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Autore: Little_Lotte    24/08/2015    10 recensioni
"Credevo che essere un Cavaliere di Athena fosse la cosa più complicata di questo mondo, ma mi sbagliavo: essere una persona normale, probabilmente lo è ancora di più."
[ In tempo di pace, anche i Cavalieri di Athena hanno tutto il diritto di vivere una "vita normale".
Fra amori incompresi, segreti e bugie,partenze improvvise e intramontabili amicizie, saranno in grado di vivere come semplici ragazzini? ]
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Pegasus Seiya, Phoenix Ikki, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ritorno a Casa'
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Trascorsero altri giorni e Hyoga non fece che pensare a Shun per tutto il tempo.

Si detestava a morte per averlo congedato in maniera tanto brusca, ma che altro avrebbe potuto fare? Non poteva cedere ai sentimenti, non adesso che aveva appena recuperato la memoria e si sentiva ancora così confuso e spaventato riguardo al proprio futuro.

Le parole di Anja erano state piuttosto chiare ed incisive, ed in cuor suo Hyoga sapeva che la cosa migliore da fare fosse proprio seguire i suoi consigli e tornare immediatamente a Nuova Luxor; eppure, una parte di lui non ne aveva il coraggio. L'idea di tornare a Nuova Luxor e dover affrontare Shun, prendersi la responsabilità delle proprie azioni... E poi ancora abbandonare Anja, Boris e Dimitri, l'unica vera famiglia che avesse mai avuto... No, Hyoga sentiva di non essere ancora pronto per tutto questo.

<< Che cosa devo fare, Mama? Perché deve essere tutto così difficile e complicato? >>

Hyoga sospirò profondamente, rivolgendo il proprio sguardo ad una piccola icona ortodossa che troneggiava sopra il suo letto; aveva scelto di pregare un po', quel giorno, perché per troppo tempo aveva messo da parte il prezioso ricordo della sua amatissima madre ormai scomparsa.

<< Mi sento terribilmente confuso, Mama. >> disse ancora il Cigno << So che dovrei ascoltare i consigli di Anja e tornare a Nuova Luxor il prima possibile, eppure non credo di riuscirci... Non ancora. Non sono pronto all'idea di affrontare nuovamente Shun e ritrovarmi faccia a faccia con i miei sentimenti, per quanto assurdo possa sembrare io... Beh, semplicemente non ci riesco. Non so neanche perché continuo a comportarmi in questo modo, io... Sono davvero un vigliacco. >>

Hyoga tirò un ennesimo sospiro a si accasciò sul materasso, raggomitolandosi su se stesso e issando gli occhi al cielo, come in cerca di conforto.

<< Come posso fare, Mama? Come posso pretendere di proteggere Shun dal mio Lato Oscuro se non riesco neppure a proteggere me stesso? Come posso impedirmi di fare del male a chi amo, se continuo imperterrito a ferirmi? Temo di essere un disastro... Un vero, completo disastro. Se solo tu fossi qui con me. >>

Hyoga iniziò a piangere sommessamente, le ginocchia saldamente strette al petto ed il cuore che batteva all'impazzata.

<< Perdonami, Mama. >> bisbigliò dolorosamente << Perdonami per tutto quanto. >>

<< Hey, Vlad! Vlad, sei qui? >>

Hyoga sussultò e si voltò di scatto in direzione di Dimitri, il quale aveva appena fatto il proprio ingresso nella stanza.

<< Hey, piccoletto! >> farfugliò il ragazzo, asciugandosi le lacrime e ricomponendosi in fretta << C-che cosa ci fai qui? Credevo dovessi restare a letto ancora per qualche giorno. >>

Dimitri scosse il capo.

<< La mamma ha detto che sto molto meglio adesso e che posso alzarmi dal letto. >> cinguettò << Però non posso ancora uscire in giardino. >>

Hyoga rise: << Beh, non ha poi tutti i torti: Te la sei vista davvero brutta, giovanotto... Ci hai fatto spaventare tutti quanti! >>

<< Sì, ma tu mi hai salvato! >> esclamò allegramente Dimitri << E' merito tuo se adesso sono ancora qui. >>

Hyoga sospirò profondamente, con fare malinconico.

<< Buffo. >> commentò a mezza voce << Sarebbe la prima volta in tutta la mia vita. >>

Dimitri lo fissò confusamente: << Cosa? >>

<< No... Niente. >> farfugliò il Cigno, arrossendo vistosamente << L-lasciamo stare. Piuttosto, sono davvero felice di vedere che stai finalmente bene. >>

<< Oh, sì... Sto benissimissimo! >> esclamò briosamente il piccolo << E anche tu stai molto meglio, giusto? La mamma mi ha detto che adesso ti ricordi chi sei, è fantastico! >>

Hyoga ridacchiò sommessamente, piacevolmente sollevato da quelle parole.

Sì, pensò fra sé e sé, finalmente ricordava ogni cosa.

<< La mamma ha ragione, Dimitri. >> rispose con voce morbida << Ho finalmente ritrovato la memoria. >>

<< Sììì, è magnifico! >> esultò Dimitri, incominciando a saltellare per tutta la stanza << Che bello, sono tanto felice per... Oh! >>

Si bloccò di colpo, l'entusiasmo smorzato da un'improvvisa realizzazione.

<< Questo significa che devo smettere di chiamarti Vlad? >>

Hyoga rise di gusto; vi era una chiara sfumatura di disappunto nelle parole di Dimitri, cosa che il ragazzo non poté fare a meno di trovare estremamente divertente.

<< Beh, puoi continuare a farlo se ti fa piacere. >> rispose << In ogni caso, il mio nome è Hyoga. >>

Dimitri lo guardò curiosamente: << Hyoga? Che nome strano! >>

<< Beh, è giapponese. >>

<< Giapponese? >>

<< Sì, io sono per metà giapponese. >> Hyoga sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi << Ho vissuto buona parte della mia vita lì, oltre che in Siberia. E' da lì che sono partito qualche settimana fa, per venire qui. >>

Il volto di Dimitri si adombrò di colpo.

<< Questo significa... >> azzardò << … Significa che presto tornerai in Giappone? >>

Hyoga fu tanto sorpreso quanto intristito da quella domanda.

<< I-io... Non lo so. >> replicò con voce tremante << Mentirei se dicessi che non lo desidero, tuttavia... Beh, è molto complicato. Ci sono troppe cose che ancora mi spaventano e non so se sono abbastanza coraggioso da saperle affrontare. >>

<< Che genere di cose? >> domandò Dimitri, sempre più curioso.

Hyoga tirò un sospiro profondo: << Cose... Complicate, te l'ho detto. Non credo che capiresti, sei ancora troppo piccolo. >>

Dimitri lo guardò di traverso, facendo una smorfia.

<< Uffa, lo dice sempre anche la mia mamma. >> bofonchiò << Certe volte voi grandi siete così strani! >>

Hyoga scoppiò a ridere: << Oh, temo proprio che tu abbia ragione! Spesso noi grandi siamo davvero difficili da comprendere, specialmente per voi bambini. >>

<< Oh, puoi dirlo forte! >> echeggiò Dimitri, con aria di sdegno << Anche mamma e papà lo sono, specialmente quando bisticciano. E' ridicolo, fanno tante storie quando io non chiedo subito scusa per aver fatto qualcosa di sbagliato e se litigano fra di loro poi non si parlano per una settimana. Non è stupido? >>

Il Cigno abbozzò un sorrisetto contrito.

<< Sì, in effetti lo è. >> rispose << Ma vedi, certe volte gli adulti hanno problemi ad affrontare i propri sentimenti e preferiscono restare in silenzio e, tenere tutto per sé. Certo, so che non ha molto senso... >>

<< Non ne ha per niente. >> lo interruppe Dimitri, storcendo il naso in segno di disappunto.

Hyoga lo fissò silenziosamente e con aria pensierosa per qualche secondo, prima di sospirare profondamente e rispondere con uno sconsolato: << Già, non ne ha per niente. >>

<< E' davvero stupido non parlare agli altri dei propri pensieri. >> proseguì Dimitri, in tono sempre più battagliero << Io dico sempre quello che penso, perché per voi adulti deve essere così difficile? >>

Un ennesimo sospiro si levò sconsolato dalle labbra di Hyoga; era evidente che non avesse la benché minima idea di come rispondere alle domande del bambino ed in un certo senso sentiva di essere persino ammirato dalla sua sagacia e dall'inaspettata saggezza dei suoi sette anni.

<< Non lo so, Dimitri. >> disse << Come hai detto tu stesso, noi grandi siamo davvero molto strani. >>

<< Oh, puoi dirlo forte! >> Dimitri replicò un'ennesima smorfia << Comunque, questo significa che resterai ancora qui con noi? >>

<< Beh... Immagino di sì. >> rispose Hyoga, con una rapida scrollata di spalle << Anche se prima o poi dovrò trovare il coraggio di superare le mie paure. In ogni caso, credo che dovrai sopportare la mia presenza ancora per un po', ragazzino. >>

Il volto di Dimitri s'illuminò all'istante.

<< Oh, io ne sono felice! >> trillò entusiasta << Così possiamo continuare a studiare le costellazioni! Non lo abbiamo più fatto dall'ultima volta. >>

<< Giusto! >> Hyoga si batté una mano contro la fronte << Hai ragione, abbiamo ancora così tante cose da imparare. Sai, potremmo farlo anche stanotte, se la tua mamma fosse d'accordo. >>

<< Sììì, che bello! Allora andiamo subito a chiederglielo... Mammaaaaaaaaa! >>

Hyoga scoppiò a ridere e seguì il piccolo Dimitri fuori dalla stanza, in cerca di Anja; per un breve istante il suo volto sembrò essere nuovamente sul punto di adombrarsi, ma il ragazzo fu abbastanza rapido da scacciare i cattivi pensieri prima che questi avessero modo di assalirlo del tutto e turbare ancora una volta il suo animo.

Adesso basta, Hyoga.” si ammonì mentalmente “Non devi pensare al futuro, non adesso. Hai ancora bisogno di tempo e preoccuparti in maniera così incessante non ti aiuterà certo a trovare una soluzione a tutti i tuoi problemi.”

Il ragazzo sospirò profondamente, con rassegnazione.

Sarebbe arrivato, prima o poi, il momento di assumersi le proprie responsabilità.

Solo, non quel giorno.

*

Erano ormai trascorsi due giorni dall'ultima volta in cui Shun aveva tentato di mettersi in contatto con Hyoga e quel pomeriggio il cavaliere si trovava in compagnia di Seiya, Shiryu ed Ikki, per mettere a punto gli ultimi preparativi per la tanto attesa e chiacchierata festa di Capodanno. Il Dragone, la Fenice ed il Cavaliere di Andromeda non avevano l'aria di essere troppo entusiasti al riguardo, ma il giovane Pegasus aveva un'aria talmente eccitata da ricordare vagamente un bambino piccolo nel giorno del proprio compleanno.

<< Oh, ragazzi... Sono così eccitato! Non riesco a credere che manchi solamente una settimana alla festa, spero solo che i giorni che restano ancora passino in fretta; non credo di avere la pazienza di aspettare. >>

Shiryu, come al solito, sollevò lentamente un sopracciglio e rivolse al compagno una lunga occhiata perplessa ed a tratti un po' severa.

<< Seiya, per favore >> lo ammonì duramente << Cerca di darti una calmata, non sei più un ragazzino! Un uomo della tua età – ed un Cavaliere di Athena, per di più – dovrebbe imparare ad avere un maggiore controllo e padronanza di se stesso. >>

<< Eddai, Shiryu... Lasciati andare, per una volta! >> gli rispose prontamente l'altro, con fare stizzito << Vuoi forse farmi credere di non essere neanche un po' emozionato all'idea di festeggiare? Sarà un evento memorabile, ci divertiremo da impazzire e tu riuscirai finalmente a rivedere la tua amata Shunrei, dopo tanti mesi di lontananza. Non ne sei vergognosamente felice? Io al posto tuo stare già facendo i salti di gioia. >>

Oh, mi auguro solo che continuerai a pensarla in questo modo anche alla festa, quando vedrai sbucare Shaina.” pensò il Dragone fra sé e sé, cercando di non apparire troppo strano.

Non voleva certo destare sospetti, se Seiya avesse capito che stava nascondendo qualcosa – e che quel qualcosa era proprio Shaina - sarebbe andato su tutte le furie; il Cavaliere di Pegasus, tuttavia, era fin troppo concentrato sui preparativi ancora da definire da poter prestare pienamente attenzione a quanto stava accadendo attorno a lui.

<< Ieri pomeriggio ho finalmente comprato il mio abito per la serata, è a dir poco stupendo! Mi auguro che siano pronti anche i vostri, sono proprio curioso di vedere che aspetto avrete con indosso degli abiti tradizionali. >>

<< Ecco, a tale proposito... >> intervenne a quel punto Ikki, con una smorfia sul volto << E' proprio necessario mettersi addosso quella roba? Non potremmo, per esempio, indossare una normalissima maglietta ed un paio di pantaloni? >>

<< Assolutamente no. >> tagliò corto Seiya, con il tipico tono di chi non ammette repliche << Non si discute sull'abbigliamento, Ikki, ne abbiamo già parlato. >>

<< Uffa, ma perché? >> protestò la Fenice, sempre più esasperata << Sono certo che avrò un aspetto ridicolo con indosso quell'affare e non mi va di trascorrere una serata intera dando a tutti l'impressione di assomigliare ad un perfetto idiota. >>

Seiya alzò gli occhi al cielo e sospirò profondamente.

<< Non sembrerai un perfetto idiota. >> disse << Nessuno di noi lo sembrerà, te lo assicuro. Diglielo a che tu, Shun! >>

<< Uh... Cosa? >>

Shun si voltò distrattamente in direzione di Seiya, lo sguardo assente ed un'aria quasi sorpresa; era piuttosto evidente che non avesse ascoltato una singola parola che suo fratello e l'amico si erano scambiati nell'arco degli ultimi dieci minuti.

<< S-scusatemi ragazzi, io... Io non stavo ascoltando. >> mormorò vergognosamente il ragazzo, arrossendo imbarazzato.

Seiya, in risposta, rivolse lui una lunghissima occhiata ricolma di astio e risentimento.

<< Sì, me ne sono accorto. >> rilanciò in tono stizzito << E' da un po' di giorni, in effetti, che non presti molta attenzione al sottoscritto. >>

<< Come? >> Shun lo guardò confusamente, piuttosto stupito da quell'affermazione << Che vuoi dire, Seiya? >>

<< Seiya, ti prego. >> fece eco Shiryu, rivolgendosi all'amico con aria implorante << Non credo che sia il caso di... >>

<< No, Shiryu... Non lo è! >> rilanciò astiosamente Seiya, ormai all'apice della sopportazione << Negli ultimi tempi sono stato fin troppo paziente, adesso è arrivato il momento di parlare. >>

Poi si voltò in direzione di Shun, al quale furono rivolte le successive parole.

<< Ho provato ad essere comprensivo con te, Shun, mi sono sforzato di comprendere il perché del tuo comportamento evitante, ma non credo di riuscire a sopportare ulteriormente questo tuo improvviso allontanamento. La morte di Hyoga ti ha sconvolto, lo capisco, ma chiuderti in te stesso e rifiutare l'aiuto dei tuoi amici non è la soluzione giusta. >>

<< Seiya, guarda che ti sbagli. >> s'intromise a quel punto Ikki, accorrendo in difesa del fratello << Le cose non stanno affatto così, Shun... >>

<< … E' perfettamente in grado di difendersi da solo, Ikki. >> lo zittì Seiya, guardandolo malamente << E poi tu fai presto a parlare, sei il solo che Shun non abbia scelto di escludere dalla sua vita! Certo, se per una volta tu provassi ad essere obiettivo, magari ti renderesti conto che... >>

<< Seiya, smettila di rivolgerti ad Ikki in questo modo. >> rilanciò allora Shun, stanco di quel ridicolo siparietto << Non ne hai alcun diritto; sono io quello con il quale sei arrabbiato, giusto? >>

<< Io non direi proprio che Seiya sia arrabbiato con te, Shun. >> gli rispose invece Shiryu << Il nostro amico sta esagerando come al suo solito, non dovresti prenderlo troppo sul serio. >>

<< No, invece ha ragione. >> mormorò Shun << E' vero, sono stato distante negli ultimi tempi e me ne dolgo infinitamente. Non ho mai pensato di allontanarmi da voi, è solo che... Beh, temevo che non avreste capito. >>

Seiya, a quel punto, sembrò essere piuttosto confuso.

<< Che cosa avremmo dovuto capire, Shun? >> domandò.

Shun sospirò profondamente, per farsi coraggio e rivelare – finalmente – tutto ciò che fino a quel giorno aveva così faticosamente tenuto sepolto dentro al suo cuore.

<< Hyoga non è affatto morto come pensate, al contrario. >> rivelò << E' vivo e si trova da qualche parte in Siberia, anche se non so bene dove. Lo so con certezza, ho percepito molto chiaramente il suo Cosmo. >>

Seiya e Shiryu rimasero a fissarlo in silenzio, incapaci di proferire parola.

Erano letteralmente sconvolti da quella rivelazione e nei loro occhi si leggeva piuttosto chiaramente quanto fosse difficile per entrambi credere alle parole che le labbra di Shun avevano appena pronunciato.

<< Tu... Cosa... Stai dicendo sul serio, Shun? >> balbettò Shiryu << S-stai dicendo che Hyoga sarebbe ancora vivo? >>

<< Eppure Saori non ha percepito il suo Cosmo. >> osservò giustamente Seiya, sempre più stranito << Come puoi esserci riuscito tu? Non riesco a capire. >>

<< I-io non lo so. >> rispose Shun, altrettanto confuso << Immagino che si tratti del fatto che Hyoga ed io abbiamo un legame molto forte, una sorte di connessione continua. Dubito che Milady, per quanto potente possa essere il suo Cosmo, sia in grado di superare questo nostro legame. >>

Seiya e Shiryu si scambiarono un lungo sguardo attonito, che silenziosamente spostarono in direzione di Shun; il Cavaliere di Andromeda alzò gli occhi al cielo, quasi infastidito da quell'espressione incredula e – a tratti – persino giudicante.

<< So che tutto questo sembra assurdo da credere, ma posso assicurarvi che sto dicendo la verità! >> esclamò il ragazzo, sforzandosi di far ragione i compagni << E l'altra notte, quando sono riuscito a mettermi in contatto con lui... >>

<< Che cosa?! >>

Shun quasi rabbrividì alla sensazione degli occhi di Seiya, Shiryu ed Ikki così fastidiosamente e curiosamente puntati su di lui.

<< Dici sul serio, Shun? >> domandò Shiryu << Tu hai davvero parlato con Hyoga? >>

Shun si fece completamente rosso in volto e con voce tremante rispose un rapido e flebile: << S-Sì. >>

<< E perché non me lo hai detto? >> lo rimproverò Ikki << Shun, credevo che tu ti fidassi di me. >>

<< Infatti è così, Ikki! >> esclamò prontamente il fratello << Avrei voluto dirtelo, credimi, solo che non potevo: Hyoga mi ha... Beh, lui mi ha pregato di non cercarlo più, così ho pensato che fosse molto meglio non parlartene affatto. >>

Ikki non disse niente, limitandosi a guardare malamente il fratello e rivolgere lui una specie di boccaccia, mentre Seiya e Shiryu continuavano a fissarsi in silenzio, sempre più sconvolti ed attoniti.

<< Fammi capire, Shun. >> intervenne poi il Cavaliere di Pegasus << Tu sei riuscito a metterti in contatto con Hyoga e lui, dopo averti rassicurato riguardo alla sua – tutt'altro che esistente - morte, ti ha detto di lasciarlo semplicemente in pace? E perché mai lo avrebbe fatto? >>

Shun sospirò nuovamente.

<< Non lo so, non riesco a capire. >> ammise << Hyoga dice di avere una spiegazione per tutto quanto e che prima o poi, quando arriverà il momento giusto, me ne parlerà. Io non so che cosa pensare, so solo che devo fidarmi di lui. >>

<< Sì, certo che devi fidarti. >> gli disse Shiryu, con entusiasmo << Hyoga non è uno sconsiderato, sono certo che vi siano delle spiegazioni più che logiche dietro al suo comportamento degli ultimi mesi. Vedrai, Shun, prima o poi faremo luce su questo mistero... Intanto dobbiamo semplicemente essere lieti del fatto che sia ancora vivo! >>

Seiya replicò a quell'ultima affermazione con una smorfia, prima di rispondere in tono tagliente: << Beh, io credo che il suo sia semplicemente egoismo: quando è partito per la Siberia lo ha fatto unicamente per se stesso e adesso continua a comportarsi nello stesso modo, a chiudere gli altri al di fuori del suo prezioso rifugio dorato. Andiamo, come fate a non capire che quel ragazzo pensa solamente a se stesso? >>

<< Perché non è così. >> gli rispose brutalmente Shun, guardandolo di traverso << Tu forse non lo conosci abbastanza, ma io sì: Hyoga non è un egoista e se più di una volta si è comportato come tale, lo ha fatto solamente per evitare di essere ferito. Non so quali motivazioni vi siano dietro al suo comportamento, ma sono certo che siano più che valide e prima o poi anche io riuscirò a comprendere il perché di questo suo assurdo allontanamento. >>

Seiya ed Ikki lo fissarono silenziosamente, con aria perplessa.

<< E' così, ve lo assicuro! >> insistette Shun << Hyoga potrà anche essere un po' freddo e distaccato, talvolta, ma non è certo un egoista. >>

<< Shun, dopo tutto quello che ti ha fatto passare... >> commentò Ikki, con aria di biasimo.

<< … Devi esserne davvero innamorato perso, se continui a parlare di lui in questo modo. >> concluse Seiya, storcendo il naso e guardandolo di traverso.

Un ennesimo sospiro si levò dalle labbra di Shun.

<< Mi spiace avervi tenuto all'oscuro di questa faccenda, prometto che non vi nasconderò più niente. >> disse infine ai suoi compagni << Vi prego di dimenticare ogni genere di incomprensione e di perdonarmi per avervi ferito. E soprattutto, vi chiedo di perdonare Hyoga: lui non merita il vostro rancore. >>

Seiya, a quel punto, si abbandonò finalmente ad un tenero ed ampio sorriso.

<< Se me lo dici guardandomi in quel modo, come faccio a dire di no? >>

Shun non riuscì a trattenere l'entusiasmo e si gettò fra le braccia di Seiya, stringendolo talmente forte da farlo quasi soffocare.

<< Va bene, va bene... Adesso lasciami andare, va bene? Così mi fai male, Shun! >>

<< Oh, sì... Scusami. >>

Shun si staccò dall'abbraccio  ridacchiando e poi si voltò in direzione di Shiryu, con aria lievemente impacciata.

<< E tu, Shiryu? Anche tu sei disposto a perdonarmi? >>

Il Dragone rise.

<< Shun, io non sono mai stato arrabbiato con te! >> lo rassicurò << E ho piena fiducia anche in Hyoga, sono certo che farò presto ritorno a Nuova Luxor e che tutte le incomprensioni saranno finalmente chiarite. >>

Ikki fece una smorfia: << Io non ci scommetterei. >>

<< Ikki. >> lo ammonì suo fratello, soffocando una leggera risata; poi sospirò nuovamente, stavolta con fare di sollievo << In ogni caso, vi ringrazio di cuore: mi sono comportato davvero male negli ultimi tempi ed è una vera gioia sapere che nonostante tutto, potrò sempre fare affidamento su di voi. >>

<< Diciamo che dovrai comunque farti perdonare, Shun. >> gli rispose Seiya, alzando distrattamente gli occhi al cielo << Ad esempio, potresti aiutarmi con il menu di Capodanno: sai, ci sono ancora alcune cose da sistemare. >>

<< Non avevi detto che era tutto sotto controllo? >> domandò Shiryu, inarcando un sopracciglio.

Seiya fece spallucce.

<< Più o meno... Ho detto più o meno. >>

I quattro scoppiarono a ridere di cuore e mentre Shiryu continuava a beffeggiare Seiya e la sua totale mancanza di organizzazione, Shun non poté fare a meno di sentirsi nuovamente felice, sereno ed in pace con se stesso, così come non si sentiva oramai da troppo tempo. Forse, pensò fra sé e sé, non aveva ancora ritrovato il suo Hyoga, ma di una cosa era certo: non avrebbe mai perso il prezioso sostegno e la compagnia dei suoi amici.

*

Quella notte faceva ancora troppo freddo perché il piccolo Dimitri ricevesse da Anja il permesso di uscire e così Hyoga aspettò che fosse ormai da tempo superata la mezzanotte, per avventurarsi in giardino ed ammirare le stelle, complici la sua malinconica ed il fatto che i troppi pensieri avessero reso così difficile l'addormentarsi. Sperava di poter trascorrere un po' di tempo da solo per riflettere, ma con sua grande sorpresa, scoprì di non essere affatto l'unico ad aver bisogno di un po' d'aria fresca, quella notte.

<< Hyoga? Che cosa ci fai tu qui, ancora sveglio? >>

Boris, avvolto da una coperta di lana, se ne stava comodamente seduto in veranda, con in mano una tazza di te bollente ed un aria piuttosto disordinata. Hyoga lo fissò confusamente.

<< Boris, io... Scusami, non pensavo di trovarti qui! >> farfugliò il ragazzo, arrossendo leggermente << Non riuscivo a prendere sonno e così ho pensato di uscire e respirare un po' d'aria fresca... Cosa che hai scelto di fare anche tu, a quanto vedo. >>

Boris ridacchiò sommessamente.

<< Sì, in effetti lo faccio spesso. >> rispose << Quando non riesco a dormire vengo sempre qua fuori, mi aiuta a rilassarmi e a combattere l'insonnia. >>

Hyoga sospirò profondamente, con fare malinconico.

<< Ah, vorrei tanto che funzionasse anche con me! >> disse, accomodandosi di fianco all'uomo << Purtroppo non è così semplice. >>

Boris lo scrutò curiosamente.

<< Cattivi pensieri? >> chiese.

<< All'incirca. >> rispose Hyoga, con un secondo sospiro << Diciamo che aver ritrovato la memoria comporta anche qualche svantaggio. >>

<< Oh, sì... Riesco ad immaginarlo. >> echeggiò Boris, rivolgendogli uno sguardo di amorevole conforto << Presumo che tu abbia qualche faccenda in sospeso, non è vero? >>

Hyoga annuì, mordicchiandosi il labbro.

<< La mia vita intera è una faccenda in sospeso. >> dichiarò << Io sono molto diverso dagli altri ragazzi della mia età. >>

Boris continuo a fissarlo con attenzione.

<< E' perché sei un Cavaliere di Athena, giusto? >> azzardò << Deve essere un grande onere per un ragazzo così giovane. >>

<< Già, puoi dirlo forte! >> confermò Hyoga << Ho visto cose davvero spaventose, Boris, e ho... Beh, ho ucciso molte persone. Ovviamente non ne vado certo fiero, al contrario, mi detesto profondamente per questo. >>

<< Beh, ma erano tuoi nemici. >> osservò l'altro << Combattevano contro di te e volevano distruggere la terra, aver combattuto contro di loro non ti rende un assassino, quanto – piuttosto – un eroe. >>

In risposta a quell'ultima affermazione, il volto di Hyoga si adombrò di colpo ed il suo sguardo si fece ancora più cupo e malinconico del solito.

<< Sai, non... Non è stato sempre così, Boris. >> ammise << Io non ho ucciso esclusivamente nemici. >>

<< Che intendi dire? >> domandò l'altro, con voce e sguardo confusi.

Hyoga si morse lentamente il labbro inferiore, quasi a volersi trattenere dal rivelare troppo.

Egli stesso era stupito di tanta spontaneità; del resto, non certo suo solito essere così aperto e loquace con le persone. Eppure, in quel momento, sentì di potersi fidare ciecamente di Boris e senza farsi troppi problemi, raccontò lui di quanto era accaduto negli ultimi anni, a cominciare dalla morte di Natassia fino ad arrivare a quella di Isaac.

<< Adesso capisci, Boris? >> domandò infine, dopo aver portato a termine il proprio racconto << Io non sono affatto un eroe, ma un ignobile assassino. Non merito tanto rispetto da parte tua. >>

Boris continuò a guardarlo in silenzio, più con aria di conforto e consolazione, piuttosto che di biasimo o castigo.

<< Io non lo credo affatto, Hyoga. >> disse infine, allungando una mano verso di lui e carezzando con affetto la sua chioma bionda << Tu non hai ucciso per puro divertimento, ma per necessità: i tuoi avversari non erano inerti o disarmati, se tu non avessi fatto qualcosa al più presto sarebbero stati loro stessi ad ucciderti. La tua è stata una scelta necessaria, non un crimine. >>

Hyoga sollevò lentamente il capo e con i suoi occhi azzurri ricolmi di lacrime, guardò timorosamente Boris e domandò lui: << Lo pensi davvero? >>

<< Sì, certo che lo penso! >> rilanciò l'altro << E tu adesso devi smetterla di torturarti, addossarti colpe che non hai e pensare di essere tu il responsabile di ogni cosa. Non puoi continuare a ferirti in questo modo, Hyoga... Credimi. Io lo so. >>

Hyoga, a quel punto, osservò l'espressione afflitta dell'uomo con maggior confusione e perplessità.

<< Come... Che cosa stai dicendo, Boris? >>

Boris sospirò profondamente ed anche i suoi occhi, a quel punto, sembrarono farsi più lucidi e mesti.

<< Io so come ti senti, Hyoga, perché anch'io ho creduto per molto tempo di essere responsabile della morte di una persona. >>

Hyoga non riusciva a credere alle sue orecchie; Boris era certamente l'ultima persona dalla quale si sarebbe mai aspettato una simile confessione.

<< Lei si chiamava Olga ed era mia sorella. >> proseguì l'uomo, con voce incrinata << L'ho persa tanti anni fa, durante un incidente al fiume: eravamo insieme al nostro fratellino più piccolo, incominciò a piovere e durante la tempesta la barca si ribaltò; ci ritrovammo in acqua ed anche se io riuscivo a tenermi a galla con facilità, per i miei fratelli non era certo lo stesso. Joseph, il mio fratellino, non sapeva ancora nuotare ed ero certo che sarebbe morto se non lo avessi salvato immediatamente... Così nuotai velocemente nella sua direzione per salvarlo e riuscì infine a riportarlo sulla barca, ma quando mi voltai in direzione di Olga per accertarmi che stesse ancora bene, lei non c'era più. >>

<< Oh, Boris... >>

Hyoga non sapeva cosa dire.

Conosceva benissimo quella sensazione, quel sentimento di dolore ed impotenza che come una dolorosa morsa opprime il cuore fino a schiacciarlo completamente, eppure in quel momento non aveva la più pallida idea di cosa dire per riuscire a confortare l'amico.

Forse perché, come egli stesso aveva avuto modo di capire, non esistono parole in grado di reprimere il dolore.

<< Mi dispiace. >>

<< Mi sono dato addosso per anni, Hyoga... Per una vita intera! >> il tono di voce di Boris era squillante e concitato, così come Hyoga non lo aveva mai sentito prima di allora << Ero riuscito a trarre in salvo il mio fratellino e di questo ero più che felice, ma non era stato abbastanza. Non ho mai smesso di pensare che avrei dovuto fare di più, che se fossi stato più attento e veloce mia sorella sarebbe ancora qui con me. >>

<< Oh... Ma non è stato così! >> replicò immediatamente Hyoga, stringendo le mani dell'uomo come a volerlo confortare << Non è stata colpa tua, Boris... Non potevi certo evitarlo! La sorte beffarda ha fatto sì che tu fosti costretto a scegliere fra i tuoi due fratelli e so che tu hai fatto l'impossibile per evitare di essere sottoposto ad una simile scelta. Non è stata colpa tua, Boris... E' stato solamente un tragico, fatale incidente. >>

Un tenue e leggero sorriso si fece a quel punto strada lungo le labbra di Boris.

<< Adesso ne sono consapevole. >> dichiarò con voce morbida << Ora che ho trent'anni, una famiglia che amo ed una vita che mi rende felice, ma a quindici anni è davvero difficile liberarsi dal rimorso. Credo che tu ne sappia qualcosa, Hyoga. >>

Hyoga ammutolì e chinò rapidamente il capo, facendo segno di sì con la testa.

Sì, certo che lo sapeva... Meglio di chiunque altro al mondo.

Incredibile quanto gli fosse semplice, in quel momento, comprendere i sentimenti e lo stato d'animo di Boris.

<< Sai, adesso so che la morte di mia sorella è stata solo una tragica fatalità e per quanto ancora io non la smetta di provare dolore, ho finalmente smesso di incolparmi di ogni cosa. >> proseguì Boris << Anche la morte di tua madre, del tuo Maestro e di Isaac sono stati solamente le terribili conseguenze di una disgrazia che non avresti potuto evitare, Hyoga, e adesso è arrivato il momento che tu vada avanti con la tua vita senza avere più questo terribile peso sulla tua coscienza. >>

<< Beh, non è per niente semplice! >> sospirò mestamente Hyoga << Anzi, direi che è praticamente impossibile! Tu come hai fatto a superare tutto quanto? >>

Lo sguardo di Boris si addolcì notevolmente ed il sorriso sulle sue labbra si ampliò a tal punto da offuscare persino le stelle, mentre le sue guance pallide si tingevano leggermente di un timido colore rosso chiaro.

<< E' stato grazie ad Anja. >> rispose candidamente, e la sua voce era come musica.

Hyoga credette di non aver mai visto tanto amore dentro ai suoi occhi come in quel momento.

<< Anja? >> ripeté confusamente il ragazzo.

<< Sì, lei. >> assentì Boris << Quando la conobbi eravamo ad una festa di paese ed il nostro primo approccio fu, diciamo... Tutt'altro che amichevole: io ero molto scontroso, non parlavo e se lo facevo rispondevo in maniera fredda e lapidaria, e questo lei non riusciva a mandarlo giù! E' sempre stata una ragazza chiacchierona ed espansiva, anche a vent'anni. >>

Hyoga ridacchiò sotto i baffi: << Sì, lo immagino. >>

<< Il paese era piuttosto piccolo, dunque capitava di frequente che ci incontrassimo. >> continuò Boris << Lei non riusciva a sopportarmi ed io non volevo essere importunato, eppure sembrava quasi che il fato si divertisse a prendersi gioco di noi, facendoci incontrare continuamente e nei luoghi più improbabili. Ripensandoci adesso, immagino che fossimo semplicemente destinati l'uno all'altra. >>

Hyoga sorrise dolcemente, intenerito da quel racconto. A quanto pare era dotato persino di una vena romantica... Quante cose di sé che ancora non aveva avuto modo di scoprire fino in fondo.

<< Anja ed io non riuscimmo mai a legare veramente, fino a quando non ci ritrovammo per l'ennesima volta ad una festa di paese: lei aveva litigato con la sua famiglia, che avrebbe tanto desiderato vederla sposata con un ragazzo che lei decisamente non sopportava, ed un po' per solitudine, un po' per mancanza di altra compagnia, ci ritrovammo finalmente a parlare. Scoprimmo di avere in comune molte più cose di quanto credessimo e con il trascorrere del tempo, sempre più a mio agio in sua compagnia, mi ritrovai a raccontarle di quanto era accaduto cinque anni prima con mia sorella. >>

Hyoga strabuzzò gli occhi, protendendosi in avanti con aria sempre più interessate.

<< E che cosa accadde, a quel punto? >>

Boris sospirò profondamente, per poi sorridere.

<< Anja ascoltò il mio racconto in silenzio, senza mai dire una sola parola. >> rispose << E poi, quando ebbi finito, mi guardò direttamente negli occhi e continuò a rimanere in silenzio, con un'espressione talmente enigmatica da non farmi minimamente presagire quanto sarebbe potuto accadere dopo. E poi, molto semplicemente, si alzò in piedi, venne verso di me e mi abbracciò. Un unico, semplice abbraccio, che in quel momento valeva molto di più di qualsiasi parola. >>

Hyoga non poté fare a meno di sorridere, sinceramente commosso da quel dolce racconto; aveva sempre pensato che Anja fosse una donna assolutamente eccezionale e quelle parole non avevano fatto altro che accrescere in lui quella conferma.

<< Da allora diventammo inseparabili ed Anja divenne praticamente la mia ancora di salvezza. >> aggiunse Boris << E' stato solo grazie a lei, al suo amore e a tutto ciò che lentamente riuscimmo a costruire insieme, che riuscì a lasciarmi finalmente il passato alle spalle. Grazie a lei ho capito che non devo vergognarmi di ciò che sono, che spesso la vita ci mette a dura prova e che solo le persone più coraggiose riescono a rialzarsi dopo una sconfitta, e che per nessuna ragione al mondo avrei dovuto continuare ad infliggermi pene che non meritavo. Ci ho messo molto tempo, ma alla fine ho capito che non ero io il responsabile della morte di Olga, e da allora ho smesso di guardarmi allo specchio e vedere in esso solamente il riflesso di un assassino. >>

<< Ed Anja ti ha aiutato a capire tutto questo? >> domandò Hyoga, quasi incredulo << Lei da sola? >>

Boris gli sorrise dolcemente.

<< Lei ed il suo amore. >> precisò << Non sai quante magie si possano realizzare, quando si ha al proprio fianco una persona da amare. Anja è così, lei riesce a mettere in risalto tutte le mie migliori qualità e a farmi apprezzare persino i miei difetti. Certo, spesso litighiamo e non ci capiamo sempre fino in fondo, ma se dopo tutti questi anni lei ha ancora la voglia ed il desiderio di starmi accanto, allora significa che ne vale davvero la pena... Che io ne valgo la pena. >>

Hyoga avvertì una specie di fitta al cuore ed il suo pensiero, inevitabilmente, andò a Shun.

Shun, che lo aveva sempre apprezzato e supportato durante tutto questo tempo, che aveva lottato al suo fianco e gli era stato vicino persino al di fuori del campo di battaglia, che mai una volta lo aveva fatto sentire giudicato, sbagliato o fuori posto.

Il suo Shun, che egli amava con tutto il suo cuore e del quale sentiva così tremendamente la mancanza.

Boris osservò attentamente il giovane cavaliere, l'espressione malinconica che solcava il suo volto, e come un abile indovino riuscì a leggere fra le righe di quel cuore infranto e pensieroso. Il suo sguardo si addolcì ulteriormente e le sue labbra si ampliarono in un caldo, rassicurante sorriso.

<< Ascolta bene quanto sto per dirti, Hyoga, perché è una lezione che non dovrai mai dimenticare. >> disse l'uomo, con fare benevolo e paterno << L'amore non è affatto come ce lo dipingono nelle fiabe, non è solamente rose e fiori, e non è in alcun modo esente dal dolore. Chi ama riesce a farlo persino nei momenti più bui, in quei momenti in cui tutto sembra andar male e non vediamo alcuna luce all'orizzonte. Sarebbe troppo semplice amare qualcuno privo di difetti, qualcuno che è sempre troppo felice o che nella vita non ha mai conosciuto il dolore... Insomma, le cose belle piacciono a tutti quanti! Ma quando riusciamo a trovare quel qualcuno in grado di amarci e che sarebbe disposto a dare la sua stessa vita per noi... Beh, non possiamo in alcun modo permetterci di lasciarcelo scappare. >>

Quelle ultime frasi colpirono Hyoga come un fulmine a ciel sereno.

Eccola lì, la risposta che stava tanto cercando e che così ingenuamente non era riuscito a trovare; gli era sembrato tutto così complicato, all'inizio, eppure adesso era perfettamente chiaro, lampante e cristallino, come il ghiaccio e la neve dai quali il suo Cosmo traeva alimento.

La soluzione giusta non era allontanarsi da Shun, ma permettere lui di avvicinarsi, aprirgli il proprio cuore e smetterla di nascondersi dietro ad inutili scuse senza senso.

Adesso lo sapeva, finalmente lo aveva capito.

E non poteva più permettersi di perdere tempo.

<< Boris, io... Io devo andare. >> si alzò in piedi così velocemente che quasi non inciampò in uno scalino << Lo so che è tardi e che non ha senso, ma io... I-io devo andare. >>

<< Hey, hey... Aspetta un momento, ragazzo... Calmati! >> Boris si alzò a sua volta e su abbastanza forte e rapido da afferrare Hyoga per un braccio prima che questi potesse andar via << Che cosa significa che devi andare? Dove, esattamente, vorresti andare. >>

Hyoga si fermò per qualche istante, il cuore che batteva all'impazzata ed il fiato corto.

<< Io... Quello che hai detto, Boris... Adesso l'ho capito. >> farfugliò << Ora finalmente so che cosa devo fare, so qual è il mio posto e la strada che devo seguire, io... Adesso lo so! >>

Boris continuò a fissarlo confusamente, sempre più stranito.

Hyoga si ricompose in fretta e finalmente, dopo troppo tempo trascorso a maledirsi e a soffrire in silenzio, un vero sorriso entusiasta si fece largamente strada lungo le sua labbra.

<< Ho deciso, Boris. >> dichiarò con fermezza << E' finalmente arrivato di momento di ritornare a casa mia. >>






N.d.A: Ed eccomi qua, finalmente! Le ferie sono ufficialmente finite e anche se mi sono presa un po' più di tempo per il capitolo, stavolta sono riuscita ad aggiornare! Ormai manca davvero poco
alla fine (non sono ancora sicura di quanti) e dopo aver praticamente maltrattato Hyoga e Shun per 12 capitoli, prometto che d'ora in poi le cose andranno finalmente meglio. :)
Come sempre vi ringrazio per la pazienza e la costanza con cui mi seguite... E vi abbraccio forte, dandovi appuntamento al prossimo capitolo. :)

Un bacio

  
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