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Autore: TheDevil    24/08/2015    1 recensioni
Salve a tutti, questa idea mi è venuta dopo aver riletto la prima storia della serie, ci sono delle scene nuove e una revisione grammaticale e correggerò alcune cose che non mi piacciono... A chi è piaciuta la mia serie non si annoierà, per chi è nuovo, questo è un buon momento per iniziare... Buona Lettura
Trama: Uno strano individuo entra nella gilda di Fairy Tail una mattina e attacca dei membri, dichiarando i suoi obbiettivi: Gli Strauss.
Ma chi è questo enigmatico personaggio? E Qual'è la sua storia?
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luxus Dreher, Mirajane, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Offenbach's Chronicle'
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Salve a tutti, ecco il nuovo Capitolo della Storia, riveduto, corretto e ampliato, spero che possa piacervi, c'è qualche modifica... Beh buon divertimento

Tempo di Spiegazioni

Nella gilda di Fairy Tail vigeva una calma irreale, poiché tutti, invece di tornare alle proprie attività continuavano a lanciare sguardi preoccupati verso il centro del corridoio, dove seduto per terra e circondato dalle rune oscure di Freed, il mago che poche ore prima aveva attaccato la gilda, se ne stava sdraiato a terra, con le mani dietro la testa, pareva essere rilassato e teneva anche gli occhi chiusi.
La cosa che però dava davvero preoccupazione ai maghi era l’espressione di Freed che continuava a riversare energia magica alla gabbia che di tanto in tanto tremava sotto le scariche di potere magico che il ragazzo inviava a intervalli più o meno regolari, e che facevano rizzare i capelli in testa a chi si trovava nelle vicinanze della gabbia, in particolar modo di Erza.
Anche il Master, dopo aver tentato di contattare inutilmente Mistogun si era avvicinato di nuovo alla gabbia e studiava Jacques, chiedendosi come fosse possibile che un ragazzo di quella età avesse a disposizione tanto potere magico da mettere in ginocchio una gilda intera, certo, anche lui aveva un mago di quel tipo: Laxus, ma lui aveva ottenuto il suo potere in modo artificiale, dopo che quello sciagurato di suo figlio gli aveva impiantato la Lacryma di drago.
Makarov guardò ancora il prigioniero, ripromettendosi di aiutarlo a ritrovare il cammino, sul quale si era perso.
Jacques continuava a starsene sdraiato e non dava cenni di volersi muovere e anzi con gli occhi chiusi sembrava essersi addormentato e solo la mancanza del respiro regolare consentivano a coloro che erano fuori di capire che non fosse addormentato, oltre naturalmente a bordate di energia magica.
All’improvviso però il ragazzo aprì gli occhi e guardò Freed sorridendo :-Sono stanco di stare qui dentro- disse solamente, cominciando a caricare energia magica nel palmo delle due mani.
-Non avrai intenzione di usare la forza?- gridò Freed, lui aveva visto di cosa era capace di fare –Farai saltare tutto- disse.
-Presto, tutti al riparò- urlò Erza, come al solito, la più pronta a reagire e i suoi ordini vennero eseguiti in un fuggi fuggi generale, con gran fracasso di gente che rovesciava i tavoli o saltava dietro i mobili.
La gilda andò a soqquadro mentre tutti cercavano un riparo, allarmati dalla voce di Freed e dallo sguardo folle di Jacques, e quando finalmente calò il silenzio, carico di nervosismo, non ci fu nessuna esplosione, solo quando qualcuno si arrischiò a guardare al di fuori del suo nascondiglio, poterono vedere Jacques di nuovo sdraiato sul pavimento, come se la dimostrazione di forza di qualche attimo prima non fosse mai avvenuta.
-Bastardo, ci stai prendendo in girò?- ululò il primo dei maghi che lo vide così tranquillo, mentre altri minacciavano, evidentemente toccati dall’essere stati presi in giro in quel modo.
Solo Freed che conosceva Jacques, cercava di capire cosa fosse accaduto, il mago non faceva mai niente se non portava ad un risultato completo, per quanto ne sapeva lui, quegli attimi in cui tutti lo avevano perso di vista, potevano rivelarsi il preludio ad una fuga dalla gabbia anche se doveva ancora capire come.
Solo quando, dopo parecchi minuti la calma tornò nella gilda, molti cominciarono a chiedere cibo, mentre molti altri si erano avvicinati al bancone a proteggere la bella barista, o per chi era più curioso, a scoprire quale fosse il rapporto tra lei, che quasi non riusciva a distogliere lo sguardo e quel ragazzo spaventosamente forte.
Tutti volevano sapere, ma nessuno aveva il coraggio di esprimere questo dubbio ai due albini, finché una voce ben nota non formulò la domanda che tutti si aspettavano -Mira, Elfman perché questo qui vi vuole uccidere?- fu Natsu, con la sua proverbiale sensibilità a rompere il silenzio che si era creato.
Erza lo colpì con un pugno sul capo e lo mise KO, ma come una pietra che increspa la superfice di uno stagno in cui le acque poco prime erano piatte, quelle parole aprirono una crepa e ben presto tutti rivolsero lo sguardo verso Mirajane ed Elfman, il quale guardava Jacques che intanto si era rimesso seduto, evidentemente curioso di sapere cosa avrebbe mai rivelato la barista di Fairy Tail.
Mirajane invece non pareva avere alcuna voglia di parlare del suo passato, e continuava a strofinare un boccale di birra, con lo sguardo basso.
- Sorella credo sia il momento di spiegare a tutti quello che abbiamo tenuto nascosto al Master e a tutti i nostri compagni- disse Elfman con un sospiro.
Mira, anche se controvoglia, fu costretta ad annuire alle parole del fratello, anche i suoi compagni avevano il diritto di sapere per chi rischiavano la vita, soprattutto in quel frangente con il nemico che se ne stava seduto sul pavimento, un nemico che era cambiato profondamente da quando erano bambini.
Mira ripose il suo straccio e il boccale nella credenza e cominciò a raccontare –La storia mia e di Jacques è molto lunga e affonda le sue radici in una diversa epoca, tutto quello che siamo e il nostro rapporto risale ad un periodo di 1500 anni fa-
Sentendo queste parole anche Freed e Natsu portarono la loro attenzione alla bella maga e di conseguenza anche Jacques aprì gli occhi azzurri e fissò i due Strauss.
-Il Regno di Fiore è stato un Regno pacifico se si escludono alcune brevi parentesi, ma non è così per tutti e Regni del Continente, e uno dei Regni più turbolenti è stato quello che ha dato origine alle nostre famiglie- cominciò a spiegare l’albina che venne però interrotta dal fratello che specificò –Come avete capito non siamo originari del Regno di Fiore e naturalmente non lo è neanche lui- disse indicando la gabbia.
-Giusto- precisò la maggiore degli Strauss –Circa 1500 anni fa, nel Regno di Euterpe, c’era una spietata guerra in corso, a cui non si riusciva a trovare una soluzione e che aveva già messo in ginocchio le due fazioni che comunque continuavano a combattere, soprattutto perché ad alimentare le lotte c’erano le due famiglie di maghi più potenti, naturalmente sto parlando degli Strauss e degli Offenbach.
Tutti rimasero in silenzio, avidi di conoscere nuovi dettagli di quella storia millenaria i cui protagonisti erano lì, davanti a loro.
-Immagino che la guerra si sia auto-alimentata con le stragi perpetuate dalle due parti- ipotizzò Erza
-AHAHAHAH- la risata di Jacques le fece capire che era completamente fuori strada, infatti questi aggiunse –Non è così, semplicemente i nostri antenati si odiavano per genetica-.
-Ha ragione- disse Mira, sospirando tristemente –questa guerra fu portata avanti da persone che erano come fratelli e che poi hanno cominciato ad odiarsi, perché si erano imbattuti in qualcosa più forte della loro stessa Natura- disse Mirajane.
Nessuno parve capire quelle parole, solo il Master che se ne stava seduto a braccia conserte sul bancone, pareva comprendere, grazie alla sua esperienza la vera natura di quell’aspro conflitto.
-Nel tentativo di porre un freno a queste lotte, quello che formalmente era il Re, della casata degli Schumann, propose un accordo, riuscendo in questo modo ad imbrigliare il potere magico delle due pericolose parti e a separare le due parti contendenti.
Il re Schumann I pensò bene di dividere il Regno in due Parti, da affidare all’amministrazione di ciascuna famiglia, entrambe sotto il suo controllo, in questo modo le allontanò sia dalla Capitale che da loro stesse e per siglare definitivamente l’accordo, diede in spose due delle sue figlia ai due capiclan.
-Ma allora sei come una Principessa...- interruppe Natsu che pareva estasiato dalla notizia.
-No, solo le due figlie cadette andarono in sposa ai nostri capostipiti- Mira indicò la gabbia dove anche Jacques pareva in ascolto –per mantenere il loro ruolo superiore, i Re non hanno mai mischiato il loro sangue al nostro, anzi se ne sono tenuti alla larga in modo da relegare le due famiglie a rami cadetti a quello regnante.
-Il tentativo di appianare queste divergenze riuscì solo in parte, semplicemente le battaglie si spostarono dai campi insanguinati alla corte e ai suoi intrighi, tantissime persone sono state avvelenate o sono cadute in disgrazia per colpa di macchinazione di ambo le parti, entrambe si sono macchiate di crimini indicibili...
-Di solito quando la nobiltà ha di questi problemi si ricorre a patti matrimoniali per appianare divergenze di questo tipo- chiese Erza che nelle sue missioni aveva avuto contatti con gli ambienti della nobiltà, quindi conosceva molto bene tali usanze.
-Più di una volta è stato provato, soprattutto nei primi periodi di pace, ma pare che la nostra natura sia completamente incompatibile e dopo i primi casi in cui tali unioni si sono effettuate, le gravidanze venivano difficilmente portate a termine, con grandi rischi di incolumità per la madre, mentre i piccoli, anche nel caso fossero riusciti a venire alla luce, collassavano subito dopo, sotto il loro stesso potere magico.
-Gli anni passavano e gli intrighi continuavano e da entrambe le parti ci si chiedeva il perché si dovesse sottostare a quella situazione, anche perché la casata degli Schuman non è sopravvissuta a trenta anni fa, quando l’unico erede al trono, pauroso e folle, decise di sterminare entrambe le famiglie con un colpo di mano, assoldò tantissime gilde di maghi mercenari e nella stessa notte vennero attaccati entrambi i clan.
Un mormorio di apprensione scese su tutta la gilda mentre Mira faceva una pausa nel suo lungo racconto, bevendo un po’ d’acqua che le era stata portata da una delle ragazze.
-Fu un massacro, entrambi i clan erano numerosi e in realtà il potere magico è concentrato nelle mani di pochissimi di noi… Molti innocenti morirono quella notte, tanto che i due clan furono quasi del tutto sterminati- disse Mira con voce rotta dall’emozione, anche se aveva chiuso con la sua famiglia, ricordava bene di quando sua madre gli raccontava quegli attimi drammatici –ma dalle ceneri di quella notte, accadde qualcosa che nemmeno Re Schuman si aspettava,: i due giovani nuovi leader di entrambi i clan si incontrarono e decisero di unirsi per distruggere chi aveva sterminato le loro famiglie; sto parlando dei nostri padri naturalmente- precisò l’albina.
-Eccoci qua Demone, siamo arrivati al nodo cruciale... Digli perché voglio uccidervi e non tralasciare particolari- si sentì l'urlo rabbioso di Jacques che sembrava perdere la pazienza man mano che il racconto andava avanti.
-Ci stavo appunto arrivando- constatò la barista, prima di riprendere il racconto :
-Caduta la dinastia, si presentò lo stesso problema che aveva insanguinato il Regno secoli addietro, chi dei due aveva il diritto di governare? Si decise di comune accordo che i limiti del vecchio patto fossero rispettati e di lasciare la questione al futuro, quando con la futura generazione avrebbero potuto unire le due famiglie in una sola.
-Aspetta, ma non avevi detto che i vostri figli sono completamente incompatibili- chiese una delle maghe dal pubblico – e che anzi pare essere pericolosa la vostra unione?-
-So che vi ho detto che i matrimoni andavano male- annuì Mira -ma per molto tempo non c'erano stati molti tentativi e i progressi medici e magici davano speranze ai nostri genitori che tutto potesse andare per il meglio o almeno così si pensava.
- Fu tutto predisposto nei minimi particolari, quando si seppe che le due famiglie avrebbero avuto ognuna il proprio erede, che uno era maschio, l’altro femmina, pareva aprirsi un periodo di serenità e di pace per il Regno, e soprattutto quando si rese noto alla popolazione che i nostri padri avevano deciso che per il bene di tutti dovevamo sposarci- Nessuno si sorprese più di tanto per quella dichiarazione, ma ormai tutti gli occhi erano per Mira, aspettando il momento in cui avrebbe svelato il motivo per cui l’accordo era saltato e il motivo per cui lei era arrivata con i suoi due fratelli a Fairy Tail.
-Per dieci anni crescemmo praticamente insieme, ci separavamo solamente per andare a dormire, a volte neppure per quello, vivevamo sei mesi a casa di una famiglia e sei mesi a casa dell'altra, l’obbiettivo era abituarci alla presenza l’uno dell’altro e funzionò, eravamo incredibilmente uniti...
Eccoli arrivati al punto cruciale, in cui Mira avrebbe svelato cosa era successo per meritarsi l’ira di un così temibile nemico, tanta era l’attenzione che per qualche istante nessuno prestò più attenzione al prigioniero, nemmeno Freed, che sebbene conoscesse a grandi linee quel racconto, gli mancava qualche dettaglio.
-Durante il periodo in cui eravamo nel palazzo della mia famiglia, una notte fummo svegliati di soprassalto, era una di quelle notti in cui i nostri tutori ci facevano dormire insieme... Mi presero in braccio a forza e mi costrinsero ad uscire dalla stanza, mentre Jacques lottava contro due uomini che lo avevano sbattuto sul pavimento e imprigionato, in quel momento ho creduto di essere io il bersaglio, ma la cosa peggiore è che ad organizzare tutto è stato mio padre che decise di utilizzare lo stesso metodo con cui il Re deceduto aveva quasi sterminato le nostre famiglie e mentre io e i miei fratelli ci mettevamo in salvo a Fairy Tail, dopo qualche tempo nostro padre ci scrisse per farci tornare a casa, facendo un resoconto dettagliato di tutto quello che aveva fatto per sterminare la famiglia rivale- alcune lacrime scesero dalle gote di Mirajane, consolata dal fratello che le strinse le spalle in una morsa protettiva.
-Questo non gli dà motivo di voler uccidere te- urlò Natsu, evidentemente furioso di quello che il mago ancora nella gabbia, con un sorriso angelico ascoltava il racconto, nessuna reazione da parte sua.
La barista sembrò incapace di parlare, ma il racconto non era ancora giunto alla fine, e reprimendo un singhiozzo continuò –Quando Jacques fu nelle mani di mio padre, fu facile per lui, grazie all’ostaggio ottenere una vittoria completa ai danni dei suoi nemici, ma mio padre non si accontentò, non so cosa gli sia venuto in mente, ma dopo aver ucciso il padre di Jacques in combattimento prese il suo erede e la piccola Viviane e li murò vivi- un silenzio sgomento cadde sulla gilda, evidentemente tutti orripilati dalle vette di crudeltà raggiunte da quell’uomo.
-Avevamo dieci e sei anni- concluse Jacques in tono atono –disse che avrebbe liberato chi dei due fosse rimasto in vita più a lungo, ci incatenò ai due lati della cella in modo che potessimo vederci, ma non toccarci e io ho visto tutto, ho visto mia sorella spegnersi sotto i morsi della fame e della sete…-
-E alla fine ti ha liberato?- chiese Natsu ingenuamente come suo solito.
Il ragazzo lo guardò chiedendosi se lo stava prendendo in giro oppure era serio, quando vide quello sguardo ingenuo sbuffò spazientito –La rabbia ha innescato un’esplosione di potere magico che mi ha concesso di fuggire… Più o meno come questa.
Fu un attimo e Jacques fece esplodere la gabbia magica dall’interno, veloci i maghi si misero tra la gabbia e Mira che fece istintivamente due passi indietro.
Jacques avrebbe attaccato, ma così vicino al suo obbiettivo, aveva dimenticato di controllare il campo di battaglia e di studiare i suoi nemici, non si era accorto che mentre Mira continuava con il suo racconto, erano tornate due persone, rimaste sulla porta ad ascoltare quel racconto.
Proprio una di queste due persone, alle avvisaglie dell’esplosione magica, si era catapultato, grazie alla velocità del suo fulmine in direzione del ragazzo e gli aveva sferrato un pugno ricoperto di elettricità che Jacques aveva parato non senza difficoltà e poi aveva contrattaccato, anche se il suo colpo non era andato a segno.
E aveva commesso anche un secondo errore, sottovalutando la seconda persona che era entrata nella gilda, la quale aveva lanciato delle carte in sua direzione, un attacco debole e facile da spazzare via con la sola forza di un braccio se non che appena le toccò, si sentì risucchiare da una forza sconosciuta all’interno della carta in cui si ritrovò a battere i pugni contro una barriera invisibile e dall’interno guardava la maga che lo aveva intrappolato, sorridergli esultante :-Non sottovalutare le mie carte.
Il giovane le riservò il sorriso più sardonico che aveva nel repertorio e le battè le mani davanti agli occhi, aggiungendo :-Nessuna prigione riesce a custodirmi per sempre…
La carta passò dalle mani di Kana a Laxus che lo guardò con un sopracciglio alzato, palesemente ironico, mentre Freed controllava le rune della gabbia che era stata forzata, che praticamente la rendevano impenetrabile, eppure evidentemente non per quell’uomo.
-Come ha fatto?- chiese il Master a Freed che continuava a studiare le rune, finché non notò una piccola incongruenza, sulla sua scrittura era stato sovrapposto un piccolo fascio di luce che rendeva la runa sbagliata, una modifica piccolissima che aveva modificato un maschile con un femminile, che aveva reso la frase non corretta grammaticalmente e che aveva di conseguenza annullato la magia, nel punto in cui rendeva il prigioniero privo di poteri magici, non poteva assolutamente essere un caso, e allo stesso tempo realizzò anche quando lo aveva fatto, mentre tutti cercavano riparo da un colpo magico mai arrivato.
Nel frattempo anche Laxus si avvicinò alla ormai ex gabbia, con Freed che si sentiva vagamente irritato dall’essere stato raggirato :-Da quando conosci le rune che utilizzo?- chiese alla carta.
-Quando ho visto la tua magia per la prima volta ho deciso di impararla per occasioni come queste… Sarò un po’ paranoico, ma funziona.

-Ho una proposta da farti...- esordì Laxus, interrompendo il conciliabolo tra il suo sottoposto e Jacques, pronto a fare una proposta che forse avrebbe risolto la situazione e che lo avrebbe anche aiutato a trovare un incarico con cui movimentare quelle sue giornate noiose, disse: -Mira ed Elfman sono innocenti per quanto riguarda le tue disgrazie, rinuncia a loro e io e i Rajinshuu verremo volentieri ad aiutarti a punire il vero responsabile-.
Tutti nella gilda avevano sentito quelle parole e nessuno aveva potuto nascondere la sua sorpresa, come era possibile che Laxus, l’irascibile e superbo Dio del Tuono decidesse di aiutare uno sconosciuto?
Ma naturalmente Laxus di quei mormorii se ne infischiò beatamente e continuò a guardare Jacques che intanto soppesava la risposta da dare.
Se da un lato avrebbe dovuto rinunciare a Mira e ad Elfman, dall’altro avrebbe finalmente avuto la possibilità di ottenere la sua vera vendetta, quindi perché non approfittare della gentile offerta? Un piccolo prezzo da pagare.
Rimasero qualche minuto in silenzio, guardandosi negli occhi, giallo nel blu, senza aggiungere altro, finché alla fine Jacques non decise: avrebbe accettato la proposta di Laxus e finalmente avrebbe ottenuto la testa che più di tutte bramava.
-Bene, Kana liberalo pure, non è più pericoloso- disse Laxus, scatenando il finimondo, con annesse minacce e avvertimenti di pericolo e anche Kana titubante non sapeva bene se seguire le indicazioni del nipote del Master o affidarsi al suo buon senso.
Alla fine fu lo stesso Master a toglierla dall’imbarazzo, esortandola a liberare Jacques, compito che la mora alla fine eseguì non senza qualche patema.
-Ragazzo- disse il Master –io non sono d’accordo a farti partire con Laxus, quindi ti propongo una sfida.
All’interno della gilda regnò il silenzio più assoluto.

 

 

   
 
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