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Autore: Niley story    24/08/2015    8 recensioni
-Sono complicata- dice lei lei guardandolo negli occhi-Avremo un amore complicato- risponde lui sorridendo mentre scrolla le spalle. Lei nega col capo -Non è così facile- lui come al solito ha la risposta pronta e il sorriso indelebile -Non mi sono mai piaciute le cose facili. Le cose facili sono noiose-
Ta daaa eccomi qui con una nuova storia di...JORTINI (ma no dai chi se lo aspettava? lol)
Allora il pezzo è tratto da un capitolo ma non chiedetemi quale perché ancora non lo so lol
In questa storia Tini ha 20 anni e ha avuto una vita tutt'altro che facile. Dopo un lungo periodo di assenza deve tornare a Buenos Aires e lì si ritroverà ad affrontare i fantasmi del passato che tanto l'hanno torturata. Poi c'è lui Jorge, il ragazzo solare, simpatico e al 100% playboy...ma quale storia nasconde dietro al suo sorriso? Potrà lui aiutarla a fare i conti con il suo passato e riuscire ad aprire il suo cuore?
...A Jortini story...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sorrisi e capovolsi la situazione tornando a stare sopra di lui a cavalcioni con le mani sulle sue spalle. Mi avvicinai al suo volto e poi sussurrai << Mi ami? >> Jorge afferrò il mio polso sinistro e portò la mia mano sul suo cuore. Potevo sentire il battito accelerato sotto il palmo della mia mano. << Sai che è così. Io Ti Amo. >> << E allora sì, sono sicura di volerlo fare >>. Jorge allunga la mano destra per mettermi i capelli dietro l’orecchio e poi mi bacia. Poggio le mani sul suo torace e lo accarezzo lentamente fino a raggiungere il suo collo, gli stringo il volto tra le mani ricambiando il bacio. Le sue mani scivolano lungo i miei fianchi delicatamente le sue labbra scivolarono sul mio collo ricoprendolo di baci. Chiusi gli occhi e tirai un sospiro. Era delicato e attento ad ogni minimo tocco, risi inclinando leggermente il collo al lato destro << Mi fai il solletico >> lui rise a sua volta sospirando sul mio collo << Scusa >> tornai a posare la mia bocca sulla sua e lentamente mi fece tornare a stendermi sul letto. Posai sul bordo dei suoi jeans e in modo un po’ impacciato riuscii a sbottonarglieli, con il suo aiuto glieli sfilai in modo che rimanesse solo con i boxer, lui fece lo stesso con i miei pantaloncini con la differenza che non solo ci mise due secondi a sfilarmeli e gettarli sul pavimento ma in un battito di ciglia avvolse entrambi sotto il lenzuolo del letto. Strinsi le mani sui suoi fianchi mentre mi scivolava tra le dita per poter lasciare una scia di baci sulle mie costole, sul mio ventre, sul mio ombelico. Chiusi gli occhi ansimando, sollevai istintivamente i fianchi e lui li afferrò saldamente tra le sue dita premendo su di essi. Mi sentivo debole, protetta e sua, tutto allo stesso tempo. Mordicchiò leggermente la mia pelle e io scivolai ancora di più sotto di lui << Jorge… >> appena si sentì chiamare, Jorge tornò col volto vicino al mio, sollevai la mano destra per accarezzargli la guancia ma prima che riuscissi a raggiungerla lui l’afferrò intrecciando le sue dita con le mie. Lo guardai negli occhi mentre lui lentamente fece sfiorare il suo naso con il mio, poi sulla mia guancia, lì vi lasciò un bacio e con la mano libera mi liberò del reggiseno. I suoi occhi vagarono sul mio busto nudo e io osservai la sua espressione, stava ansimando e i suoi occhi brillavano. Dopo qualche secondo chiuse gli occhi e un sorriso si fece spazio sul suo volto. << Che c’è? >> chiesi non potendo evitare di sorridere e a mia volta. << Credevo di aver perso tutto…tutto questo e…stavo per impazzire >> rispose riaprendo gli occhi. Corrugai la fronte << Credevi di aver perso il mio corpo? >> << No, il mio amore >>. Questa volta fui io a chiudere gli occhi scuotendo il capo << Sei così sdolcinato a volte >> risi cercando di fare una smorfia di disgusto guardandolo negli occhi. << No è che…è colpa tua Sweety >> << Ah sì? >> << Sì >> posò delicatamente le sue labbra sulle mie dandomi un altro bacio << Non ce la faccio più >> << Allora smetti di parlare e fammi sentire Jorge >>. Una scintilla schiccò visibilmente nei suoi occhi verdi. Smise di indugiare e mi baciò con foga liberandomi anche dell’ultimo pezzo di stoffa rimasto. La sua bocca scese sul mio seno, la mia coscia sinistra si sollevò sul suo fianco e mi resi conto che si era già tolto i boxer. Mi aveva letteralmente presa in parola facendomi perdere la testa. Accarezzò le mie cosce e con una sola mossa entrò dentro di me. Gemetti sentendolo così…intenso. Lo avevamo fatto solo una volta ma non ricordavo di riuscire a sentirlo…così. Mi baciò ad ogni angolo della pelle mentre continuava a spingere dentro di me. Strinsi più forte la sua mano nella mia e posai quella libera sul suo bicipite per stringerlo, per sentire che tutto questo che stavo sentendo era reale, tangibile. Ogni fibra del mio corpo venne coinvolta in quel momento, pervasa da mille emozioni. Lo amavo, lo amavo tanto da far male ma avevo la certezza che lui provava lo stesso sentimento. Posai le labbra nell’incavo del suo collo mentre spingeva e istintivamente gli lasciai un marchio che sarebbe rimasto per qualche giorno. Eravamo una cosa sola. Non lo credevo possibile ma era più profondo della prima volta. Forse era per il disperato bisogno che avevamo di provare l’amore l’uno dell’altra, di sentirlo, di toccarci, di sapere che tutto quello che stava succedendo non fosse un sogno. Sembravano passati anni dall’ultima volta che avevo assaporato quei baci. Gli morsi il labbro inferiore, lui passo la sua lingua sul mio superiore, non esitavamo a toccarci, baciarci ad ogni angolo, ad ogni secondo. Ogni istante era importante in quel momento. E così quella sera ci perdemmo l’uno nell’altra. Per più di una volta. Guardai la sveglia sul comodino. Erano le 4:00. Ero distrutta, non riuscivo a muovere un muscolo ed ero ancora ansimante. La mia mano e quella di Jorge erano ancora intrecciate nonostante tutto. Era come se lui non volesse mollare la presa…non che io volessi. Jorge mi attirò a sé tirandomi proprio con quella mano, mollò la stretta solo per afferrarmi la vita e quindi avvicinarmi a lui. Eravamo entrambi stesi sul fianco, potevo sentire i battiti accelerati del suo cuore anche solo posando la fronte sul suo petto. Anche lui stava cercando di recuperare fiato ma impiegò meno tempo di me a farlo. Affondò il volto nell’incavo del mio collo e respirò il mio profumo. Chiusi gli occhi lasciandomi cullare dalle sue carezze. Le dita della sua mano sinistra affondavano tra i miei capelli mentre la mano destra accarezzava delicatamente con i polpastrelli la mia spalle per poi scendere arrivando al polso, risalire e ripetere il gesto. Dopo qualche minuto mi diede un bacio sulla nuca e mi avvolse tra le sue possenti braccia senza dire niente. Respirai anche io il suo profumo mentre lentamente caddi in un sonno profondo. Una suoneria fastidiosa continuava ad irritare i miei timpani di prima mattina. << Mmm… >> cercai di stiracchiarmi ma avevo ancora i muscoli letteralmente indolenziti, ogni parte del mio corpo lo era. << Jorge… >> lo chiamai per cercare di svegliarlo riconoscendo la musica del suo cellulare. Anche perché il mio lo avevo lasciato in camera << Lascialo. Smetterà >> disse lui ancora dormendo col viso tra i miei capelli. Eravamo esattamente come quando ci siamo addormentati e lui non mi lasciava andare. Il cellulare smise di suonare…almeno questo credevamo, dopo due secondi ricominciò << Mmm…ma che palle! Chi rompe a quest’ora?! >> Jorge prese il cuscino con la mano destra e lo poggiò su entrambi. Di nuovo, il cellulare smise per qualche secondo e poi riprese a suonare << Dai rispondi! Forse è importante >> protesta cercando di togliere il cuscino che ci tappava i timpani. Jorge sbuffò e di malavoglia si voltò, si protese sul pavimento cercando i appena li prese sfilò il cellulare da dentro e si mise a sedere. Strizzò gli occhi probabilmente per riuscire a leggere il nome sullo schermo. Di colpo lo vidi impallidire e deglutire << Merda! >> esclamò lui. Incuriosita mi sollevai sul gomito destro << Chi è? >> << Tuo fratello >> rispose Jorge guardandomi, entrambi voltammo di scatto lo sguardo verso l’orologio, erano le 10:20. Il che significa che in casa sono tutti svegli. << Muoviti! Rispondi! >> dissi facendolo svegliare dal sogno ad occhi aperti. << Pronto? >> mi lasciai cadere di nuovo con la testa sul cuscino, cautamente osservavo le espressioni di Jorge per capire cosa stava succedendo. << Wuo! Sta calmo Fran! No non sono ubriaco! >> chiaramente la sua voce suonava ancora leggermente assonnata. << Ma che cavolo ti prende?! Perché sbraiti tanto?! Sono uscito che problema c’è?! >> il suo sguardo è confuso e la sua voce suona irritata << Non sapevo di doverti avvisare ogni volta che metto piede fuori casa >>. Jorge si passò la mano sinistra tra i capelli << Oh! Ma che ca…che?! Martina? Se è con me?... >> lo sguardo avvilito di Jorge tornò a posarsi su di me. Annuii ripetutamente col capo per fargli segno di dire di sì. Avevo il cellulare in camera mia, non volevo che mio fratello si preoccupasse non sapendo dov’ero. << Ehm…sì, ci siamo svegliati presto, abbiamo fatto una corsetta mattutina e poi siamo andati al bar a fare colazione >> Okay. Devo sperare che mio fratello se la beva. << Va bene! Ora te la riporto a casa! Ma sta calmo! Perché ce l’hai così tanto con lei?! >> osservai torva Jorge mettendomi a sedere a fatica. Lentamente si voltò verso di me guardandomi con…Shock? Confusione? Sì credo entrambi << Ma di che stai parlando? >> la situazione stava diventando ancora più confusa. << Okay ora te la riporto. >> lo sguardo di Jorge divenne severo, era arrabbiato. Staccò la chiamata senza salutare e lanciò l’iPhone a terra senza neanche guardare dove cadesse. << Ti dispiace spiegarmi che CAZZO sta succedendo? >> chiese a tenti stretti, quasi come un cane rabbioso. << Come faccio se non so di cosa CAZZO stai parlando?! >> dissi ironica imitando il suo tono di voce alla parola “cazzo”. << Francisco era furioso! Dice che nella tua stanza ci sono delle valige, i vestiti dagli armadi sono spariti, hai lasciato delle fottute lettere sul comodino con il tuo cellulare dicendo che dovevi andare via! MI SPIEGHI CHE SIGNIFICA?! >> a quelle parole sgranai gli occhi. Merda. Ora sì che ero nei guai. Francisco deve essersi infuriato e preoccupato e a giudicare dall’attuale sguardo di Jorge direi che non è l’unico. << Sto aspettando. >> chinai il capo guardandomi le mani sul grembo. Il suo tono canzonatorio mi faceva sentire in colpa. << I-io…volevo… >> mi interruppi e Jorge mi incoraggiò a continuare << Volevi cosa? >> la preoccupazione sembra il sentimento che sovrasta la rabbia in questo momento, anche se non lo guardo lo percepisco dal suo tono di voce. << Partire…non riuscivo più a sostenere questa situazione e così volevo andarmene >> con la coda dell’occhio osservai l’espressione impietrita di Jorge. << A-andare…dove?! Senza dire niente a nessuno?! >> balbettò cercando di riprendersi dallo shock << In Messico…da mia zia. E..sì insomma...non volevo essere fermata. Per questo mi sono limitata a scrivere delle lettere >> << Delle lettere… >> ripetette lui incredulo. Fece una risata di scherno negando col capo. << E quando saresti partita? >> non rispondo. << Martina! >> Jorge è agitato. Continuai a rigirarmi le dita e con un filo di voce dissi << Oggi. Alle 12:00. >> speravo non mi avesse sentito ma a giudicare dal silenzio e dal suo sguardo sbigottito deduco che…lo ha fatto. << E PENSAVI DI SPARIRE DALLA MIA VITA SENZA DIRMI NIENTE?! COME UNA BAMBINA CHE SCAPPA?! >> mi gridò contro e a quel punto il nervosismo prese anche me << NON TI AZZARDARE SAI! NON SEI NELLA POSIZIONE DI RIMPROVERARMI NIENTE! TI RICORDO CHE È SOLO COLPA TUA SE ME NE STAVO ANDANDO! PERCHÉ STAVO SOFFRENDO A CAUSA TUA. >> tornai a stendermi infuriata dandogli le spalle e stringendo le braccia al cuscino sotto la mia testa. Con quale diritto pensa di potermi sgridare e darmi della poppante?! Dopo qualche minuto di silenzio lo sentii sussurrare << Sweety… >> non risposi. D’un tratto lo sento dietro la mia schiena, mi cinge la vita con il braccio destro e avvicina le labbra al mio orecchio << Ora…non partirai più vero? >> il suo tono era dolce e supplicante. Gli sbalzi d’umore di questo ragazzo mi rendevano stupida. Non mi faceva capire mai niente. << Non lo so. >> risposi secca, in modo rude, non volevo che pensasse di avermi nelle sue mani. Non potevo cedere. Sentii le sue labbra posarsi sulla mia spalla, non dissi nulla, non mi mossi. Con i polpastrelli delle dita accarezzò la mia spalla e scese fino ad arrivare all’altra spalla. Sotto il suo tocco delle scosse percorrevano i punti che venivano sfiorati. Mi baciò dietro il collo per poi cominciare a lasciarmi una linea di piccoli baci lungo la mia spina dorsale. Chiusi gli occhi sospirando. << Che stai facendo? >> cercai di guardare oltre la mia spalla per riuscire a vederlo ma non potevo. Era arrivato alla fine della colonna e la sua mano destra si era posata delicatamente sul mio fianco. Tornò a stendersi dietro di me, avvolse il braccio sinistro intorno la mia vita e quello destro intorno le mie spalle << Non andartene >> << Potrei…magari solo per una settimana >> proposi sottovoce << No. Neanche per un giorno >> scossi lentamente il capo, adesso chi era il bambino? << Sei un egoista Jorge >> << Sì lo sono. >> ammise senza pensarci neanche un attimo << E non mi importa >>. << Quindi secondo te io non dovrei più vedere mia zia? >> con la coda dell’occhio vidi che corrugò la fronte, restò pensativo per qualche secondo e poi disse << Ci andremo insieme. Quando vuoi. Anche oggi >> << E se io volessi andarci da sola? >> << No. >> mi strinse ancora più forte. Mi voltai poggiando la schiena sul materasso << Sei tremendo >> dissi cercando di divincolarmi ma non ci riuscii. Jorge non disse niente, prese il mio braccio destro e ne accarezzò l’interno con i polpastrelli delle dita della mano destra fino ad arrivare al polso. Lo lasciai fare mentre lo guardavo, avvicinò il polso alle sue labbra e lo baciò per poi salire più su facendo lo stesso gesto sul palmo della mano. Inutile dire che lui sapeva perfettamente come prendermi. Tolsi il mio braccio dalle sue mani per poter stendermi su di lui e baciarlo sulla bocca, Jorge poggiò le mani sui miei fianchi ricambiando il bacio. << Ora dobbiamo “tornare a casa”…la camminata non può durare così a lungo >> gli ricordai che mio fratello ci aspettava. << Naah siamo andati a correre lontani >> risi alle sue parole << Sì ma non così tanto da impiegarci un’ora! Piuttosto…come faremo a procurarci delle tute? >> chiesi riferendomi al fatto che teoricamente eravamo andati a correre. << Qui ho dei ricambi, sai visto che è vicino alla palestra. Ti dissi di lasciare qui anche i tuoi vestiti…se non li hai presi e messi in valigia >> sull’ultima frase mi guardò con aria di rimprovero, gli feci la linguaccia << No, li ho dimenticati >> << Perfetto allora! Vestiamoci >> mi diede un bacio sulla guancia e poi mi spostò facendomi cadere sul materasso. Si mise i boxer e mi lanciò la mia biancheria sul letto, sotto il lenzuolo iniziai a vestirmi, una volta pronti uscimmo dalla casetta in piscina << I vestiti di ieri li lasciamo qui? >> li indicai con l’indice destro prima di uscire << Sì, poi torniamo a prenderli >>. Io e Jorge facemmo il giro della casa per poter arrivare alla porta, bussammo il campanello e Lola venne ad aprirci. Appena entrammo vidi mio fratello che camminava nervoso avanti e dietro nella stanza. Quando mi vide scattò dritto verso di me. Era infuriato. << MI SPIEGHI CHE CAZZO SIGNIFICA QUESTO?! >> disse mostrandomi la lettera che gli avevo scritto. Scrollai le spalle non sapendo cosa dire << Niente…cioè…non avevi il diritto di entrare nella mia stanza e prendere le mie cose senza permesso anche se c’è scritto il tuo nome >> cercai di difendermi più che altro per guadagnare tempo. Ma a giudicare dallo sguardo di Francisco deduco sia stata una pessima idea << MI STAI PRENDENDO IN GIRO?! MARTINA! >> spostando lo sguardo da lui noto che anche gli occhi di Diego, Sarah e Anahi sono puntati su di me. Quest’ultima mi si avvicina e con tono più calmo mi chiede << Te ne volevi andare tesoro? Senza dirci niente? >> questa donna riesce a farmi sentire ancora più in colpa di quanto non lo sia già. << Io…ehm… >> il mio sguardo vaga sul pavimento. << MARTINA! >> << FRANCISCO! DALLE IL TEMPO! >> ad intromettersi è Jorge che si guadagna uno sguardo fulmineo da mio fratello. << Io volevo solo andare a trovare la zia in Messico…il fatto è che sentivo la sua mancanza dopo aver parlato con lei e così avevo pensato di… >> << Di andartene senza dirci niente?! >> ora più che arrabbiato Francisco sembra confuso. << Sì…avevo paura che me lo avreste impedito >> << Allora perché dici “Addio?!” Martina io non sto capendo nulla! E poi non è vero che te lo avremo impedito. E lo sai. >> a quelle parole sbuffai. Definitivamente non sapevo che dire << Senti, dimentica tutto sì? Non vado da nessuna parte! Ho deciso di aspettare le vacanze estive per andare in Messico. Fine! >> gli presi la lettera di mani e la stracciai. << Stai scherzando!? Diego per favore! Hai letto anche tu quella lettera! Non le dici niente?! >> mi voltai verso mio cugino pregando che mi aiutasse, lui ricambia lo sguardo di Fran e poi scrolla le spalle. << Ha detto che è finito. Ha spiegato no? Magari abbiamo ingigantito la cosa >> << MA VI SIETE TUTTI BEVUTI IL CERVELLO IN QUESTA CASA?! >> << Francisco... >> azzardo un passo verso di lui per cercare di calmarlo << No. Ferma lì. Io vado a fare un giro, quando avrete deciso di dirmi cosa mi state nascondendo fatemi un fischio >>. Mio fratello esce sbattendo la porta di casa. << Martina >> Anahi mi si avvicina poggiandomi una mano sulla spalla << Per favore nel caso dovessi decidere di fare un viaggio…anche se dovesse durare solo due giorni…avvisaci, non con una lettera >> e dai suoi occhi capisco che sta cercando di dirmi qualcosa che va oltre le parole che sono uscite dalla sua bocca. Faccio un cenno col capo << Sì Anahi >> lei mi sorrise e poi andò in cucina. << Sarah, ci scusi un attimo? >> disse Diego rivolto alla ragazza << Certo! Non c’è problema >> << Grazie >> mio cugino le fece un cenno di sorriso e poi indicò la porta della mia stanza guardando me e Jorge. Noi ci lanciammo uno sguardo e poi vi entrammo dentro. Io mi sedetti sul mio letto, Jorge restò in piedi a poca distanza da me, Diego chiuse la porta e si voltò verso di me << Allora…pace e amore giusto? >> chiese guardandoci. Guardai Jorge e lui scrollò le spalle << Sì… >> << Bene. Dovete dirglielo. Ha capito che c’è qualcosa che tutti sanno tranne lui ed è normale che ci stia da schifo >> << Lo so Diego! È solo che… >> << È solo che niente! Mi pare che abbiate già indugiato troppo no? >> << Diego ha ragione, Fran lo deve sapere >> dico guardando Jorge, non potevo vedere mio fratello impazzire così. << So che ha ragione! Ma non voglio che Francisco mi odi! >> << Lo farà se lo scoprirà in un altro modo Jorge! Devi essere tu a dirglielo…voi. >> si corresse mio cugino guardando prima lui poi me e infine lui. << D’accordo. Quando tonerà glielo diremo e metteremo fine a questa storia >> annuii col capo concordando con lui e anche Diego fece un cenno di approvazione con la testa. << Ora però ho bisogno di farmi una doccia >> annunciò Jorge << Io di chiamare Lodovica, anzi vado da lei mi presti l’R8? >> << Sai già dove sono le chiavi >> << Perfetto >>. I due uscirono dalla stanza e io chiamai mia zia per informarla che non sarei più partita…beh almeno non per ora. Andai a farmi una doccia e mi cambiai i vestiti. Mi misi a disfare le valige quando sentii bussare la porta. << Avanti >> vidi entrare Jorge e alzai le mani in segno di stupore << Non ci credo! Hai imparato a bussare? >> << Ah ah! Ti serve una mano con le valige? >> chiese avvicinandosi a me << No, faccio sola. Fran? >> << Non è ancora tornato e…stanno apparecchiando la tavola. Ho mandato un messaggio a Cande mi ha detto che è con lui quindi probabilmente tornerà oggi >> << Oh…okay >>. Tornai a guardare i vestiti nella valigia e sentii Jorge sbuffare mentre si sedeva sul letto, mi afferrò i fianchi costringendomi a sedermi sulle sue gambe. << Hey anch’io non vedo l’ora di togliermi questo peso e dire tutta la verità a tuo fratello >> dice lui guardandomi << Non sembravi così convinto poco fa… >> << Ho solo paura di perdere la sua fiducia >> << Magari all’inizio…ma poi capirà. Ci vuole bene, si renderà conto da solo >> << Speriamo Sweety…speriamo >> Jorge mi dà un bacio sulla tempia, poi sulla guancia e quando sto per baciarlo sentiamo la voce di Anahi che ci chiama per andare a tavola. << Andiamo >> dissi alzandomi in piedi e tirandolo per il braccio << Aspetta! >> stavo per aprire la porta ma lui la richiude mettendo la mano davanti, mi voltai di scatto e lui mi baciò prima ancora che potessi fiatare. Mi fece appoggiare con la schiena alla porta e risi posando le mani sulle sue guance mentre ricambiavo il bacio, le sue labbra si muovevano rapidamente sulle mie fino a quando non si separò, << Andiamo >> disse sorridendomi e aprendo la porta alle mie spalle. Scossi il capo ridendo e uscii dalla mia stanza seguita da lui. A tavola mancavano solo Fran e Diego. Sarah fu la prima ad alzarsi da tavola dopo aver finito. Era stata molto silenziosa, non che di solito parli più di tanto ma comunque parla. Jorge la guardò, sapevo che si sentiva in colpa ma in queste circostanze credo di non poter fare nulla per aiutarlo, in questo caso solo il tempo può aiutarci. Soprattutto aiutare lei. Ripresi a disfare da sola, Jorge stava guardando la televisione in salotto, quando finii mi diressi verso di esso. << Jorge, Martina…potreste venire un attimo? >> la voce di Sarah mi colse di sorpresa, era sulla soglia dell’entrata del salotto poggiata allo stipite con la mano destra. Io ero all’entrata opposta e scambiai uno sguardo con Jorge che era esattamente dove lo avevo lasciato. A rispondere fu lui << Certo, veniamo >> si alzò dal divano e Sarah ci diede le spalle iniziando a camminare. Io seguii Jorge che mi face segno col capo di andare. Non è che l’idea mi facesse impazzire ma okay. Sarah ci portò dinnanzi al pianoforte e iniziò a suonare una canzone che ormai mi era familiare, l’ho già sentita suonarla altre volte ma non so da dove l’abbia presa. << Vi piace? >> chiese guardando prima lui e poi me. << È una bella melodia. Sì mi piace molto >> rispose Jorge << E a te? >> quando i suoi occhi azzurri si posarono su di me io scrollai le spalle << Sì >> mi limitai a dire. Non una parola di più non una di meno. << Bene. Vi va di provare a cantarla con le parole? >> domandò prendendo due fogli dal leggio per poi tenderli a noi. Con la coda dell’occhio guardai Jorge, ancora una volta ricambiò lo sguardo. Eravamo un po’ confusi, quella situazione era strana. << Ehm…sì, certo >> lui prese entrambi i fogli e poi ne tese uno a me. Era scritto a penna, una calligrafia perfetta direi. Notai che c’erano scritti i nostri nomi su alcune parti << Basta leggere la parte dove appare il vostro nome. Non preoccupatevi di essere fuori tempo, credo che più o meno la melodi l’abbiate capita, giusto? Vi farò un cenno col capo e con gli occhi quando dovrete cantare >>. Entrambi annuimmo col capo e lei iniziò a suonare. A cominciare è lei << No actúes de una manera tan casual. Como estraños hoy somos nada más >> Non agire in un modo così casuale. Oggi siamo come estranei niente di più. Sarah mi fece segnale col mento di attaccare e lo feci leggendo il testo << Como un niño pequeño deja de llorar. Esto aun no comienza espera ya >> Smetti di piangere come un bambino piccolo. Questa storia non è ancora iniziata come previsto. Posai i miei occhi su Jorge dato che toccava a lui. << Este amor es como el fuego Y no me quemaré NO. Simplemente estoy temblando. Se que no estoy bien. Y la verdad es que >> Questo amore è come il fuoco e non mi brucerò NO. Semplicemente sto tremando. So che non sto bene e la verità è che. Jorge si fermò e guardò prima Sarah e poi me, stavamo per cantare insieme. Guardandoci negli occhi << Fuiste el culpable. Me dejastes. Sigo odiándote. Pero hoy siento el hielo. Tanto frio. Mi corazón sigue >> Sei stato il colpevole. Mi hai lasciato. Continuo ad odiarti. Ma oggi sento il gelo. Tanto freddo. Il mio cuore continua. Sarah mi fece cenno di cantare da sola << Extrañandote extrañandote extrañandote extrañandote extrañandote oh, uh >> Sentendo la tua mancanzax5. Riprese Jorge. << De esa forma intesa deja de brillar AH. Porque el mundo está en plena oscuridad ¿Escuchaste lo que dije? >> In questo modo così intenso smetti di brillare AH. Perché il mondo è in piena oscurità. Hai sentito ciò che ho detto? Lo sguardo di Jorge aveva vagato tra me e Sarah, ora toccava a lei << No te atrevas a sonreírme así >> Non osare sorridermi così << Qué? >> Cosa? Chiese lui, io li guardavo mentre cantavano << Porque lo sé muy bien, no eres feliz. Lo sé porque he estado ahí >> Perché lo so bene, non sei felice. Lo so perché ci sono passata. Lui ripetette la frase di prima << Este amor es como el fuego Y no me quemaré NO. >> Questo amore è come il fuoco e non mi brucerò NO. Sarah mi fece un cenno col capo e io continuai << Simplemente estoy canzada. Se que no estoy bien. Y la verdad es que >> Semplicemente sono stanca so che non sto bene e la verità è che…Ancora cantammo come prima io e Sarah ma questa volta fu lei a ripetere la parte finale << Fuiste el culpable. Me dejastes. Sigo odiándote. Pero hoy siento el hielo. Tanto frio. Mi corazón sigue >> << Extrañandote extrañandote extrañandote extrañandote extrañandote oh, uh >> ascolto la passione e l’energia che ci mette nel suonare questa parte e deduco sia la sua preferita. Leggo sul foglio, la cantano lei e Jorge. Osservo con attenzione come si guardano prima di cantare all’unisono << Eres mi amor de juventud, fuiste mi todo y acabó, realmente espero no me olvides. Sé feliz incluso ya después Y recordemos lo que fue, hasta que el tiempo nos apague >> Sei il mio amore di gioventù, sei stato il mio tutto ed è finita, spero davvero che non mi dimentichi. Sii felice anche dopo e ricordiamo ciò che è stato, fino a quando il tempo ci spegnerà. Sarah ricanta l’ultima frase da sola << Hasta que el tiempo nos apague >>. Glielo devo riconoscere è una canzone bellissima, soprattutto l’ultima parte. << Angel è…è stupenda, davvero io non ho parole >> e questo è evidente, in realtà non le ho neanche io. << Sono contenta che ti piaccia…e tu Martina? Che ne pensi? >> << Mi piace molto, è davvero emozionante…mi piace soprattutto la parte dove dice “Fuiste el culpable…” >> scherzai e Jorge mi tolse il foglio di mano prima che potessi continuare a leggere << Sì sì abbiamo capito >> << Hey! >> gli diedi uno schiaffo sul braccio e lui rise, notai che Sarah fece lo stesso e onestamente continuavo a sentirmi a disagio. << Siete…davvero una bella coppia >> << Angel >> la richiamò Jorge << Perché tu lo sappia...non ti dimenticherò mai. Davvero. Sarai sempre una parte importante della mia vita >> lei forzò un sorriso e annuì col capo << Ne sono contenta. Vale anche per te. La settimana prossima tornerò in Messico. Mi sembra chiaro che qui non ho più nulla da fare >> disse annuendo col capo. L’ammirai per la forza che stava dimostrando in questo momento, riuscire a mantenere la sua dignità intatta nonostante tutto e col sorriso sulle labbra. Dubito che ci sarei riuscita. Nonostante ciò il suo dolore era evidente. Sentimmo il rumore della porta aprirsi << Francisco >> sussurrò Jorge. << Andate, io resto qui a…a vedere se mi viene in testa qualche altra canzone >> << Sì okay, andiamo >> Jorge era ansioso, si percepiva dai suoi movimenti << Hey! Buona fortuna…a tutti e due e state tranquilli. Francisco vi vuole bene. Capirà >>. Sia io che Jorge accennammo un sorriso per ringraziarla e ci dirigemmo verso la porta. << Yey! Ciao! >> c’era anche Lodo e con lei Diego e Cande vicino a mio fratello. << Hey…siete usciti insieme? >> chiese Jorge per sciogliere il ghiaccio << No. Ci siamo trovati fuori la porta >> dal tono di voce sembrerebbe che mio fratello sia ancora arrabbiato con noi. Quando Cande si avvicinò per salutarci con un bacio sulla guancia disse a bassa voce vicino alle nostre orecchie << Dovete dirglielo. Ora >> il timbro di voce era serio tanto quanto lo sguardo fulmineo che ci lanciò prima di allontanarsi da noi. << Lo sappiamo >> risponde Jorge guardandola. << Fran puoi venire un attimo con noi? Ci sediamo sul divano.. >> a parlare fu ancora lui, io ero incapace di aprire bocca. << Perché? >> << Perché…dobbiamo dirti una cosa importante. Dai vieni >> Jorge provò a mettergli una mano sulla spalla ma lui l’allontanò con la mano destra. Cavolo. Le cose non stanno iniziando nel migliore dei modi. Diego prese posto sulla poltrona e Lodo si sedette sulle sue gambe. Fran si sedette sul divano di fronte la televisione e Cande accanto a lui prendendolo sotto braccio. Quel gesto mi tranquillizzò, forse la presenza di Candelaria avrebbe potuto attutire il colpo. Magari lei riusciva a calmarlo. Io e Jorge ci sedemmo sul divano che era sulla sinistra. Deglutii guardando il pavimento. Nessuno iniziò a parlare e mio fratello si innervosì ancora di più << Allora? In giornata se riusciamo >> << Sì, certo. Mi sembra giusto. Io…non trovo le parole adatte per dirtelo…quindi lo farò senza giri di parole >> << Mi sembra il metodo migliore >> << Bene. Io e tua sorella stiamo insieme. Da due mesi più o meno >>



*Angolo Autrrice*
Beh non aggiungo altro anche perché è tardi e so che voi volete leggere...quindi dirò solo -1
Manca solo l'ultimo capitolo
Ps: Chiedo scusa per eventuali errori ma non ho avuto molto tempo per leggere bene sorry
   
 
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