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Autore: Robigna88    25/08/2015    2 recensioni
MEGA CROSSOVER TRA Supernatural/The Originals/The Vampire Diaries/Constantine
Quando Elijah viene rapito da sua madre, Esther, e Mikael torna di nuovo dal regno dei morti intenzionato ad eliminare Niklaus, quest'ultimo, come il minore dei Winchester, sa non gli resta altro da fare che chiamare i rinforzi.
Quando Dean diventa Demon-Dean, Cass sta per esaurire la sua grazia e Sam si ritrova da solo nel momento peggiore della sua vita, sa che c'è solo una persona che può aiutarlo.
I rinforzi hanno due begli occhi nocciola, le fossette sulle guance, un caratterino per nulla facile e si chiamano Allison Morgan.
Riuscirà Allison ad aiutare la famiglia degli Originali e la famiglia dei cacciatori? E quanto la sua presenza peserà sui vari equilibri?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Hayley, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'The family Business'
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Volevo aspettare un po' prima di postare questo capitolo, ma era pronto quindi perchè aspettare? :)

tfb

22.

 

 

 

 

Il vampiro si lanciò su di lei, nei suoi occhi venati di rosso una rabbia che la cacciatrice aveva visto tante volte negli occhi di quasi tutti i suoi nemici. L’altro succhiasangue, come Dean amava definirli, giaceva per terra, un paletto conficcato nel suo petto; morto dopo aver tentato invano di ucciderla.

Allison lo colpì con un destro dritto sul naso. Non ne era certa, furiosa com’era, ma credeva di aver sentito qualcosa scricchiolare. Dal suo naso colavano lenti rivoli di sangue ad un ritmo regolare, sentiva il suo labbro superiore in fiamme ma tutto quello di cui le importava in quel momento era il corpo di Diego steso sul pavimento, pallido, sanguinante.

La donna afferrò il vampiro per i capelli e gli sbattè il viso sul bancone, poi barcollò quando lui indietreggiò sbattendola contro il muro. Tossì, per la forza del colpo ma colse l’occasione per piazzargli le mani al lati del viso. E con un unico gesto deciso gli spezzò il collo.

Il vampiro cadde privo di sensi e lei scivolò piano lungo la parete. Aveva il fiatone e gattonò fino a raggiungere il corpo di Diego. Si accertò che fosse ancora vivo e tossendo di nuovo si guardò intorno pensando a cosa fare. Fuori era l’alba e per la prima volta da tanto tanto tempo non sapeva esattamente cosa fare. Sapeva che dare al ferito l’aiuto necessario aveva la priorità su tutto il resto, ma se avesse lasciato lì il vampiro svenuto non lo avrebbe più trovato al suo ritorno e anche la vendetta aveva un posto importante tra le cose da fare, almeno per lei.

Prese il cellulare dalla tasca interna dalla giacca e fu sorpresa di vedere che nonostante i colpi funzionava ancora. Compose l’unico numero che le venne in mente in quel momento e strinse la mano di Diego nella sua.

Lente lacrime le scendevano sulle guance, sfiorandole il labbro ferito bruciavano come l’Inferno e si sentiva stanca come non le era mai successo. Forse, pensò mentre la voce del suo interlocutore le riempiva le orecchie, doveva prendersi una pausa. Ma aveva troppe cose a cui pensare.

“Mi serve aiuto,” mormorò. “Sono sulla Bourbon Street, in una tavola calda chiamata The Shelter. C’è... c’è la mia auto parcheggiata fuori. Fai presto, ti prego.”

Allison lasciò cadere il cellulare per terra, poi diede una carezza a Diego e con la poca energia che le rimaneva tirò fuori il suo pugnale. Raggiunse il vampiro privo di sensi e dopo aver premuto sul suo labbro superiore per far scivolare fuori i canini colpì con forza fino a romperli.

Abbozzò un sorriso soddisfatto mettendoseli in tasca e fu allora che Elijah e Klaus entrarono, l’Ibrido per primo.

“Che diavolo è successo?” chiese guardandosi intorno. “Questi sono due dei vampiri di Marcellus.”

Elijah lo sorpassò scansandolo, raggiunse Allison e si piegò per prenderle il viso tra le mani. Piangeva e tremava ed era in uno stato in cui non l’aveva mai vista.

“Stai bene?” le chiese scansandole i capelli dal volto. “Tutto questo sangue…”

“Non è mio,” disse lei reprimendo un singhiozzo. “Io ho solo qualche graffio ma Diego” lo indicò con un dito. “Respira a malapena. Ti prego, devi aiutarlo.”

Klaus si morse il polso, poi lo avvicinò alle labbra dell’uomo lasciando cadere qualche goccia e dopo qualche secondo le ferite iniziarono a rimarginarsi e il respiro a tornare regolare.

“Starà bene” la rassicurò. “Ma ora anche tu devi prendere un po’ del mio sangue.”

Lei scosse il capo scansando il braccio dell’Ibrido e si ripulì il labbro con la manica della giacca. Si aggrappò ad Elijah per rimettersi in piedi e sbandando raggiunse il vampiro ancora incosciente.

“Devo fare una cosa” disse afferrandolo per le braccia e trascinandolo piano verso l’uscita.

Allison” Elijah le si avvicinò. “Ti reggi a malapena in piedi. Non puoi andare da nessuna parte in questo stato.”

“Me la caverò. Aiutami solo a rinchiuderlo nel bagagliaio della mia auto.”

Allison…”

“Aiutami ho detto!” urlò lei. “Farò quello che devo e non c’è niente che tu possa fare per farmi cambiare idea. Puoi solo scegliere se aiutarmi o meno, quindi… vuoi darmi una mano oppure no?”

Elijah scambiò una rapida occhiata con Klaus, poi la aiutò.

 

 

 

 

****

 

 

 

 

Marcel indietreggiò abbozzando un sorriso. Pensò che da quando Allison si era preso la briga di allenarli, i suoi ragazzi, come lui li definiva, non erano mai stati così in forma. Alcuni di loro, i più abili, avevano anche imparato ad usare i loro sensi amplificati per combattere ad occhi chiusi.

Allison… bella e letale!

Marcel aveva conosciuto molta gente durante la sua lunga esistenza, persino un numero notevole di cacciatori, ma mai nessuno come lei; non uccideva per principio, non superava mai i limiti e non guardava alle creature soprannaturali dall’alto in basso, al contrario di molti dei suoi colleghi.

Ma sapeva tutto quello che c’era da sapere sul soprannaturale, non sbagliava mai un colpo e aveva tanti contatti. Probabilmente metà di quelle conoscenze le doveva un favore. Pensò che voleva chiederle di dargli una mano con una vecchia strega con cui non era mai riuscito a raggiungere un accordo per una collaborazione. Magari lei con quel suo modo carismatico e persuasivo sarebbe riuscita nell’impresa.

Stava per mostrare ai suoi vampiri una mossa che lei gli aveva insegnato quando la cacciatrice fece il suo ingresso, dietro di lei Elijah trascinava un vampiro insanguinato con le mani legate… uno dei suoi ragazzi.

“Che diavolo succede?” chiese avanzando verso di lei. “Louis, stai bene?” domandò al suo vampiro.

Lui annuì senza dire nulla, dagli angoli della sua bocca scendeva del sangue.

“Si chiama Louis?” Allison gli diede una rapida occhiata, prima di voltarsi di nuovo verso Marcel. “Non lo sapevo. Oh e io sto bene, grazie per avermelo chiesto.”

Allison” le chiese lui. “Che diavolo sta succedendo?”

I suoi vampiri si avvicinarono creando un semicerchio che fermo fissava la scena ed Allison pensò che se avessero reagito, se avessero iniziato a combattere lei non ce l’avrebbe fatta; le gambe sembravano cederle e sentiva freddo. Ma rimase in piedi e li fissò con aria sicura, senza mostrare come si sentiva.

La cacciatrice mise la mano in tasca, la tirò fuori dopo qualche secondo di attesa e lanciò qualcosa contro Marcel. Lui indietreggiò appena per riflesso, poi guardò a terra e sgranò gli occhi quando si rese conto che quello che stava osservando erano dei canini.

“Sono quello che penso?” chiese pensando che magari era giunto ad una conclusione troppo affrettata. “E dov’è Jason? Credevo che loro due fossero insieme a fare la ronda.”

“Quindi non hai dato tu l’ordine?” replicò Allison.

“Quale ordine?” chiese di rimando Marcel. “Non capisco che cosa diavolo stia succedendo.”

“I tuoi vampiri non stavano facendo la ronda” spiegò lei. “Quando li ho trovati stavano aggredendo e dissanguando a morte un uomo dentro il suo stesso locale.”

“Non è possibile,” le disse lui mettendosi le mani sui fianchi. “Non ho mai dato un ordine del genere.”

“Forse i tuoi vampiri non sono poi così obbedienti. Forse sono semplicemente degli animali, è nella loro natura in fondo.”

“Perché non ascoltiamo la sua versione prima di giungere a conclusioni. Sono certo che ci sia una spiegazione,” Marcel posò lo sguardo su Louis. “Avanti, dimmi che sta succedendo.”

“Oh credo che avrà difficoltà a parlare per un po’. Come avrai capito da un rapido sguardo al pavimento, gli ho strappato i canini. So per certo che perdere le vostre zanne vi fa più male di un paletto di legno conficcato nel corpo. E se ne vedi solo due non è perché ho deciso di risparmiare Jason, ma perché l’ho ucciso e visto che era morto non aveva senso privarlo dei suoi denti.”

Si alzò un vociare confuso, poi alcuni dei vampiri avanzarono minacciosi ed Allison non si lamentò quando Elijah si mise davanti a lei per farle da scudo.

Marcel fermò i suoi soldati con un gesto della mano e sospirò rimanendo in silenzio per qualche minuto.

“Ascoltatemi bene” disse Allison spingendo Louis verso Marcel. “Da oggi in poi Diego Raider è off-limits. Persino la strada in cui lavora lo è. È  mio amico ed è sotto la mia protezione. Se qualcuno ha un problema parli ora e cercheremo di trovare una soluzione, la prossima volta non sarò così disponibile a trattare.”

“Sei una puttana!” urlò uno dei vampiri raggiungendo Louis.

“Fossi in te modererei il linguaggio” lo avvertì Elijah con la sua solita calma.

Allison ignorò l’insulto e si avvicinò a Marcel. “Mi dispiace di aver dovuto uccidere uno dei tuoi, ma non mi ha lasciato altra scelta. Ti conosco da poco ma so per certo che non vuoi essere il leader di un piccolo esercito soprannaturale che uccide gli esseri umani solo per il gusto di farlo. Mi sbaglio per caso?”

“No, non ti sbagli” Marcel scosse il capo. “Indagherò su tutta questa vicenda ma ti sarei grato se in futuro mi mettessi al corrente di quello che sta succedendo prima di mutilare i miei uomini.”

La donna piegò le labbra in un’espressione di assenso. “Mi sembra giusto.”

“Ora vai a riposarti. Hai un aspetto di merda.”

La cacciatrice indietreggiò e senza aggiungere altro lasciò la casa seguita da Elijah. Non aveva uno specchio ma era certa che Marcel avesse ragione. Si sentiva una merda.

 

 

 

 

****

 

 

 

Una doccia calda fa sempre sentire meglio era un luogo comune a cui Allison non aveva mai creduto. Infatti, dopo una doccia calda, lei non si sentiva affatto meglio.

Mentre il getto dell’acqua lavava via il sangue e lo sporco, aveva avuto modo di pensare alla piega che la sua vita aveva preso da qualche tempo a questa parte e non le piaceva per niente. Le tragedie sembravano seguirla ovunque e per un attimo si convinse che Victor non aveva poi tanto torto quando aveva sostenuto che morte e distruzione la seguivano ovunque andasse.

Si asciugò gli occhi, ma fu inutile perché le lacrime continuavano a scendere, calde e lente, segno che il suo autocontrollo aveva raggiunto il limite. Come un vaso colmo. Sobbalzò quando bussarono alla porta della sua camera e si strinse l’accappatoio in un gesto istintivo.

“Avanti” disse più forte che poteva. Ma la voce le tremava terribilmente.

Elijah fece capolino con la testa ma rimase fuori in attesa di un cenno che lo invitasse ad entrare. Quando lei gli sorrise, lui avanzò richiudendosi la porta alle spalle.

“Klaus ha detto che il tuo… amico si riprenderà. Ha dato una ripulita, si è liberato del corpo di Jason e ha soggiogato Diego per fargli dimenticare tutto quello che è successo dopo la festa.”

Allison annuì facendo un grosso respiro. “Grazie. Mi dispiace di avervi chiamati, so che avete già un sacco di cose a cui pensare. Ma non sapevo come sistemare la cosa.”

L’Originale si sbottonò la giacca e si piegò sulle ginocchia, poi prese le mani di Allison tra le sue. “Smettila di dire stupidaggini. Non c’è niente di cui tu debba dispiacerti e non c’è motivo di ringraziare. Tu sei parte della famiglia e sei importante per noi. Sei importante per me.”

Lei annuì di nuovo, quasi come se non sapesse cosa dire, quasi come se fosse a corto di parole.

“Ora devi prendere un po’ del mio sangue, guarirà le tue ferite” Elijah si avvicinò il polso alle labbra ma Allison lo fermò prendendogli la mano.

“Sono solo dei graffi,” gli disse. “Non voglio che tu li guarisca. Mi ricordano per cosa combatto.”

“Io ti conosco Allison; non hai bisogno di un labbro spaccato e di questi lividi per ricordarti per cosa combatti.”

“Sono stanca Elijah,” la donna singhiozzò scoppiando in lacrime. “Sono tanto stanca.”

L’Originale sentì gli occhi riempirsi di lacrime, ma sentì anche il desiderio di stringerla, di essere forte per lei che in quel momento sembrava tanto fragile. Le prese il viso tra le mani e le diede un bacio leggero sulla fronte.

“Lo so,” le sussurrò. “Aggrappati a me, sono qui.”

Ed Allison lo fece; lasciò che le lacrime scendessero e che il dolore la abbracciasse mentre Elijah la avvolgeva stringendola forte. Forse era proprio quello di cui aveva bisogno.

 

 

 

 

 

 

   
 
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