Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: Dido88    02/02/2009    2 recensioni
Gli eventi del passato di un uomo cinico ed insensibile si intrecciano con una delle guerre più antiche del mondo che l'uomo ha sempre ignorato a modo suo... Licantropi VS Vampiri. Un racconto horror che seguirà passo per passo il Detective più cinico di Parigi confrontarsi contro un universo che non è il suo...
Genere: Sovrannaturale, Horror, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lo so… avrei dovuto postare prima, ma il tempo è volato via e così non ho potuto fare prima… perdonatemi per questo super ritardo

Lo so… avrei dovuto postare prima, ma il tempo è volato via e così non ho potuto fare prima… perdonatemi per questo super ritardo. Grazie per i commenti e non vi preoccupate per il prossimo capitolo. Per fortuna è quasi completo quindi non ci vorrà molto prima che lo pubblichi.

Buona lettura!

 

 

 

Lentamente riaprii gli occhi.

La testa era pesante e riuscivo a sentire la stanza ruotare intorno a me. Mi ritrovavo disteso in un letto che non era mio, in una casa che non sapevo di chi fosse, ignorando quanto tempo fosse passato dall’assalto del…

«Lupo Mannaro» Sussurrai mentalmente.

Tentai di parlare, ma la bocca era impastata come calcestruzzo in una betoniera, quindi decisi che era meglio controllare se tutti i miei “pezzi” fossero al loro posto. Lentamente, con entrambe le mani, iniziai a tastare ogni articolazione ed arto del mio corpo, sperando di non aver subito ingenti danni dalla battaglia con la bestia.

Le gambe erano in perfetta condizione, busto e braccia riportavano dei graffi e qualche segno di abrasione, il volto era perfetto come sempre. Ora dovevo controllare un’ultima cosa…

Trattenni il fiato e diedi una sbirciatina ed un paio di pompose tastate : al disotto dell’equatore andava tutto bene. Tirai un sospiro di sollievo e incrociai le braccia sotto la nuca.

Il soffitto che mi sovrastava era formato da travi di legno scuro. Quasi marcio. L’aria che si respirava era quasi rarefatta, chi sa da quanto tempo non venivano aperte le finestre in quella stanza.

Decisi di alzarmi e ispezionarla con cura, ma non riuscii nemmeno ad appoggiare il piede sulle assi del pavimento che uno schiocco secco vibrò nel mio corpo.

Avevo appena inarcato la schiena, quando una fitta acuta mi perforò la schiena. Mi sentivo come se fossi stato trafitto da uno spillo gigante.

Mi accasciai per terra in preda al dolore, agitando le braccia e sbattendo freneticamente i piedi per terra. Ci volle poco prima che mi calmassi, lasciando che il dolore facesse il suo percorso per attenuarsi ed infine svanire.

Tentai di aggrapparmi sulle lenzuola verdi del letto per tirarmi su, ma mi mossi troppo velocemente e lo spillo tornò a trafiggermi. Il dolore fu così acuto ed improvviso che crollai sul pavimento. Svenni.

 

Quando ripresi conoscenza ero seduto su una sedia a dondolo fuori una veranda. L’aria era fresca e pungente, tutt’intorno a me si estendevano ettari ed ettari di una boscaglia profonda e frastagliata. Nell’aria si riusciva a respirare il silenzio. Scarichi di macchine a vapore, strilloni forsennati, musiche da balere e bordelli. Niente. Neanche il cinguettii degli uccelli o il verso di qualche animale selvatico. Quella veranda affacciava in un mondo dove il silenzio avvolgeva tutto annullando i rumori caotici della città. Mi sentii in pace con me stesso; pensai addirittura di essere morto e di trovarmi in paradiso (anche se non credevo di meritarlo.)

Una mano fredda si appoggiò sulla mia spalla. Rabbrividii. Ero a torso nudo, ma non ci avevo fatto caso. La sua voce calda e gutturale spezzo l’incantesimo di mutismo che regnava in quel piccolo giardino (o bosco) dell’Eden.

«Ti sei ripreso finalmente.»  Disse l’omaccione che si piazzò dinnanzi a me. Aveva la carnagione scura, le labbra carnose ed un solo occhio. L’altro era coperto da una valanga fluida di capelli corvini che non lasciavano trasparire nemmeno un filamento di luce.

Era alto quasi due metri e mezzo ed era robusto.

Cazzo, è un armadio a quattro ante, pensai tra me e me.

«Tieni» Allungo l’autostrada del suo braccio porgendomi una ciotola di terracotta. «Sorseggia. Ti farà bene»

Mi sorrise, svelando una piccola cicatrice che attraversava le sue labbra in trasversale, formando , con il suo sorriso, una specie di x.

Lo ringraziai e iniziai a bere l’intruglio. Era bollente e sapeva di sterco e bacche varie. Istintivamente sputai quel piccolo sorso che avevo fatto.

«Ma che schifezza è questa brodaglia? Eh ?»

Mi guardò con gentilezza e rise.

«Il gusto è amaro, ma fa bene al corpo e alla mente» Continuò a sorridermi.

Il tono della sua voce era caldo e pacato, un connubio così perfetto da farmi credere che se avessi bevuto quella merda liquida sarei guarito.

 

Finito di bere la “medicina” iniziai a sparare domande a raffica. Notò subito che la mia salute era migliorata.

«Sei stato tu a salvarmi?» Dovevo saperlo.

«Si

«Quella bestia era… un lupo mannaro?» Dissi tremando

«Noi li chiamiamo Lycan. Ma si, può essere definito anche lupo mannaro» Rispose sempre in tono calmo.

«Voi? Voi chi, scusa?»

Mi diede le spalle e respirò a pieni polmoni l’aria del bosco che gli si stagliava di fronte.

Emise un grugno.

«Puzzi» Disse continuando a darmi le spalle. «Puzzi sia di loro che degli altri…»

Lo fissai stralunato, non riuscivo a seguire il suo discorso. Lui continuò a parlare senza interruzioni.

«Ieri notte, hai partecipato ad una battaglia tra due fazioni che stanno in guerra da secoli» Fece una breve pausa «Se non millenni.» Incrociò le braccia dietro la schiena, stringendosi le mani l’una con l’altra,  e continuò a parlare.

«Tu mio caro, sei sopravissuto ad un incontro letale tra un Lycan ed un Succhia sangue.»

«Succhia sangue?»

«Vampiri!» Accentuò questa parola con una nota di disprezzo.

Una goccia di sudore attraversò la mia fronte per precipitare in terra.

 

«Adesso dovrai raccontarmi la tua storia.» Mi aveva affiancato, appoggiandosi con le spalle sulla sedia a dondolo.

«Quale storia?» Dissi, arreso all’idea che non avrei mai seguito il filo intero del suo discorso.

«Il tuo odore, non è solo tuo. Ci sono altri odori, altri gusti e flagranze.» Mi fissò con uno sguardo indecifrabile «Prima di questa notte, tu sei eri stato a contatto con queste creature».

Deglutii con forza. Mi parve di aver mangiato una tonnellata di piombo.

«Ti sbagli, io queste mostruosità non le ho mai incrociate in vita mia prima di ieri notte» Dissi mentre con una mano stringevo l’altra con forza. Le unghie vi si conficcarono dentro. Lievi rivoli di sangue iniziarono a scorrere lungo il braccio destro.

«Non mentirmi» Il suo tono, per quanto fosse severo, irradiava comunque calore.

«Non sto mentendo!» Gli gridai contro, mentre il sangue continuava a sgorgare sempre più con impeto dalla mano. «IO NON HO MAI  VISTO QUESTE CREATURE IN VITA MIA!» Mi alzai dalla sedia, ignorando il dolore fulminante che colpì la schiena.

«Dammi una sigaretta stronzo» Lo minacciai. Lui sogghignò a labbra strette.

«Per quanto tempo vorrai mentire a te stesso?»

«Ho bisogno di nicotina!» Il mio corpo stava soffrendo per il dolore alla schiena, la mia dipendenza era balzata improvvisamente in prima linea e la mia mente capii di aver mentito a me stesso per troppo tempo.

«Freddo.» Si allontanò da me «Cinico» Si voltò verso di me, dando le spalle al bosco. «Calcolatore» Alzò entrambe le braccia verso il cielo, allargandole in un gesto teatrale. «O semplicemente impaurito dalle oscure verità del mondo» Sfoggiò il suo malizioso sorriso a x. «Che mi dici piccolo Nero

 

Ero crollato prima che terminasse di parlare (il dolore era troppo forte da reggere), ma sentii il mio nome pronunciato dalla sua bocca.

Quando ripresi conoscenza, la mia ferita si era cicatrizzata completamente. Di quella che mi ero auto inflitto alle mani, invece, non c’era la ben che minima traccia.

Quando mi alzai (senza cadere questa volta) dal letto, presi i miei indumenti che si trovavano sull’armadietto in legno e mi rivestii. La casa era vuota. Era ornata giusta da qualche mobile e cassettiera. Se non fosse per il letto, non avrei mai detto che qualcuno ci vivesse.

Finito di vestirmi aprii la porta ed uscii.

Lui mi stava aspettando là fuori, con le braccia incrociate dietro la schiena, le mani chiuse ed un ciuffo di capelli nero pece che gli oscuravano l’occhio sinistro.

«Ti va di parlarne ora?»

«E tu ce l’hai una sigaretta?» Chiesi irritato.

«Si…» Rispose, lanciandomi un pacchetto con una sola sigaretta ed un paio di fiammiferi all’interno.

«Tsk!» Presi quella singolarissima sigaretta e, incastonandola tra le labbra, l’accesi.

Quando feci il primo tiro, giurai a me stesso di rischiare un’eiaculazione. Intanto il gigante nero continuava a fissarmi, aspettando che svuotassi il sacco dei miei ricordi assopiti.

La parte razionale di me non credeva  a tutte quelle leggende che da secoli venivano narrate e tramandate per i borghi della città parigina. Ma la mia parte ancora più razionale già aveva collegato tutti gli eventi.

Sapeva che non era la prima volta che assistevo ad un evento del genere e così, con uno schiocco di dita mentali, tutti i ricordi di un passato che avevo rimosso ritornarono alla luce.

«Posso sapere prima il tuo nome?» Chiesi con tono leggero

«Isaia»

Una parte di me giurò che si aspettava quel nome per un bestione del genere.

 

Lo fissai negli occhi. Rossi e duri come rubini, ma altrettanto affascinanti e misteriosi.

Presi una boccata di piacere cancerogeno dalla sigaretta ed iniziai a parlare : Gli occhi dell’uomo che era stato eliminato dal Licantropo erano dorati. Lo stesso colore di quelli che mio fratello aveva la notte della morte dei miei genitori…

 

 

 

Ed eccoci alla fine del 3° capitolo. Vi è piaciuto? Devo dire che è abbastanza lento, ma mi serviva per introdurvi al passato di Nero (carino il nome del protagonista no?). Un saluto a tutti.

 

Ciabysan : Concordo in pieno. Libro carino, ma non bisogna confondere il vero horror con certe storie!

 

Tiki W : se ti sei incuriosito col capitolo precedente, non voglio immaginare con questo che accenna solamente qualcosa per il futuro evolversi della trama.

 

Sarapastu : Mi fa piacere di essere riuscito ad illuderti, portando a credere che Nero volesse suicidarsi per evitare di essere sbranato!

 

 

 

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Dido88