Capitolo 1

Ore 6:35, sto cercando inutilmente di alzarmi dal letto. Oggi è il grande giorno: la conferenza. Odio questo esame, perché noi studenti siamo costretti a raccontare il nostro passato per saper affrontare qualsiasi problema ci si presenti davanti. La cosa che mi spaventa di più non è solamente dover raccontare il mio passato, ma è doverlo fare davanti a tutti, specialmente davanti a Liam. Se non si fosse capito, Liam è il ragazzo per cui ho una cotta da quando ho iniziato l'università. Tornando a stamattina, riesco finalmente ad alzarmi e mi dirigo in bagno per fare una bella doccia calda, giusto per pensare come iniziare il discorso che farò tra poco. Non mi piace vestirmi appariscente, anche per un giorno importante come questo, quindi decido di indossare la felpa della mia scuola, un paio di jeans larghi, comodi preferirei dire, e le mie adorate converse nere. Raccolgo i miei capelli in una crocchia disordinata e sono pronta. Mi guardo allo specchio e riconosco la vera me. Sono Sophie, ho 21 anni e frequento il quarto anno della facoltà di psicologia. Ho dei lunghi capelli castani, mossi, che arrivano fin sopra il sedere. I miei occhi sono verdi con delle striature marroni, che risaltano con la mia pelle scura, quasi ambrata.

* A scuola *

Sono seduta da dieci minuti su questa scomoda sedia, osservando gli altri studenti che si siedono. Poi il mio sguardo si ferma su un ragazzo alto, moro, con degli occhi color nocciola che farebbero morire d'invidia chiunque: Liam. Lo vedo parlare con i suoi amici e “amiche”, sì, avete letto bene, perché in realtà quelle non sono tutte amiche di Liam. Infatti seguono quella sgualdrina di Kate, una di quelle ragazze che incontrate anche al liceo, tutti tacchi e niente cervello. Lei è una di quelle barbie con cui giocate quando siete bambine, con i capelli biondi ossigenati, gli occhi color ghiaccio, così come il suo cuore, e vestiti unicamente rosa: giacca rosa, gonna, se così si può definire un pezzo di stoffa che arriva a malapena sopra le ginocchia, rosa e tacchi completamente verniciati di rosa. La guardo mentre usa il suo corpo per mandare messaggi poco casti a Liam e mi viene da vomitare. Sposto lo sguardo di nuovo su Liam, che si sta dirigendo nella mia direzione. Aspettate un momento: perché Liam si sta dirigendo nella mia direzione? Mille domande offuscano la mia mente, quando Liam si siede poco più in là di me. Anche lui dovrà fare il suo discorso? Anche lui parlerà del suo passato? Cavolo, adesso sì che sono nervosa.

Continuo a farmi tutte queste domande, quando la voce metallica del preside che parla al microfono mi riporta alla realtà.

<< Buongiorno a tutti, studenti della University of Psycology. Ci troviamo qui oggi, come ogni anno, per ascoltare degli studenti che raccontano del loro passato. Qui con noi oggi ci sono: Johnny Evans, Liam Payne, Emily Thompson, Micael Delgado e Sophie McMillin. Ognuno di loro racconterà la sua storia, e domani dovrete commentare come dei veri psicologi, confrontandovi con il vostro insegnante. Cominciamo con Johnny.>>

Johnny sale sul palco e comincia a raccontare di come è stato adottato e di come sia stato difficile integrarsi con gli altri, soprattutto per il colore della sua pelle.

Finito il suo discorso, scende dal palco e tocca a Liam. La mia attenzione è concentrata solo su di lui e tutto intorno a me stranamente scompare.

<< Salve a tutti, il mio nome è Liam Payne. Comincerò col dire che quando sono nato ho avuto problemi respiratori e per qualche minuto il mio cuore si era fermato. Fortunatamente, grazie all'intervento di medici specializzati, sono riuscito a sopravvivere, portandomi dietro comunque dei problemi fisici. Crescendo ho imparato ad affrontarli, anche con un rene non funzionante. Arrivato alle scuole medie, ai miei compagni non ero molto simpatico, per questo hanno iniziato a picchiarmi tutti i giorni. Non ne potevo più di quella vita.>> Liam guarda in basso e fa un sorriso amaro. << Al liceo decisi di prendere lezioni di boxe, in modo da sapermi difendere da chi mi prendeva di mira, ma la situazione non migliorò. Certo, nessuno mi picchiava più, però ero rimasto da solo, senza qualcuno che volesse essere mio amico. Ricordo che al mio sedicesimo compleanno, avevo invitato tutta la mia classe, ma nessuno si presentò alla festa, e io rimasi molto deluso. Non per questo mi sono arreso, infatti, finito il liceo, decisi di voler aiutare chi come me aveva avuto un'esperienza simile. Per questo, ho sentito molto parlare di questa scuola e ho deciso che sarei diventato uno psicologo, entrando in questa università. Ecco, questa è la storia della mia vita. Grazie a tutti!>>

Un boato di applausi si alzò dalla platea, chi commosso, chi sorpreso, la sua storia aveva avuto un grande successo. Io ero rimasta incantata e allo stesso tempo sbigottita. Non credevo che Liam avesse una storia del genere, lui è il tipico ragazzo intelligente e popolare, di solito le persone così non hanno questo tipo di storie, eppure Liam era l'eccezione alla regola. Dopo di lui, salirono sul palco gli altri due ragazzi, ma io ero troppo concentrata a collegare la storia che avevo sentito con il ragazzo che si trovava a pochi passi da me. Lo osservai mentre ascoltava le altre storie, interessato veramente a ciò che gli altri dicevano. Solo quando scese Micael, mi resi davvero conto che toccava a me, che avrei dovuto raccontare la mia storia. E non ero mai stata così agitata.