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Autore: Soleil Jones    25/08/2015    4 recensioni
Fred e George Weasley; il loro quinto anno, i G.U.F.O. imminenti ed una particolare lezione di Difesa Contro le Arti Oscure.
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❝ [...] Perché lui era il fratello maggiore ― di tredici minuti ― ; in quanto tale e in quanto gemello non si sarebbe mai perdonato di essere causa di dolore e lacrime per Fred.
Perché suo fratello era la gioia fatta persona, ai suoi occhi, e non avrebbe mai dovuto conoscere altro se non risate e felicità!
Questo fu ciò che inconsciamente George si ripromise ― un giuramento solenne che persisteva già da prima, fin dalla prima volta in cui i gemelli si erano guardati ― e forse fu questo a impedirgli di affrontare la sua, di prova. [...] ❞
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Buona lettura,
Soleil Jones
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, George, Weasley, Remus, Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Lo so, penserete che non ho nulla di meglio da fare che rompere le scatole su questo Fandom, prendendo di mira sempre loro due. Magari la prossima volta scelgo qualcun altro, sì?
Idee? Richieste? :”D
Passiamo alle cose importanti, alle 'note' — se così le vogliamo chiamare — che vi lascio qua per comodità (e diciamocelo! xD) più mia che vostra. . . Dunque, come la maggior parte delle cose che sto pubblicando in questi giorni – esagerazione, eh – anche questo viene dal mio account di roleplaying di George. Per essere più precisi, ho tenuto in considerazione questo che, in caso non ve lo apra, è uno scritto sul Molliccio di Fred.

Per farla breve, là viene mostrata la più grande paura di quest'ultimo, ossia la morte di suo fratello gemello George.
Ora, per non ricalcare quanto aveva scritto la player di Fred e per dimostrare che i gemelli possono essere diversi su certi aspetti, in quanto hanno caratteri non esattamente uguali, mi sono messa a pensare.
E, be', il resto che ve lo dico a fare? ;)
Leggete e scoprite il resto da soli!


 


⌁ 1993, Hogwarts ⌁ — ɢeorge ωeasley 's ʙoggart ❝ It's just an image, Weasley. You can do it.



 


 

George aveva sempre saputo quale fosse il Molliccio di Fred.
Prim'ancora che con Lupin i gemelli avevano affrontato l'argomento col professor Quirrell, ma solo dal punto di vista teorico. Una sola volta il suddetto insegnante aveva fatto metter mano alla bacchetta ai suoi studenti e in quell'unica occasione George non fece neanche in tempo a fare una prova o a vedere bene che cos'aveva dovuto affrontare suo fratello Fred.
Per quel poco che aveva scorto, aveva pensato che si trattasse del gemello, che Fred avesse paura di farsi male sul serio, ma non ne era mai stato del tutto certo. Anche perché suo fratello non era il tipo di persona che teme per la propria incolumità.
Ma era solo un Molliccio ― si era detto un allora tredicenne George Weasley, ironizzando e lasciando perdere l'argomento.
Al loro quinto anno, però, in vista dei G.U.F.O., i Grifondoro si ritrovarono a fronteggiare Mollicci una seconda volta, ma in chiave puramente pratica.
Fu allora che George conobbe davvero la paura di Fred e, riconoscendosi in quel cadavere dai capelli rossi riverso a terra, la sua prima reazione fu lo smarrimento più totale.
Perché mai aveva paura di perderlo, Fred?
Lui non si era mai mosso da dov'era e mai l'avrebbe fatto, d'altronde, ed era chiaro come il Sole!
Dopo aver boccheggiato per qualche secondo, George aveva smesso di farsi domande. Perché era inutile.
Dentro di sé sapeva perfettamente che in ogni caso non sarebbe accaduto; non avrebbe mai permesso che la paura più profonda di Fred divenisse realtà.
Perché lui era il fratello maggiore ― di tredici minuti ― ; in quanto tale e in quanto gemello non si sarebbe mai perdonato di essere causa di dolore e lacrime per Fred.
Perché suo fratello era la gioia fatta persona, ai suoi occhi, e non avrebbe mai dovuto conoscere altro se non risate e felicità!
Questo fu ciò che inconsciamente George si ripromise ― un giuramento solenne che persisteva già da prima, fin dalla prima volta in cui i gemelli si erano guardati ― e forse fu questo a impedirgli di affrontare la sua, di prova.
Vampiri, clown, serpenti, ragni... paure in un certo senso infantili, ma all'ordine del giorno; quale sarebbe stata, la sua?
Quando fu il suo turno avanzò, ed il Molliccio lo squadrò per pochi attimi prima di assumere sembianze identiche alle sue.
Capelli rossi sgargianti, fisico atletico e slanciato, labbra fini bagnate dalle lacrime.
George batté le palpebre sbigottito mentre quel corpo vuoto crollava a terra in un tonfo, in ginocchio.
Attorno a lui il chiacchiericcio dei suoi compagni e la musica messa dal professor Lupin per incoraggiare gli studenti a pensare a qualcosa di buffo si ridussero notevolmente ― se fosse per via di George stesso, d'un tratto indifferente a ciò che accadeva attorno a lui, o alla forma assunta dal Molliccio era difficile dirlo.
Quell'essere ― perché di umano aveva solo le fattezze ― non aveva volto.
Era privo di espressione; gli occhi, ecco ciò che gli mancava.
Forse erano semplicemente celati dalle lunghe ciocche fiammeggianti, però, e in tal caso non dovevano comunque avere un'espressione felice.
George rimase paralizzato, immobile, col viso pallido e gli occhi color nocciola sgranati.
Quel fantoccio, quel ragazzo... era uno e uno soltanto ― era da solo ― ed evidentemente a pezzi.
Sentendo un groppo alla gola, George realizzò che non aveva la più pallida idea di chi si trattasse, tra lui e Fred.
Per la prima e unica volta in vita sua, uno dei gemelli Weasley non sapeva distinguere se stesso dal proprio fratello.
« Weasley, è solo un'immagine, puoi riuscirci. » Lo incoraggiò il professor Lupin, facendo vagare lo sguardo dal ragazzo al Molliccio.
George annuì meccanicamente e mosse un passo in avanti, ma quando dal mutaforma uscì un suono ― un singhiozzo ― la bacchetta del quindicenne finì per terra.
Come poteva pensare di trasformare quella visione in qualcosa di buffo e spassoso?
« È solo un'immagine... » mormorò tra sé e sé George, con voce spezzata. « Solo un'immagine, una stupida immagine... »
Lupin fece per andare a scacciare il Molliccio, ma George, in uno scatto, come ridestatosi da uno stato di trance raccolse da terra la sua fida compagna e sbottò a voce incrinata: « Riddikulus! »
E il ragazzo davanti a lui iniziò a rotolarsi a terra ridendo e tenendosi la pancia.
Se ne andò subito, il rosso, per passare il testimone ai suoi compagni.
Tastandosi le guance, constatò di non aver versato neanche una lacrima, fortunatamente.
Anche perché non avrebbe avuto senso farlo, a parer suo; era solo un Molliccio.
Continuava a ripeterselo come una mantra ― solo un Molliccio, solo un Molliccio, solo un Molliccio...
Non riuscendo a nascondere il fatto che fosse un po' scombussolato, George si guardò bene dall'avvicinare chiunque per il resto dell'ora.
Se ne andò al fondo dell'aula e aspettò.
Dopo la lezione, dopo aver assicurato a Fred ― senza smancerie, senza frasi melense; con solo ironia, un sorriso celante un genere di dolcezza che solo loro riuscivano a cogliere e uno sguardo orgoglioso ― che non si sarebbe liberato tanto facilmente di lui, l'argomento venne archiviato. Con un semplice: « Che paura stupida che hai. Col cavolo che crepo così! » sussurrato all'orecchio.
Non erano mai stati particolarmente tipi sentimentali, loro, e nel caso non gradivano smancerie e atteggiamenti sdolcinati in pubblico se non con dovute eccezioni.
Era ora di pranzo e lo stomaco di George non reclamava cibo proprio per niente. Mentre stavano per incamminarsi verso la Sala Grande, la voce di Lupin richiamò i gemelli.
« Weasley? »
Fred e George si votarono contemporaneamente all'indirizzo del professore che, con un cipiglio incerto, indicò Fred.
« George, giusto? »
« Sono io George. » S'inserì l'interessato con un'alzata di mano e un sorriso sghembo.
« Davvero sei tu? »
« Non la stiamo prendendo in giro, professore, parola mia! » assicurò con una certa solennità Fred. Lupin sorrise lievemente e gli chiese: « Posso scambiare due parole con George, dunque? »
« Sicuro! » annuì Fred, per poi rivolgersi al gemello. « Sono in fondo al corridoio. »
George annuì e seguì il fratello con lo sguardo finché la voce di Lupin non lo riscosse.
« Stai bene, George, vero? »
« Era solo un Molliccio. » Rispose prontamente il quindicenne, scrollando le spalle con fare noncurante.
« Che cosa rappresentava, con esattezza? »
George aggrottò la fronte, pensoso, senza sapere bene cosa rispondere. Al che Lupin aggiunse: « Sembra evidente che tuo fratello abbia paura di perderti, per te è lo stesso? »
« È ovvio! » rispose prontamente George, sgranando gli occhi con eloquenza. « Ma... non lo so, non so cosa risponderle. La persona in cui si è trasformato il Molliccio― be', non so chi fosse tra me e Fred... »
« Be', quella persona era sola, su questo non ci piove. » dichiarò con casualità Lupin, chiudendo la porta dell'aula alle sue spalle.
“Sola” ― quella parola riecheggiò nella mente di George per un minuto buono e gli parve avere un suono sgradevole come pochi altri termini.
Gli attanagliava le viscere e bloccava il respiro, l'idea della solitudine.
« Temere di essere lasciati indietro da chi amiamo, di restare soli, è umano. Il fatto che tu non sappia in chi si è trasformato il Molliccio, prima, denota semplicemente che la tua paura è rivolta a te stesso e non solo. Il che è contorto, forse, ma molto umano. Forse addirittura scontato, nel vostro caso. »
Detto questo, l'uomo si congedò con un cenno del capo e un sorriso dall'aria incoraggiante quanto mesta, lasciando George perplesso e confuso.
Ripensò a ogni occasione in cui lui e Fred erano stati separati non per volontà loro, da bambini, e a come si fosse sentito annoiato e abbattuto senza il gemello.
Raggiungendolo, ripensò alla loro incapacità di stare uno senza l'altro e comprese: non temeva che uno di loro morisse, George, perché nella sua personale ottica come erano venuti al mondo insieme così se ne sarebbero andati.
Aveva paura di altro: che il Molliccio di Fred divenisse realtà, ad esempio.
Se fosse accaduto, suo fratello come si sarebbe sentito? ― Solo.
Se, per cause di forza maggiore o meno, lui e Fred si fossero divisi, come si sarebbe sentito? ― Solo.
Era incredibilmente semplice e scontato: la più grande paura di George era la solitudine.
Perché “Forge” senza “Gred” che senso aveva?
« Tutto bene? » domandò Fred non appena George gli fu accanto.
Quest'ultimo annuì sereno « Tutto bene. » e insieme, i gemelli si avviarono verso la Sala Grande.
Comunque stessero le cose al momento per George la faccenda era bella che chiusa perché, andiamo, era solo un Molliccio!

  
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