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Autore: Empty_Black_Heart    25/08/2015    0 recensioni
Si dice che quando, nel mondo, una persona muore e, nel mondo, nasce un bambino quel bambino avrá le caratteristiche caratteriali della persona morta.
Mi dispiace per la bambina a cui ho lasciato il mio carattere
Io Lucas Robert Hemmings morto a sedici anni ho il compito di proteggere questa bambina italiana, Sara Mori e impedire che faccia i miei errori e muoia come sono morto io... Cosí presto...
Luke in questa ff ha l'età di 16 anni quindi l'etá è quella delle prime apparizioni e foto.
Quindi non pensate al ciuffo alzato o al suo bellissimo anellino nero al labbro inferiore
Genere: Drammatico, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cammino accanto a Sara lungo la strada verso casa sua. Nessuna parola, nessun fiato fuori posto, solo le nostre mani nelle tasche, le mie in quelle dei jeans, una sua in una tasca e una sulla sua sciarpa. Camminiamo con tranquillitá lungo il marciapiedi in una fredda giornata di fine ottobre. Il silenzio risulta piacevole e rilassato, per nulla pesante. Mi sembra di camminare con me stesso accanto. É una sensazione assurda avere il presentimento di sapere che cosa sta pensando una persona... Penso sia la cosa piú assurda che io abbia mai provato, posso dire con certezza che cosa sta pensando, non perché lo só, ma perchè lo sento quello che prova e pensa, come se fosse mio, come se lei filtrasse. La osservo camminare e trattengo il respiro che mi manca, ha il viso rivolto verso di me e mi osserva buttando a volte un occhio alla strada deserta.

"tutto bene Sara?" chiedo preoccupato per la sua postura. È la stessa che tengo io quando la mia mente elabora cose assurde e domande troppo profonde che mettono in difficoltá le persone a cui le pongo. Só che sta pensando a una di quelle domande.

"Luke... Come sei morto? E perchè mi aiuti? Perchè sei con me?" la curiosità diventa palpabile. É troppo perspicace nei miei riguardi, mi conosce da venti minuti e già capisce che punti andare a tastare.

"non lo so. É l'unica cosa che posso dire, non ricordo e só nulla. Só solo che ora ho accanto una mia copia caratteriale e che la devo proteggere da qualsiasi minaccia e pericolo" mi guarda con convinzione negli occhi, e non mi rivolge più un solo sguardo finché non arriviamo davanti alla porta di casa sua e finché non entriamo in camera sua.

Io non le ho mai staccato gli occhi di dosso.
Appoggia la giacca sopra alla sedia della scrivania e appoggia lo zaino alla gamba della scrivania, prima di sfilarsi le scarpe e sostituire le calze in cotone con alcune piú spesse in lana celeste pastello e togliersi la sciarpa e il cappello. Mi guarda perplessa. Só che sta pensado.

"non credo che se provassi a togliermi le scarpe ci riuscirei"

"prova" mi sorride tranquilla.

Io mi chino sulle convers nere provando a sclacciare il fiocco da cui proviene il nodo, e la scarpa viene via. Sorridente tolgo anche l'altra e le appoggio accanto alle sue, la guardo soddisfatto e lei mi sorride convinta. Tolte le scarpe mi siedo sul letto, che peró non sprofonda o cigola quando viene in contatto con me, ma quando Sara si siede scricchiola e si abbassa. Mi guarda, e io le sorrido per indicarle che va bene. Ma non va affatto bene. Odio essere morto, lei è l'unica cosa o persona che mi puo sentire, vedere e parlare.

"me lo hai detto tu, siamo uguali. So quando menti e quando no... Che ti prende? Ti conosco da quaranta minuti dove appena incontrata mi hai detto che solo io posso vederti e mi dici che praticamente sei il mio angelo custode. Non fraintendere! É una figata, solo che è strano... Mi piace la tua compagnia, e sento di avere un altra me accanto perchè ti capisco... Ti capisco benissimo"

Sara mi afferra la mano e la osserva.

"devi sapere che esiste una profezia che dice che quando in un qualche luogo del mondo una persona muore e nello stesso istante, nel mondo, nasce un bambino, quel bambino avrá le caratteristiche soprattutto caratreriali dell'individuo morto. Sara io sono morto mentre tu nascevi e ora sono qui per impedirti di morire così presto come me. Sono qui per proteggerti" faccio intrecciare le nostre dita e lei sorride
"allora ti ringrazio" e il suo sorriso si rivolge a me.

E adesso mi rendo conto di quanto sia bello e sereno quel sorriso. Di quanto lei sia bella, perchè una persona del genere dovrebbe morire? Non ha senso, è troppo bella per morire e sparire. Lei deve vivere la vita, senza sprecarla come ho fatto io. Dai ricordi che ho l'ho buttata nella malora piú totale.... E devo impedire che lei faccia lo stesso...

Guardarla mentre ride mi fa capire che in fondo lei é uguale a me e, visto che lei é bellissima, io ero uno strafigo della malora!

Okay è il caso che io mi ritiri. Smettiamo di ridere e cala il silenzio. Lei lo interrompe buttandosi all'indietro sul letto, ma non separando le nostre mani. Mi volto ad osservarla. Ha appoggiato il braccio sinistro a coprirgli una parte degl'occhiali ma lasciando vedere l'occhio destro in parte. Vede che la sto scannerizzando e si stampa un sorriso sulle labbra

"ehi che c'è che non va? Non nasconderti con me" mi stendo accanto a lei, puntando il gomito sul materasso, in modo da reggermi.

Guardo il suo sorriso sparire e lasciare il posto ad uno sguardo abbastanza stanco e deluso.

"oggi... Non è stata una giornata propio... Bella? In pratica, mia madre si è alzata dalla parte sbagliata del letto, e io essendo l'unico essere umano nelle vicinanze si è sfogata con me, come la mia prof. di filosofia, vecchia zitella, prugna rinsecchita che frustrata sessualmente ed invidiosa del fatto che io avessi un ragazzo decide di sbattermi fuori dall'aula. E dico avevo perchè lo stronzo mi ha piantata. Poi sei arrivato tu..." si sfoga completamente e si lascia andare, per poi fermarsi e accennare a riprendere a parlare "che sei la cosa migliore che mi potesse capitare" mi sorride, osservandomi con i suoi occhi, una delle poche differenze che abbiamo "sono maledettamente felice che sia arrivato tu, ho la sensazzione che ora andrá tutto meglio" e il suo sorriso si allarga.

E mi viene da sorriderle di rimando. Con il braccio libero la attiro a me dopo essermi appoggiato completamente sul letto

"ti prometto che ce la faremo" le lascio un bacio sulla fronte e lei, successivamente la appiattisce

contro la mia maglia. E così lei si addormenta e io cado nell'oblio, non nel sonno.

"Sara sono a casa" una voce dal piano di sotto ci fece svegliare.

Lei alza il viso e guarda confusa me e poi sposta il viso verso la porta, che si apre mostrando una donna bassa, con i capelli ricci e color miele. Non mi piace la sua postura, il modo in cui si pone anche solo sulla porta mi irrita. Il linguaggio del corpo per me è fondamentale, e anche per Sara. Vedo il cambiamento nella sua di postura, mi sta mandando segnali col corpo, dicendo che è spaventata o preoccupata.

"Sara sono le 19.00 e tu stai dormendo, ma ti pare?!" cambia la direzzione delle sue urla verso il corridoio "e ovviamente tuo padre non ti sveglia quando torna" Dio, sta tipa mi sta sul cazzo enormemente poi.

"papà?!"gli occhi di Sara si dilatano e un sorriso si spalanca sul suo viso.

Si alza dal letto velocissimamente e corre verso la porta facendo quasi cadere a terra quella che suppongo sia sua madre. Seguo una Sara felice. Passo attraverso il corpo di sua madre, e mi rendo conto di sentire i suoi pensieri. Ma sono concentrata a seguire Sara che corre verso un uomo che si trova in cucina. Indossa abiti da lavoro da operaio.

"ehi piccola, sono pieno di graffite, ti macchio, oggi sono stato in magazzino"

Parlano per un altro po', nel mentre osservo l'uomo che ho davanti. Capelli brizzolati, ma che un tempo erano sicuramente neri pece, gli occhi come quelli di Sara e anche le labbra, solo che Sara le ha meno spesse. Dalla posizione del corpo deduco che sia una persona calma e posata, osservandolo ancora meglio, noto, che oltre ad essere un uomo di ufficio, molto probabilmente è anche un gran lavoratore manuale. Guardo ancora il sorriso di Sara, e mi rendo conto che è il sorriso che io rivolgevo sempre a Nelli, e che poi ho iniziato a mostrare solo ai miei amici. Lei si gira verso di me per un istante e mi fa un impercettibile segno verso le scale, annuisco piano e inizio a salire le scale. Sua madre é scesa, non c'è più qua sú. Scendo ancora e mi metto dietro a Sara e le sussurro all'orecchio che sua mandre non è più sulle scale. Lei saluta suo padre e poi torna a salire con me accanto. Sull'ultimo scalino mi afferra una mano e si guarda in torno per poi correre in camera sua, trascinandomi con se. Entriamo e lei chiude la porta per poi rilasciare uno sbuffo. E sento che c'é qualcosa che non va.

"sono sei ore che sto con te, e ho capito che sei un pozzo profondo di emozioni contrastanti che mi stanno facendo uscire pazzo e mi fanno sentire una ragazzina mestruata, ma in oltre ho capito una cosa importante su di te- mi avvicino e le alzo il viso con la mano destra sulla sua guancia, e l'altra la metto sul suo fianco avvicinandomela -che quello che sicuramente prevale su tutti è l'insicurezza, di tutto quello che sei e che fai" i suoi occhi mi osservano e si riempiono di lacrime. Appoggia il viso tra la spalla e il collo, e piange
   
 
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