provato e sotto shock, ha difficoltà a lasciare il figlio a qualcun’altro, ma poi cedere, affidandolo al lupo e lasciando che questo sostituisca le sue mani.

Il tocco di Derek è attento e deciso, preme forte sulla ferità nel tentativo di fermare l’emorragia, pressione che causa una fitta al giovane, che di riflesso inarca la schiena, dolore assorbito senza indugio dal licantropo.

-Sta attento a non esagerare.- Seppur apprezzi il sollievo procuratogli dall’uomo, Stiles si premura di ricordargli di non andare troppo oltre, conosce i rischi che ne comporta.
-Tranquillo, so quello che faccio!-
-Lo sai che può essere pericoloso, io non vogl.. - Una punta di dolore gli spezza le parole in gola.

Il lupo prontamente ne assorbe una buona parte, senza allentare però la pressione sulla ferita, che non smette di sanguinare.

-Non sforzarti, non devi dire nulla, lascia parlare me ora. So che le mie scuse non servono a cancellare il male che ti ho fatto, ma voglio che tu sappia che sono stato solo un gran coglione e uno stupido, mi dispiace.-
-Ti ha mollato vero, è per questo che sei ritornato?-
-Chi?-
-Ti prego Derek, ti sembro in condizione di farti degli indovinelli?-
-No, ma mi tranquillizza vedere che hai ancora la forza di fare del sarcasmo, e no, non mi ha mollato, perché non è mai esistito qualcun altro.-
-Come? Mi prendermi in giro? Perché me lo hai fatto credere allora?… AH!- un’altra fitta. – Vuoi bloccarmi tutta la circolazione per caso?-

Si lamenta della pressione che il lupo esercita sulla sua ferita.

-Sta zitto, se sarà necessario farò anche quello, hai così tanta fretta di morire?-
-Si, se la scelta è vivere l’agonia di starti lontano… Ah!-

Questa volta è il lupo a provocargli del dolore fisico, pizzicandogli una coscia.

-Ma sei scemo?-
-Così impari, non azzardati a lasciarmi solo e perché giuro che vengo a  strapparti la gola anche in paradiso.-
-Sei stato tu a lasciarmi… -
-… e non avrei mai dovuto, ma sono tornato per restare, ora vedi di non fare il coglione tu.-

Lo sceriffo guarda intenerito i due innamorati, pentito come non mai di essere l’artefice della loro separazione, e proprio ora che la coppia si ritrova, il destino sembra invece voler giocare contro di loro.

Lentamente Stiles porta la sua mano su quella di Derek, che non ha smesso un attimo di tenere a bada l’emorragia e la sua sofferenza, stringendola delicatamente, con le prime lacrime a rigargli il viso, mentre inizia a respirare con difficoltà.

-Dimmi almeno il perché, perché mi volevi lontano da te?-
-Perché ero convinto che solo così ti avrei tenuto al sicuro, ma mi sbagliavo.-

Inevitabile lo scambio di sguardi con lo sceriffo, per il senso di colpa che li attanaglia entrambi, avevano pensato a tutto, ma non a questo, non a un pericolo così comune, da spiazzarli e svuotarli di ogni certezza.

Il giovane nota quanto suo padre si stia torturando per questo, gli stringe la mano per rassicurarlo, mentre questo gli accarezza amorevolmente la testa, anche lui nel tentativo di tranquillizzarlo, ma al contrario gli occhi chiari dell’uomo tradiscono paura, la sua paura più grande, perdere il dono più prezioso, e Stiles lo sa bene.

Per questo non vuole che suo padre lo veda morire, cerca di darsi coraggio e  mostrarsi forte, anche se sente di non esserlo affatto, ma deve trovare un modo per allontanarlo.

-Pa, perché ci mettono tanto?- Chiede appunto il giovane, con la speranza che il padre si dia da fare in qualche modo.
-Non lo so, dovevano essere già qui, vado a capire che succede, tu tieni duro, ok? Saranno qui in un baleno, vedrai.- Si convince infatti lo sceriffo.
-Derek, lo affido a te.- Si assicura di dire prima di lasciare i due da soli, con una pacca sulla spalla, in una sorta di scuse silenziose che lo sceriffo sa di dover dare all’uomo.

Il lupo, annuisce per poi vederlo scomparire velocemente fuori dall’ufficio.

-Lo hai detto apposta perché si allontanasse, vero?-  Compreso subito dal lupo, il piccolo trucchetto adottato dal giovane.  
-Non volevo sentisse. Derek, voglio che mi fai una promessa, pro… promettimi che ti prederai cura di lui.-
-Stiles! Non devo farti nessuna promessa, perché non lascerai proprio nessuno, smettila.- 

Il solo menzionare quella possibilità lo fa impazzire, non vuole nemmeno prenderla in considerazione.

-Derek, non renderlo così difficile, sta volta ha vinto la sorte, fattene una ragione.-
-Vuoi un altro pizzico per caso?-
-Sai che ho ragione… - la sua mano va a stringere il braccio del lupo, per ottenere tutta la sua attenzione.
- … Va bene così… mi hai capito? Sono qui con te e non potevo desiderare di più, abbracciami ti prego.-

L’uomo senza esitare lo tira su, fino a poggiarlo e stringerlo a se, il giovane si adagia sul suo petto, lasciandosi andare a un pianto disperato, non vuole morire, non vuole separasi da Derek e da suo padre, prova con tutto se stesso di rimanere aggrappato al lupo il più possibile, ma sente le forze venirgli sempre meno.

-Derek, ti prego ho bisogno di sapere che non rimarrà da solo.-
- Pensi davvero che ti lascerò andare così, senza far niente? -
-E troppo tardi Derek, e lo sappiamo entrambi… sarebbe inutile.-
 Con difficoltà cerca di mantenere la calma, sente la sua ora vicina, e non vuole sprecare il tempo che gli rimane.

Derek sa che ha ragione, morderlo ora in quelle condizioni, accelererebbe solo la sua morte, non può donargli il morso, non può salvare l’unica ragione di vita che gli rimane.

-Mi sento stanco.- Vicini più che mai, Stiles inizia a tremare abbandonandosi sempre di più tra le sue braccia.

I due consapevoli del poco tempo che resta, cercano un maggiore contato, Derek gli accarezza il viso con la speranza di dargli almeno un po’ di sollievo, mentre Stiles lo fissa dritto negli occhi, non riesce a non pensare che se mai avesse potuto scegliere come andarsene, avrebbe scelto proprio questo, tra le braccia dell’uomo che ama e immerso nei suoi occhi.
In pochi istanti i due arrivano a congiungere le loro labbra, in un bacio dal desiderio disperato, tra lacrime e rabbia, un bacio che sa di infinito, di amore e desolazione, un bacio dal sapore diverso.
 
Un brivido scuote il giovane.

Derek sente improvvisamente il suo battito rallentare, le condizioni del giovane precipitano velocemente, respira a stento e con fatica riesce a tenere gli occhi aperti.

-Ho sonn… ho tanto sonno!-  Ansima.
- Stiles! Stiles! Ti prego rimani con me, tieni duro i soccorsi stanno arrivando, non arrenderti proprio ora, Stiles!- prova a scuoterlo leggermente.
-Der… Der… - Le forze vengono sempre meno, così come le parole, ma Derek ha capito ugualmente.
-Te lo prometto.- Decide finalmente di rispondergli.

Stiles, grato gli sorride, lasciando trasparire la sua rassegnazione, non ha più fiato per parlare, ma tenta a tutti i costi dire un ultima cosa, sa che non avrà altra occasione per farlo.

-Ti… ti… a… amo.- riesce appena a sussurrare tra un respiro e l’altro, troppo flebile e impercettibile per un orecchio umano, ma abbastanza per l’udito del lupo, che riesce comunque a sentire.

-Anche io… ti amo anche io, Stiles!.-

Le sue parole hanno però un sapore amaro, non glielo aveva mai detto, gli aveva dimostrato in ogni modo di amarlo, persino allontanandolo da lui, ma non lo aveva mai fatto a parole, ora avrebbe voluto dirglielo milioni di altre volte, ad ogni bacio, ad ogni rapporto intimo, ad ogni battibecco e riappacificazione, ma il rammarico di aver sprecato tutto quel tempo, lo devasta.

 Lo stringe ancora di più a se con maniacale attenzione, perché non provi ulteriore dolore, lasciando sulla fronte del giovane, quasi esanime, un bacio accompagnato dal pianto struggente e inconsolabile.


-Ti amerò sempre… non dimenticarlo mai.- continua a ripetergli.

Stiles sorridere seppur debolmente, annegando i suoi occhi nocciola in quelli umidi e verdi dell’altro, quelle parole per lui sono come un si sull’altare, da donargli quella pace di cui ora sente il bisogno, con le poche forze rimaste, allunga lievemente il collo per ricongiunge le loro labbra in un bacio appena sfiorato, con il desiderio di portare via con se il suo sapore, ancora un ultimo contatto, un ultimo bacio al suo lupo, e un ultimo battito che lascia solo spazio a un silenzio sordo e insopportabile.

Si accascia tra le braccia del licantropo, nello stesso istante in cui lo sceriffo rientra nella stanza.

-I soccorsi sono arriv… -

La visione atroce che gli si presenta davanti, lo paralizzano, spezzando le sue parole.

-NO! NO!NO! STILES!-  urla portandosi accanto al giovane, ancora tra le braccia di Derek, che sembra cullarlo.
- Oddio Derek, fa qualcosa!- Lo prega lo sceriffo, incapace di accettare quell’epilogo tanto temuto.
-Se ne andato.- Sentenzia con la voce rotta dalla commozione.

 Derek non può far altro che spezzare la flebile speranza dell’ uomo, che subito dopo, cieco di rabbia, attacca duramente il licantropo.

-Perchè non hai fatto niente? Potevi salvarlo, perché non lo hai fatto? Lo hai lasciato andar via senza far nulla, PERCHE?-

Derek non risponde, non lo guarda, intento a fissare a osservare il viso sereno di Stiles poggiato sul suo petto, lo accarezza con tenerezza, come a voler memorizzare ogni suo tratto per non dimenticare nessuno.

Lo sceriffo prende la mano esamine del ragazzo, quel figlio iperattivo che mai nella sua vita è stato fermo un minuto, ma che ora è inverosimilmente immobile da non sembrare reale, gli stringe la mano, mentre le lacrime si fanno più prepotenti.

-Stiles! Stiles! Ti prego svegliati… Figlio mio, svegliati!- Lo implora.

Ma l’uomo non può accettare un destino così atroce, si rivolge di nuovo al mannaro, sta volta con tono di supplica.

-Non può finire così, deve esserci un modo, Derek, ti prego aiutalo! FA QUALCOSA!- Urla disperato Stilinski all’uomo in stato catatonico.
-DEREK!-

Improvvisamente come folgorato, si desta dal suo stato assente, con un ricordo che riaffiora prepotentemente nella sua mente, una frase detta tempo fa Deaton.

“Un alpha non ha il solo potere di rigenerare più velocemente se stesso, ma anche gli altri, può farlo una volta sola, ma questo comporterà il rischio di perdere lo status di alpha, e in alcuni casi anche la vita.”

-Perché non ci ho pensato prima, io… io non so se può funzionare, non so se  sono capace…ma, c’è ancora un modo.-
-Derek ti prego, provaci, riportami mio figlio.- La sua è una preghiera senza fine.
-Lui non… si è fermato solo il suo cuore, ma in realtà non è morto, non è ancora finita.-

Irradiato da una nuova speranza e incurante dei rischi, che non ha nemmeno tenuto in conto, adagia delicatamente il corpo di Stiles sul pavimento, prendendo la mano del giovane tra le sue.

-Sceriffo stia di guardia.- Ordina

L’uomo senza fare domande, non perde un minuto, si porta davanti alla porta per tenere nascosto Derek agli occhi degli agenti, che per tutto il tempo hanno rispettato la distanza ordinata dall’ufficiale, attendendo fuori dall’ufficio.

-Stiles, vedi di tornare, perché giuro che se mi fai fare tutta questa fatica per niente, ti vengo a cercare ovunque tu vada.-

Avvisa il giovane, come se potesse sentirlo, trovando un modo soprattutto di caricare se stesso, e trovare tutta la forza necessaria.

Stringe forte la mano tra le sue, chiude gli occhi concentrandosi sul calore e l’odore del ragazzo, le vene delle mani e degli avambracci iniziano a gonfiarsi tingendosi di nero, un formicolio sempre più pressante e crescente si diffonde per tutto il corpo, facendo assumere al nero delle sfumature violacee, il lupo inizia a soffrire e i muscoli si contraggono, barcolla sforzandosi di rimanere cosciente, le venature viola salgono lungo le braccia fino ad arrivare al collo, che provocano all’uomo un dolore inteso da farlo urlare, un urlo disumano che scuote i muri e fa tremare le vetrate dell’ufficio, Derek spalanca gli occhi, e il rosso intenso sembra come bruciare la sua iride, cambiando istantaneamente il suo colore, da rosso a un blu intenso.

Frastornato e debole, il licantropo si accascia, sorretto prontamente dallo sceriffo.

In un attimo i soccorsi invadono la stanza, costringendo i due a farsi da parte.

Tutto intorno a Derek si fa confuso e ovattato, si sente dire qualcosa di incomprensibile, ma la sua attenzione è concentrata solo su un suono, chiaro e limpido, il battito del cuore di Stiles.

Sollevato si lascia andare alla stanchezza.

-Il battito si sta regolarizzando e la ferita ha smesso di sanguinare, prepara un bendaggio e posiziona l’ossigeno, cerchiamo di regolarizzare la pressione, lo voglio sull’ambulanza in meno di due minuti, FORZA!.-

Il medico constata le condizioni del giovane, impartendo ordini e incoraggiando il collega, che si appresta a eseguire quanto richiesto.

Per i due e come ritornare a respirare, vedono i paramedici occuparsi di Stiles e le loro parole li rincuora.

Lo sceriffo aiuta Derek ad alzarsi, indebolito e spossato dal rito di guarigione, solo ora si rende conto quanto sia stato sbagliato il suo giudizio, quanto sia stato egoista da parte sua separare Stiles da Derek, voleva tenere fuori suo figlio dai pericoli, ma alla fine è stato lui stesso a mettercelo e questo non se lo perdonerà mai, avvilito ma carico di speranza, osserva il medico prendersi cura del suo bambino.

Derek sorretto dall’uomo cerca di restare vigile, non può far a meno di osservare lo sceriffo e quanto questo stia soffrendo, legge nei suoi occhi tutta la disperazione di un padre che ha solo cercato disperatamente di proteggere suo figlio, non prova rancore per lui, comprende il suo dolore e il senso di colpa che prova per ciò che è accaduto, e non può fargliene una colpa, lui stesso si è comportato nello stesso modo.

Stanchi, e uniti una volta tanto, seguono i paramedici  mentre portano via Stiles in barella.
 
Dopo quattro lunghissime ore di angoscia, e le parole rassicuranti dei medici, il preoccupatissimo sceriffo e l’impaziente licantropo, giacciono ora rilassati accanto a Stiles, in una stanza confortevole, in attesa che il giovane riprenda conoscenza.

Derek tiene costantemente stretta la mano al ragazzo, mentre si assopisce di tanto intanto, sorretto dal proprio braccio, affaticato e ancora debole per lo sforzo servito per il rito.

Lo sceriffo vigila per entrambi, riservando continue coccole e carezze a suo figlio e occhiate piene di gratitudine e ammirazione per quell’uomo che ha rischiato tutto pur di salvare il suo ragazzo.

Una volta sveglio il licantropo, lo sceriffo è costretto ad allontanarsi con l’infermiera, per firmare alcuni documenti assicurativi necessari per garantire le cure al giovane.

Pochi minuti dopo, Stiles da i primi segni di risveglio, con piccoli lamenti.

-Stiles!- Lo chiama, ansioso di rivedere e specchiarsi nei suoi occhi color nocciola.

Lentamente il ragazzo apre gli occhi, sorridendo alla visione di ciò che ha di fronte.

-Ehi!- Lo saluta con tono basso, avvicinandosi a lui e confortando il suo risveglio con delle carezza sopra la testa, spostando alcune ciocche dalla fronte.
-Ehi!- gli risponde l’altro, stringendo la mano del lupo, legata ancora alla sua.
-Perché hai questo aspetto da eremita?- Domanda scherzoso il giovane, mentre cerca di riacquistare una piena vigilanza.
-Aspetta di vedere tuo padre allora! Ci hai fatto stare parecchio in ansia.-
-Papà, come sta? Dov’è?- Si agita al pensiero di suo padre mentre cerca miseramente di tirarsi a sedere.
-Stai calmo, e non provare ad alzarti, sta bene, e andato di là per firmare delle carte.-
-Ti prego, non avercela con lui, ho capito che è stato lui a mettersi tra noi, ma sono convinto che voleva solo il mio bene… -
-Tranquillo non ce l’ho con lui, credo che ciò che abbiamo vissuto oggi, abbia punito abbastanza entrambi per le nostre scelte.-
-Mi dispiace se vi ho fatto stare in pensiero!-
-Ecco bravo, vedi di non farci mai più uno scherzo del genere, ci hai spaventato a morte.-
-Oh no, non preoccuparti non ci tengo a ripetere l’esperienza. Ma che è successo, ero sicuro che sarei morto.-
-Te l’ho detto che non lo avrei permesso.-
-Il morso ha funzionato?-
-No, non c’è stato alcun morso.-

Ma nel dirlo abbassa la testa, evitando di incocciare lo sguardo del giovane, mossa che insospettisce  comunque il ragazzo.


Stiles sa che c’era solo un altro modo.

-Derek, voglio vedere il colore dei tuoi occhi.-
-Stiles, potrebbe entrare qualcuno.- cerca di dissuaderlo.
-Fammeli vedere, Derek!- Gli ordina deciso.

L’uomo non può far a meno di acconsentire, alzando lo sguardo e illuminando la sua iride, rivelando al giovane la verità del suo gesto.

Stiles lo osserva esterrefatto, colto dalla responsabile di quel sacrificio da parte del lupo, singhiozza, per il peso che sente di essere per lui.

-Non dovevi tornare da me, sono solo una fonte di guai per te, non dovevi farlo.-
-Stai scherzando? Se ci siamo cacciati in questo casino è proprio perché ti ho tenuto lontano, non è colpa tua, levatelo dalla testa.-
-Hai perso il tuo potere e potevi morire.-
-Anche tu se per questo, valeva la pena rischiare.-
-Ma… -
-Stiles, credimi perdere il mio status di alpha è il male peggiore che poteva capitarmi, non è così importante, vorrà dire che sarà compito di Scott prendere le redini di capo branco, io ci sarò comunque.-

Questa volta è Stiles che silenzioso evita di guardarlo, tirando su col naso per ricacciare dentro le lacrime.

-Ehi.-  Con dolcezza, poggia la testa accanto al giovane, unendo le loro fronti e legando i loro sguardi, destandolo dall’aria scoraggiata e affranta, catturando  con il pollice la corsa di una lacrima.

-Lydia ha ragione, siamo tutti parte di questo mondo sovrannaturale e non possiamo sottrarci dai nostri doveri, ognuno di noi è la forza e la protezione dell’altro, solo da soli diventiamo vulnerabili, ho sbagliato a pensare che lasciandoti fuori ti avrei protetto, e qualsiasi cosa tu possa ora dire per convincermi del contrario, sappi che non ho nessuna intenzione di lasciarti, hai bisogno di me, come io ho bisogno di te.-
-Come branco?- Fa finta di non capire Stiles, nascondendo un lieve sorriso compiaciuto, vuole sentirglielo dire chiaramente.
-Come compagno, idiota! – Sorride divertito ai giochetti e le moine che il giovane addotta ogni volta per fargli dire quello che vuole.

Stiles appagato dell’amore e la fedeltà che gli dimostra, accarezza il viso dell’uomo, delineando con le dita i contorni della bocca, senza distogliere un attimo lo sguardo dai suoi occhi, ammaliato dalla loro luce, si avvicina a lui fino a toccare le punte dei loro nasi, attratti sempre più dall’unire le loro labbra.

Tra carezze e tenerezze, finalmente le loro labbra si sfiorano, si toccano fino a sancire quel bacio che pensavano non si sarebbero mai più dati, un bacio lento che da loro la consapevolezza della loro unione, sensazioni indescrivibili che li porta a vivere quell’amore che sembrava perduto per sempre.

Ma qualcosa attanaglia ancora il ragazzo.

-Derek… ehm… forse l’ho solo immaginato, ma mentre perdevo conoscenza, credo, cioè mi è sembrato che tu…-
-L’ho detto, Stiles!- Lo interrompe.
-Lo… Lo hai detto davvero?-
-Si, e non smetterò mai di dirtelo, ti amo rompiscatole.- 
 E senza indugiare, sancisce le sue parole baciandolo, senza lasciar il tempo all’altro di fiatare.


-Ti amo.- gli ripete di continuo senza separare le loro labbra, tra uno schiocco e l’altro,mentre Stiles non può non sorridergli e godersi quelle parole, gustando quei baci come qualcosa di nuovo.
-Oddio, Derek, ti desidero.- Felice come non mai, decide di provocare l’uomo.
-Anche io e non sai quanto, ma non è il momento, calma i tuoi bollenti spiriti.-

Ma il giovane gli sussurra qualcosa nell’orecchio, da costringere Derek a separarsi dal giovane, fin troppo disinibito, per evitare inconvenienti imbarazzanti, quando fa così, il suo lupo difficilmente resiste alla tentazione e a movimenti involontari.

-La smetti?-
-Perché?-
-Perche siamo in un ospedale?- Risponde il licantropo con fare ovvio.
-Ma non c’è nessuno ora.- Lo stuzzica Stiles, in realtà non ha la forza di affrontare nessuna sessione intima con il suo lupo, ma vederlo imbarazzato e in difficoltà, lo diverte da morire.
-Ma sei impazzito? Tuo padre è qua fuori, e poi ti ricordo che sei ferito, con un bel buco in pancia.-
-Ma non devi mica infilarmelo l… Papà!-

Sorride a trentadue denti alla vista dell’uomo alle spalle di Derek.

Spaventato dall’ingresso dello sceriffo, Derek si allontana quanto basta per mettere distanza tra lui e Stiles, imbarazzato su quanto possa aver sentito l’uomo.

Per sua fortuna l’ufficiale non ha capito ciò che si dicevano, il solo sentire di nuovo la voce del figlio, lo ha mandato in tilt, forte dal desiderio di riabbracciare il suo ragazzo.

-Stiles!- 
-Papà-

Basta il solo chiamarsi, per capirsi al volo, e l’abbraccio che ne consegue è il semplice desiderio di entrambi di ritrovare il calore, l’affetto e la protezione che l’uno ha per l’altro.

Lo sceriffo commosso, lascia un morbido bacio sulla tempia del giovane, come a cullarlo e rassicurarlo come faceva quando era bambino.
Stiles non si lamenta di questa premura, il padre è sempre stato il suo primo rifugio, la certezza di un amore puro, e non fa altro che contemplare il gesto affettuoso del genitore, non lo ammetterà mai davanti ai suoi uomini, ma ha avuto davvero paura di perdere tutto questo.

Senza separarsi dall’uomo, che continua a coccolarlo, cerca lo sguardo di Derek, che lo guarda incantato nel vederlo così raggiante, Stiles gli sorride mentre questo ricambia e gli lancia un occhiolino d’intesa, sarebbe andato tutto apposto, ora ne erano certi, insieme avrebbero superato ogni ostacolo.

-Mi dispiace interrompevi, ma devo chiedervi di lasciare un attimo la stanza per la medicazione e il controllo di routine.-

L’infermiera, avvisata un minuto prima da Derek del risveglio di Stiles, fa il suo ingresso, e diligente alle regole e al suo ruolo, intima i due di uscire dalla camera.

-Che… che cos’ha in mano?-  Chiede Stiles, deglutendo e sbiancando improvvisamente.

Lo sceriffo e il licantropo, trattengono una risata all’espressione terrorizzata del ragazzo, alla vista della siringa in mano alla donna.

-Devo farti un iniezione, è un antidolorifico.-
-Allora non mi serve, non sento dolore.-
-Non senti dolore perché sei già sotto antidolorifico, e la prescrizione medica dice che ti venga somministrato ogni sei ore per almeno due giorni, quindi niente storie.-
-Dai Stiles e solo un aghetto piccolo piccolo, non fare il bambino.- Lo riprende Derek.
-Non mi faccio bucare il braccio da quel coso, scordatevelo.-
-Veramente non mi serve il braccio, l’iniezione è intramuscolare.- lo corregge l’infermiera, divertita.
-Derek aiutami, vuole ridurre il mio sedere a un colabrodo, non puoi permetterlo.-
-Mi è venuta una improvvisa voglia di caffè, sceriffo le andrebbe di farmi compagnia?-
-Oh, molto volentieri, Derek!-

I due, si allontanano divertiti e finalmente affiatati, persino complici nel prendere in giro il ragazzo, che sbuffa offeso.

-Traditori, questa me la pagate… e lei mi stia lontana con quell’arnese… PAPA’… DEREK! TORNATE QUI!-


-Fine-


*********************************************************
Si lo ammetto questa ultima parte è un po’ tanto angst.
In questa storia, oltre allo Sterek (amore assoluto), ho voluto inserire anche il rapporto tra padre e figlio, che a mio avviso nel telefilm viene sfruttata davvero poco.

Spero di aver trasmesso un po’ anche a voi, quell’amore paterno e sconfinato che amo vedere tra i due.

Ringrazio chi ha atteso questa ultima parte e chi la leggerà, sperando di non avervi dato una lettura noiosa, quella che doveva essere una os, è venuta un po’ lunghetta, ma come potete leggere certe cose non potevano essere proprio tagliate.

Ringrazio in anticipo chi vorrà e avrà il piacere di dirmi cosa ne pensa, mi farebbe solo piacere se decidete di dedicarmi un minuto del vostro tempo.

Grazie davvero a tutti per essere arrivati fin qua.

Un grosso bacio, a presto.
Stilba.


P.S: Per chi aspetta l’aggiornamento di Welcome to Paradise… or to Hell , abbiate solo un po’ di pazienza, arriverà presto, promesso.
   
 
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