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Autore: angelique white    24/08/2015    0 recensioni
La corona di diamanti era la più bella che mai potessero vedere. La più bella ma la più pericolosa.
Si dice che : ogni numero di anni la cui esattezza è sempre stata ignota , una regina giusta s'incarna e che l'ultima di un ciclo farà grandi cose.
La monarchia dei popoli verrà messa a rischio per sempre e l'ultima regina sarà proprio Ella, ma la sua perdita sarà un ostacolo o una marcia in più per andare avanti ?
La sua famiglia verrà assassinata dal principe Roberth II di Serafinos, uno dei vecchi regni ad ovest di Forneria. Lui il mandante dell'assassino ma anche l'unica persona capace di confortarla. Sarà proprio lui ad aiutarla insieme ad altre persone ad adempiere al suo grande destino.
Roberth ed Ella si erano già conosciuti in passato ed il loro amore si era dimostrato unico nel suo genere ma la memoria della ragazza è finita nell'oblio più assoluto non ricorda nulla di tutto ciò che è successo prima del fatidico giorno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Le fiamme ardevano, volevano avere voce propria in ciò che tra pochi attimi sarebbe successo. L'odore del legno che bruciava solleticava il loro olfatto.

Era tutto così dannatamente tranquillo. Il freddo stava sparendo, lasciando il suo tenero posto a quel calduccio accogliente.

Come ogni volta, la calma precede sempre una tempesta turbolenta, che travolge ogni cosa che incontra.

Roberth guardava assorto le fiamme,come se potessero bruciare quei pensieri che tanto lo attanagliavano.

Si chiedeva se era il momento giusto,se poteva evitare di rivelarle tutto adesso, se lei non era pronta? Diciamoci la verità: quando lo sarebbe stata?

Nessuna persona era mai pronta: a sentirsi dire, cose che non sapeva del suo passato, che avevano la facoltà di distruggerla.

Ella prese una mano del ragazzo al suo fianco e la mise tra le sue.

Un tepore gentile ,sentì l'altro sulla sua mano. La mano di lei era ancora gelata .

Si girò nella sua direzione guardandola , in quegli occhi dove le fiamme si specchiavano, vi lesse solo tanta sicurezza e voglia di sapere.

Prese un respiro profondo.

''Ella ora chiudi gli occhi'' Disse calmo, tirando fuori una polverina  ,dalla tasca dei pantaloni ,che gli aveva dato tanto tempo fa la balia.

Sulla fronte di Ella disegnò un cerchio intrinseco di: quella sostanza solida frammentata in minuscoli pezzettini.  Poi fece lo stesso gesto anche su se stesso.

La polverina non aveva odore, era solamente bianca luccicante.

I due giovani caddero in uno di quei sonni profondi.

Le loro anime si staccarono dal loro corpo, volteggiavano nell'aria, sorridendosi , abbracciandosi. Fino a quando un leggero vortice comparve , trasportandoli in un tempo passato. Lì, erano solo degli spettatori a dei ricordi passati.

''Roberth dove siamo?''.Chiese la ragazza guardandosi intorno spaesata.

''Dovremmo essere alla cerimonia'' iniziò col dire mentre si massaggiava la testa, come per cercare di ricordare qualcosa di non suo. ''Qui compi quindici anni''finì col dire mentre si avvicinava al centro della sala,accompagnato da Ella che lo teneva per mano.

Due invitati trapassarono i loro corpi da spettri. Erano un uomo e una donna che si prestavano a ballare,sentirono freddo fin nelle ossa. Fecero una breve smorfia ma poi dipinsero i loro volti, come tutti quelli nella grande sala, di un sorriso ampio ma falso.

''E' una sensazione strana'' commentò Ella sovrappensiero.

''Hai ragione '' rispose Roberth, stringendo un po' più forte la mano ,da fantasma,della ragazza.

I lampadari di cristallo illuminavano tutto con una grande luce splendente, gli ospiti smisero di ballare, la musica cessò,un grande silenzio si udiva.

La cerimonia si prestava ad iniziare, Perchè la giovane Ella percorreva con passo costante ed un andatura fiduciosa , quel sentiero tra gli ospiti che si era aperto. Si posizionò al centro della sala, dove la lei del futuro la guardava: cercando di imprimere per sempre quel ricordo.

L'attesa le stava distruggendo, tutte e due, si torturavano le mani con fare disinvolto , per non dare nell'occhio, considerando che era una cosa poco regale, specialmente in pubblico.

I loro genitori percorrevano la sala molto felici di vedere il proprio futuro, tra le mani sorreggevano un cuscinetto, bordeaux con dei ricami in oro, con sopra una corona in cristalli.

La storia di questa casata racconta che: La corona di cristalli la più bella, sia anche la più pericolosa. Essa è in grado di molteplici cose , tra cui : riconosce una regina con valori giusti da una semplice o con valori del tutto sbagliati. 

Se da essa proviene una luce bianca la regina è giusta e grandi cose farà, se non risplende è una regina comune, ma se la luce è nera allora morte e distruzione saranno le uniche cose che si verificheranno.

La regina giusta si incarna solo quando le cose non procedono bene, il suo potere è strabiliante ma pauroso. 

La regina nera, per il momento è nata una sola volta, d'allora il suo spirito è sigillato da una guardiana.

La ragazza di quel passato, dopo l'arrivo dei suoi di fronte a lei, chinò il capo accogliendo così sulla sua testa la corona ed il suo destino.

La corona dopo essere stata posizionata cominciò a brillare di una luce bianca che accecò gli occhi di tutti.

Sussurri si innalzarono nell'aria, facce stupite, perplesse ma anche di pura paura.

''Roberth'' disse Ella flebilmente  notando quella scena, stava succedendo qualcosa di inspiegabile per lei.

''Non distogliere lo sguardo guarda, sei forte abbastanza per questo ed è molto importante questa cosa''disse poggiandole un braccio dietro le spalle stringendola a se.

La fanciulla, si tolse immediatamente la corona posandola sul cuscino per terra, che era caduto tra le mani dei suoi genitori. In quella stanza vi erano solo i nobili i servi non potevano starci durante quella cerimonia. 

Un nobile vecchio e baffuto urlò:'' Ella non deve governare!''.

Molte grida di consenso ed applausi rimbombarono nell'aria.

Lei si strinse le braccia, abbassò il capo.

I suoi non fecero nulla, osservavano solo. Le loro facce erano pietrificate in paura e sgomento.Sembra che non respiravano ma nessuno vi fece caso.

Alla Ella del presente scese un lacrima, fredda, che fu raccolta da un pollice dal tocco  gentile appartenente all'uomo accanto a lei. 

La corona iniziò nuovamente a brillare, ma questa volta la luce era soffusa e rossastra, uscì una signora anziana. 

Un volto gentile, dolce con le rughe dell'età, i suoi occhi erano opachi , indossava una semplice veste.

Alla vista di quella donna tutti nella sala indietreggiarono finendo contro i muri. Ella invece alzò lo sguardo , la guardava chiedendosi chi era, la cosa non la spaventava come al resto della folla.

''Chi siete?'' chiese il padre tuonando, puntando il dito contro la donna, la quale fece un piccolo inchino per poi parlare.

''Io sono lo spirito che protegge la corona, mantengo gli equilibri e rivelo le profezie'' cominciò a spiegare poi si volto verso la giovane che era spaesata.

''Voi cara, siete l'ultima regina, l'ultima di questo ciclo.In voi si sono incarnati i valori giusti, voi farete grandi cose, che la nobiltà non approverà mai. La vostra esistenza sarà una continua battaglia. Il vostro destino è questo. Con voi la nobiltà finirà'' disse infine la vecchia, la sua voce era stata soggiogante. 

''Roberth tutto questo è per caso un brutto sogno?''disse Ella dandosi un pizzicotto sul braccio, cercando di risvegliarsi da quella trance.

''No . Questa è la tua vecchia realtà e la tua profezia'' 

La se più giovane svenne di colpo a tali parole, sbattendo la testa contro quel pavimento freddo come l'atmosfera che c'era lì.

 I nobili uscirono anche indignati oltretutto. Non gli interessava delle sorti della ragazza, l'unica cosa ad interessargli era la  loro fine.

I genitori presero la figlia e la portarono nella sua stanza. Adagiandola sulla comoda stoffa le diedero una dolce carezza prima di varcare la soglia della stanze e fare il loro dovere verso i nobili.

Tutto, nella stanza dove la fanciulla dormiva,divenne: triste, freddo, solitario. 

   
 
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