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Autore: _Lyss_    25/08/2015    1 recensioni
Tutto quello che non è raccontato in "Walt Disney High School", momenti vissuti, da vivere, probabili ed improbabili tutti raccolti in una serie di one-shot con protagonisti I Protagonisti dei nostri film disney preferiti e che serviranno a dare luce e curiosità al filone principale della storia.
Ps: NON è strettamente necessario aver letto "Walt Disney High School", le brevi storie sono godibili singolarmente, ma sarebbe comunque PREFERIBILE :)
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2. La casa terrificantemente bella
 
Di case belle in città ce n'erano molte, da graziose villette adornate da colorati giardini a grandi ville luccicanti di sfarzo, tuttavia nessuna era lontanamente simile all'abitazione del giudice Claude Frollo che si potrebbe descrivere solamente come terrificantemente bella.
Incorniciata da cupi pini, si riconosceva dai mattoni grigi, infissi neri e tetti spioventi dalle tegole color piombo. E se l'esterno, nonostante l'imponenza e l'eleganza, era accogliente quanto un nido di serpenti, non di meglio si poteva affermare dell'interno, ricolmo di antichi mobili scuri, grandi stanze fredde e un gigantesco camino che proiettava lugubri ombre nel salotto dove si trovava. Certamente, la casa, riusciva a rispecchiare pienamente la simpatia e l'affabilità di colui che l'abitava.
Solo una stanza faceva eccezione, la più piccola e scomoda, ma che riusciva a risaltare tra le altre come una fiammella di vita in una landa gelata. Il pavimento era di legno scadente e le pareti color crema stinto, ma davanti alla finestra tintinnavano stupefacenti vetri colorati, il letto era in una nicchia riparata da una bellissima tenda vinaccia e ovunque v'erano tracce d'un animo creativo e gentile, che fosse un tavolo da lavoro con statuine intagliate o un nido di passerotti sul davanzale.
Tale differenza dal resto della casa, era giustificata dal fatto che fosse l'unica camera dove non tempestava lo sguardo severo del giudice, ma che rappresentava il rifugio del figlio adottivo di quest'ultimo: Quasimodo.
Frollo l'aveva preso in affidamento da quando il ragazzo non era più grande di un fagottino, ma bisogna star lontani dal pensare che l'adozione fosse frutto di un atto d'amore o carità, piuttosto una manovra forzata per ottenere la benevolenza del vescovo della zona con il quale, Frollo, aveva avuto fin troppi attriti.
 
"Dimostratemi che avete ancora un cuore palpitante nel petto" l'aveva supplicato il religioso "Prendete questo bambino e crescetelo come vostro o non avrà futuro" ed aveva ragione, sebbene priva di umanità, l'azione di Frollo fu l'unica cosa che salvò Quasimodo da una vita ai limiti della miseria, causata da una grave malformazione che rendeva il piccolo gobbo e con il viso sfigurato ... chi si sarebbe mai preso cura di un mostro, abbandonato dalla sua stessa madre?
Così, nonostante tutto, il piccolo crebbe bene e riuscì anche a sviluppare un certo affetto per il suo tutore, che rappresentava, insieme al vescovo, l'unica persona presente nella sua vita. Per quattordici anni, infatti, Frollo si sobbarcò anche l'onere di educare il "figlio" tenendolo lontano dalla scuola e dalle altre persone che, a suo dire, sarebbero state troppo rapide e felici di giudicare. Un atto di protezione? Oh no, pura vergogna.
Le cose cambiarono quando arrivò l'età del liceo e, sempre sotto consiglio/imposizione del vescovo, Frollo si decise a iscrivere Quasimodo a una vera scuola e, nonostante lo scetticismo del padrino, il ragazzo riuscì a farsi anche dei buoni amici. Era visibilmente più felice e Frollo dovette inghiottire un'amara sconfitta, non sopportava avere torto, anche se ciò rappresentava la felicità del suo ragazzo.
Chi fossero però questi amici, Frollo non si era nemmeno sforzato di saperlo e Quasi aveva avuto il buon senso di tenerli lontani dalla casa agghiacciante e, probabilmente, nessuno l'avrebbe mai vista se, in un uggioso pomeriggio di novembre, una testa dura non avesse osato bussare.
 
*dum dum dum*
Con fare scocciato, Frollo abbandonò la sua postazione e il suo libro per vedere chi disturbava. Aperta la porta, arricciò le labbra per il disgusto, davanti a lui si presentava una ragazza che, nella mente del giudice, con la gonna corta e la camicia ai limiti della decenza, dimostrava di aver fin troppo chiara la strada che avrebbe seguito da grande: quella delle lucciole.
La fissò gelido finché lei non si decise a parlare.
"Salve signor Frollo, sono Esmeralda, un'amica di suo figlio"
"Quasimodo non è in casa" tagliò corto e stava già per serrare la pesante porta.
"Oh, lo so! Infatti cercavo lei" lo fermò la giovane "Posso entrare?"
Quanta insolenza! Se l'avesse educata lui non avrebbe mai sfoggiato un sorrisetto tanto sfrontato e involgarito dalle labbra tinte, che gran voglia di farglielo sparire con un ceffone. Tuttavia, nonostante i pensieri molesti, la fece accomodare in un salottino vicino all'ingresso e, nuovamente, la esortò a parlare con il solo sguardo. Esmeralda però era momentaneamente distratta, si guardava intorno con sguardo intimidito, l'atmosfera della stanza le ricordava la rigorosità di certe chiese e, in un gesto inconsapevole, si tirò la gonna per coprire le gambe il più possibile. L'uomo lo notò e sorrise compiaciuto.
"Allora, di cosa volevi parlarmi cara?"
"Giusto, si" Ez smise di guardarsi intorno e fissò il suo interlocutore "Tra qualche giorno sarà il compleanno di Quasi, so che non ha mai avuto modo di festeggiarlo come si deve, così pensavo di organizzargli una festa a sorpresa" sorrise contenta, immaginando che Frollo sarebbe stato entusiasta della proposta e che avrebbe subito accettato alla sola idea di fare qualcosa di bello per il figlio. Si sbagliava, decisamente.
"Una festa? Qui? Vuoi organizzare una sottospecie di promiscuo baccanale in casa mia?"
"No, no! Niente di promiscuo ... Solo pochi amici, tutto controllato e organizzato, lei potrebbe rimanere per dare un'occhiata o andare via per non essere disturbato, come preferisce"
Le labbra severe del giudice si fecero strette, ovviamente non voleva dare il permesso per un simile scempio, ma si rendeva conto di non poter apparire inumano.
"Mi fa piacere sapere che Quasimodo sia circondato da gente che tiene tanto a lui, ma temo che un simile evento non sia in linea con il nostro stile di vita"
La durezza dell'uomo era cosa nota in città, ma mai Esmeralda si sarebbe immaginata che potesse arrivare a tanto, le rimaneva solo una carta da giocare, un po' meschina, ma era l'unica soluzione.
"Capisco, allora andrò dal vescovo, in canonica c'è molto spazio e la festa andrà bene anche la, ma lei non si preoccupi, sia sua eccellenza che Quasi capiranno i suoi timori" si alzò con aria dispiaciuta ... 3 ... 2... 1...
"Un momento!"
Bingo.
"Non vedo motivo di creare tanta confusione, piuttosto, organizza pure qua la festa. Hai il mio consenso" Maledetta serpe!
"Davvero? che gesto gentile da parte sua, Quasimodo la ringrazierà a vita" e prima che Frollo potesse cambiare idea, la ragazza andò via ancheggiando.
 Ringraziò il cielo per aver capito, dai racconti dell'amico, che l'unica persona capace di far cambiare idea a Frollo fosse il vescovo e che il suo piccolo accenno avesse funzionato. Quando vuoi, cara mia, sei proprio un genio.
 
Il giorno della festa arrivò e Frollo, dopo aver dettato chiare regole e aver chiuso a chiave tutte le stanze tranne la cucina e il salotto, si rintanò nella sua camera.
Effettivamente la festa non fu eccessivamente chiassosa, gli giungevano attutiti solo risate e chiacchiere allegre, sentì gli applausi al taglio della torta e riconobbe la voce di Quasimodo sprecarsi in ringraziamenti. A fine serata il giudice sentì la porta chiudersi e i rumori della stanza che veniva risistemata, dopo il silenzio.
A quel punto uscì dal suo rifugio, voleva controllare che tutto fosse apposto e trovare qualcosa da mettere sotto i denti, dato che si era scordato di cenare. La casa era al buio, comunque sembrava sistemata, ma si fermò quando vide una luce provenire dalla cucina. Vi si affacciò con cautela.
Il frigo era aperto ed illuminava il profilo di Esmeralda che beveva un bicchier d'acqua, il giudice non ebbe modo di domandarsi perché la ragazza fosse ancora in casa, la sua mente corse verso ben altre direzioni.
Al posto del pigiama, Esmeralda indossava una maglietta di Quasimodo, ma nonostante le stesse molto larga, le copriva appena le gambe allenate che risultavano ancora più scure a contrasto con la maglia bianca. I capelli erano sciolti e disordinati in una nuvola nera, ma se anche li avesse sistemati appositamente, non avrebbero potuto incorniciare meglio la figura femminile, scendendo lungo la schiena e accarezzando il petto rigonfio. Era bellissima.
Con sua estrema sorpresa, Frollo, nell'osservarla, provò una strana sensazione che si diffuse per tutto il corpo partendo dal basso ventre, e riuscì anche ad avvertire i battiti accelerati del cuore. Per sfuggire a tutto ciò si palesò.
"Esmeralda, credevo che la festa fosse finita" la riprese serio.
Lei chiuse il frigo, lasciando la stanza illuminata appena dalla luce dei lampioni che entrava dalle finestre, e posò il bicchiere sul tavolo.
"Scusi signore, sono rimasta qua a dormire perché Quasi non mi voleva far tornare a casa da sola, gli altri erano già andati perché io sono rimasta a sistemare" chiarì la questione con un sorriso dolce. Ed eccitante.
"Quindi mi stai dicendo che hai condiviso il letto di Quasimodo mezza svestita" nel commentare non poté evitare di abbassare lo sguardo sulle gambe nude.
"Suo figlio sta dormendo su un divanetto, mi ha lasciato il letto, non è successo niente di illecito tra di noi" le parole rimbombarono vuote nelle orecchie dell'uomo in balia di sensazioni animalesche, fece un passo verso la ragazza, e fu investito dal suo profumo intenso. Spaventata, Esmeralda indietreggiò, trovando però il mobile freddo della cucina.
"Io tornerei a dormire" disse con voce fievole, ma quando provò a divincolarsi fu bloccata da Frollo, che poggiò le mani sul bancone, incastrandola.
"La prego signore" insistette lei, ma ormai il signore era fuori dal suo stesso controllo, le si avvicinò ancora fino ad affondarle il viso nei capelli, annusandoli. Con orrore, Esmeralda avvertì una mano che le accarezzava i fianchi, sempre più vicino al bordo della maglia, e un ben altro genere di presenza premerle sulla pancia. Provò ancora a sfuggire dalla morsa.
"Stai tranquilla, bambina, sto solo apprezzando la tua bellezza" pronunciate queste parole con voce roca, la mano sgusciò sotto la maglia e alla ragazza, terrorizzata non rimase che urlare. Per zittirla, il giudice premette la bocca su quella dolce e succosa di lei, sempre più eccitato, provò a darle un bacio più profondo, ma Esmeralda riuscì a tirargli uno schiaffo in pieno viso.
"Come osi? Puttana" Frollo provò a calarsi di nuovo e le gli sputò con tutta la rabbia che aveva, esterrefatto il giudice si allontanò quel che bastava da lasciarla sgusciare via, ma la riprese prima che potesse uscire dalla stanza. Le tappò la bocca con la mano e la tenne stretta in modo che la schiena gli aderisse al petto e le natiche alle parti intime, tanto che si lasciò sfuggire un ributtante gemito. Sapeva che se l'avesse lasciata andare così, Ez sarebbe corsa da Quasimodo e che le scaramucce col vescovo sarebbero state nulla in confronto ai guai che avrebbe passato.
"È bene che tu ricorda, Esmeralda, chi sono io. Qualunque cosa dirai contro di me, non vale nulla e si ritorcerà contro te e la tua famiglia in modi che non puoi nemmeno immaginare. Io sono potente, tu sei solo una piccola meretrice che ha osato tentarmi" sentiva le lacrime calde di lei scorrergli sulle dita, non provava nemmeno più a fuggire e Frollo capì che, se avesse voluto, sarebbe riuscito a farla sua, ma temeva troppo l'arrivo di Quasimodo per osare tanto. Quindi la lasciò andare e tornò in camera sua.
 
Per quanto forte e combattiva fosse Esmeralda, era pur sempre una ragazzina totalmente terrorizzata e soffocata dalla vergogna, inoltre era consapevole del reale potere di Frollo. Così, senza dire niente, prese le sue cose e andò via in lacrime, fortunatamente Quasi rimase addormentato e lei si limitò a lasciargli un semplice messaggio: Imprevisto femminile, ci sentiamo domani. Love, Ez.
Riuscì a raccontargli la verità solo mesi dopo, cosa che lo mandò in bestia e che gli causò una frattura nel cuore che non gli avrebbe più permesso di vedere il padre, anzi il tutore, come lo chiamava ora, con gli stessi occhi. Promise però di non dire niente a nessuno, sebbene intuì che Frollo avesse capito che fosse al corrente della situazione.
Da quel giorno, Quasimodo si impegnò al massimo per ottenere i permessi per andare a vivere da solo e Esmeralda non mise più piede nella casa terrificantemente bella.
                                                                                  


A.A.
Salve popolo! Chi non muore si rivede dicono ... ecco il secondo breve spinn-off sulle avventure dei personaggi Disney nel mondo reale. Tinte cupe, eh? Effettivamente è più pesante del mio solito genere, ma cambiare è bello, ammetto che mi soddisfa quindi spero che sia piaciuto anche a voi! Non dimenticate di farmelo sapere con una recensione ;) Io corro! Ho una long che mi aspetta!
Un bacio, Lyss

Link "Walt Disney High School": http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3070959&i=1
  
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