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Autore: miky14    25/08/2015    2 recensioni
(dal testo)
"Per qualsiasi abitante di Oz, il castello e la storia del suo padrone sono una leggenda da narrare ai bambini ogni sera prima della nanna, da raccontare ai turisti di altri reami che capitano nella osteria del posto, insomma, la leggenda con cui invecchiare."
"Regina scende dalla carrozza, con un meraviglioso abito di lino e pizzo bianco che le fascia seno e fianchi, impreziosito dai tantissimi gioielli e dal velo lungo drappeggiato.
I capelli sono nero corvino lunghi, raccolti in una semplice coda e il trucco è essenziale, quasi invisibile.
Come è diventata grande..e bella. "
Zelena e Regina.
Due destini legati e lo stesso lieto fine?
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regina Mills, Un po' tutti, Zelena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ehi! Stai bene? Hai bisogno di aiuto?”
Apro gli occhi e cerco di adattarmi velocemente alla luce. Una ragazza mi sta porgendo la mano, in modo che io possa afferrarla e alzarmi.
“Hai fatto davvero un bel volo!” sorride dolcemente cercando di dissuadermi da eventuali dolori e ammaccamenti.
Sembra essere una ragazza molto dolce e disponibile, ha dei lunghi capelli nero corvino boccolati che le cadono sulle spalle, dei profondi occhi marroni e una grande sorriso smagliante.
Indossa un vestito con una lunga gonna svasata color cioccolato e un corpetto a cinghie intrecciate color nocciola e anche un enorme mantello  con  un cappuccio rosso sangue pieno di ghirigori.
“In effetti non è stata una passeggiata. Ehm…Ciao io sono Zelena.” Le porgo la mia mano come un gesto immediato di rispetto misto a fiducia.
Mi vergogno da morire e mi sento in imbarazzo.
Insomma, se incontrassi una persona sbucata da una nuvola di fumo violacea e con la pelle verde di certo non sfoggerei il più bello dei miei sorrisi.
“Il mio nome è Ruby o Cappuccetto Rosso, puoi chiamarmi come vuoi” La ragazza anzi, Ruby ricambia il mio gesto e a differenza di quello che avrei fatto di sicuro io, mi regala un grande sorriso. Per fortuna il mondo è bello perché vario.
“Sei appena arrivata vero?” continua a chiedermi.
“Si, sono appena arrivata da Oz, con un portale, ma la mia avventura sembra non essere iniziata nel migliore dei modi vedendo come mi sono ridotta.” Cerco di ricambiare tutti i sorrisi che mi aveva fatto, ma il mio sorriso è goffo in confronto al suo e i modi un po’ troppo grossolani. Inoltre il mio vestitino sgualcito è diventato pieno di chiazze di fango e qualche strappo.
“Dai, vieni con me e miglioriamo questa giornata allora!
La foresta incantata ti da il suo magico benvenuto.”


Cominciamo a camminare, questo Reame è molto solare, in tutti i sensi. A differenza di Oz, il sole è alto nel cielo e l’aria calda. I boschi invece non sono molto diversi da quelli del Regno di Oz, verdi e misteriosi. Mi perdo davvero a guardare e ad osservare ogni cosa, ma purtroppo dopo qualche passo siamo già arrivati a casa di Rubi.
E’ una casetta accogliente, quasi tanto quanto l’abitante direi.
Rubi vive insieme a sua nonna, una signora di sessant’anni circa, con i capelli bianchi con dei fili argentei e  qualche ruga piena di vita sul viso. Un paio di occhialetti tondi dorati sopra il naso e un grembiule cinto in vita come una vera donna di casa.
Appena arrivo mi rivolge anche lei un sorriso splendente e le rughe si raggrumano ai lati della bocca e intorno agli occhi.
“Nonna, lei è Zelena, una nuova arrivata. Non ha nessuno qui, potremmo ospitarla da noi per un po’?”
Il viso della nonna alle parole della nipote si incupisce improvvisamente, probabilmente a causa mia.
“Ti sembra un albergo questo?- nessuno di noi parla, l’aria si è fatta pesante, il sorriso è scomparso e le piccole rughe si sono tirate- In fondo potrebbe esserlo è molto carina come casuccia”
Dopo queste parole, l’aria diventa nuovamente respirabile e l’ossigeno torna a scorrere fluido nei polmoni.
“La solita simpatica nonna” Dice Rubi prima di iniziare a ridere fragorosamente.
“Ehm, grazie mille signora per l’accoglienza. Davvero.”
“Non c’è nulla per cui ringraziarmi. Goditi la permanenza in tutta tranquillità, anzi, mi fa sempre piacere vedere gente nuova ogni tanto.” Mi da una pacca sulla spalla e va via, salutandomi poi da lontano.
In questo posto sono tutti così, gentili.
“Entriamo dentro dai” esclama Ruby portandomi all’interno della casa. E’ davvero molto carina, accogliente e essenziale. E’ leggermente più grande della bettola in cui abitavo,ha varie stanze, una cucina in mattoni rossi e tavoli e sedie scolpite in legno con vari disegni impressi. Struscio la mano su una delle sedie. I disegni sono davvero ben fatti e scavati molto bene, impressionante.
“E’ tutta opera di Geppetto!” Mi dice Cappuccetto Rosso, dando quasi voce ai miei curiosi pensieri e alle mie domande silenziose.

27 minuti dopo sono già  in un’altra stanza della casa.
Ruby mi ha preparato un bagno caldo e mi ha fatto trovare alcuni vestiti sparpagliati sul letto che, a sua detta, sarebbe diventava la mia nuova seconda casa.
Anche questa camera è in perfetta sintonia con l’abitazione, qualche mobile, un piccolo bagno, letti e un grande specchio che riflette la luce della finestra sulla destra della parete a sinistra.
Ci sono cinque vestiti sul letto, uno più bello dell’altro, ce n’è uno giallo canarino, uno azzurro, due marroni e uno verde militare. Provo il verde e quando l’ho messo, non ho affatto intenzione di toglierlo. Lo specchio è dietro di me, non vorrei voltarmi e vedere che il mio colore preferito stona incredibilmente con il mio incarnato.
Costretta però, noto che il verde acido è sparito dalla mia pelle e che sono tornata la solita Zelena bianco latte.
Per fortuna il ‘verde’ mi aveva solo aiutato ad attraversare i mondi e a far vedere allo specchio della “verità” il mio intenso sentimento. La speranza persa. Un motivo in più che ha permesso a Rubi e la nonnina di non avere paura di me, ringraziando il cielo.

Infatti come per magia la sfumatura militare del vestito torna a stare d’incanto sul viso pallido, le gote rosee e i capelli rossastri. E’ un vestito molto simile a quello indossato da Rubi. La gonna ampia, leggermente aderente sui fianchi, è di un tessuto particolarmente lucente, in netto contrasto con il bustino a cuore marrone di camoscio profondo sulla schiena e il pizzo verdastro dei dettagli delle bretelle.
Per fortuna i capelli non hanno più bisogno di essere rinchiusi in uno stretto nodo, ma posso scioglierli e lasciarli cadere sulle spalle. Sembro quasi presentabile adesso. Ripiego gli altri vestiti rimasti buttati sul letto, socchiudo la porta e scendo le scale.
Ruby è in cucina, si è tolta il mantello e sta preparando un tè caldo, l’aria si sta raffreddando e dovrebbe essere in arrivo un temporale, in fondo è autunno anche qui.
“Sei davvero un incanto! Lo sapevo che avresti scelto questo, ne ero sicura!” La mia nuova e unica amica corre verso di me, mi prende la mano e mi fa fare un giro su me stessa ammirando il SUO abito.
“Grazie mille.. fa tutto l’abito secondo me”
Sorridendo, andiamo entrambe a sederci. Le tazze di tè sono bollenti e il vapore crea delle piccole nuvolette di fumo. Provo ingenuamente a bere, ma mi scotto e lascio ricadere nel bicchiere il liquido bollente.
“Allora? Di solito davanti una bella tazza di tè davvero fumante, si parla. Mi racconti qualcosa?”
All’esplicita domanda di Cappuccetto Rosso, inizio a parlare, le racconto di me, della mia vita, della mia famiglia, dei miei progetti.
Ci perdiamo nei racconti l’una dell’altra tanto che a riportarci alla realtà è solo la nonna di Rubi, Granny, che entra improvvisamente dalla porta. E’ completamente bagnata dalla testa ai piedi, mentre parlavamo infatti, è scoppiato il temuto e premeditato temporale che non ha dato il tempo a Granny di venirsi a mettere al riparo. Dopo che Granny si è asciugata e rivestita
diventiamo tre, e il mio racconto ricomincia e riparte anche per la dolce nonnina. Davanti il tè bollente e il camino ardente quella sera, per la prima volta mi sono sentita accettata e  tanti piccoli segreti si sono schiusi.
Ho parlato loro di Regina e del fatto che siamo sorelle, della mia storia e della sua.
Ruby mi ha detto molte cose su di lei. Mi ha detto che ha salvato una certa Biancaneve, la figlia del Re da morte sicura, ed ora il Re la sposerà fra 2 giorni nella chiesa del castello. Mi ha anche raccontato del fatto che Regina non ami affatto il Re, ma che nostra madre Cora abbia “venduto” la sua mano, rendendola infelice e uccidendo il suo amore Daniel e che lei inoltre sognava di scappare con Daniel ad Oz  per ritrovare la sua grande sorellona Ze.
Quella sera, il cuore lacerato riprese a battere, mi accorsi che la rabbia e lo sconforto provati prima di arrivare qui, davanti lo specchio a Oz erano solo un vago ricordo. Regina era sì andata avanti, ma con me da qualche parte nel cuore.
 
 
 La notte passò in fretta e l’alba non tardò ad arrivare.
Era ancora buio quando mi svegliai e dalla finestra vidi il sole fare capolino dietro gli alberi. Uno spettacolo tutto da ricordare.
Anche tutta la casa non tardò ad iniziare la giornata, Ruby forse svegliata dai miei passi fatti per raggiungere la finestra venne nella stanza e con la voce impastata dal sonno mi regalò un dolce
“Buongiorno Zelina”. Era davvero ancora molto assonnata, stropicciava gli occhi con le mani anzi le maniche della sua lunga vestaglia da notte azzurra e i capelli avevano decisamente preso la forma del cuscino.
Dopo qualche domanda e risposta decidiamo di avviarci in cucina per la colazione.
La scalinata profumava di brioche appena sfornate e subito voltato l’angolo vediamo Granny ai fornelli intenta a preparare la colazione per noi ‘guerriere’.
Ruby si avvicina dolcemente alla nonnina, stampandole un bacio sulla guancia come a ringraziarla del cibo preparato con premura.
Anche io cerco di esprimere al meglio delle mie caratteristiche la gratitudine che provo, così alzo la mano per salutare e con un sincero tono di enorme riconoscenza sibilo un
“Buongiorno capo” sorridendo affabilmente.
Prendiamo seduta intorno il tavolo e Granny inizia a descriverci la colazione.
“Lo so che non è molto -esordisce- ma è tutto quello che avevo”
Non so quale concetto abbia di ‘molto’ o ‘poco’, ma io di tavole come queste a Oz non ne avevo viste neanche da lontano.
C’è del tè, delle brioche appena sfornate, un po’ di caffè nero, zucchero e qualche frutto di stagione. Tutto così perfetto .
“Signora davvero non si preoccupi, va benissimo così com’è” dico io, cercando di rassicurarla e intingendo la brioche nel caffè nero.

Dopo qualche ora, Ruby decide di farmi fare un giretto turistico e di farmi conoscere qualcuno. Iniziamo a camminare e come al solito lei proferisce parola per prima.
“Allora? Adesso? Cosa farai?” mi chiede cautamente.
“Con Regina?... Bhè andrò da lei e quello che succederà, succederà. Ho tanto e niente da perdere.”
“Ti prego dimmi che annulleremo il suo matrimonio da sogno! Ti prego ti prego ti preeego” comincia a gridare euforica, prendendomi la mano in segno di devota implorazione.
In effetti, annullare il matrimonio non sarebbe stata una cattiva idea, io e la mia piccola Queen siamo sempre state legate e abbiamo sempre creduto nel vero amore.
Sono sua sorella e io devo salvarla, non uno stupido principe su un cavallo bianco. Quelle favole non sono per noi due. Noi di sicuro saremmo state quelle da osteria e non da ristorante, da ballo scatenato e non da ballo da gala. Saremmo state sicuramente noi. Pazze, euforiche, sorelle che si leggono nella mente e si spaventano quando dicono in contemporanea le stesse cose. Tocca a me salvare lei. Una volta qualcuno disse: “ Salti tu, salto io”e c’ha azzeccato completamente.
“Si Ruby…saboteremo il matrimonio!” rispondo io con la stessa euforia, evitandole il mio monologo interiore.
“Allora saremo come delle detective! Iniziamo dal luogo dell’azione!”


Circa dopo  settecentonovantanove passi e due soste arriviamo vicino il castello del Re. Si respira aria di festa e di gioia già molti metri fuori dalle mura. Sono tutti così impegnati a smerlettare e agghindare pareti e campanili.
“Direi che non possiamo entrare mio Cappuccetto..non oggi. E poi si sa l’azione  si fa non si prova!” Ridiamo insieme dopo le miei parole senza senso e decidiamo di rimandare le prove e sperare che domani vada tutto bene. Chiediamo però lo stesso in giro di questo matrimonio, tanto per sondare il territorio. Sono tutti informati di ciò che sta succedendo e i pareri sono diversi tra loro. Oggi ho anche conosciuto due bravissime persone Archie e August, sono due buoni amici, l’uno la coscienza dell’altro.  Continuo a pensare che la Foresta Incantata sia davvero magica come dicevano tutti. Ma purtroppo ho da fare e non posso stare ad ammirare tutto ed ad intrattenermi con loro, il tempo scorre e il tempo è sempre un nemico. Inoltre è buio ed è meglio tornare a ‘casa’.

Trascorre velocemente anche questa di notte. Stamattina però sono svegliata diversa. L’odore dell’ottima colazione di Granny c’è sempre ma mi sento più agitata del solito. La mia storia sta per arrivare ai titoli di coda. E le battute finali saranno decisive.
Alle 9. 30 inizierà il matrimonio-fasullo- e o l’anima di mia sorella sarà legata ad uomo che non ama e sarà perduta o…la mia verrà distrutta..di nuovo.
Anche oggi, Ruby si è svegliata di buon’ora e si sta affacciando alla mia porta già preparata con addosso il suo mantello e rosso mentre io invece, sono ancora qui nel letto aspettando che il coraggio venga a bussare alla mia porta.
“Ehi..sono già le 7 e 36..che ne dici di prepararti? Hai bisogno di qualcosa?” dice Ruby facendo capolino e poggiando una mano sulla maniglia per sorreggersi.
“In effetti avrei bisogno di un’iniezione di fiducia”
“Allora basterà un po’ di caffè di Granny..-dice porgendomi la tazzina calda tra le mani-dai andiamo, ricorda che non si può perdere qualcosa che si pensava già di aver perso. Hai solo da guadagnarci Ze.”  Si volta poi ammiccando ed uscendo dalla stanza, e anch’io dopo aver ricevuto l’iniezione di fiducia e il caffè, scendo dal letto e mi appresto a  scrivere il mio lieto fine.



La chiesa pullula di gente, tantissimi sudditi fedeli sono riuniti fuori dalle piccole mura per assistere alle nuove promesse d’amore del loro amato Re. Sono così tante persone.
Io e Ruby decidiamo allora di metterci ad un angolino della folla, per non dare nell’occhio e allertare le guardie.
Regina arriva su una carrozza nera con dettagli bianchi interamente chiusa. Sono le 9 e 30 in punto e le campane iniziano a suonare i primi rintocchi.
Una schiera di paggi srotola un grande tappeto rosso di seta e si pongono a schiere di due su ogni lato della tela stesa a terra.
Regina scende dalla carrozza, con un meraviglioso abito di lino e pizzo bianco che le fascia seno e fianchi, impreziosito dai tantissimi gioielli e dal velo lungo drappeggiato.
I capelli sono nero corvino lunghi, raccolti in una semplice coda e il trucco è essenziale, quasi invisibile.
Come è diventata grande..e bella. Una piccola lacrima solca il mio viso. E’ davvero tenera e innocente come la bambina che piangeva con in mano il suo orsacchiotto quando lasciò Oz. Gli stessi occhi grandi pieni di paura e determinazione, gratitudine e egoismo allo stesso tempo.
Vorrei scappare ma ad un mio tentativo Ruby afferra la mia mano e mi sussurra un
“Ce la farai.”
Dalla carrozza scende anche Cora, che stona incredibilmente vicino la sposa nei suoi abiti tetri. Che donna, sembra persino più perfida e fredda di come la ricordavo io.
Per Fortuna la mia memoria cancella subito alcune persone.
Il Re, invece è in chiesa accompagnato dalla bellissima figlia Biancaneve e gli affetti più cari.
Mi balena di nuovo il pensiero di abbandonare il ‘piano’, mi sento davvero una nota stonata in questa storia, quasi peggio di Cora vicino a Regina.
Ma non riesco nemmeno ad elaborare i miei pensieri di fuga però, che vengo violentemente scaraventata, a causa degli spintoni della folla, sul tappeto rosso, e mi imbatto al cospetto dei piedi di Regina. Le guardie mi alzano in modo feroce ma Regina riesce a vedere il mio viso e poi non lo so. Succede quello che succede fra due sorelle. Puoi tenerle lontane anche tutta la vita, ma loro saranno sempre sorelle, ed è l’unica cosa che conta.
C’è stato un tocco di mano, un semplice tocco di mano e ci siamo dette tutto quello che bastava.


 
 
Siamo SANGUE DELLO STESSO SANGUE.


 
 
 
Lei è SANGUIS SANGUINIS MEI.



 
 
Non posso descrivervi quello che è successo dopo, ma posso dirvi con certezza di aver ritrovato la parte mancante del mio cuore quel giorno.
E posso anche assicurarvi che non SAREMO ma SIAMO noi quelle da osteria e non da ristorante, da ballo scatenato e non da ballo da gala. Pazze, euforiche, sorelle che si leggono nella mente e si spaventano quando dicono in contemporanea le stesse cose.
Proprio adesso, qui, in un’osteria posso scrivere il lieto fine del mio racconto, proprio qui, mentre Regina alla mia destra beve rum e guarda innamorata un giovane con un leone tatuato sul braccio destro della mano….



EHI MA ASPETTA….QUELLA E’ TUTTA UN’ALTRA STORIA.
 
 
 
 
 
 
N.d.a
Questo è l’ultimo capitolo della mia breve long, spero davvero che vi sia piaciuta e che questo ultimo capitolo sia stato all’altezza delle vostre aspettative.
Ringrazio davvero tutti coloro che hanno letto la storia, anche chi lo ha fatto silenziosamente e senza far rumore. Ciò che scrivo è per voi.
Spero di rivedervi presto e di avervi fatto compagnia per i dieci minuti che avete dedicato a questa piccola mia follia.
Grazie non sarà mai abbastanza.
Michela.  
  
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