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Autore: SabrinaSala    26/08/2015    24 recensioni
Per il contest BUON COMPLEANNO ANDRE'...
"No, non le avrebbe dato soddisfazione. Non ancora. Non subito.
Sei così impaziente, Oscar? Pensò concedendosi un sorriso. Gli occhi chiusi. La testa leggermente china sul petto. Concentrato nella preparazione del momento. Di quel momento. Il momento in cui sarebbe stata sua… Sua e di nessun altro."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Lo stesso respiro…
 
 
La voce roca e perentoria di Oscar gli fece vibrare l’anima, mentre la sua eco si rincorreva tra i corridoi e le grandi stanze vuote di Palazzo Jarjayes.
Sistemò con cura i polsini dell’ampia camicia bianca, rimangiandosi la voglia di rispondere, desideroso di sentirle invocare ancora il suo nome. Ancora e ancora… Deciso a non darle soddisfazione, non subito. A non dare tregua a quella nota ansiosa, quell’eccitazione sottile che leggeva chiaramente nella sua voce, ritornello piacevole e familiare del quale non si sarebbe privato.
No, non le avrebbe dato soddisfazione. Non ancora. Non subito.
Sei così impaziente, Oscar? Pensò concedendosi un sorriso. Gli occhi chiusi. La testa leggermente china sul petto. Concentrato nella preparazione del momento. Di quel momento. Il momento in cui sarebbe stata sua… Sua e di nessun altro.
La stanza vuota riecheggiava del suo respiro. Lento. Quieto.
Quando aveva imparato a padroneggiarsi in quel modo? Si domandò, scuotendo lievemente il capo. La risposta era semplice. Anni di esercizio e di pura abnegazione. Al suo lavoro, certo. E ad Oscar…
Lo stesso rituale di sempre. Lo stesso abbigliamento di sempre. Le stesse emozioni di sempre.
Ma sempre più difficili da trattenere, dissimulare, tacere.
“Sei incredibile, Oscar” mormorò a fior di labbra, volgendo una rapida occhiata alla porta, ma solo con la coda dell’occhio, avvertendo ancora il suo richiamo spazientito. Quasi irritato.
Non è ancora il momento… Non ancora. Sei così ansiosa di avermi tutto per te? La schernì in cuor suo. Non c’è fretta, Oscar… Non c’è alcuna fretta…
Passò le mani sulla stoffa morbida della camicia, ne raddrizzò le pieghe. Sfiorò le ali tese del colletto. Sollevò entrambe le braccia dietro la nuca, afferrando i capi del nastro blu e assicurando il fiocco che gli tratteneva i capelli.
L’ultimo gesto prima di uscire da quella stanza. L’ultimo richiamo di Oscar.
Sollevò finalmente le palpebre e colse il proprio sguardo nello specchio ovale.
Lo sguardo di un uomo.
Un uomo che va incontro alla propria donna
 
***
 
Un nuovo affondo e il corpo di Oscar si sbilanciò, finendo di schiena tra le sue braccia pronte ad accoglierlo.
Un dolce peso, il profumo di quei biondi capelli soffici… poi una gomitata alla bocca dello stomaco e Oscar che tornava in equilibrio. Fronteggiandolo. Splendidamente minacciosa come un’erinni.
Te ne rendi conto, Oscar? Le domandò silenziosamente, il respiro affannoso, gli occhi verdi e febbrili in quelli blu accesi di lei.
No, non te ne rendi conto… sorrise, accendendo lo sguardo di una luce nuova e maliziosa.
Ad ogni affondo potrei toccarti, potrei stingerti, carezzarti e poi dovrei fingere di respingerti. Cercarti ancora, divorarti con gli occhi senza dover abbassare lo sguardo. Senza doverti delle spiegazioni inutili. Sei il mio avversario e inconsapevolmente il mio carnefice…
«Cosa ti prende, André? » lo schernì lei, divertendosi come una bambina.
E il duello riprese in una danza di spade. Un passo dopo l’altro. Un respiro dopo l’altro. Mentre il cuore pompava spaventosamente nel petto, irradiando le guance di un rosso acceso. Sottili rivoli di sudore scivolavano dalla fronte fino al collo teso.
Ti voglio…
Trattenuto fino a quel momento, il desiderio esplose improvviso e inarrestabile. Ti voglio…
Un gemito e André cercò di nuovo l’affondo. Spinto da un impulso incontenibile. Da una necessità urgente, sempre più difficile da dissimulare, da nascondere…
Negli occhi solo lei e la sua camicia bianca dalla scollatura generosa. Nelle orecchie il fruscio eccitante della stoffa che ad ogni movimento sembrava forgiare nuove forme e rilievi.
Ti voglio… gemette e Oscar si ritrovò schiena a terra, sovrastata dalla figura imponente di André.
I volti in fiamme, divisi dal solo incrocio di spade.
Respiri profondi e celeri che si univano in uno solo, alito caldo ed eccitato. Occhi accesi di colori diversi, di emozioni diverse. Febbricitanti e lucidi, forieri di imminenti reazioni.
Una stilla di sudore cadde improvvisa sulla sua guancia ardente e lei abbassò istintivamente lo sguardo, come a seguirne il rapido percorso che si spense nell’incavo alla base del collo. Sollevando le palpebre, incrociò le labbra perfette di André schiuse nel più enigmatico e teso dei sorrisi.
Forzò il suo assedio. Impulsiva. Cercando di liberarsi. Inutilmente. Con la mano libera si aggrappò al braccio destro dell’uomo, puntato a terra. Dilatò lo sguardo, poi lo strinse riducendolo a una profonda feritoia azzurra. Chiedendosi quando André fosse diventato così forte. Così marmoreo… La schiena a terra, i capelli scomposti sul tappeto d’erba verso il quale il suo avversario l’aveva abilmente condotta, studiò la sua espressione pronta a cogliere il minimo cenno di cedimento.
Lo colse.
Un impercettibile movimento della mascella.
Sollevò un ginocchio e facendo leva contro il suo stomaco lo respinse, sbilanciandolo e sollevandolo quel tanto che bastò per scivolare via di lato, rotolando agilmente su un fianco.
Un attimo dopo, erano entrambi in piedi. Di nuovo.
Oscar, i capelli biondi appiccicati fastidiosamente sul viso, tra fili d’erba e polvere di terra.
Il sorriso di André fattosi più largo e indecifrabile, quasi irritante, fino a scoppiare in una risata.
Si fronteggiavano.
E rise André, consapevole che questo l’avrebbe mandata su tutte le furie. Ma carico di eccitazione.
«Perdonami, Oscar» disse poi, cercando di riprendere il controllo del proprio corpo. Pago di quel fugace contatto. Cercato, voluto, ottenuto. Prezioso momento per il quale si era così accuratamente preparato.
Oscar avvampò, ancora piccata per essersi lasciata sopraffare.
Ci riusciva sempre, pensò.
Ogni volta. Solo un momento, un attimo… ma in quel momento André sembrava nettamente superiore, se non in agilità sicuramente in forza e determinazione. Peccava di concentrazione, però… sorrise.
«Non te la prendere, Oscar… » la rabbonì lui, abbassando leggermente le palpebre. «Io ho un vantaggio! » sorrise divertito.
«Ah sì? » rispose lei, allargando le braccia, in quel suo modo così arrogantemente aggressivo di mettersi sulla difensiva. «E quale sarebbe questo vantaggio? Sentiamo André! » sogghignò punzecchiandolo come quando erano bambini.
«Eccolo! »
André conficcò la spada nel manto erboso. Si portò entrambe le mani dietro la nuca e tirò i due capi del nastro blu.
Una cascata di capelli scuri si riversò improvvisamente sulle sue spalle. Allargandosi sulla camicia bianca.
Sorpresa da quell’immagine insolita e un po’ selvatica, Oscar corrugò la fronte.
André la raggiunse. Fermandosi a un passo da lei.  
Oscar sollevò istintivamente la spada, minacciosamente , pronta a riprendere il duello.
«Prova», le disse  porgendole il nastro.
«Che sciocchezza» mormorò lei con una smorfia, irritata dall’interruzione. Ma nonostante tutto lasciò che André le reggesse la spada e con movimenti secchi legò i suoi folti capelli biondi in una coda morbida.
«Non va già meglio, Oscar? » sorrise maliziosamente André, restituendole la spada e arretrando di qualche passo fino a raggiungere la lama ancora conficcata nel terreno.
«Non perdiamo altro tempo, André! » replicò lei, secca. «Non vorrei raffreddarmi» concluse, avvertendo un insolito alito di vento carezzarle il collo scoperto.
Di fronte a lei, quell’irresistibile e irriverente sorriso sulle labbra di André che la stava aspettando.
«Avanti, Oscar! » le urlò invitandola all’affondo «Ti sto aspettando» sorrise.
“Ti sto aspettando da una vita” mormorò a fior di labbra, fissandola, pronto a riceverla, da sempre.
La punta delle loro spade si cercò, si sfiorò. Poi le lame si incrociarono una volta, una seconda e una terza. Si respinsero e ci cercarono ancora. Oscar provò l’affondo. Avanzò di due passi, rapidamente. Si accostò ad André, rapido a scansarla. E quando lui le fu affianco, avvertì lo sbuffo caldo del suo fiato sul collo, tra le pieghe della camicia. Con uno scatto improvviso, si allontanò, fronteggiandolo di nuovo, ma questa volta dalla parte opposta a dove avevano cominciato.
Si fermò. Lo guardò. Un giovane uomo ansante e dal volto trasfigurato dall’eccitazione del duello.
Lasciò che la punta della spada sfiorasse il terreno e si raddrizzò nelle spalle.
Si strappò con decisione il nastro blu dai capelli. Avvertì la chioma aprirsi carezzevole sulle spalle. E di nuovo si sentì sicura. A proprio agio. Mentre il sorriso di lui si intiepidiva e il suo sguardo, improvvisamente serio, seguiva, attendo, il percorso della mano che stringeva il nastro.
Sciocco ragazzo, pensò.
Reprimendo il desiderio di gettare il nastro a terra e continuare a duellare, Oscar lo infilò in vita,  tra la cinta dei pantaloni e la camicia. Ne avvertì la presenza. Quell’intruso ammiccante che spiccava contro la stoffa chiara.
 «Adesso siamo ad armi pari, André» lo schernì, mentre i loro sorrisi si allargavano contemporaneamente e i loro respiri si sfiorarono ancora, e ancora, all’unisono.
Lo senti, Oscar..? mormorarono gli occhi di André Lo senti? Io e te, Oscar siamo parte dello stesso respiro... Lo stesso respiro!
Sorrise, consapevole che di lì a poco il loro gioco si sarebbe nuovamente interrotto e ognuno di loro sarebbe rientrato nel proprio, rigido ruolo. Conscio, al tempo stesso, di ritrovarla e farla nuovamente sua. Nel prossimo duello così come nel silenzio di una stanza. Poco importava se a sorseggiare vino o una calda e densa cioccolata... 


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INFO! 
 
Inizia da qui una breve serie di racconti legati da un elemento comune. A voi il compito di scoprire di cosa si tratta… In realtà, gli elementi sarebbero due. E sempre per essere sinceri, questo progetto, questa serie, dovrebbe comprendere anche il racconto “DANNATAMENTE DONNA”. One shot che è stata alla base di questa piccola e forse noiosissima idea.
 
Per chiudere, avendovi tediato abbastanza, ringrazio l’amica e autrice MGrandier per… beh, lei sa cosa!
 
A presto, se vi va, con la prossima ONE SHOT della serie..: "IO e TE"
 
   
 
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