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Autore: kirarachan    01/02/2009    2 recensioni
Abbandono, ecco la parola che riassume la mia vita ...
Ad un tratto senza quasi che me ne accorga si volta verso di me, gli occhi mi danno l'impressione di essersi schiariti, sono quasi bianchi. Sebbene abbia un aspetto molto inusuale mi attrae in una maniera morbosa, quasi malsana.
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[3° classificata al concorso 'The bite of a vampire']
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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En vie, jusqu'à quand la mort unit nous
[In vita, finché la morte ci unisce]

Now are thoughts thou shalt not banish -
Now are visions ne'er to vanish -

[Avrai pensieri che non potrai bandire -
visioni che mai più svaniranno -]

E. A. Poe_ Spirits of the dead

Capitolo I

Abbandono, ecco la parola che riassume la mia vita.

Come ogni notte mi ritrovo a girovagare per i sobborghi di Montmartre, qui sono piuttosto famosa: sorrido amaramente, bella fama che mi sono fatta.

Mi fermo davanti all'entrata del "Jungleur" un pub piuttosto squallido ma accogliente, in un certo senso è la mia casa.

Mille occhi mi scrutano vogliosi, sospiro purtroppo non sono un tipo che passa inosservato. Mi ravvivo la chioma corvina, i lunghi capelli solleticano i fianchi: piacciono ai clienti, li trovano sensuali.
Prendo fuori uno specchietto dalla mia borsetta e controllo il trucco pesante attorno agli occhi verdi, sistemando la frangia
Chiudo lo specchietto e lo rimetto al suo posto, afferrando un pacco di sigarette e accendendomene una con stizza. Odio attendere, soprattutto se poi scopro che ho atteso tutta la notte invano!
Il nervoso viene placato dalla nicotina che sento circolarmi dentro, la aspiro a boccate avide: ecco l'unico piacere in quella vita di merda.

Mentre riporto la sigaretta alle labbra per un ultimo tiro mi si para davanti un uomo traballante, i suoi occhi sono la prima cosa che noto. Due pozze ghiacciate.
Il labbro inferiore gli trema come se provasse freddo o volesse parlare ma non ne avesse la forza. Alla fine lo sento chiedermi di fare due passi, il francese è stentato, inarco un sopracciglio scettica, modo alquanto singolare di rimorchiare una puttana.

Finisco la sigaretta e la getto per terra spegnendola con la punta dello stivale avviandomi, muovendosi a scatti il tipo mi affianca, in un certo senso mi intimorisce con i suoi modi di fare.

Mentre camminiamo sono come rapita emotivamente dall'uomo accanto a me. I suoi lunghi capelli neri sono raccolti in una coda bassa che ondeggia a ogni suo passo. Devo essere sincera i tipi con i capelli lunghi non mi sono mai piaciuti, ma lui...
Continuo a guardarlo tentando di capire perchè ha un'aria così familiare.

Ad un tratto senza quasi che me ne accorga si volta verso di me, gli occ hi mi danno l'impressione di essersi schiariti, sono quasi bianchi. Sebbene abbia un aspetto molto inusuale mi attrae in una maniera morbosa, quasi malsana.
E' la prima volta che voglio con tutta me stessa qualcuno. E sono decisa ad ottenere ciò che voglio, anche lì in quello squallido quartiere, in mezzo ai vicoli unti.

Lo bacio.

Sento le sue braccia avvolgermi, mi accarezza bramoso i capelli stringendomi a sé, dai capelli passa al collo.
La sua mano è tremendamente fredda e non fa che aumentare i miei bri vidi di piacere.

Gemo fra le sue labbra.

Le sue mani esplorano il mio corpo, i miei sensi sono attenti a tutto facendomi provare sensazioni indescrivibili.
Con le gambe mi avvinghio al suo bacino, con le mani gli prendo il viso tra le mani e continuo a baciarlo.

Se non fossi troppo presa da tutto quello che stavo facendo mi sarei accorta dei piccoli topi che scappano via terrorizzati, di un nugolo di uccelli notturni che si libera nel cielo unto. Ma chi se ne frega di tutti quei dettagli, finalmente so ciò che voglio.

Con uno scatto quasi animale mi sbatte alla parete dietro di me. La botta mi provoca una scossa di adrenalina che mi scorre per tutto il corpo, sospiro gemendo mentre mi stacco da lui per riprendere aria.

Lo fisso per un attimo interminabile negli occhi che continuano a schiarirsi, ora sono quasi argentati con delle pagliuzze cremisi. Lo voglio, lui deve essere mio stanotte.
Butto indietro la testa scostandomi tutti i capelli dal viso, io una semplice prostituta di diciotto anni so cosa voglio? Ironico.

Volgo nuovamente la mia attenzione a lui, lo sguardo gli balena e sembra sul punto di perdere conoscenza, le labbra tremano ancora.
Lo voglio, lo bramo.

Inizio a scoprirgli le spalle coperte dalla giacca nera, gli bacio il collo risalendone il profilo e rigettandomi sulle labbra.
Lui imita tutti i miei gesti, inarco la schiena mille brividi mi attraversano mentre mi bacia la parte scoperta del petto risalendo la linea del collo, lasciandomi una linea incandescente di baci.

Poi il dolore.

Sento una fitta fulminante che dal collo mi parte e arriva al cervello.
Gli occhi mi bruciano, la vista mi si offusca poi nulla sono... cieca?
Provo a urlare, ma sento la voce che mi sparisce tutto di colpo, sono muta. ..

Mi sembra di aver varcato le soglie dell'inferno. Non immaginavo che la morte potesse essere così dolorosa, il dolore si estende agli arti che si irrigiscono e poi vengono meno al mio controllo. Mi sembra di essere stata privata di braccia e di gambe, sto diventando una bambola di carne.
Anche il cuore continua a perdere battiti, lo sento fare dei sobbalzi ogni tanto, strano ma vero sono ancora cosciente infatti sento i baci che continua a pormi sulla pelle.
I suoi baci sono l'unico contatto che ho ancora con la realtà.

Vorrei vederlo un'ultima volta, ma non vedo.
Vorrei sentirlo sulla mia pelle, ma non sento.
Vorrei urlare il mio dolore, ma non ho più voce.

Cosa mi stà accadendo non riesco nemmeno io a capirlo, se stò morendo, nemmeno la morte è una pacchia come avevo sperato fosse in realtà.

I miei pensieri vagano liberi, non capisco più nulla quindi mi affido a loro.

Mi tornano in mente dei vecchi episodi della mia vita, episodi che non ricordo nemmeno di aver vissuto
Un bimbo e una bimba entrambi con capelli corvini e occhi chiari, un cortile, una casa. Le immagini si sovrappongono e spariscono.
Una voce lontana -Gabrielle? Raphaël? Rientrate che è freddo fuori!- La voce della mamma, ma Raphaël chi era?
Un'altra immagine, una donna in lacrime sulla porta con un bambino dai capelli corvini in braccio. Un'altra voce -Lei è mia!-
Un'altra immagine, un viso offuscato come se visto da un cieco o attraverso una patina opaca, una donna che strattona una bambina.
Lentamente le immagini prendono a susseguirsi in modo sempre più veloce, le voci parlano più velocemente.
La mente mi sta scoppiando, ma non posso urlare, piangere, gemere, nulla so no inerme nel dolore, voglio porre fine a tutta questa straziante situazione. Voglio morire!

Lentamente la mia mente cade in un sonno senza sogni... ma si può definire, sonno?

 

Se solo qualcuno mi avesse accennato a ciò a cui andavo incontro...
Perchè mi hai fatto questo mio giovane angelo ammaliatore?
Pensavi che forse mi sarei rifiutata?

 

   
 
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