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Autore: Didy31    25/08/2015    0 recensioni
“M-mi ami?”. Dovevo sapere. Dovevo sapere se provava qualcosa. Non riuscivo più a tenermi tutto dentro. Dovevo mettermi l’anima in pace una volta per tutte abbassò lo sguardo. Il suo silenzio diede conferma ai miei pensieri. Non riuscivo più a reggere quando feci per allontanarmi da quel posto, ma la sua mano bloccò il mio polso.
“L-lasciami” lo pregai.
“Perché scappi, Scar?”. Ma come si permetteva?
“Non chiamarmi così. Io non sto scappando” risposi.
“Sì invece, stai scappando dai problemi come sei abituata a fare. Stai scappando dalla realtà perché stai troppo male per reggerla”. Che faccia tosta.
“Lasciami, ho detto. Mi stai facendo male”. Allentò la presa sul mio polso.
......
L'orgoglio è il nostro peggior nemico.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pride


 
~ Scarlett's POV~



Guardai l’ora: le sei e cinquantadue. Mi alzai dal divano, spensi la televisione ed entrai in cucina dove appoggia la ciotola ormai vuota delle patatine nel lavandino. La sciacquai velocemente e la misi nella lavastoviglie. Mi diressi in camera, presi due asciugamani e mi recai al bagno.
Dopo una doccia calda, tornai in camera per asciugarmi. Tra esattamente un’ora, sarebbe venuto a prendermi Harry, il mio migliore amico e saremmo andati con i nostri amici in un locale per festeggiare il ventiduesimo compleanno del nostro amico, Niall. Ci conoscevamo da dieci anni ormai e passavamo molto tempo insieme.
Harry ed io eravamo molto uniti e lo erano anche le nostre famiglie. Lo conoscevo dalle elementari dove eravamo in classe insieme. Ma c’è solo un piccolo problema: io mi sono innamorata di lui. Sono innamorata del mio migliore amico. Mi ha rubato il cuore con lo sguardo, con i gesti, con il suo volermi bene. Ma ero solo una povera illusa, perché sapevo di non essere che un’amica per lui.
In ogni caso, aprii il mio armadio e optai per un jeans nero stretto, abbinato ad un top rosso elegante senza maniche preso qualche settimana fa. Non mi fidai del tempo, pur essendo in primavera, così decisi di portarmi dietro una giacchetta nera in pelle in caso avessi avuto freddo. Ai piedi indossai le Dr. Martens nere, prese solamente ieri.
Mi diressi al bagno, dove asciugai e pettinai i capelli. Applicai del mascara e del fard. Scelsi degli orecchini neri a forma di cuore e al collo misi la collana d’oro regalatami dalla mamma per il mio diciottesimo compleanno. Mi guardai allo specchio: ero pronta. Presi dall’armadio la mia pochette nera e mi diressi in salone. Regnava il silenzio in casa perché mia madre era al lavoro e sarebbe tornata tardi. Mio padre, invece, morì quando avevo dodici anni a causa di un tumore al cervello. Mi mancava così tanto. Ero figlia unica, non che mi dispiacesse ma mi sarebbe piaciuto avere qualcuno di cui prendermi cura. Sarei stata una buona sorella.
L’orologio segnò le sette e quarantadue. Bene, avevo ancora venti minuti da perdere. Mi sedetti sul divano e riaccesi la tv, ma le mie speranze fallirono quando non trovai niente da guardare. Decisi di accostarmi su MTV, rilassandomi con della musica. Suonò il campanello. Era Harry. Spensi la tv e prima di uscire, diedi un’occhiata veloce alla casa e, in seguito, aprii la porta. Un Harry alquanto sorridente mi si presentò, salutandomi. Mi squadrò da capo ai piedi e io non potei che arrossire.

“Buonasera, Scarlett.” Si avvicinò per abbracciarmi e ricambiai con piacere.

“Sei molto carina, stasera” constatò. Quel momento non fece che infuocare le mie guance dello stesso colore del top che indossavo.

“Grazie. Anche tu stai bene” risposi, abbassando imbarazzata lo sguardo.

Harry indossava dei semplici jeans neri, stretti e strappati alle ginocchia. A coprirei il suo torso fu un leggero maglione a maniche lunghe ma che lui tirò su fino ai gomiti, mostrando i suoi tatuaggi. Ai piedi, indossava i suoi amati stivali beige. I suoi capelli lasciati lunghi senza la bandana. Era bellissimo.

“Andiamo?” Mi guidò verso la sua macchina, bloccandomi quando vidi qualcuno seduto sul sedile del passeggero: Melissa, la sua ragazza.
Non sapevo sarebbe venuta anche lei. Non sapevo che Niall l’avesse invitata. Harry e Melissa stavano insieme da tre mesi ormai. Ce la presentò a casa sua, una sera e fu convinto che fosse lei quella giusta, stavolta. Aprii la porta dei sedili posteriori, sedendomi. Melissa si girò per guardarmi.

“Ciao Scar, come stai?” Perché mi aveva chiamato così? Quel nomignolo era riservato solo alle persone strette. Le risposi, comunque.

“S-sto bene, grazie. Tu?” Perché balbettavo?

“Bene, grazie.” Mi rivolse un sorriso finto, un sorriso di vittoria, di trionfo.
Harry mise in moto e dopo dieci minuti, arrivammo al locale. Scesi dalla macchina, seguita dalla coppia che si teneva per mano. Fece male vederli insieme, come un pugnale trafitto al cuore. Non sarei riuscita a sopportare una serata seguita dai loro continui sguardi, dai loro baci fugaci e dai loro gesti. Non l’avrei retto. Potei sentire le lacrime formarsi agli occhi, ma cercai di scacciarle. Arrivammo al tavolo dove vedemmo i ragazzi seduti.

“Ragazzi!” gridò Louis. Vidi Eleanor seduta accanto a lui. Fui contenta di vederla.

“Ce l’avete fatta quindi” sorrise Liam e io ricambiai. Lo vidi senza Sophia. Chissà perché non l’avevano invitata.

“Ehi, amico.” Harry diede un caloroso abbraccio a Niall. Seguii il suo esempio e lo abbracciai a mia volta.

“Buon compleanno, Niall. Ecco tieni.” Gli porsi il mio regalo, sorridendo quando vidi i suoi occhi strabuzzare di sorpresa.

“Oh, Scar. Non dovevi! Grazie di cuore.” Mi riabbracciò.
Ci accomodammo tutti e ordinammo da bere. Non me sentivo di bere qualcosa di alcolico quella sera. Quindi ordinai una semplice Coca. Consumammo le nostre bevande chiacchierando e scherzando. 

“Una Coca? Sul serio, Scar?” mi derise Harry.

“N-non me la sento di bere alcolici questa sera”. Ecco, stavo ancora balbettando. Ma cosa avevo?
Mi guardò semplicemente tornando a sorseggiare il suo Bloody Mary. Melissa si sedette accanto a lui, appoggiando un braccio intorno al suo bicipite. La cosa mi diede molto fastidio. Ogni volta che giravo lo sguardo verso la loro direzione, ottenevo solo una sua occhiata fulminante. Un’occhiata di conquista, come se avesse vinto lei il trofeo. Mi irrigidii e tornai a parlare con Eleanor.

“Allora, facciamo shopping domani?” mi chiese la bruna. Volevo molto bene ad Eleanor. Era una delle mie migliori amiche. Mi è sempre stata vicina nei momenti di bisogno ed io ci sono stata per lei.

“Certo, mi farebbe molto piacere. Passa pure a prendermi domani mattina” le risposi sorridendo. Ricambiò il sorriso.

“Perfetto! Fatti trovare pronta per le nove in punto e non accetto ritardi!” mi schernì. Alzai gli occhi al cielo, ridendo e tornai a finire la mia bibita.

“Bene. Vediamo un po’ cosa mi hai preso”. Niall prese il regalo e fece per aprirlo.

“Oh, Scar”. Sorrise alla vista della cornice che ci ritraeva quando eravamo piccoli. Eravamo seduti a terra a giocare, quando mio padre venne e ci incitò a sorridere alla macchina fotografica. Conservai quella foto per più di sei anni fin quando non decisi di renderle omaggio ed incorniciarla.

“E’ bellissima, Scar”. Niall mi venne in contro per abbracciarmi. Mi staccai e gli sorrisi.

“Sono contenta che ti piaccia” gli risposi.

“Bene, amico. Apri il nostro adesso”. Prese il regalo che i ragazzi fecero assieme. Niall aprì il loro regalo e alla vista di un orologio firmato Rolex, i suoi occhi presero a luccicare.

“Non posso crederci. Ma è proprio quello che volevo. Oh, ragazzi. Vi voglio bene”.
A Niall venne quasi da piangere e a quella vista io mi commossi. Fu una tale gioia vederlo così felice, se lo meritava.

“Goditelo, fratello. Ti meriti questo e altro” rispose Liam. I ragazzi si alzarono per abbracciarlo ed io sorrisi vedendo quel quartetto. Avrei voluto immortalare quell’attimo con una fotocamera. Non avremmo mai dimenticato questi piccoli ma preziosi attimi, da custodire in un cassetto segreto e da riaprire solo nel futuro, per fare di nuovo un tuffo nel passato. Non mi sarei mai dimenticata di Niall e della nostra amicizia. Di come mi aiutò ad affrontare la morte di mio padre. Di come si preoccupo sempre di me. Lui era, è e sempre sarà il fratello maggiore che non ho mai avuto.
Tornata alla realtà, spostai il sguardo su Melissa, la quale guardò la scena con espressione pacata e piuttosto annoiata. Perché Harry l’aveva invitata? Perché non mi aveva avvisato? Sapevo che Harry non era il tipico ragazzo da relazione seria. Per lui, le ragazze erano solo un appagamento ai suoi bisogni ormonali e sapevo che Melissa era una di queste e mi sorpresi quando Harry ce la presentò come la sua “fidanzata”, tre mesi fa. Ricordo quella sera come se fosse ieri. Ricordo di come percorsi il tragitto di casa mia con le lacrime che mi scendevano lungo il viso. Ricordo che quando mia madre mi tartassò di domande. Impetuose lacrime minacciarono di scendere e cercai una scusa per alzarmi dal tavolo.

“V-volete scusarmi, v-vado solo un attimo alla toilette.” Mi alzai di fretta e potei sentire lo sguardo di Harry bruciarmi addosso mentre raggiungevo a passo svelto quel posto nel quale avrei dato sfogo alle mie emozioni e ai miei sentimenti. Raggiunsi il bagno e per mia fortuna non vi trovai nessuno. Le lacrime scendevano irrefrenabilmente sulle mie guance, fino a raggiungere il pavimento. Non sarebbe dovuta andare così questa serata, non nel giorno del compleanno del mio amico. Dovevo smettere di stare male per Harry, ma ero troppo debole. Lui mi rendeva debole, con i suoi occhi capaci di perforarmi l’anima. Con i suo modo di guardarmi, di ascoltarmi, di abbracciarmi. Io lo amavo. Lo amavo e basta.
Cercai di regolarizzare il mio respiro frenetico e mi misi la mano al cuore come per placare il battito che non cessava di accelerare. Mi bloccai quando sentii la porta aprirsi e una voce parlare. La sua voce.

“Scar” mi richiamò, con quella voce roca e profonda. Ma non mi voltai. Non doveva vedermi in quello stato. Sentivo i suoi passi sempre più vicini. Potei sentire il suo respiro quasi sul mio collo.

“Guardami, Scar”. Mi girò e assunse un’espressione indecifrabile alla vista delle mie lacrime.

“Scar…cos-”

“N-non dovresti essere qui. Q-questo è il bagno delle ragazze” lo interruppi.

“Perché stai piangendo, Scar?” Ignorò le mie parole cercando di afferrare la mia mamo che io prontamente ritirai.

“T-torna da Melissa. Ti sta aspettando. Non badare a me. Mi…mi ero emozionata…sai…tu e Niall abbracciati” mentii rivolgendogli un sorriso fin troppo finto, ma sapevo benissimo di essere una pessima attrice. Ed Harry, non era stupido. Potei constatarlo da modo in cui mi guardava.

“Scarlett, mi hai preso per un idiota? Pensi davvero che io creda a questa cazzata?” Mi guardò serio con quegli occhi smeraldo per cui avevo perso il senno. Non riuscii a sopportare il suo sguardo e chinai la testa verso il basso. Non sarei riuscita a mentirgli se lo avessi fatto.

“Dannazione, Scar!” sbottò all’improvviso e bruscamente. Indietreggiai impaurita.

“Scar” mi richiamò, questa volta dolcemente. Come se si stesse scusando.

“Perdonami. Non volevo, Scarlett. S-solo…parlami. Ti prego, Scar. Cosa ti turba? Perché eviti il mio sguardo?” mi chiese. Quasi mi implorò. Voleva delle risposte e vidi come cercava di trattenersi per non spaventarmi.

Perché abbatteresti i miei muri” gli risposi. Mi guardò confuso, come se volesse incitarmi a continuare.

“Perché non riusciresti mai a capire come mi senta, perché saresti troppo preso a pensare ad altro”. Stette ancora in silenzio, incapace di formulare una frase.

“Tu non ti sei mai chiesto cosa provassi vedendoti con lei? Non te lo sei mai chiesto?! Ho sempre sopportato tutto! Ho dovuto sopportare vederti con altre ragazze! Baciarti le altre ragazze! Ho sopportato vederti scambiare numero con la cameriera dello Starbucks. Ho sempre sopportato le tue telefonate con Melissa mentre guardavamo mentre guardavamo How I Met Your Mother su Netflix. Ho sopportato te e i tuoi sbalzi d’umore. I tuoi occhi con cui guardavi ma non vedevi. Il tuo sorriso che mi illumina le giornate. Il tuo animo protettivo, quando a scuola mi proteggevi dai bulli. Del tuo farmi soffrire. Delle nostre chiamate fino alle due di notte a raccontarci cavolate! Di come cerchi sempre di tirarmi su il morale. Dei tuoi abbracci confortevoli a seguito di una litigata con mia madre. Di come mi chiami Scar o scricciolo. Tutte queste mi hanno portata ad illudermi. Mi hanno fatta innamorare di te. Mi hanno portata a fantasticare su di noi. Ma sono solo un’illusa. Perché vivevo solo in una favola”.
Ormai le lacrime non cessavano di scendere. Mi ero sfogata, in quel sudicio bagno.
Vidi Harry guardarmi a bocca aperta. Lo avevo lasciato di stucco. Non mi parlò. Mi guardò. Mi studiò.

“Scar…io”. Non riuscì a trovare le parole. Ci pensai io. Mi avvicinai fino ad essere ad un palmo dal suo viso, che presi tra le mani.

“M-mi ami?”. Dovevo sapere. Dovevo sapere se provava qualcosa. Non riuscivo più a tenermi tutto dentro. Dovevo mettermi l’anima in pace una volta per tutte abbassò lo sguardo. Il suo silenzio diede conferma ai miei pensieri. Non riuscivo più a reggere quando feci per allontanarmi da quel posto, ma la sua mano bloccò il mio polso.

“L-lasciami” lo pregai.

“Perché scappi, Scar?”. Ma come si permetteva?

“Non chiamarmi così. Io non sto scappando” risposi.

“Sì invece, stai scappando dai problemi come sei abituata a fare. Stai scappando dalla realtà perché stai troppo male per reggerla”. Che faccia tosta.

“Lasciami, ho detto. Mi stai facendo male”. Allentò la presa sul mio polso, scusandosi.

“E se ti dicessi di sì?” Non capivo la sua risposta. Gli rivolsi uno sguardo confuso.

“E se confessassi di ricambiare i sentimenti? E se ti confessassi di amarti anche io? Cosa mi diresti? E se dicesti che uscivo con quelle ragazze solo per toglierti dalla testa? E se ti dicessi che frequento Melissa solo per dimenticarti? Cosa mi diresti, Scar?” Mi aveva bloccato con quelle parola. Allora…anche lui provava qualcosa?

“Io…”. Mi zittì quando premette le sue labbra sulle mie in un dolce e innocente bacio. Erano così morbide. Mi sono sempre chiesta cosa volesse dire baciarle. Si staccò lentamente dalle labbra, dopo aver morso dolcemente il labbro inferiore. Ci riprendemmo da quell’attimo che sembrò infinito, quando lui ricominciò a parlare.

“Ti riporto a casa” Lo seguii fuori dal bagno ignorando gli sguardi confusi di alcune ragazze che stavano per entrare, puntando il loro sguardo su Harry. Tra loro c’era anche Melissa, che ci guardò perplessa.

“E tu che ci fai qui?” chiese ad Harry.

“Zitta” rispose bruscamente.

“Dove stai andando?” gli chiese.

“Me ne vado” rispose Harry.

“E io? Mi lasci qui?!” frignò.

“Esattamente” Lei lo guardò torva ed io trattenni stento una fievole risata. E così raggiungemmo il nostro tavolo.

“Ragazzi, io porto a casa Scarlett. Niall, amico, auguri ancora.” Harry salutò i ragazzi e mi prese per il polso per portarmi fuori. Li salutai con un cenno della mano e insieme uscimmo da quel posto troppo affollato.
Il tragitto in macchina fu silenzioso. Nessuno osava dire una parola dopo l’accaduto. L’unico suono udibile provenne dalla radio, tenuta a volume basso. Arrivammo a casa e quando stetti per uscire, lui mi bloccò.

“Io non sono giusto per te, Scarlett. Non ho amato in vita mia e tu lo sai meglio di me. Non riuscirei mai a darti quello che vuoi. Ti farei solo soffrire e questo non posso permetterlo. Tu sei così bella e innocente e io non ti merito. Meriti di più”
Non è vero, lui mi meritava eccome. Era solo troppo orgoglioso per ammetterlo.

“Io sto già male senza di te e non è vero quello che dici. Tu mi meriti eccome. Sei solo troppo orgoglioso. Non puoi decidere tu per me. Ho diciotto anni, per Dio! Solo perchè sei più grande di quattro anni non significa che debba decidere tu per me. Io ti amo, Harry”
Harry si bloccò per la mia confessione, non ancora abituato a quelle parole ricevute solo da sua madre, probabilmente. Potei comunque vedere un lieve sorriso formarsi sulle sue labbra.

“Vai a dormire, Scar, sarai stanca”. Prima di uscire catturò le mie labbra in un altro bacio.

Ti amo Scar, lo sai vero?”. Annuii, sorridendo. Lo salutai con la mano e chiusi la porta della Range Rover. Mi avvicinai al portone di casa, cercando le chiavi. Una volta aperto, mi pulii le scarpe sullo zerbino. Entrai, ma la casa era vuota. Mia madre non era tornata. Salii le scale e raggiunsi la stanza. Mi spogliai e mi misi il pigiama. Mi recai al bagno dove mi sciacquai il viso, struccandomi. Mi lavai i denti e mi infilai tra le coperte. Sentii il mio cellulare vibrare. Lo presi e lo sbloccai. Sbagliai la password. Ma come? Ritentai, sbloccato. Grazie a Dio. Il messaggio era di Harry.
 
Buonanotte, scricciolo.x
 
Mi addormentai col sorriso sulle labbra e col pensiero di due occhi verdi.


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Ciao a tutte! Questa era la mia prima one-shot su Harry Styles! Spero vi sia piaciuta! Lasciate un commento e ditemi il vostro parere :)
A presto!






 
 
 
 
  
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