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Autore: I Sogni di Elen    24/08/2015    3 recensioni
DAL SECONDO CAPITOLO
"Fu a quel punto che qualcuno prese il polso di Meredith, tirandola verso di sè.
Meredith sorrise felina e accarezzò la mascella del ragazzo, ma quando i suoi occhi incontrarono quelli di lui rimase pietrificata.
Charlotte le aveva ripetuto tante volte cosa fare in caso qualcuno l’avesse riconosciuta, a sentire la rossa era una cosa che accadeva abbastanza spesso, ma in quel momento sentiva la testa maledettamente leggera, il panico cominciò a stringerle lo stomaco."
Meredith è una studentessa universitaria che per pagarsi gli studi lavora come stripper in un locale. Daniel e Meredith si incontrano prima casualmente, poi lui scopre il 'lavoro' di lei.
Da quel momento sembrano destinati ad incontrarsi ovunque.
***
Una (e più) storia d'amore fuori dagli schemi ..e ho detto tutto.
[Con la collaborazione di Maki Chan]
Se vi abbiamo incuriosito, passate a dare un'occhiata!! ^_^ (inserite la vostra storia fra le ricordate per ricevere da parte mia un messaggio in cui vi informerò di ogni aggiornamento 😊 oppure lasciate una recensione!)
Elen;-)
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Capitolo Quattordici
(POV Florence) 


 
Florence non aveva mai seguito nessuno in vita sua, esclusi i bei ragazzi incontrati distrattamente per strada quando con le amiche non aveva nulla da fare. Di certo, fino a qualche giorno prima, avrebbe risposto a chiunque glielo avesse chiesto che non avrebbe mai seguito una delle sue sorelle. Soprattutto se uscivano la sera tardi e tornavano praticamente all’alba.
Ma era anche certa di avere il diritto e il dovere di salvaguardare l’equilibrata, seppur fragile, vita famigliare. 
Bonnie sembrava ignorare completamente il fatto che Meredith uscisse ogni notte e tornasse la mattina presto, stravolta dalla stanchezza e quasi sempre di pessimo umore. Al ritorno, si concedeva delle lunghe doccia oppure si buttava direttamente sul letto: dormiva quattro o cinque ore e poi ripartiva per andare all’università. Era certa che, anche se vivevano in una grande città sempre in movimento, un comportamento del genere non era accettabile.
La sua mente aveva cominciato a fare due più due quando d’un tratto Bonnie aveva perso il lavoro e sia lei che Meredith si erano disperate per le bollette di casa e le varie altre spese, facendo capire a Florence che erano, più o meno, in difficoltà economiche ancor prima che Bonnie venisse licenziata. Non che Florence si fosse mai illusa al riguardo: sapeva benissimo che una volta lontane da Nestor la vita sarebbe stata ancora più difficile per le sue sorelle -e in minor parte anche per lei.
Era la paura a spingere i suoi passi, che ricalcavano quelli più lontani di Meredith, in modo che la sorella non si accorgesse del rumore prodotto da un altro paio di scarpe. 
Un tarlo le stava perforando il cervello e le aveva fatto diventare le dita delle mani e dei piedi gelate. Che Meredith si…si vendesse…pur di non tornare a Nestor?
Si chiedeva cosa avrebbe fatto quando Meredith avrebbe…cominciato la sua attività
Ti prego, fa che sia la mia immaginazione. Magari ha un fidanzato e non ce lo vuole dire…” continuava a ripetersi, come un mantra.
Per strada c’era qualche barbone innocuo, nessuno di troppo poco raccomandabile, ma Florence aveva comunque la pelle d’oca.
Camminavano da svariati minuti ma alla ragazza ormai sembravano ore, quando Meredith si fermò davanti all’entrata di un vialetto, accanto all’ingresso principale di un locale. C’era un’insegna violacea che diceva “The Timmy’s” e fuori c’era una fila lunghissima di gente. Uomini, donne, travestiti, coppie omosessuali… 
All’entrata c’era un bodyguard molto simile a Swartzeneger in Terminator anche se era vestito ‘alla Matrix’.
Meredith salutò con un cenno la guardia all’ingresso, che rispose con un piccolo cenno del mento e poi affondò nel vialetto scuro e stretto. Florence la seguì intorno al locale, fino al retro, dove Meredith sparì dietro ad una porta che si poteva aprire solo da dentro. 
Florence imprecò sonoramente e qualcuno ridacchiò dietro di lei.
-“Volevi entrare, dolcezza?”
Florence sussultò e si voltò in direzione della voce. Era un ragazzo sui vent’anni, giubbotto di pelle pieno di spille e taglio ‘alla mohicana’. Sembrava uno di quei tipi da cui sua madre l’aveva sempre messa in guardia. 
Florence alzò il mento, tentando di nascondere i brividi di gelida paura -“Che cosa vuoi?” sbottò sprezzante, pregando dentro di sé che la lasciasse stare, che si accorgesse che era ancora minorenne.
-“Perché la seguivi?” le chiese il ragazzo, trasformando la sua espressione maliziosa e divertita in una piena di curiosità ma al contempo seria.
Magari conosceva Meredith. Florence si chiese se, dicendogli che era la sorella minore di Meredith, si sarebbe messa ancora di più nei guai o ne sarebbe uscita. Una voce dentro di lei la rassicurò, dicendole che se avesse urlato quell’enorme guardia all’ingresso del locale sarebbe venuta a salvarla. 
-“E’ mia sorella” sbottò, prendendo la sua decisione. Per sicurezza fece un passo indietro. Osservò il volto del ragazzo, che era tutt’altro che brutto, mentre sulle labbra sottili gli si disegnava un sorriso sinceramente divertito.
-“Sì, in effetti ci assomigli parecchio!” esclamò il ragazzo -“Come mai la seguivi?” stavolta la domanda non era minacciosa come prima e Florence sentì che non avrebbe sbagliato a rivelargli il perché. Allo stesso tempo, però, quel ragazzo era troppo carino per farla sentire sicura e con i piedi per terra. Decise che sarebbe stato meglio essere prudenti.
-“Ho capito” disse lui prima che Florence potesse dirgli qualcosa -“Pensavi che tua sorella facesse qualcosa di brutto, vero?”
Florence annuì ancor prima di poter ragionare sulla domanda. 
-“Cosa fa lì dentro?”
-“La spogliarellista” disse lui. Man mano che i secondi passavano, la sua espressione e i suoi modi di addolcivano, rendendolo solo un bel ragazzo punk con una sigaretta fra le dita lunghe e tatuate -“Guadagna bene, sai?” aggiunse.
Florence tornò alla realtà, assimilando l’informazione: sua sorella si spogliava per soldi?!
Beh, doveva ammettere che era sicuramente meglio che fare sesso per soldi.
-“Riusciresti a farmi entrare?” chiese Florence dopo qualche secondo in cui erano stati in silenzio.
Lui scoppiò a ridere -“Stai scherzando?” poi si rabbuiò quando comprese che Flo faceva sul serio -“Non permetterò che tu veda una cosa del genere, avrai sì e no quindici anni! Tua sorella non vorrebbe mai che tu stia qui. Non lo sai che è pericoloso?!” Florence si chiese perché reagiva così. Di solito i punk non erano dei ribelli che se ne infischiavano altamente delle regole?
Il ragazzo sospirò e portò la sigaretta alle labbra -“Ti offro una coca-cola e poi ti riporto a casa” le disse.
Forse fu perché il tono che usò non ammetteva repliche o perché un ragazzo più grande e molto carino l’aveva appena invitata a prendere una…coca-cola…fatto sta che Florence annuì seccamente e lo seguì, lontano dal Timmy’s e dalla vita segreta di sua sorella.
Si ritrovò a pensare che non era poi tanto giusto farsi gli affari di Meredith, che forse era meglio che se ne andasse a casa e aspettasse il momento in cui la sorella avrebbe trovato il coraggio per metterla al corrente di tutto.
Florence attendeva con ansia quel momento.


-“Come mai conosci mia sorella?” si decise a chiedere, dopo averci ragionato sopra per un po’. Il ragazzo, che si era presentato come Mike, l’aveva portata in un locale lì vicino. Per sé aveva ordinato una birra e per Florence una coca-cola. La ragazza sorseggiò la bibita, godendosi la fantastica sensazione delle bollicine contro la gola, che scivolavano giù per lo stomaco. 
-“Il mio migliore amico è il suo fidanzato” le disse Mike, portandosi il boccale di birra alle labbra. Florence accusò il colpo facendo finta di nulla, come se Meredith non le avesse nascosto anche quel particolare della sua vita.
Un dubbio le si insinuò nella mente -“Ma non è geloso di Meredith? Cioè…se lei fa la spogliarellista…a lui non da fastidio?”
Nella testa di Florence cominciava già a delinearsi un piano per convincere sua sorella a lasciare quella specie di lavoro: si sarebbe alleata con questo fidanzato. Dentro di sé risuonò la sua risata compiaciuta ma mantenne un’espressione innocente agli occhi di Mike, non voleva che la reputasse una ragazza strana.
Ma Mike scoppiò a ridere di gusto e Florence si ritrovò a pensare che la sua risata roca fosse…sublime.
-“In realtà, credo che Daniel stia con Meredith solo per il suo lavoro…” Mike si fermò quando si rese conto di aver detto una cosa cattiva. Florence si rabbuiò all’istante.
-“Quindi se lei lasciasse il lavoro…” mormorò, vedendo davanti a sé la versione triste e smorta di Meredith in preda alle pene d’amore. Non l’aveva mai vista soffrire per amore e non avrebbe mai voluto vederla così.
Mike non cercò di rimediare a quello che aveva detto, scrollò le spalle con una finta indifferenza -“Bah, vai capire come pensa Daniel…” si inumidì le labbra -“Non mi voglio impicciare. Però, se ti può consolare, non mi sembra che Meredith sia tanto presa da lui. O forse sì, comunque non parlerei mai di amore. Piuttosto di sesso.”
Florence si sentì punta nel vivo -“Meredith non è superficiale come pensi!” esclamò, posando il bicchiere di birra sul bancone.
Mike inarcò le sopracciglia -“Lo so, non c’è bisogno che urli” quindi tornò a sorriderle e Florence si sentì come ipnotizzata da quel sorriso, tanto che il fastidio che stava cominciando a provare per Mike - sviluppatosi un po’ perché era il migliore amico del fidanzato non-innamorato di Meredith, e quindi stava dalla parte del nemico, e un po’ perché l’aveva messa a conoscenza del secondo segreto di Meredith, quando invece sarebbe dovuta essere quest’ultima a dirglielo- si sciolse come neve al sole, rimpiazzato da una marea di pensieri riguardanti le labbra di Mike, che sembravano così soffici e morbide…
-“Tu credi ancora nel grande amore, non è vero?” le chiese all’improvviso Mike -“Ma sì, certo, tu ci credi! Si vede da come ti innervosisci se senti dire da qualcuno che la relazione di tua sorella non ha niente a che fare con l’amore.” le sorrise -“Hai un fidanzato, vero? E pensi di vivere in una favola…ma capirai che non è così..” 
Florence si sarebbe dovuta sentire di nuovo infastidita, invece si sentiva svuotata di tutto. Le parole di Mike erano bastate per far crollare quell’inutile castello di carte che aveva costruito in sedici anni di vita. 
Mike la riaccompagnò a casa poco dopo, entrambi immersi nel proprio silenzio carico di pensieri. Prima che Florence potesse entrare nel portone, Mike la fermò tenendola per un braccio e le rivolse un sorriso di scuse.
-“Mi dispiace di aver detto quelle cose. Forse ti ho ferita. Ma sono quasi certo che quella sia la verità e tenendolo a mente forse riuscirai a non soffrire troppo in futuro.”
Florence avrebbe gradito quelle scuse se non fosse stato troppo tardi.
Annuì e come un’automa salì le scale, si cambiò e si infilò nel letto.
Mike non era nessuno per lei, non contava nulla nella sua vita, era solo una delle tante facce confuse che avrebbe incontrato nell’arco degli anni. Eppure era stato capace di cambiarla. In una sola notte. Con delle semplici parole.

 
***
 
Florence era scesa dal letto con il piede sbagliato -così diceva sempre sua madre quando qualcuno era di cattivo umore. 
Il cielo, fuori dalle finestre, rifletteva il suo stesso umore cupo. Il tempo era uggioso, l’afa si era mescolata alla pioggia e l’aria era elettrica. Bastò poco a Florence per capire che sarebbe stata una giornata piovosa. Una giornata di merda.
Si sentiva vuota, nella sua testa riviveva in continuazione il momento in cui Mike aveva pronunciato quelle parole. 
Doveva trattarsi di un castello molto debole per crollare con così poco. Florence si sentì come il primo dei tre porcellini: la sua casa era di paglia, poi era arrivato il lupo cattivo e l’aveva distrutta e ora a lei sarebbe toccato ricostruire i pezzi se non fosse stato che il lupo l’aveva mangiata in un sol boccone. Una metafora più che azzeccata.
“Che vita di merda” sospirò mentalmente. La cosa più strana, però, era che le parole di Mike erano servite anche ad annullare la bellezza del ragazzo. Infatti ora non le importava più nulla di quelle labbra soffici.
Sentì una stretta al cuore, capendo che non era colpa di Mike se sentiva quel vuoto interiore: era colpa della vita, prima o poi bisognava crescere e Florence lo aveva fatto, da un giorno all’altro. Il cambiamento dovuto alla crescita era stato talmente repentino che ora si sentiva come una nave in mare aperto senza un capitano: persa, in balia del vento e delle onde, ed inquietantemente calma.
Prese un grande sospiro e annaffiò i cereali con molto latte, aggiunse un cucchiaio di cacao solubile e mangiò con calma.
Bonnie era già uscita, a quanto pareva, essendo lei la nuova arrivata, le toccava pulire tutta la gelateria.
Meredith si stava preparando in camera sua. Florence la riusciva a vedere attraverso le tende sottili. Anche quella notte era tornata tardi, vero le quattro. Anche quella notte Florence aveva fatto finta di dormire, ma, a differenza delle altre notti, si era accorta delle spalle di sua sorella rivolte all’ingiù, piegate da un peso enorme. L’aveva osservata attentamente mentre si sedeva sul letto e si prendeva il viso fra le mani, appoggiando i gomiti alle ginocchia e sospirando flebilmente.
Quella visione aveva rafforzato l’effetto annientante delle parole di Mike. Non si era mai accorta fino a che punto Meredith fosse disillusa. 
E ora lo era anche lei.
Al solo pensiero le venne da piangere ma fu costretta a trattenere le lacrime da Meredith. Era vestita bene, come al solito, e sotto quell’apparente freschezza c’era una notte insonne. Tutto era più o meno come sempre, tranne lei.
Meredith le rivolse un sorriso e uscì di casa. 
Florence notò qualcosa di strano in quel sorriso, come se la sorella fosse lontana mille miglia da lei.
“Beh, siamo in due allora” pensò prima di buttare nel lavandino i cereali ancora integri. Si servì la sua prima tazza di caffè e fece colazione così, come i grandi.

Buonsalve a tutti!
Fortunatamente, sono riuscita a rispettare la scadenza! Purtroppo non ho avuto tempo neanche stavolta il tempo di inviare il capitolo a Maki e per quante volte io abbia riletto non sono ancora certa che non ci siano errori...
Che ne pensate di questo capitolo? Triste vero? 
Mi sono intristita anche io a scriverlo :'( ma ho come la sensazione che è un capitolo interessante...sto già pensando di fare un sequel incentrato su Florence e se dovesse succedere immagino che bisognerà tenere a mente questo capitolo. Come pensate che diventerà la ragazza dopo questa "botta"?
E cosa pensate ora di Mike? Lo odiate oppure pensate che se è così disilluso ci sarà un motivo?
Vi chiedere come mai me la sto prendendo tanto con i miei personaggi, rendendoli tutti così tristi e vuoti... me lo chiedo anche io! 
Ho sempre pensato a Florence come ad una ragazza timidina ma al contempo piena di vita, come ogni sedicenne dovrebbe essere. Ma nella vita di tutti ci sta quel momento in cui ci rendiamo conto di quanto la vita sia fredda e grigia e in questo capitolo ho voluto descrivere quel momento importante, anche se di solito è molto più progressivo...per ovvi motivi l'ho dovuto rendere lampante *_*
Forse state cominciando ad odiarmi...le storie romantiche non dovrebbero essere felici? Non dovrebbero far schizzare il cuore in gola? 
La mia non è poi così felice come sembrava i primi capitoli...avrete capito che non ci sarà un happy ending per Meredith... e di sicuro non sono riuscita a mandarvi il cuore in gola... ma di questo ne perlaremo nell'ultimo capitolo ^_^
Per ora, pensate a recensire ed esprimere le vostre domande/critiche e io penserò a rispondervi e cercare di megliorare.
Grazie mille per aver letto!
Alla prossima, 
Elen;-)

P.s
A causa degli esami, che per me comincaranno il prossimo lunedì, ho intenzione di sospendere per una settimana la pubblicazione della storia, quindi il prossimo appuntamento è per sabato pomeriggio.
Come sempre vi consiglio di passare sulla mia pagina Facebook per qualsiasi aggiornamento <3 

 
  
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