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Autore: emilla    25/08/2015    3 recensioni
*AU/ College*
Che cosa sarà mai? Una Solangelooo (che sorpresa).
***
-Ma sto scomodo- Nico imprecò sottovoce.
-Allora stenditi e chiudi il becco- sbottò. Will sorrise, stendendosi accanto a lui. Stavano stetti sul divano in due ma non era sicuramente un problema. Affatto. Will gli cinse il fianco con il braccio, facendo aderire il petto con la sua schiena.
-Buonanotte, Nico-
-Notte, Solace-
***
Cosa diavolo ci vedeva Will in lui? Sul serio. Erano gli opposti più opposti esistenti. E cosa gli diceva la testa? Come aveva fatto un ragazzo come Will, così maledettamente allegro e solare, a prendersi una cotta per lui, che aveva così tanti problemi da non ricordarseli nemmeno tutti? Era improponibile.
Era assurdo.
Ma era successo lo stesso. E qualcosa, nell’udire quelle parole, si era acceso dentro di lui. Qualcosa che, francamente, credeva di non poter provare mai più. Una maledetta scintilla di speranza.
Sorrise.
Genere: Introspettivo, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nico di Angelo, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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If  you could  only  save me.
Si svegliarono tardi e con calma pranzarono, perché si, era ora di pranzo. Rimasero a chiacchierare un po’ sul divano, parlando di tutto e di niente.
-Dovremmo rifarlo- disse Will.
-Cosa?- chiese Nico stiracchiandosi.
-Una serata così-
-Suppongo di si. È stato divertente, anche se ti sei addormentato a metà film-
-Anche tu ti sei addormentato- protestò Will.
-Dettagli. Comunque si, si può rifare.-
-Ho un’idea-
-Strano- fece Nico fingendosi sorpreso. Will gli gettò uno sguardo torvo mentre lui ridacchiava.
-Stavo dicendo. Stasera ti va di andare a prendere una birra con me e Jake?- Nico aggrottò le sopracciglia.
-Suppongo si possa fare-
-Fantastico. Ti passo a prendere stasera alle nove e mezzo-
-Mi trovi qui-
-Perfetto.-
 
-Uscite anche stasera?-
-Piantala, Grace. È solo una stupida discoteca-
-Tu odi le discoteche-
-Per stasera farò un’eccezione, ok?-
-Diciamo che per Will farai un’eccezione.- il moro sbuffò.
-Sei impossibile, Grace. Non è un appuntamento.-
-Mai detto questo. Hai fatto tutto da solo- ribatté Jason guardandolo malizioso. Nico lo fissò torvamente, senza poter impedire alle guance di imporporarsi.
-Oh, sta’ zitto- sbottò. Jason rise, mentre lui apriva l’armadio. –Comunque. Sei qui per un motivo. Piper deve necessariamente averti insegnato un po’ di buon gusto.-
-Ok, vai- Nico gli lanciò cinque o sei magliette.
-Qual è la più adatta?-
-Non hai nulla…di più colorato? O di meno macabro?-
-No-
-Fantastico. Dobbiamo andare a fare shopping. Io, te e Pip. Prova questa- gli lanciò una maglietta nera con un teschio bianco stampato sopra che si stava sciogliendo o qualcosa del genere. Nico se la infilò.
-Eccellente- Jason si alzò dal letto e lo raggiunse davanti allo specchio.
-Ti ho portato questi- disse ridacchiando.
-Cosa sono?- chiese Nico prendendo dalle sue mani due quadratini argentati. Preservativi. Lo fissò con sguardo omicida. –Jason.-
-Possono sempre tornare utili- disse trattenendo a stento le risate.
-Ti ammazzo, Grace-
-Bisogna sempre stare attenti in quella situazione-
-Hai finito di vivere-
-Per ogni evenienza-
-Comincia a correre- Jason scoppiò a ridere, mentre Nico avanzava minaccioso. E sebbene fosse parecchio più basso di lui, Jason lo guardò intimorito. Sapeva essere davvero spaventoso se voleva. La sua vita fu salvata dal telefono del moro, che squillò, segnalando l’arrivo di un messaggio. Nico lo lesse in fretta.
-Sei fortunato  che non ho il tempo di organizzare il tuo omicidio-
-Viva la mia fortuna, allora. Ora muoviti, non vorrai far aspettare il tuo Principe Azzurro.- Nico gli scoccò un’occhiataccia.
-Esci immediatamente da casa mia, Grace-
 
Era una piccola discoteca fin troppo affollata per i suoi gusti. Nico odiava gli spazi stretti. E le grandi folle. E ovviamente quel posto corrispondeva ad entrambe le cose. Maledizione. La musica era altissima, e dovevano urlare per farsi sentire sebbene fossero a pochi centimetri l’uno dall’altro. E poi era tremendamente caldo. Rimase imbambolato qualche secondo, sconvolto dalle luci, dalla musica, dall’aria pesante e satura di fumo. Lo colse un giramento di testa. Si aggrappò a Will, la stanza che gli girava attorno.
-Nico?-
-S-sto bene. Tutto bene-
-Sicuro?-
-Si…si. È solo…il caldo-
-Ehi Will, guarda là- Jake gli tirò una gomitata, indicando all’amico una mora alta e molto molto carina. –E’ Drew. Frequenta il mio stesso corso. Vado a parlarle.-
-Si, ok- rispose Will per nulla interessato a Drew. Piuttosto il biondo indicò a Nico un tavolo libero e piuttosto tranquillo, relativamente parlando. –Siediti lì. Prendo qualcosa da bere- e Nico obbedì. Si sedette, prendendo un respiro profondo. Ecco perché odiava quelle maledette  discoteche. Non era tipo da festa, lui. Affatto. Sarebbe stata una lunga serata. Chiuse gli occhi, respirando a fondo.
-Ecco qua- Nico riaprì gli occhi, trovandosi davanti un bicchiere ghiacciato.
-Cos’è?- chiese prendendolo in mano. Almeno era fresco. Bene.
-Vodka. Alla fragola.- rispose il biondo sedendosi accanto a lui. Nico sentì il cuore accelerare mentre tutta la sua parte sinistra del corpo era a contatto con il ragazzo. Tanto per fare qualcosa prese un lungo sorso dal bicchiere. Sentì il liquido pizzicargli la gola e poi bruciargli lo stomaco. Fece una smorfia, sbattendo le palpebre.
-Wow. Non me la ricordavo così forte-
-Non bevi molto, eh?-
-Di solito mi limito alla birra- sorrise leggermente. –Sono birra-dipendente, secondo un mio amico- in effetti Jason glielo ripeteva sempre. Adorava la birra quanto il caffè, ok. Ma con i superalcolici…era più in difficoltà.
-Allora vacci piano, non vorrai ubriacarti- Nico sorrise leggermente, prendendo un altro sorso dal bicchiere. Con molta più calma di prima. –Ti va di ballare?- Nico quasi si strozzò con la maledetta vodka.
-Cosa?- di fronte alla sua reazione Will scoppiò a ridere.
-Siamo in discoteca, di Angelo. Qui si balla-
-Scordatelo, Solace. Io non ballo- Will rise ancora e gli prese una mano, avvicinando il viso al suo. Pericolosamente vicino. Deglutì a vuoto, il cuore saltò un paio di battiti. Sentì un brivido percorrergli la spina dorsale. –Oh-
-Per favore. Fallo per me.- la voce di Will era maledettamente suadente, il suo sorriso provocante.
-O-ok. Solo un ballo-
-Fantastico, vieni- senza lasciargli la mano lo trascinò al centro della pista.
Nico si ritrovò in mezzo a corpi sudati che si agitavano più o meno a ritmo di musica. Era ancora più caldo, e c’era puzza di sudore. E poi lo stavano spintonando da tutte le direzioni. Poi, ovviamente, vista la sua grande coordinazione, finì per inciampare. Già immaginava di finire a terra e di essere calpestato da quelle persone quando Will lo afferrò per i fianchi, sostenendolo.
-Almeno stai in piedi- gli disse ridendo. –Sei nervoso, rilassati-
-La fai facile tu-
-Bevi questo- disse Will porgendogli un bicchiere preso chissà dove.
-No-
-Dai, ti aiuterà a rilassarti- Nico lasciò correre lo sguardo da lui al bicchiere un paio di volte. E poi si arrese.
-Ok- disse prendendolo. Chiuse gli occhi e senza pensare lo svuotò in un sorso solo.
-Piano- disse Will ridendo. Gli bruciava tutto.
-Sto bene. Tutto ok-
-Forza balliamo-
-Non so…
-Ballare? Basta che ti muovi a caso seguendo la musica. Dai, provaci-
-Finirò per terra sicuramente.- a quell’affermazione Will lo prese saldamente per i fianchi.
-Allora ti tengo io- sussurrò direttamente nel suo orecchio.
-Eh? Oh…ah…uhm…ok?- Will rise tirandolo a sé. Rabbrividì di nuovo, lasciando che Will guidasse i suoi movimenti assolutamente scoordinati, avvicinandosi a lui. Tutto il suo corpo era a contatto con quello di Will. Non osava nemmeno guardarlo in faccia, rosso come un pomodoro.
-Puoi anche guardarmi, sai? Non mordo mica. –A quel punto osò sollevare gli occhi in quelli azzurri di Will. –Ti diverti?- gli chiese.
-Io…si?-
-Me lo stai chiedendo?- chiese ridacchiando. Nico roteò gli occhi.
-Si, mi sto divertendo- ripose con sicurezza, sollevando il mento.
-Bene, vuoi qualcos’altro da bere?-
-Si- rispose dopo qualche tentennamento. Aveva caldo, ed era maledettamente nervoso. Will annuì ed andò a prendergli un altro drink. Nico poi glielo prese dalle mani e bevve, sentendo la testa farsi più leggera, la preoccupazione sciogliersi. Sorrise. –Grazie-
Poi ricevette uno spintone. Sentì qualcosa di bagnato inzuppargli il davanti della maglietta. Imprecò. Si era rovesciato addosso la vodka.
-Merda- mormorò, mentre Will scoppiava a ridere.
-Sei la persona più goffa che conosca-
-Mi hanno spinto! Non è colpa mia!- protestò.
-Si, ok. Vieni, ti accompagno in bagno- Nico annuì, seguendolo.
 
-Stupidi deficienti-
-Hai finito di insultarli?-
-No.-
-Perfetto. Passami un po’ di carta-
-La vodka appiccica-
-Lo so- Will prese la carta che Nico gli porgeva e lo aiutò a strofinarsi la maglietta, mentre Nico continuava a maledire i colpevoli di quel pasticcio. Sospirò e sollevò il viso, trovandosi quello di Will a pochi centimetri. Lui sollevò il viso a sua volta e sorrise. Gli si mozzò il fiato in gola.
-Ti ho mai detto che hai un bel sorriso?- le parole gli uscirono di bocca prima che lui potesse rendersene conto. Poi arrossì mentre il biondo ridacchiava, la mano che ancora stringeva l’orlo della sua maglietta.
-Ti ho mai detto che hai gli occhi più belli che abbia mai visto?-
-Non credo- sussurrò Nico, il cervello completamente off-line. Gli appoggiò una mano sulla spalla, tirandolo a sé. La mano di Will s’insinuò sotto la sua maglietta, aprendosi sul suo fianco. Nico rabbrividì. –Will- sussurrò piano. Il biondo pensò che il suo nome pronunciato da lui suonasse terribilmente sexy. Gli sfiorò le labbra con le proprie, quasi a chiedergli il permesso.
E Nico non sapeva se fosse colpa dell’alcool o semplicemente di Will, ma il cuore gli batteva così forte che sembrava volergli uscire dalla cassa toracica, il respiro era corto, e brividi di piacere continuavano ad attraversargli il corpo. Chiuse gli occhi, dischiudendo le labbra. Will imprecò sottovoce, mandando a quel paese quel poco di autocontrollo che gli restava e lo baciò, spingendolo indietro. Nico sbatté contro il ripiano del lavandino. Non era affatto un bacio tranquillo. Era affamato, fatto di morsi e denti, mentre la tensione che avevano accumulato lentamente si scioglieva. Will lo sollevò di peso, facendolo sedere sul lavandino e facendosi spazio tra le sue gambe. Gli accarezzò le cosce coperte dai jeans sottili, mentre lui affondava una mano tra i suoi capelli biondi, giocherellando con l’orlo della sua maglietta.
-Dovrei usare il lavandino. Potreste scorrere di mezzo metro?-  si staccarono di scatto trovandosi davanti la faccia maliziosamente divertita di Jake. Avvamparono entrambi mentre Will si scostava per permettere a Nico di scendere. Jake si lavò le mani con estrema calma, fischiettando tranquillamente. Poi si voltò.
-Sapevo sarebbe finita così- disse ridacchiando. –Il Dr. Jake, medico dell’amore, ci azzecca sempre su queste cose.- si asciugò le mani sui jeans. –Ok, tornate pure ai vostri sporchi affari- disse. –Se avete bisogno di me, non cercatemi. Ho da fare- e con quest’affermazione uscì dal bagno, lasciandoli in un silenzio alquanto imbarazzante. Nico abbassò la testa, mordicchiandosi il labbro, imbarazzato a morte.
-Nico?-
-Si?-
-Puoi anche guardarmi, ora.- lui sollevò appena la testa, incrociando i suoi occhi azzurrissimi. E lo sguardo gli cadde poi sulle sue labbra, morbide e calde, che sapevano di tutti i drink che aveva bevuto.
Perché voleva baciarlo ancora? E sentire le sue mani sulla pelle?
Si era preso una cotta per lui?
No. Impossibile. Assurdo. Non voleva prendersi una cotta. Si rifiutava categoricamente di innamorarsi. Aveva deciso da anni di non voler più alcun tipo di legame.
Eppure…
-Potremmo dare ascolto a Jake e…ehm…riprendere- Nico non fece in tempo a dire la sua opinione che si ritrovò spiaccicato tra Will e il muro. E se non ci fosse stato lui a sorreggerlo, Nico sarebbe sicuramente caduto a terra, le ginocchia che tremavano.
Magari, per una volta, poteva pure spegnere il cervello.
 
Riaprì gli occhi stancamente. Aveva il mal di testa. Ogni sua arto sembrava pesare fin troppo. Chiuse di nuovo gli occhi, abbagliato dalla luce. Se li schermò con la mano, riprovandoci più lentamente. 
-Buongiorno, Raggio di Sole- gli prese un infarto.
-Cazzo…Will! Cosa diavolo ci fai nel mio letto?!-
-Veramente sei tu nel mio-
-Cosa?!- scattò a sedere, analizzando la situazione. –Questa è casa tua?-
-Si-Nico si guardò intorno, alquanto confuso. L’appartamento, che a occhi e croce doveva avere due stanze più un bagno, era un disastro. La camera da sola era molto più disordinata di tutta casa sua. Fogli sparsi in giro, libri aperti su pagine a caso, mischiati con vestiti dai colori improponibili e cartacce varie, residui di merende.
Poi gli sorse un dubbio. Panico assoluto.
-Will.-
-Si?-
-Noi abbiamo…abbiamo…insomma hai capito- di fronte alla sua faccia di puro terrore Will ridacchiò.
-Non saresti così vestito in tal caso- Nico abbassò lo sguardo su di sé, costatando con enorme gioia di indossare tutti i vestiti del giorno prima. Tirò un sospirò di sollievo e si lasciò ricadere tra i cuscini. Si prese qualche minuti per riepilogare la serata di ieri.
Dopo che Jake li aveva interrotti erano tornati nella sala principale. E avevano iniziato a ballare praticamente incollati, baciandosi e continuando a tracannare alcool. E poi il buio più totale. Non aveva idea di come fossero arrivati a casa o del perché fosse nel letto di Will Solace. Non che avesse importanza a quel punto.
Non sapeva se ridere o andarsene finché faceva in tempo. Alla fine si spiaccicò la mano sulla faccia.
-Will…
-Si?-
-M-mi dispiace per ieri sera…credo di aver bevuto un po’ troppo…
-Eravamo ubriachi fradici- constatò lui ridendo.
-Appunto…non…- Will gli prese il volto tra le mani e baciandolo, azzittendolo definitivamente. Poi Nico si staccò di scatto, sorpreso. -Tu…sei sobrio?- Will rise, non poté farne a meno. Era coooosì carino.
-Suppongo di si-
-E mi hai appena baciato-
-Così pare-
-Perché?-
-Penso di essermi preso una cotta- disse senza pensare.
-Una…cosa?- fece lui sbalordito, sgranando i suoi meravigliosi occhi marrone scuro. –Tu? Per me?-
-Si, che c’è di male?- chiese leggermente sulla difensiva.
-Io…-era assurdo. Era semplicemente assurdo. Nico non riusciva nemmeno a concepirlo. Cosa diavolo ci vedeva Will in lui? Sul serio. Erano gli opposti più opposti esistenti. E cosa gli diceva la testa? Come aveva fatto un ragazzo come Will, così maledettamente allegro e solare, a prendersi una cotta per lui, che aveva così tanti problemi da non ricordarseli nemmeno tutti? Era improponibile.
Era assurdo.
Ma era successo lo stesso. E qualcosa, nell’udire quelle parole, si era acceso dentro di lui. Qualcosa che, francamente, credeva di non poter provare mai più. Una maledetta scintilla di speranza.
Sorrise.
-E’ solo…un po’ strano-
-Strano? E perché?-
-In genere mi evitano tutti-
-Io non sono tutti-
-No, decisamente no. Sei assolutamente diverso da tutti-
-In senso buono, spero-
-Questo è ancora da vedere, Solace- rispose ghignando. Will gli sorrise di rimando. Ok, Nico non aveva propriamente detto di ricambiare i suoi sentimenti, ma Will aveva afferrato il concetto. Aveva imparato più o meno a conoscerlo, ed era certo che non si sarebbe mai esposto in tal modo. Semplicemente non era da lui. E a Will stava benissimo. Adorava alla follia quel lato di Nico, e lo incuriosiva anche di più, sempre che fosse umanamente possibile.
Gli prese una mano e lo vide arrossire. Lo tirò a sé, baciandolo.
Cazzo, quanto gli piaceva baciarlo.
 
-Te lo chiederò per l’ultima volta- disse Ade freddamente, rigirandosi il coltello tra le mani. Si chinò in avanti, faccia a faccia con l’altro uomo. –Allora, Crio, dov’è Crono?- lui rise rocamente, facendo tintinnare le catene delle manette. Era coperto di tagli e lividi.
-Anche se te lo dicessi non potresti fargli nulla.-
-Questo lascialo decidere a me. Dimmi dove si trova- Crio rise. Ade gli tirò un pugno sul naso già rotto facendolo urlare dal dolore. Gettò al testa all’indietro e poi tornò a guardarlo con odio e rabbia. E poi il suo volto si distese in un sorriso di sadico divertimento.
-Dove credi che sia, eh? Lo sta cercando. E quando l’avrà trovato lo ucciderà. E poi ucciderà anche te.- Ade raggelò.
-Lui è al sicuro. Non lo troverà-
-Forse, per ora. Ma prima o poi farà un passo falso e allora…-Ade non volle sentire il resto. Non poteva. Senza esitare ulteriormente affondò il pugnale nel petto dell’uomo fino all’elsa. Spasmi di dolore colsero Crio all’improvviso, la voce che gli moriva in gola. –Avrà…ven…detta..-esalò infine prima che la vita lo abbandonasse definitivamente.
Ade ansimò indietreggiando.
Nico.
Doveva andare da lui.
Doveva proteggerlo.
 
Nico aveva appena rischiato di morie. E Will gli aveva salvato la vita.
-Nico!- urlò Will afferrandolo per la vita e trascinandolo a terra. Rovinarono sull’asfalto mentre l’auto che aveva rischiato di investirli si schiantava contro un palo. Il cuore di Nico batteva a velocità supersonica.
-Cosa cazzo…
-Deve essere…ubriaco.- ansimò Will. L’auto aveva sbandato e per un soffio non li aveva investiti.
Una piccola folla si era radunata intorno a loro e alla maledetta auto. Nico sentiva le gambe tremare.
-Mi…hai salvato la vita- era vero. Se non ci fosse stato Will, lui sarebbe ridotto in una poltiglia di vestiti neri e sangue. Non esattamente il massimo.
-Non c’è di che- mormorò Will gli occhi ancora fissi sull’auto.  Nico cercò la sua mano e la strinse.
-Grazie.-
Pochi minuti e arrivarono polizia e ambulanza. Diedero ai due ragazzi una coperta ciascuna e controllarono che non fossero feriti. Ma a parte lo shock, stavano bene.
L’autista era effettivamente ubriaco. Era morto sul colpo.
Poi arrivò la stampa. Giornalisti che facevano foto e domande, alle quali Nico rispose per lo più a monosillabi.
Non riusciva bene a metabolizzare il concetto.
Aveva rischiato di morire. Ci era andato pericolosamente vicino.
La sua mente partì in quarta verso ricordi che avrebbe dimenticato più che volentieri.
Sangue.
Dolore.
Morte. Paura. Urla.
Sangue.
-Nico- Will gli mise una mano sulla spalla. Lui sussultò, tornando bruscamente alla realtà. –Stai bene?-
No. Affatto. Non ricordava nemmeno come ci si sentisse a stare davvero bene. Avrebbe voluto urlarlo al mondo. Che no, non stava bene. Che nella sua miserabile vita c’erano troppe cose sbagliate, che aveva visto e provato troppo per poter stare davvero bene. Ma non fuori, dentro. Era a pezzi. Sollevò lo sguardo negli occhi di Will, che lo guardavano apprensivi. Voleva dirgli che si sentiva uno schifo. Che non stava dannatamente bene. Non lo fece. Non lo faceva mai.
-Si-
 
Più o meno un’ora dopo erano a casa di Nico. Il moro si lasciò ricadere tra i cuscini del divano. La sua mente non voleva saperne di uscire davvero dai quei dolorosi ricordi. Will si sedette accanto a lui, prendendogli una mano.
-Sei sicuro di stare bene? Mi sembri…sconvolto- Nico si diede mentalmente dello stupido. Aveva imparato già da tempo che se voleva evitare quelle domande non doveva mostrare al mondo quello che aveva dentro. Così sorrise, scrollando le spalle.
-Mai stato meglio- rispose alzandosi. –Ti va una birra?-
-Io…ok, ma…-Nico aprì il frigo e prese due birre, porgendone una a Will. Il biondo lo prese e lo fissò accendersi una sigaretta e iniziare a fumare, la birra nell’altra mano. -Non dovresti fumare- disse automaticamente. –Né bere e fumare insieme.-
-Oh, sta’ zitto. Sono quasi morto oggi. Lasciami in pace-
Poi qualcuno bussò la porta e Nico sbuffò, alzandosi per andare ad aprire. Era Jake Mason che si fiondò nel piccolo appartamento.
-Ho sentito dell’incidente!- urlò allargando le braccia. –State bene? Siete feriti? Traumatizzati?-
-Jake…-iniziò Will.
-Tendenti al crollo emotivo? Feriti? Terrorizzati? Feriti?!-
-Jake, non…
-Allora?!-
-No!- esclamò Will interrompendo l’amico. –Stiamo bene-
-Oh, meno male. Ero un po’ preoccupato.-
-Un po’?- fece Nico sarcastico.
-Ma come diavolo hai fatto a saperlo così in fretta?-
-Siete sul telegiornale delle otto. Cioè di sedici minuti fa-
-Di già?-
-Già-
-Che velocità-
-Esattamente. Siete famosi- Nico roteò gli occhi. Odiava essere al centro dell’attenzione.
E faceva bene.
 
-L’abbiamo trovato, capo-
-Ah, ma davvero?-
-Si. È apparso sul telegiornale locale di una piccola città.- il capo ghignò.
-Ottimo. Sai cosa fare-
-Ci vorranno un paio d’ore per raggiungere il luogo.-
-Fai con calma, ma fallo. Portami Nico di Angelo-
-Si, Crono-
-E…Iperione…sii discreto. Non vogliamo pubblicità. Non ancora almeno. Niente testimoni, sono stato chiaro?-
-Si, capo-
-Ottimo. Vai- Crono ghignò. E quindi alla fine ce l’aveva fatta. Dopo tutto quel tempo l’aveva trovato. Entro quella notte avrebbe compiuto la sua vendetta. 


Holaaa
Sono mortalmente in ritardo. Chiedo venia, ma non ho potuto usare Internet. :'(
Comunque sono tornata. Mi scuso per eventuali errori, non ho potuto ricontrollare bene. Spero che il capitolo vi piaccia. Non ci sarò nemmeno sabato.Vado all'Expo. Yee. Pubblicherò la prossima settima in un giorno infrasettimanale. Giuro. Non odiatemi.
Camilla
   
 
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