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Autore: LadyIsenBlack    02/02/2009    2 recensioni
"Sento il vento, sento che mi porta via."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Libera nel vento
Sento il vento, sento che mi porta via.

“Rodolphus non ti ho mai amato” ripeto a me stessa, come se lo dicessi a te.
Ti ho sposato per rendere felici i miei genitori, per dare il buon esempio, perché eri purosangue, e perché…perché sono guidata solo dalla autodistruzione che mi contraddistingue.
Ottima allieva di Hogwarts, diplomata a pieni voti, bella, bellissima, brillante, sagace, proveniente da una delle migliori famiglie purosangue, ricca, dannatamente ricca, potevo essere la moglie, l’amante, la donna di chiunque avessi voluto… ma ho sposato te, Rodolphus Lestrange, per assecondare la mia inclinazione all’autodistruzione.
 
Mi dicevi che eravamo troppo giovani per avere figli, avevamo una vita da goderci, i figli sarebbero arrivati in seguito. Non sono mai arrivati.
E io disprezzavo, ma invidiavo tutte quelle Babbane abbracciate ai loro bambini, felici.
Cos’era la felicità?
Mi convinsi che era stare al tuo fianco, assecondare i tuoi desideri, i tuoi ordini, le tue regole.
Essere una moglie devota, e dimostrare al mondo che ero innamorata, che ero felice. Non lo ero, non lo sono mai stata. Né un per un giorno, né per un ora, nemmeno un secondo sono stata felice o innamorata o orgogliosa di te.
Ammiravo l’animagus Black era riuscito a sottrarsi agli obblighi dettati della nostra famiglia. Invidiavo mia sorella Andromeda, sposa e madre, era felice, innamorata e poi… poi avevano trovato il coraggio di opporsi al suo destino.
Ed io cosa ero? Rilegata tra le mura del nostro maniero, sposa di un inetto, sola e fintamente devota, fintamente felice.
E quando spalancavo le finestre che davano sull’immenso giardino, che si estendeva fino all’orizzonte, piangevo, non avevo vie di fuga.
Potevo essere fiera, tutto da dove tramontava il sole a dove sorgeva era un nostro possedimento, avevamo tutto…
Ma ero in trappola, non potevo evadere dalla mia prigione, dalla mia prigione fatta di oro e diamanti.
Solo quando il vento, il fresco vento, che arrivava da lontano mi scompigliava i capelli, solo allora mi sentivo vicino alla libertà.
Mi sentivo viva, parte del vento.
Che mi portava, odori e profumi lontani. Profumi che provenivano da dove oltre il mio occhio potesse vedere.
Tu mi urlavi di chiudere la finestra, che mi sarei ammalata, e sarei morta… Ma non ti accorgevi mai, che io piangevo, nel vento.
Io piangevo e mi voltavo verso di te, che puntualmente leggevi il giornale.
E se fossi morta? tu mi avresti rimpiazzata, con un’altrettanto bella e ricca e devota moglie.
E se fossi morta? sarei stata libera da te, dagli obblighi che il mio rango mi imponeva, e libera  dall’ autodistruzione che avanzava.
Sarei stata viva nel vento, il mio respiro ogni folata leggera.
Ed ora sento il vento, sento che mi porta via.

   
 
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