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Autore: Master Chopper    25/08/2015    8 recensioni
'Conosci i motivi per cui sono convinto che la collaborazione, l’importanza dell’alleanza e la fiducia debbano essere il nuovo cavallo di battaglia per la Famiglia.
Per tanto comprenderai la mia stolta richiesta di collaborare, nuovamente, a favore di questa causa che intendo portare avanti finché morte non me lo conceda:
In Giappone, precisamente nella mia città natale, Nanimori, ho lasciato da cinque anni mio figlio:
Tengoku Marco Sawada.
Confido nelle tue capacità, Reborn.
Tuo Eterno Amico, Sawada Tsunayoshi
VONGOLA X ‘
- CONCLUSA - Attualmente in corso su: ' [SoF] Saga dei Sette Peccati Capitali '
ATTUALMENTE IN REVISIONE. ATTENZIONE, ALLA FINE DELLA REVISIONE I CAPITOLI POTREBBERO ESSERE STATI MODIFICATI RISPETTO ALLA VERSIONE ORIGINALE. Capitoli revisionati: 3.
Genere: Azione, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Reborn, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Stories of a Family [SoF]'
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Target 8: La via per il futuro!



50
Km dalla Magione Vongola

 

Le nuvole si tingevano di rosso e arancione, come se fossero state colorate da quel grande pittore che era il Sole.

Il cielo era prossimo alla  sera, la gente era trepidante per la festa che si sarebbe tenuta in piazza.


Le donne correvano tra le boutique, gli uomini facevano appello a tutte le loro forze per sopravvivere a quelle ultime ore di lavoro, prima di scendere per le strade e darsi alla pazza gioia con i loro concittadini.

 

Qualche operaio dava un ultimo tocco alle decorazioni svolazzanti tra un palo della luce e l’altro, gli elettricisti controllavano che le illuminazioni rispondessero ai comandi e i più anziani sistemavano i fuochi d’artificio negli appositi punti designati.

 

Ciò nonostante, le strade erano molto meno affollate di quanto si potesse pensare. Mancava ancora qualche ora e la gente, chiusa nelle case e negli uffici, si dava il tacito accordo di stringere i denti ed aspettare.

 

“ Quanto sono snervanti queste feste.” Borbottò una voce maschile, appartenete ad un ragazzo che da diversi minuti si aggirava tra quei viali.

Dietro la sua testa rossa facevano capolino altre cinque figure, che lo seguivano con sguardo serio e in silenzio.

“ Permettimi di dissentire, Simon: se questa gente può permettersi un giorno feriale è proprio grazie al duro lavoro di tuo padre e del Decimo Vongola.” Lo ammonì con tono pacato e per niente accusatorio un’altra voce maschile.

A parlare era stato un ragazzo di qualche centimetro più basso di Simon, dal fisico magro e dalla carnagione molto chiara. I capelli erano di color azzurro, corti ed ordinati mentre gli occhi erano coperti da degli occhiali da sole dalle lenti e dalla montatura scura.

Il suo vestiario era tutto, completamente nero: giacca, camicia, pantaloni lunghi e scarpe lucide.


Camminava rigido e composto, senza mai staccare gli occhi dal rosso.


“ Angelo, se mio padre vuole fare il business-man non mi importa, quel che conta è che non mi deve più trattare come un ragazzino. Si capiva dal suo modo di parlare che voleva che me ne andassi dalla Magione prima del tempo dei preparativi. Probabilmente doveva andare in riunione con i Vongola, ma come al solito preferisce tenermi tutto nascosto.” Sbruffò il ragazzo, abbassando lo sguardo a terra e continuando a camminare dritto.

Sollevò lo sguardo solo quando sentì una mano delicata appoggiarsi sulla sua spalla.

 

“ Credo che il Signor Enma voglia soltanto il meglio per lei, Signorino. Se questa è la sua scelta temporanea, credo proprio che sia meglio assecondarlo.” Gli bisbigliò con tono dolce e rassicurante Zaffiria.

 

Zaffiria Sibillia era da molti anni molto legata a Simon, quasi quanto Angelo. Portava i suoi biondi capelli a caschetto, quasi in tonalità con la candida pelle e in contrasto con i profondi occhi blu.

Aveva un fisico capace di far girare la testa anche al più serio degli uomini: il fisico asciutto,le forme generose e i lineamenti delicati tipici delle donne veneziane, città dov’era nata. Inoltre, seppur avendo quasi ventidue anni, la sua delicatezza nel portamento la faceva apparire molto matura e raffinata in qualunque cosa facesse.

Lei e l’Undicesimo passavano molto tempo insieme, anche per motivi che non riguardavano la Famiglia

E il rapporto che si era creato tra di loro ricordava molto quello tra fratello e sorella maggiore.

 

Angelo invece, seppur con la solita freddezza e il distacco, doveva molto a Simon e al rispetto reciproco che li rendeva da anni ottimi colleghi e amici.

 

“ E poi, diciamocelo Simon: ti annoieresti molto di più tra tutte quelle riunioni e scartoffie!” ridacchiò l’acuta voce di Raylai Spadafora, che dal viaggio di ritorno dal Giappone insieme a Yuro Raiko e ad Aris Chosen, non si staccava più da lui.

La mora cinse il braccio del ragazzo con il suo ed essendo più bassa, gli si strinse affettuosamente.

A Zaffiria parve di scorgere un sorriso sul volto apparentemente di marmo di Simon, e questo la rassicurò.

 

“ Bhe Ray, non so tu ma io mi sto annoiando comunque …” borbottò glaciale come suo solito Aris, facendo spallucce alla ragazza, che adesso lo guardava in cagnesco.

 

Ma prima che la mora potesse avventarsi sul ragazzino, l’alta figura snella di Yuro si intromise fra i due, prendendo sottobraccio Aris e facendogli la linguaccia, divertito.

“ Ma insomma, ti sembra una cosa da dire in questa situazione? E poi sono sicuro che quando torneremo alla Magione, alla festa ti divertirai come un matto, come tuo solito! ”

L’arciere, colto in flagrante sulla sua indole, si limitò ad arricciare il naso, arrossendo per l’imbarazzo.

 

Fortunatamente, la voce immutabile di Angelo spezzò quel silenzio imbarazzante.

L’azzurro, dopo essersi portato il dito indice sulla stanghetta destra dei suoi occhiali, si avvicinò a Simon, in testa a tutti.

“ Simon, credo che ormai si sia fatto troppo tardi: mancano meno di due ore all’inizio della festa e … vostro padre preferirebbe che arrivassimo tutti insieme in orario. Precisamente centonove minuti all’inizio e ottantanove all’arrivo della macchina in piazza Dieci.”

 

A quelle parole l’Undicesimo si fermò, massaggiandosi le tempie per non perdere la calma.

“ E giustamente quel maledetto d’un padre doveva mandarmi proprio adesso a ritirare il pacco speciale e a prendere l’ospite al suo bar. Non ieri o l’altro ieri, ma oggi stesso!” sospirò per l’ennesima volta, per poi girarsi verso i suoi compagni.

 

Piantò ad ognuno di loro uno sguardo serio e concentrato, poi, dopo qualche secondo, si arruffò ancor di più i capelli, sbuffando.

“ Facciamo così: Angelo, Zaffiria e Aris, che lavora nello stesso bar, andranno ad accogliere l’ospite, mentre io, Ray e Yuro recapiteremo la sorpresa.”

 

“ Parli tanto di tuo padre, ma alla fine ci stai nascondendo un sacco di cose: chi è questo ospite e che cos’è questo pacco speciale sorpresa?” domandò scettico Aris, anche se nel mentre si stava già dirigendo verso il locale, seguito a ruota dai due membri più anziani di quel gruppo.

 

La voce dell’Undicesimo lo raggiunse prima che svoltassero l’angolo, aumentando soltanto la sua curiosità:

“ L’ospite sarà l’ultimo componente dei miei Guardiani, un uomo già incontrato durante il mio viaggio in Giappone. Ha forza da vendere, ma è ancora un rana nel pozzo.  Mentre la sorpresa … bhe, posso solo dirti che è un’idea geniale.” 

 

 


 

Bar ‘  Polvere d’Ossa’

 

I tre incaricati si trovarono di fronte alla porta smaltata di rosso scarlatto e, con un reciproco sguardo d’assenso, la spalancarono.

Vennero subito immersi nell’oscurità, dato che le uniche luci erano quelle provenienti dalle finestre ad oltre due metri sopra le loro teste.

 

A pochi passi da loro, seduto su di un divano di pelle e coperto dall’ombra, c’era un uomo.

Di stazza molto grande, faceva brillare i suoi occhi neri come opale scintillante.

 

Un brivido freddo attraversò le spine dorsali dei Simon, quando videro che, a distanza differente da quell’individuo, giacevano dei corpi scaraventati brutalmente contro pareti e pavimento, tanto che il legno si era rovinosamente crepato in quei punti.

 

“Sieg  Bulldozer? ” chiese Angelo, assottigliando lo sguardo.

“ Si pronuncia Zig … comunque sì, sono io. “ rispose la roca voce dell’ex generale, mentre con lentezza si metteva in piedi, sovrastando i tre con la sua altezza.

 

Dall’attacco di Namimori era cambiato: i capelli viola e ispidi adesso erano corti fino alle spalle, non più coperti da nessun cappello. Adesso sul  collo, resa visibile dalla camicia che indossava, faceva capolino una parte della lunga cicatrice procuratagli da Simon.

“ Voi siete i … Simon?”

“ Esattamente. Chi sono quegli uomini? ” rispose per primo Aris, indicando i corpi incastonati nella parete e notando solo adesso che erano tutti vestiti con una stessa uniforme di pelle.

 

“ Sono della Famiglia Hydra. Una donna mi ha chiesto di non farli entrare.” Disse Bulldozer, recuperando il suo immenso cappotto nero dal bancone del locale.

“ Donna? ” domandò confusa Zaffiria, per poi lanciare un’occhiata alla porta indicata dall’uomo: una piccola porticina di legno dall’altra parte della stanza.

 

 

Infatti, pochi minuti prima del loro arrivo c’era stata veramente una donna che aveva varcato quella soglia.

 

Bulldozer ricordava che era piuttosto alta e molto magra, con la carnagione abbronzata. Indossava una canotta bianca con sopra una semplice giacca in jeans, sotto degli short e delle scarpe da ginnastica bianche. Aveva i capelli blu scuro, rasati dal lato destro e raccolti in tante trecce lunghe sul sinistro. Aveva tatuato un infinto sopra il naso, in mezzo agli occhi e una piccola rosa sulla lingua, che si vedeva quando parlava.

Lo aveva guardato teneramente con degli affilati occhi gialli e gli aveva detto:

“ Per favore, occupatene tu, caro. Non vorremmo essere disturbati.”

E se ne era andata, lasciandolo solo in mezzo a quei sicari, che vennero presto annientati sotto i suoi colpi.

 

 

“ Ho capito, deve essere stata Sherry Gold, della Famiglia Anonimato.” Annuì serio il moro, per poi guardare i suoi compagni e riconoscere nei loro sguardi un attimo di confusione.

“ E’ successo quando ero in viaggio per l’America il mese scorso. A quanto pare Decimo ha deciso di lasciare che il Secondo Boss degli Anonimato usasse questo bar come base temporanea in periodo di festa.”

“ Strano. Ne io ne Simon sapevamo niente.” Mormorò la bionda, leggermente delusa dall’aver ricevuto quelle informazioni con un mese di ritardo. Eppure il Boss era sempre stato come un padre per lei.

 Il nervosismo crebbe quando notò che anche Angelo non sapeva che fare.

 

“ Comunque hanno strani orari: tornano sempre verso le due di sera, quando il bar chiude e se ne vanno alle cinque quando apre. Nessuno dei Simon ha mai visto il volto del Secondo, tranne Decimo Enma.

Si fa chiamare con tanti nomi: Maestro, Direttore, Padrone, Ignoto … ma nessuno sa il suo vero nome, tantomeno le sue origini. Si saprà tutto stasera e, se quello che mi ha detto Simon è vero, ci sarà da investigare.”

 

 

 

Quarantatre minuti all’inizio della festa. Bar ‘Polvere d’Ossa’

 

La porta di legno sul retro, nascondeva parte della base degli Anonimato, occupata semplicemente dal Boss, da Gold e da Platino.

Ma ora, dato l’orario, il Secondo e il suo braccio destro avevano preceduto la ragazza, diretti alla villa. Dopotutto, la loro Famiglia era pur sempre un’Alleata.

Sherry era appoggiata alla fredda parete, con le braccia conserte e gli occhi chiusi, intenta ad ascoltare dai suoi auricolari le canzoni che più le piacevano.

 


Le luci intorno a lei erano spente, fatta eccezione per quella di una freddo neon, che illuminava interamente un tavolino metallico, una sedia e la persona che la occupava.

E, seduto lì sopra c’era proprio Enzo, l’Argento.

 

Legato al ferro con tre spesse corde, una che gli cingeva le caviglie, una i polsi dietro la sua schiena e un’altra che serviva per bloccare i prece denti nodi alle gambe dell’appoggio.

 

Il volto era imperlato di sudore, la maschera gli era stata strappata e riportava diversi tagli intorno agli occhi e alla bocca.

Se non ci fosse stato un bavaglio a metterlo a tacere, avrebbe tramutato quei sordi mugolii che si potevano appena udire, in grida di terrore.

Pochi secondi dopo, la porta alle sue spalle si spalancò, facendolo tremare di paura.

 

La sua posizione gli impediva di voltarsi, così fu costretto ad ascoltare dei passi sordi avvicinarsi sempre di più. Nessuna voce.

 Solo passi.


“ Bene … Ciao Enzo.” Sospirò snervata una voce che, l’ex Anonimato riconobbe subito.

Come preso da un attacco di convulsioni, prese a dimenarsi ancora più forte, trovando però un’incredibile resistenza nei legacci che lo immobilizzavano.

“ Il Boss mi ha già detto tutto: che hai guidato alla rivolta numerosi membri della Famiglia, che hai messo a rischio la vita del figlio del Decimo Vongola e del futuro Boss dei Bovino, mettendo a tua volta anche a rischio la nostra alleanza. Tutte brutte cose, tu che mi dici?”

Il bavaglio venne tolto, lasciando che il silenzio venisse interrotto da rumorose boccate d’aria e frasi sconnesse. 

Ci volle un po’ di tempo prima che riuscisse a proferire parola:

“ Non mi uccidere, non mi uccidere … Ti prego, non mi uccidere …” continuava a sussurrare come un mantra, piantando i suoi occhi impauriti sulla figura che adesso gli si parava davanti, coprendo la luce del neon.

Un ragazzo, abbastanza alto e snello, dal viso delicato e con degli ordinati capelli di un colore indefinibile, a causa del buio.

 

Dopo l’ennesima ripetizione, il misterioso ragazzo afferrò la mascella di Enzo e lo spinse violentemente sul pavimento.

Il moro sussultò, riprendendo a dimenarsi, ma un calcio affondò nel suo costato, soffocandogli un grido.


“ Tu non immagini nemmeno il guaio in cui ci stavi per cacciare. Volevi davvero mettere la nostra semplice Famiglia contro i Vongola e le loro centoventi Alleate? Per non contare le Famiglie minori e tutti i fornitori che hanno dalla loro parte.”

Il ragazzo si chinò, avvicinando la punta del suo naso leggermente all’insù, a quella dell’uomo.

Due occhi rossi come il sangue brillarono nell’oscurità.

 

La mano destra, che aveva afferrato la mascella, la strinse ancora più forte, costringendo  il disgraziato a spalancare la bocca fino al limite massimo.

“ Ora che passerai a miglior vita, per favore ricorda della misericordia del nostro Boss … di cui tu hai abusato!”

Il braccio sinistro si sollevò sopra la sua testa, per poi avvicinare lentamente la mano alla faccia di Enzo.

 

Prima si udirono dei flebili rumori lontani, come se provenissero da un’altra stanza.

Poi, sempre più vicini, sembravano essere dei piccoli ticchettii. Iniziarono a crescere di numero e di intensità.

 

E, dal buio della manica del ragazzo, fuoriuscirono decine di enormi insetti viola e dalle teste rosse, simili ad enormi millepiedi.

“ Ti piacciono i miei amichetti? La Scolopendra Gigantea arriva ad essere la specie di scolopendra più grande al mondo, con i suoi 30 centimetri massimi di lunghezza. Queste sue dimensioni le permettono di poter cacciare anche bestie come rane, pipistrelli. Questi esemplari sono stati modificati geneticamente da me in persona.”


Sorrise compiaciuto lui, mentre gli invertebrati iniziavano a zampettare sulla sua mano, sempre più pericolosamente vicini ad Enzo, che continuava a tentare di sottrarsi a quella presa ferrea, senza nemmeno la forza per gridare.

“ Quindi, Enzo l’Argento degli Anonimato … sei appena stato … sollevato dal tuo incarico, mi dispiace.”

 

 


 

“ Sarebbe … questo il pacco speciale ‘sorpresa’ ?” domandò, leggermente basita Raylai, sporgendosi ancora un po’ per vedere il contenuto di quell’enorme cubo di cartone che avevano portato fino in piazza Decimo.

 

“ A me sembra una sciocchezza.” Ribadì Aris, girandosi per andarsene.

“ SUGOI!! [1]  Mi piace da impazzire!” esclamò Yuro, con gli occhi che sbrilluccicavano per l’emozione.

“ Se questa è la volontà di Simon …” mormorò Angelo, cercando di darsi un tono e riprendersi dalla confusione.

“ Sembra un ragazzo pieno di sorprese.” Disse semplicemente Bulldozer, restando impassibile.

“ Uhm, chissà come fa a sapere le nostre misure …” si chiese Zaffiria, ignorando i commenti degli altri.

 

“ Oi !!” li chiamò una voce dall’altra parte della piazza.

La porta del negozio in cui aveva passato almeno cinque minuti is spalancò, lasciando che Simon potesse uscire.

La speciale sorpresa consisteva nella nuova divisa della Famiglia, esclusiva per il neo-Undicesimo ed i suoi alleati.

La metà inferiore del busto era coperto da una pancera nera, mettendo in mostra il fisico snello del ragazzo.

Indossava dei pantaloni lunghi e larghi neri, con delle strisce rosse alla punta, mentre sul dorso faceva bella vista un grande mantello rosso di pelle con un alto collo a ‘V’, sul quale su entrambi i lati era scritto ‘Simon’.

 

Per non parlare dell’enorme stemma nero che svolazzava sul mantello: una bussola con due aghi che puntavano ad est e ad ovest, all’interno di un mirino fiammeggiante.

Il rosso sistemò meglio la sua Nodachi nella pancera e finì di sistemarsi i capelli, mentre veniva osservato e giudicato dagli sguardi della sua neo-Famiglia.

 

“ Allora, per che non ve la siete già messa?” domandò con un sorriso a trentadue denti.

Teneva molto a quella divisa, per cui in pochi minuti, tutti i sei ragazzi furono pronti.

 

La versione maschile dei Guardiani era simile a quella di Simon, solo che al posto del mantello c’era un giubbotto militare rosso sangue, sempre con il simbolo nero dei Simon e una cintura di cuoio al posto della pancera.

 

Angelo si sentì a disagio nel restare a petto nudo, per questo preferì mantenere da sotto una camicia nera, senza nessuna obbiezione da parte del Boss.

 

Per le due donne del gruppo era leggermente diversa: i pantaloni erano più stretti ed interamente rossi, a coprire il busto c’era una tuta di pelle nera aderente con il simbolo disegnato sulla schiena.

Il rosso disse che come calzature potevano mettere quello che volevano, mentre lui aveva optato per i benta tradizionali.

 
“ E’ … comoda.” Ammise Raylai, mentre finiva di abbottonarsi la tuta.

 


“ Eccoli, sono lì i Simon!!” Improvvisamente diverse macchine fecero irruzione nella piazza, sgommando a pochi metri dal gruppo, mentre tutti i passanti si dileguavano tra urla e pianti.

Le portiere si aprirono contemporaneamente, lasciando fuoriuscire dalle vetture una ventina di italiani, vestiti con giubbotti di pelle e tutti con la stessa alta pettinatura a cresta.

 

“ La Famiglia Hydra.” Ringhiò Bulldozer, stringendo il pugno intorno al suo fidato manganello d’acciaio.

 

“ Bene …” ghignò Simon, per niente colpito dall’entrata in scena della Famiglia.

Rapidamente, Raylai, Aris, Yuro, Zaffiria, Angelo e Bulldozer si allinearono al suo fianco.

 

“ Con chi credete di avere a che fare?!” esclamarono all’unisono, lasciando spiazzati gli Hydra.

 

“ Vendiamo cara la pelle!  Avanti!!” gridò il rosso, sguainando la sua katana e brandendola davanti a sé.

 


Questa è una nuova storia.

La Storia di una Famiglia … che arrivò in ritardo alla festa del Decimo Vongola.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTORE:

ROW, ROW, FIGHT THE POWA!! (Eh, sì, perché per chi non lo avesse capito la divisa di Simon è ispirata a quella di Kamin-*gli arriva una Nodachi in fronte*)

Welcome back! Eccoci alla fine di questo mini-capitolo ;D!

Per chi non lo avesse ancora capito … ecco a cosa servivano le cinque schede misteriose XD!

Sì, cinque perché Bulldozer  doveva essere un colpo di scena. Spero che  abbia sorpreso qualcuno -.-’’.

Ma magari anche no!

 

Ci avviciniamo sempre di più alla festa, si potrebbe dire che manca meno di un’ora e allora … vi chiederete perché sto allungando così tanto i tempi?

Perché non si è subito visto chi è stato a parlare con Tengoku?

 

Come già detto nello scorso capitolo, nessuna scena è stata inserita casualmente.

Abbiamo scoperto la fine che ha fatto Enzo dopo il tradimento. Sarà ancora vivo?

Chi è il misterioso ragazzo complice degli Anonimato?

Perché non si sa nulla del Secondo Boss?

Ma soprattutto … cos’è che Enma vuole tenere nascosto a suo figlio?

 

Restate on the road e lo scoprirete, magari anche con un po’ di speculazione ;)

Alla prossima X3!

[1]: Giapponese, vuol dire ‘Fantastico!!’

 

P.S: E invece no! Ho ancora un paio di cose da dire. Per iniziare, questo capitolo è dedicato a Death the/Kurosaki Simon (non ti chiamerò mai Teemo Omegasquad :P), siccome è lui il creatore dell’Undicesimo dei Simon, Simon (XD).

Buona fortuna per gli esami, Simonio (Simon/Demonio)!! Aspettiamo tutti il ritorno della tua fan fiction!

Poi … primo avvertimento a chi non ha recensito lo scorso capitolo: uomi_hime (e sono due che non recensisce), Geo_96_Bee (idem), alexandros_95 e … vabbè, ci sarebbe anche Ai_Ga_Hoshii_Yo, ma con lei ho perso la speranza già da tempo dato che ha recensito un solo capitolo tanto per affibbiarmi un’OC e poi sparire nel nulla.

- Primo avviso. Non andrò oltre i tre.  Testimoni i recensori .

Ultima cosa, forse (FORSE) aggiornerò domani, oppure dopodomani.

Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e, mi raccomando, siete liberi di iniziare a speculare nei commenti, anche se immagino che le basi non siano molte.

P.P.S: Mi raccomando con le recensioni, non siate millimetrici!

   
 
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